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Silere (be silent)
una collettiva di quattro giovani artisti che, all’interno di questi luoghi in trasformazione e attraverso il silenzio, riflettono con le loro opere sull’individuo e i suoi confini come ricerca di uno spazio in cui il silenzio stesso può diventare parola
Comunicato stampa
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Venerdì 9 marzo 2007, prima che alcuni spazi del palazzo industriale di via Sansovino 217 siano occupati da nuove attività, Cantiere48 presenta SILERE (BE SILENT), una collettiva di quattro giovani artisti che, all’interno di questi luoghi in trasformazione e attraverso il silenzio, riflettono con le loro opere sull’individuo e i suoi confini come ricerca di uno spazio in cui il silenzio stesso può diventare parola.
Gli edifici misurano lo scorrere del tempo anche attraverso le diverse destinazioni che subiscono nel corso dei decenni. Quando un palazzo signorile si trasforma in tribunale, quando una chiesa diventa una sala conferenze, quando una fabbrica dismessa diventa un museo, il cambiamento non è mai solo il risultato di una fredda operazione edilizia. È invece un momento fortemente simbolico che segna, a volte in modo drammatico, il passaggio da fasi di espansione a fasi di declino, o viceversa, la rinascita dei luoghi stessi. È anche il modo in cui gli edifici stessi si adattano al presente e alle sue evoluzioni rapide, conservando spesso le tracce del lavoro degli uomini e delle donne che le hanno abitate.
È in questo contesto che nasce SILERE (BE SILENT). Prima, infatti, che alcuni spazi del palazzo di via Sansovino 217 siano occupati da nuove attività, probabilmente di diversa natura rispetto alla precedente destinazione, è sorta la necessità di riflettere in uno spazio silente il cui silenzio stesso può diventare parola. Il silenzio di SILERE (BE SILENT), che dal latino significa essere silente, sia come verbo sia corpo, è inteso come possibile risposta ad una cultura che sembra privilegiare, nel tempo e nello spazio, suoni, fragori e rumori.
Nella ricerca del silenzio, c'è spesso chi rincorre spazi fisici di tranquillità per ricostruire la propria misura spirituale, come nei vecchi santuari, e chi, invece, sembra sollecitato dall'irrequietezza propria del nostro tempo, soffrendo quasi il silenzio secondo una nuova forma di horror vacui. Ci sono, inoltre, anche delle dimensioni creative del silenzio che rientrano nella sfera dell’arte, vale a dire spazi attraversati da un profondo mutismo in cui, non necessariamente non si odono suoni, ma in cui lo stare in silenzio assume lo stesso significato della parola. Sorge dunque naturale chiedersi se esista una reale dimensione del silenzio. Più ci si sforza a non produrre suoni, più diventa percettibile il rumore del respiro, del battito cardiaco, del nostro corpo che reagisce alle suggestioni di ciò che lo circonda e alla coralità o alle difficoltà che quei momenti portano con sé.
Tra gli artisti di SILERE (BE SILENT), c’è chi si sofferma a tastare la terra per ritrovarne il ‘sapore’ e il profumo riscoprendo nuove dimensioni sinestetiche (Domenico Olivero), chi esplora il paesaggio per ricondurre l’attenzione a riflettere sui propri confini (Riccardo Del Conte), chi indaga i ‘territori’ emotivi e psicologici del corpo umano in un contesto di disagio (Dario Neira), e chi, infine, con un semplice gesto, annodando e snodando una catenina (Sophie Usunier), segue il ritmo della terra che crea e disfa inesorabilmente, perché in ogni forma di vita che finisce c'è sempre l'inizio di qualcos'altro.
E tra la fine e il principio, c’è questo momento, sospeso, a tratti frammentato, dell’essere silente; il momento che contempla l’attesa di una nuova forma di vita in via Sansovino.
La collettiva è resa possibile grazie al contributo delle aziende Edilmar, Ditto Consult, LunaBianca Italy s.r.l., TEKNE
Gli edifici misurano lo scorrere del tempo anche attraverso le diverse destinazioni che subiscono nel corso dei decenni. Quando un palazzo signorile si trasforma in tribunale, quando una chiesa diventa una sala conferenze, quando una fabbrica dismessa diventa un museo, il cambiamento non è mai solo il risultato di una fredda operazione edilizia. È invece un momento fortemente simbolico che segna, a volte in modo drammatico, il passaggio da fasi di espansione a fasi di declino, o viceversa, la rinascita dei luoghi stessi. È anche il modo in cui gli edifici stessi si adattano al presente e alle sue evoluzioni rapide, conservando spesso le tracce del lavoro degli uomini e delle donne che le hanno abitate.
È in questo contesto che nasce SILERE (BE SILENT). Prima, infatti, che alcuni spazi del palazzo di via Sansovino 217 siano occupati da nuove attività, probabilmente di diversa natura rispetto alla precedente destinazione, è sorta la necessità di riflettere in uno spazio silente il cui silenzio stesso può diventare parola. Il silenzio di SILERE (BE SILENT), che dal latino significa essere silente, sia come verbo sia corpo, è inteso come possibile risposta ad una cultura che sembra privilegiare, nel tempo e nello spazio, suoni, fragori e rumori.
Nella ricerca del silenzio, c'è spesso chi rincorre spazi fisici di tranquillità per ricostruire la propria misura spirituale, come nei vecchi santuari, e chi, invece, sembra sollecitato dall'irrequietezza propria del nostro tempo, soffrendo quasi il silenzio secondo una nuova forma di horror vacui. Ci sono, inoltre, anche delle dimensioni creative del silenzio che rientrano nella sfera dell’arte, vale a dire spazi attraversati da un profondo mutismo in cui, non necessariamente non si odono suoni, ma in cui lo stare in silenzio assume lo stesso significato della parola. Sorge dunque naturale chiedersi se esista una reale dimensione del silenzio. Più ci si sforza a non produrre suoni, più diventa percettibile il rumore del respiro, del battito cardiaco, del nostro corpo che reagisce alle suggestioni di ciò che lo circonda e alla coralità o alle difficoltà che quei momenti portano con sé.
Tra gli artisti di SILERE (BE SILENT), c’è chi si sofferma a tastare la terra per ritrovarne il ‘sapore’ e il profumo riscoprendo nuove dimensioni sinestetiche (Domenico Olivero), chi esplora il paesaggio per ricondurre l’attenzione a riflettere sui propri confini (Riccardo Del Conte), chi indaga i ‘territori’ emotivi e psicologici del corpo umano in un contesto di disagio (Dario Neira), e chi, infine, con un semplice gesto, annodando e snodando una catenina (Sophie Usunier), segue il ritmo della terra che crea e disfa inesorabilmente, perché in ogni forma di vita che finisce c'è sempre l'inizio di qualcos'altro.
E tra la fine e il principio, c’è questo momento, sospeso, a tratti frammentato, dell’essere silente; il momento che contempla l’attesa di una nuova forma di vita in via Sansovino.
La collettiva è resa possibile grazie al contributo delle aziende Edilmar, Ditto Consult, LunaBianca Italy s.r.l., TEKNE
09
marzo 2007
Silere (be silent)
Dal 09 al 31 marzo 2007
arte contemporanea
Location
LOCATION INDUSTRIALE
Torino, Via Andrea Sansovino, 217, (Torino)
Torino, Via Andrea Sansovino, 217, (Torino)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 15.30 alle 19
Vernissage
9 Marzo 2007, ore 18.30
Ufficio stampa
CANTIERE48
Autore
Curatore