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Simona Angeletti – Avvolte ritornano
Quello di Simona Angeletti non è propriamente uno zoo ma un giardino luminoso e gioioso in cui le creature scorrazzano liberamente, divertendosi ad assumere le sembianze più imprevedibili
Comunicato stampa
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Quello di Simona Angeletti non è propriamente uno zoo ma un giardino
luminoso e gioioso in cui le creature scorrazzano liberamente, divertendosi
ad assumere le sembianze più imprevedibili. Gioco di forma (o, meglio, di
forme), feconda astrazione per rendere più accettabile, vivibile e
accattivante una ritualità quotidiana che, altrimenti, sarebbe penosamente
inondata dal grigiore della convenzione e della banalità. Niente sbarre,
niente gabbie, niente costrizioni. Esultano, invece, il segno e il colore in
sagome che attestano una continua e spontanea metamorfosi animale.
Freschezza e inesauribile inventiva traspaiono con netta evidenza in questi
lavori in cui, nonostante sia ben riconoscibile la cifra che, come una
costante comune, ormai accompagna la produzione dell’artista, non si dà mai
nulla per reiterato e scontato. E’ singolare come gli esseri che popolano il
caratteristico universo di Simona, pur scaturendo da un fecondo sostrato
surreale, esprimano e comunichino stati d’animo e sensazioni appartenenti
alla sfera della realtà, suscitando, sin dal primo impatto visivo, una forte
partecipazione emotiva. Pochi tratti, accorti ma non artificiosamente
studiati, riescono a trasmettere ilarità, tenerezza, malinconia o attonito
stupore. Nella conformazione degli occhi di un gatto, nelle code arricciate
o nelle allungate vibrisse, così come nelle bocche serrate o dischiuse dei
pesci o, ancora, nella rotondità delle coccinelle transita tutto un
palpitare, un sentire cui non si può restare estranei, indifferenti. Ed è
questa forse la dote maggiore dell’autrice: parlare, attraverso un mondo
inventato, del presente, sollecitare in noi un pronunciamento nei confronti
delle situazioni in cui, volenti o nolenti, siamo immersi. Non si tratta,
come si può intuire, di un elemento distintivo di poco conto anche perché
mai come in questo caso la leggerezza è data da una profondità di analisi e
da una precisa, marcata, scelta pittorica. Non c’è qui alcuna presunzione
ideologica, la vita viene afferrata nella sua immediatezza, decriptata e
centrifugata da una fantasia che ci affascina e intriga perché lascia
emergere, nella sua espansione, quel momento segreto in cui la farfalla
ritrova, nel volo, la stagione del baco.
(Francesco Pullia)
luminoso e gioioso in cui le creature scorrazzano liberamente, divertendosi
ad assumere le sembianze più imprevedibili. Gioco di forma (o, meglio, di
forme), feconda astrazione per rendere più accettabile, vivibile e
accattivante una ritualità quotidiana che, altrimenti, sarebbe penosamente
inondata dal grigiore della convenzione e della banalità. Niente sbarre,
niente gabbie, niente costrizioni. Esultano, invece, il segno e il colore in
sagome che attestano una continua e spontanea metamorfosi animale.
Freschezza e inesauribile inventiva traspaiono con netta evidenza in questi
lavori in cui, nonostante sia ben riconoscibile la cifra che, come una
costante comune, ormai accompagna la produzione dell’artista, non si dà mai
nulla per reiterato e scontato. E’ singolare come gli esseri che popolano il
caratteristico universo di Simona, pur scaturendo da un fecondo sostrato
surreale, esprimano e comunichino stati d’animo e sensazioni appartenenti
alla sfera della realtà, suscitando, sin dal primo impatto visivo, una forte
partecipazione emotiva. Pochi tratti, accorti ma non artificiosamente
studiati, riescono a trasmettere ilarità, tenerezza, malinconia o attonito
stupore. Nella conformazione degli occhi di un gatto, nelle code arricciate
o nelle allungate vibrisse, così come nelle bocche serrate o dischiuse dei
pesci o, ancora, nella rotondità delle coccinelle transita tutto un
palpitare, un sentire cui non si può restare estranei, indifferenti. Ed è
questa forse la dote maggiore dell’autrice: parlare, attraverso un mondo
inventato, del presente, sollecitare in noi un pronunciamento nei confronti
delle situazioni in cui, volenti o nolenti, siamo immersi. Non si tratta,
come si può intuire, di un elemento distintivo di poco conto anche perché
mai come in questo caso la leggerezza è data da una profondità di analisi e
da una precisa, marcata, scelta pittorica. Non c’è qui alcuna presunzione
ideologica, la vita viene afferrata nella sua immediatezza, decriptata e
centrifugata da una fantasia che ci affascina e intriga perché lascia
emergere, nella sua espansione, quel momento segreto in cui la farfalla
ritrova, nel volo, la stagione del baco.
(Francesco Pullia)
04
agosto 2005
Simona Angeletti – Avvolte ritornano
Dal 04 agosto al 04 settembre 2005
arte contemporanea
Location
SMALL BOB CAFE’
Cagliari, Via Alghero, 34/B, (Cagliari)
Cagliari, Via Alghero, 34/B, (Cagliari)
Orario di apertura
tutti i giorni 10-13 e 17-21
Vernissage
4 Agosto 2005, ore 18.30
Sito web
www.lozoodisimona.it
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