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Silvia Mei – Il guto dei canidi | Turi Rapisarda – Geografiche
Fondazione 107 inaugura due nuove mostre “Il gusto dei canidi” nuovo ciclo di pitture di Silvia Mei e “Geografica” fotografie di Turi Rapisarda che si vanno ad aggiungere alle mostre già inaugurate di Sergio Ragalzi “Ombre Atomiche” (1985-1986) e “Lo sguardo nel mirino” di Lucia Nazzaro.
Comunicato stampa
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Fondazione 107 presenta due nuove mostre per la stagione autunnale che vanno ad aggiungersi alle due personali in corso di Sergio Ragalzi e Lucia Nazzaro, “Il gusto dei canidi”, dipinti di Silvia Mei e ”Geografica”, fotografie di Turi Rapisarda.
Accostare lo sguardo alle opere di Silvia Mei, percepirne le irruenze materiche che accompagnano ogni singola tela e lasciarsi affascinare dalla policromia acida delle stesse, significa intraprendere un viaggio dentro il nostro subconscio più profondo senza peraltro rendersene pienamente conto. Silvia Mei riesce in maniera pressoché totalizzante ad insinuarsi nelle nostre menti, in quanto ciascuna delle opere esposte che ne costituiscono il corpus, mostra le nevrosi e gli stati d’animo di ognuno di noi. Quasi a voler celebrare un processo, ci presenta delle prove inoppugnabili circa le paure, le apparenze e le ossessioni che tanto caratterizzano la società attuale.
Più che di visi deformati, di sorrisi fasulli e di personaggi fuori dall’ordinario, si dovrebbe invece parlare di una figurazione di stati d’animo dove la potenza, o meglio ancora la prepotenza della sua arte, trova origine nella semplicità con cui rende queste sensazioni palesi e dove la stessa attrazione o inquietudine inizialmente percepite, proviene in realtà dal fatto che si è ben consci delle verità che ci vengono mostrate, con tutte le loro speranze e fragilità annesse.
Il legame empatico che viene così a costituirsi permette di sublimare la brutalità esteriorizzata tendendo a rinvenire una nuova sponda nel profondo del proprio animo. Per assurdo, viene percepito e decodificato in maniera personale non più un disagio, bensì un senso di umanità nel quale lo spettro delle emozioni mostrato si condensa così in una trasposizione identificabile e condivisibile.
Silvia Mei perora, in maniera neanche tanto celata, una determinata linea di giudizio, ci accompagna nell’introspezione, nelle stoltezze della stessa società, nei disagi personali, nelle paure ataviche o in quelle indotte, nel giudizio d’inadeguatezza, traspone su tela le insicurezze attuali, elimina i potenziali filtri mettendoci tutti a nudo e rendendoci più autentici, più umani. (Maurizio di Palma)
Turi Rapisarda presenta “Geografica”, un intenso lavoro fotografico realizzato nel 1989 trasportato dall’emozione che ognuno di noi aveva provato dopo il crollo del muro di Berlino e la fine della guerra fredda.
Le immagini in mostra hanno per protagonisti una mano, una penna e una carta geografica, la mano dell’uomo compie ancora una volta un’azione, traccia confini, aggrega, disgrega. Lo fa senza tenere conto delle ragioni dei popoli, seziona in modo approssimativo i territori senza curarsi della storia, della cultura, delle tradizioni e delle lente trasformazioni che hanno influito sulla vita di chi abita il territorio. E’ così che la mano dell’uomo assume una carica violenta, stringe la carta geografica, la stropiccia, le scrive sopra, la riscrive, la piega, la accartoccia imprigionandola in un pugno chiuso: la rende irriconoscibile.
La storia continua e le ragioni dei popoli ardono in conflitti mai sopiti e così che tra le tante guerre nel mondo si arriva sino ad oggi. Turi Rapisarda con queste opere fotografiche concentra la nostra attenzione sull’uomo, il potere dell’uomo che può essere aggregante o disgregante.
Sempre negli spazi di Via Sansovino n.234 – Torino proseguono le mostre di Sergio Ragalzi “Ombre Atomiche” e di Lucia Nazzaro “Lo sguardo nel mirino. Ai margini della regola”. Comunicato stampa scaricabile dal sito.
Accostare lo sguardo alle opere di Silvia Mei, percepirne le irruenze materiche che accompagnano ogni singola tela e lasciarsi affascinare dalla policromia acida delle stesse, significa intraprendere un viaggio dentro il nostro subconscio più profondo senza peraltro rendersene pienamente conto. Silvia Mei riesce in maniera pressoché totalizzante ad insinuarsi nelle nostre menti, in quanto ciascuna delle opere esposte che ne costituiscono il corpus, mostra le nevrosi e gli stati d’animo di ognuno di noi. Quasi a voler celebrare un processo, ci presenta delle prove inoppugnabili circa le paure, le apparenze e le ossessioni che tanto caratterizzano la società attuale.
Più che di visi deformati, di sorrisi fasulli e di personaggi fuori dall’ordinario, si dovrebbe invece parlare di una figurazione di stati d’animo dove la potenza, o meglio ancora la prepotenza della sua arte, trova origine nella semplicità con cui rende queste sensazioni palesi e dove la stessa attrazione o inquietudine inizialmente percepite, proviene in realtà dal fatto che si è ben consci delle verità che ci vengono mostrate, con tutte le loro speranze e fragilità annesse.
Il legame empatico che viene così a costituirsi permette di sublimare la brutalità esteriorizzata tendendo a rinvenire una nuova sponda nel profondo del proprio animo. Per assurdo, viene percepito e decodificato in maniera personale non più un disagio, bensì un senso di umanità nel quale lo spettro delle emozioni mostrato si condensa così in una trasposizione identificabile e condivisibile.
Silvia Mei perora, in maniera neanche tanto celata, una determinata linea di giudizio, ci accompagna nell’introspezione, nelle stoltezze della stessa società, nei disagi personali, nelle paure ataviche o in quelle indotte, nel giudizio d’inadeguatezza, traspone su tela le insicurezze attuali, elimina i potenziali filtri mettendoci tutti a nudo e rendendoci più autentici, più umani. (Maurizio di Palma)
Turi Rapisarda presenta “Geografica”, un intenso lavoro fotografico realizzato nel 1989 trasportato dall’emozione che ognuno di noi aveva provato dopo il crollo del muro di Berlino e la fine della guerra fredda.
Le immagini in mostra hanno per protagonisti una mano, una penna e una carta geografica, la mano dell’uomo compie ancora una volta un’azione, traccia confini, aggrega, disgrega. Lo fa senza tenere conto delle ragioni dei popoli, seziona in modo approssimativo i territori senza curarsi della storia, della cultura, delle tradizioni e delle lente trasformazioni che hanno influito sulla vita di chi abita il territorio. E’ così che la mano dell’uomo assume una carica violenta, stringe la carta geografica, la stropiccia, le scrive sopra, la riscrive, la piega, la accartoccia imprigionandola in un pugno chiuso: la rende irriconoscibile.
La storia continua e le ragioni dei popoli ardono in conflitti mai sopiti e così che tra le tante guerre nel mondo si arriva sino ad oggi. Turi Rapisarda con queste opere fotografiche concentra la nostra attenzione sull’uomo, il potere dell’uomo che può essere aggregante o disgregante.
Sempre negli spazi di Via Sansovino n.234 – Torino proseguono le mostre di Sergio Ragalzi “Ombre Atomiche” e di Lucia Nazzaro “Lo sguardo nel mirino. Ai margini della regola”. Comunicato stampa scaricabile dal sito.
08
ottobre 2022
Silvia Mei – Il guto dei canidi | Turi Rapisarda – Geografiche
Dall'otto ottobre al 13 novembre 2022
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE 107
Torino, Via Andrea Sansovino, 234, (Torino)
Torino, Via Andrea Sansovino, 234, (Torino)
Biglietti
biglietto intero 8,00 euro
biglietto ridotto 5,00 euro
gratuito Torino Musei
Orario di apertura
sabato e domenica ore 14 - 19
Vernissage
8 Ottobre 2022, dalle ore 16 alle 20
Sito web
Editore
Edizioni 107
Ufficio stampa
Fondazione 107
Autore
Curatore
Progetto grafico
Sponsor
Patrocini