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Silvano Tessarollo – Geografia Umana
Si rivedranno gli indimenticabili toponi con quel muso allungato e le orecchie alte, gambe e braccia sottili, piedoni imponenti e una pelle rosa che richiama l’infanzia del nudo esibito.
Comunicato stampa
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Reduce dal successo di ''Melting Pop'' (Palazzo delle Papesse a Siena, Castello di Masnago a Varese) con una scultorea famiglia Simpsons in gondola, Silvano Tessarollo torna a Verona per la sua seconda personale alla galleria La Giarina. La sorpresa sarà grande davanti alle nuove storie di ''Geografia Umana''. Si rivedranno gli indimenticabili toponi con quel muso allungato e le orecchie alte, gambe e braccia sottili, piedoni imponenti e una pelle rosa che richiama l'infanzia del nudo esibito. Lo spiazzamento visivo, lo stesso già apprezzato nel volume monografico del 2002 (Cooper & Castelvecchi), si rinnova in questa anomala sfida al gigantismo plastico dei volumi, ai perfezionismi tecnici con cui esaltare ogni dettaglio, colore, profilo. L'umanità di Tessarollo, benchè utilizzi la grammatica dei cartoon, in realtà persegue una narrazione dai termini teatrali, ricca di epiloghi catartici che condensano memorie di grecità classica, senza nulla di fumettistico nelle azioni dei protagonisti. Lo stesso modellato tecnologico ne incattivisce la pelle e le articolazioni, le posture si interfacciano alla memoria del novecento, finchè si crea uno spiazzamento plastico dalle parti di Claes Oldenburg e Dennis Oppenheim. Le forme finali, ingigantite rispetto all'archetipo, alimentano la simulazione tra vero e falso. Sono strane entità che rappresentano il soggetto privilegiato della fantasia creativa; ma anche lo strumento che enfatizza i comportamenti della specie umana: sentimenti primari, emozioni contrastanti, puro istinto di sopravvivenza. I simpatici toponi a busto eretto si tramutano nello specchio stilizzato del nostro essere. E la loro apparenza leggera, come molte cose del vivere civile, resta una maschera per celare il dramma interiore. Un trucco emotivo, una simulazione estetica che ci trasporta nella prosa quotidiana con forme carezzevoli, accattivanti, caramellose.
Adesso immaginate una gigantesca scultura verticale composta da sei personaggi a piramide. Qui i toponi hanno un pannolone bianco e, come in opere precedenti, la bocca chiusa da una garza. Quasi degli infanti precoci, senza divise sociali mentre traballano in uno sforzo di equilibrismi circensi. Formano un triangolo vivente che ribalta la stabilità installativa, mettendo lo spettatore in condizioni di continua titubanza fisica.
Altre due figure si piazzano nelle sale: la prima interagisce con un classico hula-hoop, troppo grosso per farlo girare senza sforzi spasmodici; un'altra tenta la guida di un monopattino che appare piccolo rispetto alla stazza fisica. Vediamo il primo topone che si adagia sul cerchio, come se riprendesse fiato dopo tentativi vani. Il secondo sta in ginocchio sul pianale del monopattino, anche lui in una depressione muscolare che richiama una nuova, plausibile partenza. Ognuno ha la sua personalità, assume pose che lo identificano, esprime il carattere nei gesti decisi. Guardateli bene e percepirete la sensazione che vi capita davanti ad un oceano di cinesi. A prima vista tutti molto simili, in realtà delineano la propria fisionomia non appena lo sguardo si allena al ''diverso''.
Lo stesso topone da hula-hoop vive dentro una videoanimazione tridimensionale dove lo sforzo si enfatizza, i suoni giungono dal corpo umano, la tensione cresce vertiginosamente durante lo sketch. L'immaginario plastico di Tessarollo arriva così al punto di ideale completamento, chiudendo un cerchio individuale che si apre col disegno, passa ad una pittura acida ma primordiale, quindi al rielaborare le scene al computer, poi alla scultura (progettazioni al computer con esecuzione in poliuretano su macchina CNC, poliestere, vetroresina, colori industriali e vernice gommata) finchè i personaggi diventano fotografie digitali e tornano ad un'essenza sintetica come, appunto, l'animazione elettronica.
Tessarollo fa convivere linguaggi diversi ma complementari, muovendosi parallelamente tra disegni divisionisti, acquarelli dai colori sovraccarichi, sculture che usano macchinari di elevata perfezione, stampe digitali dagli effetti pittorici, simulazioni animate del movimento. Una volontà evidente di far respirare i protagonisti, dargli dinamismo spaziale, quasi a replicare la vita con un radicale potere plastico della materia. In fondo, la lotta dei toponi è la stessa che l'autore intraprende con la creazione: come gli animaloidi si dichiarano vivi, così le opere ambiscono ad un superrealismo che renda credibile l'inanimato.
''Geografia Umana'' diventa il luogo degli squilibri, della gravità precaria, dell'inadeguatezza tra qualcosa di troppo grande o troppo piccolo. I personaggi di Tessarollo continuano a provare sfide impossibili, ad eccedere nella fiducia in se stessi, ad ostinarsi come frenetici atleti del quotidiano. Da anni li conosciamo nelle loro storie di ferimenti, lotte fisiche, incidenti, morti e minacce armate. Oggi si dedicano al gioco (piramide, hula-hoop, monopattino) ma il loro dramma non scema. A riprova che la vita, vera o scultorea cha sia, rimane una piccola e inalienabile battaglia quotidiana.
Adesso immaginate una gigantesca scultura verticale composta da sei personaggi a piramide. Qui i toponi hanno un pannolone bianco e, come in opere precedenti, la bocca chiusa da una garza. Quasi degli infanti precoci, senza divise sociali mentre traballano in uno sforzo di equilibrismi circensi. Formano un triangolo vivente che ribalta la stabilità installativa, mettendo lo spettatore in condizioni di continua titubanza fisica.
Altre due figure si piazzano nelle sale: la prima interagisce con un classico hula-hoop, troppo grosso per farlo girare senza sforzi spasmodici; un'altra tenta la guida di un monopattino che appare piccolo rispetto alla stazza fisica. Vediamo il primo topone che si adagia sul cerchio, come se riprendesse fiato dopo tentativi vani. Il secondo sta in ginocchio sul pianale del monopattino, anche lui in una depressione muscolare che richiama una nuova, plausibile partenza. Ognuno ha la sua personalità, assume pose che lo identificano, esprime il carattere nei gesti decisi. Guardateli bene e percepirete la sensazione che vi capita davanti ad un oceano di cinesi. A prima vista tutti molto simili, in realtà delineano la propria fisionomia non appena lo sguardo si allena al ''diverso''.
Lo stesso topone da hula-hoop vive dentro una videoanimazione tridimensionale dove lo sforzo si enfatizza, i suoni giungono dal corpo umano, la tensione cresce vertiginosamente durante lo sketch. L'immaginario plastico di Tessarollo arriva così al punto di ideale completamento, chiudendo un cerchio individuale che si apre col disegno, passa ad una pittura acida ma primordiale, quindi al rielaborare le scene al computer, poi alla scultura (progettazioni al computer con esecuzione in poliuretano su macchina CNC, poliestere, vetroresina, colori industriali e vernice gommata) finchè i personaggi diventano fotografie digitali e tornano ad un'essenza sintetica come, appunto, l'animazione elettronica.
Tessarollo fa convivere linguaggi diversi ma complementari, muovendosi parallelamente tra disegni divisionisti, acquarelli dai colori sovraccarichi, sculture che usano macchinari di elevata perfezione, stampe digitali dagli effetti pittorici, simulazioni animate del movimento. Una volontà evidente di far respirare i protagonisti, dargli dinamismo spaziale, quasi a replicare la vita con un radicale potere plastico della materia. In fondo, la lotta dei toponi è la stessa che l'autore intraprende con la creazione: come gli animaloidi si dichiarano vivi, così le opere ambiscono ad un superrealismo che renda credibile l'inanimato.
''Geografia Umana'' diventa il luogo degli squilibri, della gravità precaria, dell'inadeguatezza tra qualcosa di troppo grande o troppo piccolo. I personaggi di Tessarollo continuano a provare sfide impossibili, ad eccedere nella fiducia in se stessi, ad ostinarsi come frenetici atleti del quotidiano. Da anni li conosciamo nelle loro storie di ferimenti, lotte fisiche, incidenti, morti e minacce armate. Oggi si dedicano al gioco (piramide, hula-hoop, monopattino) ma il loro dramma non scema. A riprova che la vita, vera o scultorea cha sia, rimane una piccola e inalienabile battaglia quotidiana.
06
dicembre 2003
Silvano Tessarollo – Geografia Umana
Dal 06 dicembre 2003 al 28 febbraio 2004
arte contemporanea
Location
LA GIARINA ARTE CONTEMPORANEA
Verona, Interrato Acqua Morta, 82, (Verona)
Verona, Interrato Acqua Morta, 82, (Verona)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15.30-19.30, mattino, lunedì e festivi su appuntamento
Vernissage
6 Dicembre 2003, ore 18.30