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Silvio Formichetti – Inferno. Allegorie della coscienza
Ritorna a Pescara dopo quattro anni con la mostra che lo ha visto a confronto con Mario Schifano presso il museo Colonna,l’artista Silvio Formichetti, che esporrà presso l’Aurum- la fabbrica delle idee, un corpus di 33 opere ispirate all’inferno Dantesco
Comunicato stampa
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Ritorna a Pescara dopo quattro anni con la mostra che lo ha visto a confronto con Mario Schifano presso il museo Colonna,l’artista Silvio Formichetti, che esporrà presso l’Aurum- la fabbrica delle idee, un corpus di 33 opere ispirate all’inferno Dantesco.
La mostra dal titolo “Inferno- allegorie della coscienza”, curata dall’architetto Arianna Tollis, sarà patrocinata dal Comune di Pescara e dalla Fondazione Pescara Abruzzo.
La Sala D’Annunzio sarà interamente dedicata all’esposizione dell’artista dal giorno 18 di Luglio fino al 4 di Agosto.
Il Formichetti dopo una prima esperienza giovanile come figurista, sviluppa un’identità artistica informale nella metà degli anni ’90 sulla scia di un’esperienza pittorica i cui protagonisti erano esponenti della corrente astratto-informale degli anni “50-60, realizzandosi in un astrattismo segnico e gestuale che lo vedrà protagonista nel 2011 alla 54ª Biennale di Venezia nel padiglione Italia a cura di Vittorio Sgarbi.
La mostra “Inferno- Allegorie della coscienza” vuole interpretare il senso più attuale dell’opera dantesca in chiave artistico- contemporanea, cogliendone il significato psicologico più profondo.
L’artista adotta un approccio allegorico, strutturando un percorso di lettura lineare fatto di immagini e oggetti che si caricano di un forte simbolismo psicologico.
Con 33 opere vengono rappresentare le condanne scontate dai dannati di ciascun girone, concentrando l’attenzione non tanto sulla pena fisica, ma sulla interpretazione della pena morale che colpisce i dannati nella coscienza.
La pena damni è quella che prende il sopravvento nei dipinti del Formichetti, in contrapposizione alla poena sensus.
Il dramma umano risiede nella consapevolezza del rifiuto da parte del suo libero arbitrio con un costante rimbombo nel sottofondo della coscienza che crea una tragica interna ed eterna contraddizione.
In Formichetti la rappresentazione dell’inferno si configura come il primo passo verso la consapevolezza e la liberazione dai propri drammi.
Le opere raccontano la lacerazione interiore: i colori rosso-nero-grigio si ripropongono costantemente quasi a sottolineare il senso di rabbia e di negazione eterna; l’assenza di contorni definiti rimanda alla trasfigurazione consapevole delle coscienze dei dannati che percorrono eternamente il viaggio nel loro dualismo spirituale; il senso caotico delle pennellate nella loro dinamicità rappresentativa suggerisce un senso di inquietudine crescente nell’eternità del tempo.
L’allestimento colloca le opere pittoriche all’interno di un percorso chiuso, di forte valenza simbolica, non accessibile ma percepibile dall’esterno come unicum artistico.
La volontà di porre lo spettatore al di fuori della sfera artistica, indica la frattura tra la finitezza e vulnerabilità delle scelte morali appartenenti al mondo dei vivi, e l’eterna e determinata condizione dettata dall’oltretomba.
Il percorso simboleggia una condizione umana di degradazione e negazione che non conosce limiti temporanei e si contrappone al fluire incerto della vita. Pertanto lo spazio espositivo diviene luogo di riflessione, il viaggio dell’uomo dentro se stesso.
Uno spazio sacro e di forte intimità che non si fonde con il fluire della quotidianità di massa e non conosce l’oggettività del tempo ma uno scorrere ontologico dei secondi.
La mostra dal titolo “Inferno- allegorie della coscienza”, curata dall’architetto Arianna Tollis, sarà patrocinata dal Comune di Pescara e dalla Fondazione Pescara Abruzzo.
La Sala D’Annunzio sarà interamente dedicata all’esposizione dell’artista dal giorno 18 di Luglio fino al 4 di Agosto.
Il Formichetti dopo una prima esperienza giovanile come figurista, sviluppa un’identità artistica informale nella metà degli anni ’90 sulla scia di un’esperienza pittorica i cui protagonisti erano esponenti della corrente astratto-informale degli anni “50-60, realizzandosi in un astrattismo segnico e gestuale che lo vedrà protagonista nel 2011 alla 54ª Biennale di Venezia nel padiglione Italia a cura di Vittorio Sgarbi.
La mostra “Inferno- Allegorie della coscienza” vuole interpretare il senso più attuale dell’opera dantesca in chiave artistico- contemporanea, cogliendone il significato psicologico più profondo.
L’artista adotta un approccio allegorico, strutturando un percorso di lettura lineare fatto di immagini e oggetti che si caricano di un forte simbolismo psicologico.
Con 33 opere vengono rappresentare le condanne scontate dai dannati di ciascun girone, concentrando l’attenzione non tanto sulla pena fisica, ma sulla interpretazione della pena morale che colpisce i dannati nella coscienza.
La pena damni è quella che prende il sopravvento nei dipinti del Formichetti, in contrapposizione alla poena sensus.
Il dramma umano risiede nella consapevolezza del rifiuto da parte del suo libero arbitrio con un costante rimbombo nel sottofondo della coscienza che crea una tragica interna ed eterna contraddizione.
In Formichetti la rappresentazione dell’inferno si configura come il primo passo verso la consapevolezza e la liberazione dai propri drammi.
Le opere raccontano la lacerazione interiore: i colori rosso-nero-grigio si ripropongono costantemente quasi a sottolineare il senso di rabbia e di negazione eterna; l’assenza di contorni definiti rimanda alla trasfigurazione consapevole delle coscienze dei dannati che percorrono eternamente il viaggio nel loro dualismo spirituale; il senso caotico delle pennellate nella loro dinamicità rappresentativa suggerisce un senso di inquietudine crescente nell’eternità del tempo.
L’allestimento colloca le opere pittoriche all’interno di un percorso chiuso, di forte valenza simbolica, non accessibile ma percepibile dall’esterno come unicum artistico.
La volontà di porre lo spettatore al di fuori della sfera artistica, indica la frattura tra la finitezza e vulnerabilità delle scelte morali appartenenti al mondo dei vivi, e l’eterna e determinata condizione dettata dall’oltretomba.
Il percorso simboleggia una condizione umana di degradazione e negazione che non conosce limiti temporanei e si contrappone al fluire incerto della vita. Pertanto lo spazio espositivo diviene luogo di riflessione, il viaggio dell’uomo dentro se stesso.
Uno spazio sacro e di forte intimità che non si fonde con il fluire della quotidianità di massa e non conosce l’oggettività del tempo ma uno scorrere ontologico dei secondi.
17
luglio 2014
Silvio Formichetti – Inferno. Allegorie della coscienza
Dal 17 luglio al 04 agosto 2014
arte contemporanea
Location
AURUM
Pescara, Via Francesco Ferdinando D'avalos, (Pescara)
Pescara, Via Francesco Ferdinando D'avalos, (Pescara)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 08,00/14,00//16,00/22,00
in caso di eventi chiusura 23,45- la domenica 16/22
Vernissage
17 Luglio 2014, ore 19:00
Autore
Curatore