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Silenzio apparente
Il titolo dell’evento intende riportare l’attenzione del fruitore sull’importanza del silenzio come condizione necessaria nella vita dell’uomo, come momento nel quale egli possa realmente e non condizionato dalla società, riflettere l’intima sensazione
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria INSIEME, negli spazi espositivi di corso Mazzini ad Ascoli Piceno presenta la mostra silenzio apparente. Il titolo dell’evento intende riportare l’attenzione del fruitore sull’importanza del silenzio come condizione necessaria nella vita dell’uomo, come momento nel quale egli possa realmente e non condizionato dalla società, riflettere l’intima sensazione.
Gli artisti invitati esprimono e dimostrano inoltre come il silenzio sia un’apparente assenza di comunicazione, di come se sensibilmente interpretato e “utilizzato” abbia la forza di incrementare la libera relazione tra le persone.
Di seguito riportiamo il testo di presentazione alla mostra del curatore Alberto Mattia Martini: “Il caos domina sempre più la quotidianità, il luogo nel quale viviamo, conducendoci alla perdita dell’interiorità, a “quell’inquinamento della quiete” inteso come rinuncia all’introspezione. Osservando infatti la società odierna percepiamo, che di sovente eccede in modalità espressiva non dialogante, che sembra amare il frastuono, l’eccesso di parola, il superamento della soglia dello scambio d’opinione e quindi preferisce “convertirsi” al banale schiamazzo. Non so se ci possa essere una soluzione a questa confusione corrosiva, ma trovo di estrema attualità S.Agostino quando sostiene l’importanza del silenzio, come requisito necessario per poter accedere all’anima e all’intimità.
Il silenzio allora come prerogativa imprescindibile per comunicare con noi stessi e per poi avere un dialogo autententico con “l’altro” e con la società.
Nell’arte certamente vive una grande forza comunicativa, che ha dimora nell’interiorità dell’animo umano, “apparentemente silenziosa”, ma che se correttamente stimolata, muta il contenuto e la sostanza esplicandosi in forma. Non esiste dunque il dualismo forma-contenuto ma il contenuto è nella forma vista, in modo dinamico, come realizzazione di un processo formativo. Gli artisti riuniti in questa mostra ci invitano con il loro linguaggio ad una conformazione espressiva primigenia, non inquinata, autentica, ma nello stesso tempo aperta a molteplici esperienze. Con la loro continua e assidua ricerca dimostrano e svelano che il silenzio è solo apparente assenza, ma se concepito con desiderio di diffondere un “pensiero forte”, concede infinite possibilità e molteplicità di percorsi. La ricerca messa in atto però non deve eccedere nella sovrabbondanza di materialità, di parole o di immagini, ma essere essenziale nella ricerca della vera espressione, come accade presso i popoli Papuani, il cui linguaggio è estremamente povero, in quanto ogni tribù ha una propria lingua il cui lessico si impoverisce di continuo perché, dopo ogni morte, vengono eliminati alcuni vocaboli in segno di lutto. Un invito dunque alla riflessione, in un mondo dove la “velocità”, l’andare sempre di fretta, ha condotto l’uomo nel deserto della superficialità, nella liquefazione dei rapporti reali e puri.
Allora dovremmo prenderci il tempo per vivere e invece siamo assordati e invasi dalle parole, dalle immagini e non riusciamo più da incontrare noi stessi. Purtroppo non ci stiamo accorgendo della perdita d’originalità del nostro verbo, del pensiero che contraddistingue il singolo e dell’uniformità intellettuale alla quale stiamo andando incontro. L’arte, quindi nella sua accezione più ampia, nelle sue illimitate sfaccettature, può essere pura espressione e fonte di stimolo intellettuale per l’umanità, se non mediata dal rumore assordante della convenienza, dalla tentazione di adeguarsi al gusto dominante, dall’assenza d’equilibrio e di sperimentazione.
Gli artisti invitati esprimono e dimostrano inoltre come il silenzio sia un’apparente assenza di comunicazione, di come se sensibilmente interpretato e “utilizzato” abbia la forza di incrementare la libera relazione tra le persone.
Di seguito riportiamo il testo di presentazione alla mostra del curatore Alberto Mattia Martini: “Il caos domina sempre più la quotidianità, il luogo nel quale viviamo, conducendoci alla perdita dell’interiorità, a “quell’inquinamento della quiete” inteso come rinuncia all’introspezione. Osservando infatti la società odierna percepiamo, che di sovente eccede in modalità espressiva non dialogante, che sembra amare il frastuono, l’eccesso di parola, il superamento della soglia dello scambio d’opinione e quindi preferisce “convertirsi” al banale schiamazzo. Non so se ci possa essere una soluzione a questa confusione corrosiva, ma trovo di estrema attualità S.Agostino quando sostiene l’importanza del silenzio, come requisito necessario per poter accedere all’anima e all’intimità.
Il silenzio allora come prerogativa imprescindibile per comunicare con noi stessi e per poi avere un dialogo autententico con “l’altro” e con la società.
Nell’arte certamente vive una grande forza comunicativa, che ha dimora nell’interiorità dell’animo umano, “apparentemente silenziosa”, ma che se correttamente stimolata, muta il contenuto e la sostanza esplicandosi in forma. Non esiste dunque il dualismo forma-contenuto ma il contenuto è nella forma vista, in modo dinamico, come realizzazione di un processo formativo. Gli artisti riuniti in questa mostra ci invitano con il loro linguaggio ad una conformazione espressiva primigenia, non inquinata, autentica, ma nello stesso tempo aperta a molteplici esperienze. Con la loro continua e assidua ricerca dimostrano e svelano che il silenzio è solo apparente assenza, ma se concepito con desiderio di diffondere un “pensiero forte”, concede infinite possibilità e molteplicità di percorsi. La ricerca messa in atto però non deve eccedere nella sovrabbondanza di materialità, di parole o di immagini, ma essere essenziale nella ricerca della vera espressione, come accade presso i popoli Papuani, il cui linguaggio è estremamente povero, in quanto ogni tribù ha una propria lingua il cui lessico si impoverisce di continuo perché, dopo ogni morte, vengono eliminati alcuni vocaboli in segno di lutto. Un invito dunque alla riflessione, in un mondo dove la “velocità”, l’andare sempre di fretta, ha condotto l’uomo nel deserto della superficialità, nella liquefazione dei rapporti reali e puri.
Allora dovremmo prenderci il tempo per vivere e invece siamo assordati e invasi dalle parole, dalle immagini e non riusciamo più da incontrare noi stessi. Purtroppo non ci stiamo accorgendo della perdita d’originalità del nostro verbo, del pensiero che contraddistingue il singolo e dell’uniformità intellettuale alla quale stiamo andando incontro. L’arte, quindi nella sua accezione più ampia, nelle sue illimitate sfaccettature, può essere pura espressione e fonte di stimolo intellettuale per l’umanità, se non mediata dal rumore assordante della convenienza, dalla tentazione di adeguarsi al gusto dominante, dall’assenza d’equilibrio e di sperimentazione.
21
aprile 2007
Silenzio apparente
Dal 21 aprile al 21 maggio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA INSIEME
Ascoli Piceno, Corso Giuseppe Mazzini, 199, (Ascoli Piceno)
Ascoli Piceno, Corso Giuseppe Mazzini, 199, (Ascoli Piceno)
Vernissage
21 Aprile 2007, ore 18
Autore
Curatore