Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Silvio Santini – Fantasie dell’anima
Mostra di scultura
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il desiderio di scolpire
Sculture da toccare e sculture da ascoltare nella poetica del viaggio esistenziale.
Un viaggio dell’esistenza nell’interiorità del pensiero che l’artista Silvio Santini mediante la complicità della pietra ci disvela con forme e passioni geometriche.
È questa la sua ricerca vissuta e sentita che plasma e forgia con eleganza marmo e granito. Pietre queste che considera ed associa a due tipici e consueti caratteri femminili: l’esser morbido e docile ed il suo contrario, forte e difficile.
L’amore per il marmo che si trasforma in passione, nasce da uno stretto contatto con il mondo magico delle cave di Carrara che viene poi affinato nel tempo con lo studio e la pratica.
Santini mi racconta che il desiderio di confrontarsi con il granito è nato dalla passione che l’artista scultore Max Bill gli ha trasmesso per questa pietra.
Nel ricordo affiora la poliedrica figura del maestro svizzero come il padre della precisione al millimetro, una precisione elegante e signorile per il senso della proporzione che si riconosce nella leggerezza delle sue opere e sull’importanza di che cosa significa progettare e costruire un disegno geometrico applicabile al vortice delle passioni.
Passioni che di volta in volta prendono forma e vita nelle sculture di Silvio a dimostrare che nel mondo dell’arte l’attimo fuggente si può rappresentare a punto da renderlo visibile e fruibile nel tempo.
Questo amore per la Natura è simile alla visione della physis che l’uomo dell’antica Grecia, culla della filosofia occidentale, sentiva dentro di sé ed esprimeva nella vita di tutti i giorni. E’ proprio questo amore che alimentato dal sentimento e dalla passione si ascolta, si accarezza e si osserva nell’astrattismo performativo dell’artista Silvio Santini.
Assaporare l’istante universale e rendersi conto di performarlo, farlo proprio, di vestirlo come se fosse un abito adatto a qualsiasi stagione per il nostro io; è come se si entrasse in sintonia con il Tutto del Pensiero e l’unità generativa del significato che prende forma e vita.
Fantasticherie ed esser-ci dell’uomo contemporaneo che Silvio rivive nelle parole di Salvatore Quasimodo scolpite non solo sulla pietra ma anche nel cuore:
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
Una metamorfosi della passione, una ricerca interiore della percezione e del suo significato che trae origine dalla mitica nascita di Eros, il dàimon o il fanciullino che alberga in ognuno di noi, così ben descritto nel Simposio di Platone.
Un mito rivisitato dallo scultore Santini alla luce della contemporaneità del tempo e dello spazio, uno sempre più veloce e l’altro sempre più indefinito che fanno da contorno alla nostra rappresentazione dell’essere hic et nunc, alla nostra mappa esistenziale vissuta come progetto per... l’io.
Sono pur sempre attimi, situazioni ed occasioni eccitanti come il desiderio di scolpire lo sguardo dell’amata, un suo sorriso, i suoi lineamenti e sembianze piacevoli oppure fantasie vivaci dove trovano riposo nel Canneto di Giada.
Sculture che diventano presenze, scivolano sull’acqua come barche sospinte dal vento e solcano la pietra dei desideri portando con sé il destino. Così queste barche di pietra cavalcando le onde del pensiero, sono sospese tra le stelle del cielo e veleggiano nel mare dell’esistenza come riflessioni scolpite dall’artista Silvio Santini.
Filippo Rolla
Sculture da toccare e sculture da ascoltare nella poetica del viaggio esistenziale.
Un viaggio dell’esistenza nell’interiorità del pensiero che l’artista Silvio Santini mediante la complicità della pietra ci disvela con forme e passioni geometriche.
È questa la sua ricerca vissuta e sentita che plasma e forgia con eleganza marmo e granito. Pietre queste che considera ed associa a due tipici e consueti caratteri femminili: l’esser morbido e docile ed il suo contrario, forte e difficile.
L’amore per il marmo che si trasforma in passione, nasce da uno stretto contatto con il mondo magico delle cave di Carrara che viene poi affinato nel tempo con lo studio e la pratica.
Santini mi racconta che il desiderio di confrontarsi con il granito è nato dalla passione che l’artista scultore Max Bill gli ha trasmesso per questa pietra.
Nel ricordo affiora la poliedrica figura del maestro svizzero come il padre della precisione al millimetro, una precisione elegante e signorile per il senso della proporzione che si riconosce nella leggerezza delle sue opere e sull’importanza di che cosa significa progettare e costruire un disegno geometrico applicabile al vortice delle passioni.
Passioni che di volta in volta prendono forma e vita nelle sculture di Silvio a dimostrare che nel mondo dell’arte l’attimo fuggente si può rappresentare a punto da renderlo visibile e fruibile nel tempo.
Questo amore per la Natura è simile alla visione della physis che l’uomo dell’antica Grecia, culla della filosofia occidentale, sentiva dentro di sé ed esprimeva nella vita di tutti i giorni. E’ proprio questo amore che alimentato dal sentimento e dalla passione si ascolta, si accarezza e si osserva nell’astrattismo performativo dell’artista Silvio Santini.
Assaporare l’istante universale e rendersi conto di performarlo, farlo proprio, di vestirlo come se fosse un abito adatto a qualsiasi stagione per il nostro io; è come se si entrasse in sintonia con il Tutto del Pensiero e l’unità generativa del significato che prende forma e vita.
Fantasticherie ed esser-ci dell’uomo contemporaneo che Silvio rivive nelle parole di Salvatore Quasimodo scolpite non solo sulla pietra ma anche nel cuore:
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
Una metamorfosi della passione, una ricerca interiore della percezione e del suo significato che trae origine dalla mitica nascita di Eros, il dàimon o il fanciullino che alberga in ognuno di noi, così ben descritto nel Simposio di Platone.
Un mito rivisitato dallo scultore Santini alla luce della contemporaneità del tempo e dello spazio, uno sempre più veloce e l’altro sempre più indefinito che fanno da contorno alla nostra rappresentazione dell’essere hic et nunc, alla nostra mappa esistenziale vissuta come progetto per... l’io.
Sono pur sempre attimi, situazioni ed occasioni eccitanti come il desiderio di scolpire lo sguardo dell’amata, un suo sorriso, i suoi lineamenti e sembianze piacevoli oppure fantasie vivaci dove trovano riposo nel Canneto di Giada.
Sculture che diventano presenze, scivolano sull’acqua come barche sospinte dal vento e solcano la pietra dei desideri portando con sé il destino. Così queste barche di pietra cavalcando le onde del pensiero, sono sospese tra le stelle del cielo e veleggiano nel mare dell’esistenza come riflessioni scolpite dall’artista Silvio Santini.
Filippo Rolla
17
luglio 2005
Silvio Santini – Fantasie dell’anima
Dal 17 al 29 luglio 2005
arte contemporanea
Location
GRAND HOTEL PRINCIPE DI PIEMONTE
Viareggio, Piazza Giacomo Puccini, 1, (Lucca)
Viareggio, Piazza Giacomo Puccini, 1, (Lucca)
Orario di apertura
18-24
Vernissage
17 Luglio 2005, ore 21, sala Mario Tobino
Autore
Curatore