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Silvia Martignago – Mosaici
Silvia Martignago è passata attraverso diversi cicli, dalla pittura paesaggistica a quella figurativa, ha frequentato infatti lo studio del Maestro Sergio Favotto, ad una più astratta-informale, grazie anche ai recenti contatti con il Soho Arts Circle of New York. In esposizione circa 15 opere recenti, anche di grandi dimensioni
Comunicato stampa
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Si inaugura venerdì 27 giugno 2008 alle ore 18.30 presso la prestigiosa sede di Casa dei Carraresi a Treviso, la mostra personale di pittura dell’artista Silvia Martignago (1975), che vive e lavora a Montebelluna (TV).
La sua passione per l'arte e per la pittura l'ha portata a farsi apprezzare, oltre che nelle sue mostre personali allestite in tutta Italia e mostre itineranti in Europa, anche con esposizioni in prestigiosi locali italiani.
Silvia Martignago è passata attraverso diversi cicli, dalla pittura paesaggistica a quella figurativa, ha frequentato infatti lo studio del Maestro Sergio Favotto, ad una più astratta-informale, grazie anche ai recenti contatti con il Soho Arts Circle of New York
Ciò che lega in maniera trasversale le diverse tematiche del suo lavoro è un approccio eclettico alle tecniche pittoriche e la ricerca di un'immediatezza quasi emozionale nel mezzo espressivo. Le tensioni figurative e le suggestioni paesaggistiche si liberano delle proprie limitazioni formali per restituire l'essenzialità del colore e la forza materica del segno, e giungere a una sorta di espressionismo astratto che fa delle pure percezioni il solo linguaggio fondamentale.
In esposizione circa 15 opere recenti, anche di grandi dimensioni
***
Testo critico
A cura di Lucia Majer
La pittura di Silvia Martignago ha attraversato diversi momenti di cambiamento, in un percorso di ricerca che spazia da una rappresentazione più figurativa della realtà ad un linguaggio astratto che sembra voler accogliere principalmente gli elementi istintivi legati alla percezione e alla sfera emotiva. Più che l’oggetto in sé, Silvia Martignago sperimenta i mezzi pittorici, li esplora nel loro potenziale per raccordarli a strategie pittoriche nelle quali possa continuare ad esserci quella tensione e quel senso di movimento che già avevamo visto nella serie dei precedenti lavori, ma con una formula completamente rinnovata. L’aspetto dell’immagine diviene secondario, il paesaggio così come lo abbiamo conosciuto nelle sue prime tele lascia il posto interamente ad un unico soggetto: la rappresentabilità dell’atmosfera.
In questa direzione anche lo status della pennellata si è modificato: dall’uso della spatola con cui l’artista andava a costruire le forme, guidando lo sguardo attraverso opportune concrezioni di materia e utilizzando anche particolari espedienti per attirare la luce (le piccole microsfere di cristallo), si è passati ora ad una composizione che trasforma la tela in un’orditura di colore molto simile a quella di un mosaico. Il tema centrale è il dinamismo dato dal colore: la percezione cioè che si può avere guardando le cose nella loro essenza di particelle e atomi in movimento. Dal divisionismo Silvia impara a risolvere la materialità delle cose nella luminosità del colore, posto in vibrazione dai piccoli colpi di pennello. Sfaldando la corporeità materiale delle cose riceviamo infatti istintivamente la sensazione di un turbinio di colori, come se le cose si deformassero fino ad annullarsi. Piccole macchie di colore ricoprono la tela come una texture a rilievo, al posto di lenti trapassi chiaroscurali i colori sono giustapposti e accostati, spesso a contrasto.
C’è un gioco continuo fra i colori che suggerisce al nostro occhio una dinamica di movimento e di variabile profondità, un gioco basato su contrasti di tono, di saturazione e chiarezza che ispessisce la superficie o al contrario la alleggerisce fino a renderla evanescente. Mentre i colori chiari tendono ad avvicinarsi nella nostra percezione, rispetto alla superficie di fondo, e ad espandersi per il fenomeno dell’irradiazione, quelli scuri tendono invece ad allontanarsi e ad arretrare nello spazio. In questo modo Silvia trasferisce la natura dall’artificio dei primi lavori al pathos di questi ultimi, dove abbandona completamente la figurazione per dedicarsi invece alla restituzione dell’atmosfera, studiando la possibilità di coniugare sulla tela
elementi quali spazio, luce e movimento e riuscendo anche ad esprimere una sorta di emotività accesa e dirompente.
Ci si deve muovere però dal punto di osservazione per cogliere con lo sguardo la variabilità dei motivi e delle sensazioni: nel loro insieme, è come se i dati della realtà venissero elevati ad una nuova totalità. I singoli piani della realtà – l’esterno e l’interno, la lontananza e la vicinanza, il vedere e il sentire – si compenetrano e vengono fusi in una nuova unità, oggetto più ambiente. In questo modo Silvia può avventurarsi a rappresentare anche temi come il suono, sfruttando le potenzialità timbriche e le vibrazioni del colore. Può poi spingersi ancora oltre, lasciando che nell’opera irrompano l’emozione, l’orgoglio, la gioia, il dolore…tutta la realtà interiore che sta dietro alle cose che si rappresentano. Con la sua pittura Silvia riesce a compenetrare i segni pittorici del visibile con i segni che provengono dalla sua sensibilità, ponendoli in rapporto con il dinamismo universale mediante linee di forza derivate dalle leggi cinetiche del colore. Così trasforma le cose in emozione cromatica e, come in un magico caleidoscopio, i singoli riflessi interiori si mescolano, si distribuiscono sulla superficie dando luogo a catene di pensieri, ad un mosaico di sensazioni che aiutano a ricomporre nella fantasia dell’osservatore la complessità del reale.
La sua passione per l'arte e per la pittura l'ha portata a farsi apprezzare, oltre che nelle sue mostre personali allestite in tutta Italia e mostre itineranti in Europa, anche con esposizioni in prestigiosi locali italiani.
Silvia Martignago è passata attraverso diversi cicli, dalla pittura paesaggistica a quella figurativa, ha frequentato infatti lo studio del Maestro Sergio Favotto, ad una più astratta-informale, grazie anche ai recenti contatti con il Soho Arts Circle of New York
Ciò che lega in maniera trasversale le diverse tematiche del suo lavoro è un approccio eclettico alle tecniche pittoriche e la ricerca di un'immediatezza quasi emozionale nel mezzo espressivo. Le tensioni figurative e le suggestioni paesaggistiche si liberano delle proprie limitazioni formali per restituire l'essenzialità del colore e la forza materica del segno, e giungere a una sorta di espressionismo astratto che fa delle pure percezioni il solo linguaggio fondamentale.
In esposizione circa 15 opere recenti, anche di grandi dimensioni
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Testo critico
A cura di Lucia Majer
La pittura di Silvia Martignago ha attraversato diversi momenti di cambiamento, in un percorso di ricerca che spazia da una rappresentazione più figurativa della realtà ad un linguaggio astratto che sembra voler accogliere principalmente gli elementi istintivi legati alla percezione e alla sfera emotiva. Più che l’oggetto in sé, Silvia Martignago sperimenta i mezzi pittorici, li esplora nel loro potenziale per raccordarli a strategie pittoriche nelle quali possa continuare ad esserci quella tensione e quel senso di movimento che già avevamo visto nella serie dei precedenti lavori, ma con una formula completamente rinnovata. L’aspetto dell’immagine diviene secondario, il paesaggio così come lo abbiamo conosciuto nelle sue prime tele lascia il posto interamente ad un unico soggetto: la rappresentabilità dell’atmosfera.
In questa direzione anche lo status della pennellata si è modificato: dall’uso della spatola con cui l’artista andava a costruire le forme, guidando lo sguardo attraverso opportune concrezioni di materia e utilizzando anche particolari espedienti per attirare la luce (le piccole microsfere di cristallo), si è passati ora ad una composizione che trasforma la tela in un’orditura di colore molto simile a quella di un mosaico. Il tema centrale è il dinamismo dato dal colore: la percezione cioè che si può avere guardando le cose nella loro essenza di particelle e atomi in movimento. Dal divisionismo Silvia impara a risolvere la materialità delle cose nella luminosità del colore, posto in vibrazione dai piccoli colpi di pennello. Sfaldando la corporeità materiale delle cose riceviamo infatti istintivamente la sensazione di un turbinio di colori, come se le cose si deformassero fino ad annullarsi. Piccole macchie di colore ricoprono la tela come una texture a rilievo, al posto di lenti trapassi chiaroscurali i colori sono giustapposti e accostati, spesso a contrasto.
C’è un gioco continuo fra i colori che suggerisce al nostro occhio una dinamica di movimento e di variabile profondità, un gioco basato su contrasti di tono, di saturazione e chiarezza che ispessisce la superficie o al contrario la alleggerisce fino a renderla evanescente. Mentre i colori chiari tendono ad avvicinarsi nella nostra percezione, rispetto alla superficie di fondo, e ad espandersi per il fenomeno dell’irradiazione, quelli scuri tendono invece ad allontanarsi e ad arretrare nello spazio. In questo modo Silvia trasferisce la natura dall’artificio dei primi lavori al pathos di questi ultimi, dove abbandona completamente la figurazione per dedicarsi invece alla restituzione dell’atmosfera, studiando la possibilità di coniugare sulla tela
elementi quali spazio, luce e movimento e riuscendo anche ad esprimere una sorta di emotività accesa e dirompente.
Ci si deve muovere però dal punto di osservazione per cogliere con lo sguardo la variabilità dei motivi e delle sensazioni: nel loro insieme, è come se i dati della realtà venissero elevati ad una nuova totalità. I singoli piani della realtà – l’esterno e l’interno, la lontananza e la vicinanza, il vedere e il sentire – si compenetrano e vengono fusi in una nuova unità, oggetto più ambiente. In questo modo Silvia può avventurarsi a rappresentare anche temi come il suono, sfruttando le potenzialità timbriche e le vibrazioni del colore. Può poi spingersi ancora oltre, lasciando che nell’opera irrompano l’emozione, l’orgoglio, la gioia, il dolore…tutta la realtà interiore che sta dietro alle cose che si rappresentano. Con la sua pittura Silvia riesce a compenetrare i segni pittorici del visibile con i segni che provengono dalla sua sensibilità, ponendoli in rapporto con il dinamismo universale mediante linee di forza derivate dalle leggi cinetiche del colore. Così trasforma le cose in emozione cromatica e, come in un magico caleidoscopio, i singoli riflessi interiori si mescolano, si distribuiscono sulla superficie dando luogo a catene di pensieri, ad un mosaico di sensazioni che aiutano a ricomporre nella fantasia dell’osservatore la complessità del reale.
27
giugno 2008
Silvia Martignago – Mosaici
Dal 27 giugno al 09 luglio 2008
giovane arte
Location
CA’ DEI CARRARESI
Treviso, Via Palestro, 33, (Treviso)
Treviso, Via Palestro, 33, (Treviso)
Orario di apertura
da lunedì a domenica 10.00-13.00; 15.00-19.00
Vernissage
27 Giugno 2008, ore 18.30
Sito web
www.silviamartignago.it
Autore
Curatore