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Silvano Galifi – Passport Photo
attraversando ogni epoca, potremmo scoprire come la visione della vagina sia mutata, arrivando a essere ai tempi nostri, il simbolo estremo della pornografia, del sesso, dell’indecenza.
Comunicato stampa
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Sin dai tempi della preistoria, l’uomo si dilettava nel disegnare vagine, sin da quei tempi esisteva la censura, creando imbarazzo, i Sacerdoti cancellavano o modificavano i disegni raffigurando al loro posto, storie di caccia.
In tempi più recenti la vulva era usata per scacciare i demoni, rendere fertile una terra, infliggere il male, diverse credenze popolari raccontano che gli orsi potessero essere messi in fuga da una fanciulla che si sollevasse la gonna. Il mare in tempesta poteva essere domato da una vulva.
E così, attraversando ogni epoca, potremmo scoprire come la visione della vagina sia mutata, arrivando a essere ai tempi nostri, il simbolo estremo della pornografia, del sesso, dell’indecenza. Non capaci di osservare con occhi “naturali” abbiamo paura e vergogna a guardare là, dove ogni essere umano è portato alla vita.
L’artista presenta una serie di vagine, dipinte a olio su tavola di legno 37 x 32 cm, come tante fototessere, in serie, una dopo l’altra, lo spettatore avrà l’occasione per guardare con nuovi occhi ciò che è da sempre al centro di ogni pensiero.
Sarà la sede principale di Violabox in Via Trebisonda, quest’anno, a ospitare la mostra organizzata in collaborazione con START. Le gallerie cittadine inaugurano contemporaneamente, in un percorso collegato l’avvio della nuova stagione.
Testo critico
Silvano Galifi, con il progetto "PassportPhoto", espone la parte più nascosta e misteriosa del corpo femminile, la vagina. I ritratti, installati in serie, svincolano subito i genitali dalla possibilità di essere univoci oggetti di desiderio. La vulva diventa una vera e propria cartografia dell'identità di una donna, una persona nella sua interezza: corpo, attitudini, storia personale, educazione. Dietro a ciascuna tavola, vengono mappate le nazionalità dei genitori della modella, segnate sulla cartina del mondo: una catena di provenienze senza fine ha potenzialmente inizio. La vagina é qui non solo territorio di proiezioni erotiche, ma anche psicologiche, politiche, rituali. Luogo di gioia, potere, punto di origine di altre creature e vite, perché i genitali delle donne in questa società sono per lo più sovraesposti in maniera allusiva e totalmente superficiale, mentre in altre vengono mutilati, addirittura, e ritenuti osceni e riprovevoli? La radice comune di questi due aspetti é probabilmente la stessa che ha portato molte donne a rifiutare il ritratto di Silvano Galifi non perché semplicemente non volessero, ma perché provavano vergogna della proprio vagina in quanto "brutta". Sebbene il nostro tempo e noi stessi ci dichiariamo liberi da molte censure rispetto a passati più o meno recenti, ancora colpisce tutti la violenza ancestrale di una forza (anche la propria) che ha a che fare con la vita, la morte, il terrore profondo di gioire infinitamente o di scomparire.
Parte integrante del progetto é la documentazione e archiviazione dei contatti, delle fotografie, di tutte le risposte ricevute, le difficoltà incontrate sia dalle modelle sia dall'artista stesso: un diario e un reliquiario attraverso cui "Identità proibite" prende continuamente forma.
Roberta Cantarini,
In tempi più recenti la vulva era usata per scacciare i demoni, rendere fertile una terra, infliggere il male, diverse credenze popolari raccontano che gli orsi potessero essere messi in fuga da una fanciulla che si sollevasse la gonna. Il mare in tempesta poteva essere domato da una vulva.
E così, attraversando ogni epoca, potremmo scoprire come la visione della vagina sia mutata, arrivando a essere ai tempi nostri, il simbolo estremo della pornografia, del sesso, dell’indecenza. Non capaci di osservare con occhi “naturali” abbiamo paura e vergogna a guardare là, dove ogni essere umano è portato alla vita.
L’artista presenta una serie di vagine, dipinte a olio su tavola di legno 37 x 32 cm, come tante fototessere, in serie, una dopo l’altra, lo spettatore avrà l’occasione per guardare con nuovi occhi ciò che è da sempre al centro di ogni pensiero.
Sarà la sede principale di Violabox in Via Trebisonda, quest’anno, a ospitare la mostra organizzata in collaborazione con START. Le gallerie cittadine inaugurano contemporaneamente, in un percorso collegato l’avvio della nuova stagione.
Testo critico
Silvano Galifi, con il progetto "PassportPhoto", espone la parte più nascosta e misteriosa del corpo femminile, la vagina. I ritratti, installati in serie, svincolano subito i genitali dalla possibilità di essere univoci oggetti di desiderio. La vulva diventa una vera e propria cartografia dell'identità di una donna, una persona nella sua interezza: corpo, attitudini, storia personale, educazione. Dietro a ciascuna tavola, vengono mappate le nazionalità dei genitori della modella, segnate sulla cartina del mondo: una catena di provenienze senza fine ha potenzialmente inizio. La vagina é qui non solo territorio di proiezioni erotiche, ma anche psicologiche, politiche, rituali. Luogo di gioia, potere, punto di origine di altre creature e vite, perché i genitali delle donne in questa società sono per lo più sovraesposti in maniera allusiva e totalmente superficiale, mentre in altre vengono mutilati, addirittura, e ritenuti osceni e riprovevoli? La radice comune di questi due aspetti é probabilmente la stessa che ha portato molte donne a rifiutare il ritratto di Silvano Galifi non perché semplicemente non volessero, ma perché provavano vergogna della proprio vagina in quanto "brutta". Sebbene il nostro tempo e noi stessi ci dichiariamo liberi da molte censure rispetto a passati più o meno recenti, ancora colpisce tutti la violenza ancestrale di una forza (anche la propria) che ha a che fare con la vita, la morte, il terrore profondo di gioire infinitamente o di scomparire.
Parte integrante del progetto é la documentazione e archiviazione dei contatti, delle fotografie, di tutte le risposte ricevute, le difficoltà incontrate sia dalle modelle sia dall'artista stesso: un diario e un reliquiario attraverso cui "Identità proibite" prende continuamente forma.
Roberta Cantarini,
07
ottobre 2011
Silvano Galifi – Passport Photo
Dal 07 ottobre all'undici novembre 2011
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
VIOLABOX ART GALLERY
Genova, Via Trebisonda, 56, (Genova)
Genova, Via Trebisonda, 56, (Genova)
Orario di apertura
Da martedi a Sabato ore 16:00 - 19:30
Vernissage
7 Ottobre 2011, dalle 18:00 alle 24:00
Autore
Curatore