Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Simona Bramati – Puta, Santa y Bruja
In mostra fino al settembre l’opera censurata a Genga
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Simona Bramati dal 18 Agosto espone a Jesi Puta, Santa y Bruja censurata a Genga.
L’opera che ha fatto molto parlare in questi giorni, perché ritenuta “offensiva” sarà visibile a Jesi
presso la chiesa di San Bernardo sino al 4 Settembre.
“L’opera tornerà ad essere esposta in un luogo consono che in primis ne permetta la fruizione da
parte del pubblico, e che consenta di adempiere al compito che come curatore avevo previsto nel
progetto Ombre di luce.”
Così esordisce il curatore Domenico Gioia, che ribadisce: “A supporto dell’operazione ho scritto un
testo esplicativo che a causa di questo “can can” nessuno ha letto.
“Nessuna polemica, non ne sono avvezzo, ma ritengo che prima di prendere delle decisioni
affrettate bisognerebbe leggere le motivazioni che portano alla realizzazione di una mostra.
Molto, troppo spesso si ritiene che organizzare una mostra d’arte contemporanea sia come
organizzare una sagra di paese, con tutto il rispetto per le sagre, di cui ne riconosco l’utilità.”
La pinacoteca di Jesi, nella persona della direttrice Loretta Mozzoni, avvisata dal curatore
dell’accaduto, si è immediatamente attivata, di concerto con l’Amministrazione Comunale per
ospitare l’opera e togliere dall’empasse l’artista, che aveva dovuto traslocare l’opera in uno stanzino
buio.
“Non era la sua collocazione”, ribadisce Simona Bramati, che conferma che l’opera non è
assolutamente offensiva, anzi l’artista l’ha realizzata sotto l’onda emotiva che gli derivò dalla vista
di una lapidazione di una bambina su internet. I pellicani poi inseriti dall’artista sotto la donna, sono
un simbolo fortemente cristiano; la femmina dell’animale, arriva, per amore, ad aprirsi il petto con
il becco, pur di sfamare i suoi piccoli.
L’opera sarà esposta sino al 4 Settembre a Jesi, ma il curatore non dispera di vederla ricollocata
almeno per pochissimi giorni nella sede che aveva individuato, cioè nella Chiesa, oggi adibita a
museo di San Clemente a Genga, prima di partire per essere esposta in una mostra a Venezia.
Si ricorda che Simona Bramati è stata selezionata dal curatore della 54° Biennale dell’arte, Vittorio
Sgarbi per esporre nel padiglione Italia Marche di Urbino.
L’opera che ha fatto molto parlare in questi giorni, perché ritenuta “offensiva” sarà visibile a Jesi
presso la chiesa di San Bernardo sino al 4 Settembre.
“L’opera tornerà ad essere esposta in un luogo consono che in primis ne permetta la fruizione da
parte del pubblico, e che consenta di adempiere al compito che come curatore avevo previsto nel
progetto Ombre di luce.”
Così esordisce il curatore Domenico Gioia, che ribadisce: “A supporto dell’operazione ho scritto un
testo esplicativo che a causa di questo “can can” nessuno ha letto.
“Nessuna polemica, non ne sono avvezzo, ma ritengo che prima di prendere delle decisioni
affrettate bisognerebbe leggere le motivazioni che portano alla realizzazione di una mostra.
Molto, troppo spesso si ritiene che organizzare una mostra d’arte contemporanea sia come
organizzare una sagra di paese, con tutto il rispetto per le sagre, di cui ne riconosco l’utilità.”
La pinacoteca di Jesi, nella persona della direttrice Loretta Mozzoni, avvisata dal curatore
dell’accaduto, si è immediatamente attivata, di concerto con l’Amministrazione Comunale per
ospitare l’opera e togliere dall’empasse l’artista, che aveva dovuto traslocare l’opera in uno stanzino
buio.
“Non era la sua collocazione”, ribadisce Simona Bramati, che conferma che l’opera non è
assolutamente offensiva, anzi l’artista l’ha realizzata sotto l’onda emotiva che gli derivò dalla vista
di una lapidazione di una bambina su internet. I pellicani poi inseriti dall’artista sotto la donna, sono
un simbolo fortemente cristiano; la femmina dell’animale, arriva, per amore, ad aprirsi il petto con
il becco, pur di sfamare i suoi piccoli.
L’opera sarà esposta sino al 4 Settembre a Jesi, ma il curatore non dispera di vederla ricollocata
almeno per pochissimi giorni nella sede che aveva individuato, cioè nella Chiesa, oggi adibita a
museo di San Clemente a Genga, prima di partire per essere esposta in una mostra a Venezia.
Si ricorda che Simona Bramati è stata selezionata dal curatore della 54° Biennale dell’arte, Vittorio
Sgarbi per esporre nel padiglione Italia Marche di Urbino.
18
agosto 2011
Simona Bramati – Puta, Santa y Bruja
Dal 18 agosto al 04 settembre 2011
arte contemporanea
Location
CHIESA DI SAN BERNARDO
Jesi, Via Valle, 3, (Ancona)
Jesi, Via Valle, 3, (Ancona)
Orario di apertura
dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. Chiuso domenica pomeriggio e lunedì
Autore
Curatore