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Silvia Levenson – I feel in balance
Quarto appuntamento con la project room al femminile, alla Fondazione Durini: si inaugura la mostra di Silvia Levenson, un’artista di origini argentine che lavora in Italia dagli inizi degli anni ottanta, muovendosi anche tra gli Stati Uniti e il Canada.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Quarto appuntamento con la project room al femminile, alla Fondazione Durini: si inaugura la mostra di Silvia Levenson, un'artista di origini argentine che lavora in Italia dagli inizi degli anni ottanta, muovendosi anche tra gli Stati Uniti e il Canada. In questa installazione dal titolo allusivo, I feel in balance, la Levenson ricrea con ironia e leggerezza una dimensione fortemente domestica, un normale e apparentemente tranquillo salotto borghese, con tavolo, lampada, tappeto e piccole scarpe. Ma in questo mondo solo in apparenza inoffensivo, si aprono crepe oscure, punte acuminate, chiodi nascosti, che trasformano la scena in un paesaggio di forte disagio e angustia interiore.
Nelle forme rassicuranti e domestiche plasmate nel vetro, nel materiale per eccellenza trasparente - ma freddo e tagliente come i personaggi di Agota Kristof - appare ciò che generalmente rimane nascosto, "celato sotto il tappeto di casa". Oggetti che più che raccontare una storia dura, di lotte e violenze, suggeriscono ciò che precede il pericolo, evocano sentimenti oscuri, ciò che rimane in ombra, quelle "ferite dell'infanzia" che ci racconta Doris Lessing.
"Uso il vetro per confrontarmi con l´archeologia del quotidiano," dice l´artista "è come usare la memoria degli oggetti per narrare o semplicemente alludere ai sentimenti". Negli invisibili personaggi della Levenson, stereotipi della felicità domestica, donne che immaginiamo raccolte nell´intimità familiare di una sera d´estate, riaffiora l´infelicità e l´impossiblità di dare risposte alla realtà circostante.
Malgrado l´apparente equilibrio a cui allude il titolo di questa installazione ci si muove in un mondo al femminile cristallizzato senza apparente soluzione, dove, racconta l'artista, "come in un koan buddista alla fine diventa più importante il percorso mentale o la storia che la soluzione in sé."
Project Room
Con questa installazione continua all'interno della Fondazione Durini, in collaborazione con Sputnik Arts Project, la Project Room, con la rassegna Women at Work, a cura di Silvia Fabbri, che ha già ospitato i lavori di Daniela Cavallo, Florencia Martinez, Silvia Argiolas, legate da una forte poetica di ricerca e da una sperimentazione ispirata agli infiniti aspetti del mondo femminile.
Prossimamente sono previsti interventi di altre artiste, sia italiane che straniere, tra cui Giosetta Fioroni, Kirsten Reynolds, Anna Keen, Elena Monzo, Miriam Secco.
Nelle forme rassicuranti e domestiche plasmate nel vetro, nel materiale per eccellenza trasparente - ma freddo e tagliente come i personaggi di Agota Kristof - appare ciò che generalmente rimane nascosto, "celato sotto il tappeto di casa". Oggetti che più che raccontare una storia dura, di lotte e violenze, suggeriscono ciò che precede il pericolo, evocano sentimenti oscuri, ciò che rimane in ombra, quelle "ferite dell'infanzia" che ci racconta Doris Lessing.
"Uso il vetro per confrontarmi con l´archeologia del quotidiano," dice l´artista "è come usare la memoria degli oggetti per narrare o semplicemente alludere ai sentimenti". Negli invisibili personaggi della Levenson, stereotipi della felicità domestica, donne che immaginiamo raccolte nell´intimità familiare di una sera d´estate, riaffiora l´infelicità e l´impossiblità di dare risposte alla realtà circostante.
Malgrado l´apparente equilibrio a cui allude il titolo di questa installazione ci si muove in un mondo al femminile cristallizzato senza apparente soluzione, dove, racconta l'artista, "come in un koan buddista alla fine diventa più importante il percorso mentale o la storia che la soluzione in sé."
Project Room
Con questa installazione continua all'interno della Fondazione Durini, in collaborazione con Sputnik Arts Project, la Project Room, con la rassegna Women at Work, a cura di Silvia Fabbri, che ha già ospitato i lavori di Daniela Cavallo, Florencia Martinez, Silvia Argiolas, legate da una forte poetica di ricerca e da una sperimentazione ispirata agli infiniti aspetti del mondo femminile.
Prossimamente sono previsti interventi di altre artiste, sia italiane che straniere, tra cui Giosetta Fioroni, Kirsten Reynolds, Anna Keen, Elena Monzo, Miriam Secco.
13
ottobre 2010
Silvia Levenson – I feel in balance
Dal 13 ottobre al 13 novembre 2010
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE DURINI
Milano, Via Santa Maria Valle, 2, (Milano)
Milano, Via Santa Maria Valle, 2, (Milano)
Vernissage
13 Ottobre 2010, ore 19
Autore
Curatore