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Silvia Giacomini – Trasformare le cose in senso
Tutti gli umani sono dei cercatori e, tra essi, gli artisti sono cercatori per eccellenza. In Silvia Giacomini la ricerca viaggia alta e ciò è evidente già nelle tecniche scelte dall’artista. L’arte incisoria, sia nel divenire che nei risultati, è piena di articolazioni e di storia che sconfina negli albori della preistoria
Comunicato stampa
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Trasformare le cose in senso
Tutti gli umani sono dei cercatori e, tra essi, gli artisti sono cercatori per eccellenza.
In Silvia Giacomini la ricerca viaggia alta e ciò è evidente già nelle tecniche scelte dall’artista.
L’arte incisoria, sia nel divenire che nei risultati, è piena di articolazioni e di storia che sconfina
negli albori della preistoria.
I soggetti delle composizioni della Giacomini ci possono apparire connessi al Surrealismo, ma
negli intenti sono quanto di più lontano; vi è una premessa che è in effetti assimilabile : quella
dell’uscita dal razionale, ma il fine della fase successiva è nel Surrealismo quello di favorire una
migliore, più approfondita cognizione della realtà, mentre qui si cerca di farci cogliere un’essenza
metafisica delle cose e, in questo senso, ci troviamo più vicini alla corrente della Metafisica
novecentesca..
Nel descrivere la sua ricerca Silvia Giacomini usa talvolta la parola numinoso. Ci è utile
approfondire questo raro aggettivo, poiché esso fornisce un elemento decisivo nell’interpretazione
dell’opera di quest’artista e, dunque, riportiamo la definizione che ne dà il vocabolario Treccani :
“Termine coniato dal teologo tedesco Rudolf Otto nella sua opera Das Heilige (Il sacro, 1917),
e da lui introdotto nella filosofia e nella storia delle religioni per indicare l’esperienza peculiare,
extra-razionale, di una presenza invisibile, maestosa, potente, che ispira terrore ed attira: tale
esperienza costituirebbe l’elemento essenziale del sacro e la fonte di ogni atteggiamento religioso
dell’umanità.”.
Il titolo della mostra vuole mettere in rilievo un altro aspetto primario della ricerca artistica di
Silvia Giacomini che puo’ essere declinato con diverse sfumature : saranno le cose a venire rese
più sensibili, più decifrabili o invece si tratterà di tentare di dare un verso a cose che hanno già una
direzione o piuttosto di cercare una sensualità in senso anche erotico alle immagini ?
La risposta che proponiamo in questa breve nota, e che forse un po’ genericamente racchiude le
varie sfaccettature e anche la vita dell’umanità, è il trasformare le cose in un qualcosa che dia
significato alla vita stessa.
(testo di Fabrizio Gilardi)
Silvia Giacomini (Busto Arsizio, 1976) si occupa da parecchi anni di incisione oltre a essere attrice
di teatro e scrittrice. Si è diplomata nel 1997 alla scuola di teatro “Il metodo” del gruppo degli
Atecnici col quale ha poi lavorato per alcuni anni in diversi spettacoli proseguendo poi l’attività con
altre compagnie. Dal 2000 ha costituito una propria compagnia di nome “I desideranti” dove spesso
lavora su testi da lei stessa scritti.
Nel 2004 ha iniziato a frequentare corsi di incisione e disegno presso la scuola serale degli Artefici
dell’Accademia di Brera e nel 2007 ha tenuto una mostra personale di incisioni a Milano, presso
uno degli atelier dell’alzaia Naviglio Grande. In seguito ha partecipato a tre mostre collettive,
sempre a Milano, alla galleria Zamenhof e allo spazio Contr’Aria.
Action Art è una realtà sorta nel settembre 2009, che si propone l’obiettivo di sostenere giovani
artisti emergenti, alla ricerca di visibilità sul mercato, ma privi della rappresentanza di una galleria
o di un curatore. L’iniziativa nasce da una serie di appassionati del settore ed è guidata da Fabrizio
Gilardi, operatore culturale e artista egli stesso.
Alessandro Rizzo collabora a diversi periodici cartacei e telematici quali Tam Tam, L’attualità,
cinemaindipendente.it, culturagay.it, I segreti di pulcinella; è direttore responsabile della rivista
ondine Le voci dell’agorà.
Tutti gli umani sono dei cercatori e, tra essi, gli artisti sono cercatori per eccellenza.
In Silvia Giacomini la ricerca viaggia alta e ciò è evidente già nelle tecniche scelte dall’artista.
L’arte incisoria, sia nel divenire che nei risultati, è piena di articolazioni e di storia che sconfina
negli albori della preistoria.
I soggetti delle composizioni della Giacomini ci possono apparire connessi al Surrealismo, ma
negli intenti sono quanto di più lontano; vi è una premessa che è in effetti assimilabile : quella
dell’uscita dal razionale, ma il fine della fase successiva è nel Surrealismo quello di favorire una
migliore, più approfondita cognizione della realtà, mentre qui si cerca di farci cogliere un’essenza
metafisica delle cose e, in questo senso, ci troviamo più vicini alla corrente della Metafisica
novecentesca..
Nel descrivere la sua ricerca Silvia Giacomini usa talvolta la parola numinoso. Ci è utile
approfondire questo raro aggettivo, poiché esso fornisce un elemento decisivo nell’interpretazione
dell’opera di quest’artista e, dunque, riportiamo la definizione che ne dà il vocabolario Treccani :
“Termine coniato dal teologo tedesco Rudolf Otto nella sua opera Das Heilige (Il sacro, 1917),
e da lui introdotto nella filosofia e nella storia delle religioni per indicare l’esperienza peculiare,
extra-razionale, di una presenza invisibile, maestosa, potente, che ispira terrore ed attira: tale
esperienza costituirebbe l’elemento essenziale del sacro e la fonte di ogni atteggiamento religioso
dell’umanità.”.
Il titolo della mostra vuole mettere in rilievo un altro aspetto primario della ricerca artistica di
Silvia Giacomini che puo’ essere declinato con diverse sfumature : saranno le cose a venire rese
più sensibili, più decifrabili o invece si tratterà di tentare di dare un verso a cose che hanno già una
direzione o piuttosto di cercare una sensualità in senso anche erotico alle immagini ?
La risposta che proponiamo in questa breve nota, e che forse un po’ genericamente racchiude le
varie sfaccettature e anche la vita dell’umanità, è il trasformare le cose in un qualcosa che dia
significato alla vita stessa.
(testo di Fabrizio Gilardi)
Silvia Giacomini (Busto Arsizio, 1976) si occupa da parecchi anni di incisione oltre a essere attrice
di teatro e scrittrice. Si è diplomata nel 1997 alla scuola di teatro “Il metodo” del gruppo degli
Atecnici col quale ha poi lavorato per alcuni anni in diversi spettacoli proseguendo poi l’attività con
altre compagnie. Dal 2000 ha costituito una propria compagnia di nome “I desideranti” dove spesso
lavora su testi da lei stessa scritti.
Nel 2004 ha iniziato a frequentare corsi di incisione e disegno presso la scuola serale degli Artefici
dell’Accademia di Brera e nel 2007 ha tenuto una mostra personale di incisioni a Milano, presso
uno degli atelier dell’alzaia Naviglio Grande. In seguito ha partecipato a tre mostre collettive,
sempre a Milano, alla galleria Zamenhof e allo spazio Contr’Aria.
Action Art è una realtà sorta nel settembre 2009, che si propone l’obiettivo di sostenere giovani
artisti emergenti, alla ricerca di visibilità sul mercato, ma privi della rappresentanza di una galleria
o di un curatore. L’iniziativa nasce da una serie di appassionati del settore ed è guidata da Fabrizio
Gilardi, operatore culturale e artista egli stesso.
Alessandro Rizzo collabora a diversi periodici cartacei e telematici quali Tam Tam, L’attualità,
cinemaindipendente.it, culturagay.it, I segreti di pulcinella; è direttore responsabile della rivista
ondine Le voci dell’agorà.
07
marzo 2013
Silvia Giacomini – Trasformare le cose in senso
Dal 07 al 17 marzo 2013
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
DA LUCA E ANDREA
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 34, (Milano)
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 34, (Milano)
Vernissage
7 Marzo 2013, h 18.30
Sito web
www.segretidipulcinella.it
Autore
Curatore