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Silvia Chiarini – Lucus. Il giardino dei Dèi
Giovedì 6 giugno 2013 Rizhoma.Gallery inaugura Lucus. Il giardino degli dei, una personale di Silvia Chiarini a cura di Martina Colajanni. In occasione della mostra l’artista ha realizzato una suggestiva installazione site-specific dove pittura, disegno e scultura si fondono alla dimensione immateri
Comunicato stampa
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“All’estremità di questo bosco il sussurro d’un ruscello invita al dolce riposo sotto le ombre. In una solitaria e trista valle scorre fra scogli ricoperti da coralline il ruscello, da cui s’intende il mormorio. Quale spettacolo si presenta in uno stante! Attraverso le cavità oscure dei lontani massi si slanciano acque lucenti e sassi, radici e rami variano gli ostacoli.”
De la Composition des Paysages – Renè de Girardin
Di origine Romana, il Lucus era un bosco sacro ovvero un luogo in cui Natura, Uomo e Divino si incontravano dando vita ad un stato di illuminazione. Silvia Chiarini inizia a concepire il suo intervento partendo proprio da questa condizione e proponendosi di far avvicinare lo spettatore a sé stesso.
Quando ci si trova di fronte all’installazione site specific si è subito calati all’interno di un’ambientazione naturalistica. Più che un lavoro rivolto all’utilizzo di più media come pittura, disegno e scultura, sembra invece essere di fronte ad un chiaro tentativo di ristabilire un rapporto con la Natura stessa. Attraverso questa composizione paesaggistica, fatta di rocce, alberi e altra vegetazione, Silvia diventa l’artista giardiniere per eccellenza che meticolosamente realizza il suo giardino sulla base di sentieri, percorsi dettati dal caso e da schemi prestabiliti che rimandano alla sfera intima e meditativa.
L’opera di Silvia Chiarini è profondamente influenzata dall’antica Arte del Giardinaggio ma che adesso si riveste di un significato decisamente più metaforico e spirituale. Lei disegna il suo sentiero come fosse un architetto degli spazi verdi, seguendo perlopiù la tradizione inglese, perché è inglese la tendenza a dare un’anima, più che un’estetica, a così tanta vegetazione. Come d’altronde ci insegna la maggior parte della pittura romantica di paesaggio inglese, che basa le sue fondamenta su un gusto prevalentemente pittoresco e che trova in pittori come William Turner e John Constable la massima espressione.
Non servendosi di particolari attrezzi per abbellire le forme e creare rotondità a cespugli sin troppo ribelli , l’artista preferisce piuttosto comunicare attraverso un cammino appena accennato e poco ritoccato dalla sua azione. Crede che la Natura debba essere vissuta dall’Uomo secondo le proprie fattezze e che al massimo possa essere percepita attraverso una melodia ipnotica, mantrica. Ecco allora l’utilizzo di piccole scatole di plastica, i cosiddetti Buddha Machine, da cui viene emesso un suono in loop capace di creare un ambiente sonoro/mentale volto ad aiutare la nostra percezione. Sentendo queste melodie veniamo quindi rimandati ai paesaggi pittorici su tela, alle loro sinuosità e spigolosità, sino a giungere ad una dimensione irreale, immaginata. La nostra.
E’ qui, dunque, che ci si riallaccia ad uno spirito romantico del sentire incondizionato e alla lettura di un’opera libera, quella di Silvia Chiarini.
De la Composition des Paysages – Renè de Girardin
Di origine Romana, il Lucus era un bosco sacro ovvero un luogo in cui Natura, Uomo e Divino si incontravano dando vita ad un stato di illuminazione. Silvia Chiarini inizia a concepire il suo intervento partendo proprio da questa condizione e proponendosi di far avvicinare lo spettatore a sé stesso.
Quando ci si trova di fronte all’installazione site specific si è subito calati all’interno di un’ambientazione naturalistica. Più che un lavoro rivolto all’utilizzo di più media come pittura, disegno e scultura, sembra invece essere di fronte ad un chiaro tentativo di ristabilire un rapporto con la Natura stessa. Attraverso questa composizione paesaggistica, fatta di rocce, alberi e altra vegetazione, Silvia diventa l’artista giardiniere per eccellenza che meticolosamente realizza il suo giardino sulla base di sentieri, percorsi dettati dal caso e da schemi prestabiliti che rimandano alla sfera intima e meditativa.
L’opera di Silvia Chiarini è profondamente influenzata dall’antica Arte del Giardinaggio ma che adesso si riveste di un significato decisamente più metaforico e spirituale. Lei disegna il suo sentiero come fosse un architetto degli spazi verdi, seguendo perlopiù la tradizione inglese, perché è inglese la tendenza a dare un’anima, più che un’estetica, a così tanta vegetazione. Come d’altronde ci insegna la maggior parte della pittura romantica di paesaggio inglese, che basa le sue fondamenta su un gusto prevalentemente pittoresco e che trova in pittori come William Turner e John Constable la massima espressione.
Non servendosi di particolari attrezzi per abbellire le forme e creare rotondità a cespugli sin troppo ribelli , l’artista preferisce piuttosto comunicare attraverso un cammino appena accennato e poco ritoccato dalla sua azione. Crede che la Natura debba essere vissuta dall’Uomo secondo le proprie fattezze e che al massimo possa essere percepita attraverso una melodia ipnotica, mantrica. Ecco allora l’utilizzo di piccole scatole di plastica, i cosiddetti Buddha Machine, da cui viene emesso un suono in loop capace di creare un ambiente sonoro/mentale volto ad aiutare la nostra percezione. Sentendo queste melodie veniamo quindi rimandati ai paesaggi pittorici su tela, alle loro sinuosità e spigolosità, sino a giungere ad una dimensione irreale, immaginata. La nostra.
E’ qui, dunque, che ci si riallaccia ad uno spirito romantico del sentire incondizionato e alla lettura di un’opera libera, quella di Silvia Chiarini.
06
giugno 2013
Silvia Chiarini – Lucus. Il giardino dei Dèi
Dal 06 al 30 giugno 2013
arte contemporanea
Location
RIZHOMA GALLERY
Milano, Via Plinio, 20, (Milano)
Milano, Via Plinio, 20, (Milano)
Orario di apertura
su appuntamento dal martedì al venerdì
dalle 16.00 alle 19.30
Lunedì dalle 15 alle 19:30
Vernissage
6 Giugno 2013, h 19.00
Autore
Curatore