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Silvia Camporesi – Circular View
La mostra ha come soggetto l’impianto per la produzione di biometano, realizzato dal Gruppo Hera a Sant’Agata Bolognese. L’artista ha seguito per un intero anno, su commissione dell’azienda, la costruzione della struttura, raccontando, attraverso il suo sguardo, l’evoluzione mensile dei lavori. Il Gruppo Hera promuove l’esposizione presso lo Spazio Carbonesi, all’interno del settecentesco Palazzo Zambeccari a Bologna.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Da venerdì 24 gennaio a lunedì 24 febbraio 2020, il Gruppo Hera promuove
presso lo Spazio Carbonesi, all’interno del settecentesco Palazzo Zambeccari a Bologna, Circular View,
la mostra fotografica di Silvia Camporesi sull’impianto per la produzione di biometano, realizzato dalla
multiutility a Sant’Agata Bolognese e inaugurato a fine 2018. L’artista ha seguito per un intero anno, su
commissione dell’azienda, la costruzione della struttura, raccontando, attraverso il suo sguardo da
fotografa di ricerca, l’evoluzione mensile dei lavori e cogliendone le peculiarità architettoniche. Per dodici
mesi ha visitato regolarmente l’impianto, documentando i progressi e i cambiamenti della complessa
struttura che, a partire dai rifiuti urbani, produce combustibile rinnovabile e compost per usi agricoli.
L’esposizione nasce proprio dalla volontà del Gruppo Hera di avvicinare questo impianto a un pubblico
più ampio possibile, lo stesso pubblico che facendo la raccolta differenziata ogni giorno ne permette il
funzionamento. I rifiuti organici così raccolti, infatti, differenziati nelle case del territorio, tornano al
servizio della comunità sotto forma di gas che, una volta immesso in rete, alimenta il trasporto a metano
pubblico e privato. Sono quattro gli autobus di Bologna e una ventina i taxi cittadini che viaggiano già
utilizzando il biometano prodotto nell’impianto a S. Agata Bolognese, un combustile rinnovabile al 100%,
contribuendo così allo sviluppo sostenibile della città. Il biometano Hera è inoltre disponibile anche a tutti
i cittadini in quattro stazioni di rifornimento.
Dall’ampio corpus di immagini prodotte da Silvia Camporesi è stato compiuto un lavoro di selezione e di
editing per arrivare ad un nucleo di 11 fotografie, quelle che compongono la mostra, che propongono un
intreccio tra la visione prettamente documentale e la dimensione poetica e suggestiva del luogo.
La mostra, tra i main project 2020 di Art City, è aperta gratuitamente al pubblico da lunedì a domenica,
dalle ore 10.00 alle ore 20.00. Sabato 25 gennaio, in occasione dell’ART CITY White Night, l’apertura è
prolungata fino alle ore 24.00.
L’esposizione è curata da Carlo Sala e si completa con il volume a cura dello stesso, edito da Skira.
Uno degli aspetti che ha caratterizzato nell’ultimo quindicennio la ricerca artistica di Silvia Camporesi è
la capacità di adottare, a seconda del tema da trattare, una pluralità di strategie visive muovendosi dalla
staged photography alla creazione di immagini neo-pittorialiste, dagli esiti che sfiorano il concettuale fino
alla documentazione paesaggistica e architettonica. Nelle immagini in mostra a Bologna la fotografa
propone un intreccio tra la visione prettamente documentale e la dimensione poetica e suggestiva del
luogo. La prima parte degli scatti presenta le morfologie architettoniche del complesso che, come un
organismo, sta mutando per trovare una sua forma definitiva al completamento dei lavori: appaiono
elementi industriali dalle sinuose forme a spirale e circolari che accanto alla loro natura funzionale
assumono un particolare fascino estetico; la presenza umana è solo accennata così da accentuare il
carattere solenne delle architetture industriali. Nella seconda parte della mostra sono presenti degli scatti
che riportano invece una serie di oggetti usualmente marginali e di poco valore (come cavi, tubi, bulloni,
guanti, stracci) che attraverso lo sguardo dall'artista assumono una valenza poetica che conduce in una
dimensione atemporale.
"Una volta al mese, per un anno, ho assistito alla trasformazione di quel luogo, osservando come la
somma di tante singole parti sia diventata progressivamente un magnifico elaborato di tecnologia"
spiega Silvia Camporesi.
La mostra è ospitata nel salone monumentale dello Spazio Carbonesi che stupisce lo spettatore per i
pregiati affreschi a tema mitologico del soffitto. In questo contesto, l'autrice e il curatore Carlo Sala
hanno studiato un allestimento che propone un display composto da una serie di strutture realizzate ad
hoc per sostenere le fotografie fine art al fine di rendere maggiormente immersiva e diretta l'esperienza
di fruizione delle opere, che si pongono in dialogo con il visitatore e non semplicemente collocate a
parete.
“Con questa mostra prosegue il cammino che ci vede da qualche anno non più solo sostenitori ma veri e
propri produttori all’interno del mondo artistico – commenta Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente
Esecutivo del Gruppo Hera –. I linguaggi dell’arte ci permettono di coinvolgere un pubblico sempre più
ampio e, al contempo, illuminano aspetti spesso nascosti del nostro lavoro. In questo caso, nelle sue
foto Silvia Camporesi ha svelato la bellezza che affiora dappertutto, ma non una bellezza generica: nel
luogo stesso in cui l’economia conquista la sua più compiuta circolarità, i suoi scatti trovano, in
coerenza, pieghe, volte e curvature, restituendoci la cura attraverso la quale – ogni giorno - ridiamo
valore al rifiuto ricavandone biometano e compost. Con questa mostra vogliamo condividere con tutti
questo prezioso patrimonio e anche rendere omaggio a tutte le persone che in ogni momento
continuano a far funzionare questo e altri impianti”.
presso lo Spazio Carbonesi, all’interno del settecentesco Palazzo Zambeccari a Bologna, Circular View,
la mostra fotografica di Silvia Camporesi sull’impianto per la produzione di biometano, realizzato dalla
multiutility a Sant’Agata Bolognese e inaugurato a fine 2018. L’artista ha seguito per un intero anno, su
commissione dell’azienda, la costruzione della struttura, raccontando, attraverso il suo sguardo da
fotografa di ricerca, l’evoluzione mensile dei lavori e cogliendone le peculiarità architettoniche. Per dodici
mesi ha visitato regolarmente l’impianto, documentando i progressi e i cambiamenti della complessa
struttura che, a partire dai rifiuti urbani, produce combustibile rinnovabile e compost per usi agricoli.
L’esposizione nasce proprio dalla volontà del Gruppo Hera di avvicinare questo impianto a un pubblico
più ampio possibile, lo stesso pubblico che facendo la raccolta differenziata ogni giorno ne permette il
funzionamento. I rifiuti organici così raccolti, infatti, differenziati nelle case del territorio, tornano al
servizio della comunità sotto forma di gas che, una volta immesso in rete, alimenta il trasporto a metano
pubblico e privato. Sono quattro gli autobus di Bologna e una ventina i taxi cittadini che viaggiano già
utilizzando il biometano prodotto nell’impianto a S. Agata Bolognese, un combustile rinnovabile al 100%,
contribuendo così allo sviluppo sostenibile della città. Il biometano Hera è inoltre disponibile anche a tutti
i cittadini in quattro stazioni di rifornimento.
Dall’ampio corpus di immagini prodotte da Silvia Camporesi è stato compiuto un lavoro di selezione e di
editing per arrivare ad un nucleo di 11 fotografie, quelle che compongono la mostra, che propongono un
intreccio tra la visione prettamente documentale e la dimensione poetica e suggestiva del luogo.
La mostra, tra i main project 2020 di Art City, è aperta gratuitamente al pubblico da lunedì a domenica,
dalle ore 10.00 alle ore 20.00. Sabato 25 gennaio, in occasione dell’ART CITY White Night, l’apertura è
prolungata fino alle ore 24.00.
L’esposizione è curata da Carlo Sala e si completa con il volume a cura dello stesso, edito da Skira.
Uno degli aspetti che ha caratterizzato nell’ultimo quindicennio la ricerca artistica di Silvia Camporesi è
la capacità di adottare, a seconda del tema da trattare, una pluralità di strategie visive muovendosi dalla
staged photography alla creazione di immagini neo-pittorialiste, dagli esiti che sfiorano il concettuale fino
alla documentazione paesaggistica e architettonica. Nelle immagini in mostra a Bologna la fotografa
propone un intreccio tra la visione prettamente documentale e la dimensione poetica e suggestiva del
luogo. La prima parte degli scatti presenta le morfologie architettoniche del complesso che, come un
organismo, sta mutando per trovare una sua forma definitiva al completamento dei lavori: appaiono
elementi industriali dalle sinuose forme a spirale e circolari che accanto alla loro natura funzionale
assumono un particolare fascino estetico; la presenza umana è solo accennata così da accentuare il
carattere solenne delle architetture industriali. Nella seconda parte della mostra sono presenti degli scatti
che riportano invece una serie di oggetti usualmente marginali e di poco valore (come cavi, tubi, bulloni,
guanti, stracci) che attraverso lo sguardo dall'artista assumono una valenza poetica che conduce in una
dimensione atemporale.
"Una volta al mese, per un anno, ho assistito alla trasformazione di quel luogo, osservando come la
somma di tante singole parti sia diventata progressivamente un magnifico elaborato di tecnologia"
spiega Silvia Camporesi.
La mostra è ospitata nel salone monumentale dello Spazio Carbonesi che stupisce lo spettatore per i
pregiati affreschi a tema mitologico del soffitto. In questo contesto, l'autrice e il curatore Carlo Sala
hanno studiato un allestimento che propone un display composto da una serie di strutture realizzate ad
hoc per sostenere le fotografie fine art al fine di rendere maggiormente immersiva e diretta l'esperienza
di fruizione delle opere, che si pongono in dialogo con il visitatore e non semplicemente collocate a
parete.
“Con questa mostra prosegue il cammino che ci vede da qualche anno non più solo sostenitori ma veri e
propri produttori all’interno del mondo artistico – commenta Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente
Esecutivo del Gruppo Hera –. I linguaggi dell’arte ci permettono di coinvolgere un pubblico sempre più
ampio e, al contempo, illuminano aspetti spesso nascosti del nostro lavoro. In questo caso, nelle sue
foto Silvia Camporesi ha svelato la bellezza che affiora dappertutto, ma non una bellezza generica: nel
luogo stesso in cui l’economia conquista la sua più compiuta circolarità, i suoi scatti trovano, in
coerenza, pieghe, volte e curvature, restituendoci la cura attraverso la quale – ogni giorno - ridiamo
valore al rifiuto ricavandone biometano e compost. Con questa mostra vogliamo condividere con tutti
questo prezioso patrimonio e anche rendere omaggio a tutte le persone che in ogni momento
continuano a far funzionare questo e altri impianti”.
24
gennaio 2020
Silvia Camporesi – Circular View
Dal 24 gennaio al 24 febbraio 2020
fotografia
Location
SPAZIO CARBONESI
Bologna, Via De' Carbonesi, 11, (Bologna)
Bologna, Via De' Carbonesi, 11, (Bologna)
Biglietti
libero
Orario di apertura
lunedì – domenica, 10.00 – 20.00
sabato 25 gennaio apertura straordinaria fino alle 24.00
in occasione di ART CITY White Night
Autore