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Simone Benedetto – Distopic
Nella distopia, la purezza originaria dell’essere umano è minacciata dalla tecnologia e dalle forze disumanizzanti della società. Benedetto sembra suggerire che l’innocenza dell’infanzia sia una fase fragile, presto compromessa dal mondo esterno.
Comunicato stampa
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L’artista Simone Benedetto (Torino, 1985) da sempre indaga gli effetti della tecnologia e l’impatto che questa ha nella società contemporanea, ponendo un focus specifico nei confronti dell’età infantile.
La serie di sculture “Animal soul” è la naturale evoluzione di questa ricerca: l’artista ora presenta bambini sulle cui teste compaiono piccoli animali, dando immagine concreta a quella fase dell’infanzia in cui l’essere umano è in stretto contatto con il proprio io interiore, momento di estrema purezza e istintualità, un legame profondo con la natura primordiale.
Tuttavia, non si tratta solo di un’iconografia poetica ma di una riflessione più ampia e distopica sulla contemporaneità.
Nella distopia, la purezza originaria dell’essere umano è minacciata dalla tecnologia e dalle forze disumanizzanti della società. Benedetto sembra suggerire che l’innocenza dell’infanzia sia una fase fragile, presto compromessa dal mondo esterno.
Le sue sculture mettono in evidenza un processo di alienazione che comincia già in tenera età, quando l'individuo è costretto a confrontarsi con un mondo in cui l’identità è frammentata e contaminata.
L'infanzia, in questo senso, diventa lo specchio di un mondo distopico: è una fase di vulnerabilità in cui l'individuo è esposto alle forze che lo trasformano, talvolta in modo irreversibile, facendo perdere il contatto con il suo io autentico. Nell’opera di Benedetto, la distopia emerge come una tangibile riflessione sulla condizione umana contemporanea, condizionata da una tecnologia le cui innovazioni, anziché liberare l’uomo, lo disumanizzano.
Queste sculture, dunque, non rappresentano solo una visione nostalgica dell'infanzia, ma pongono interrogativi su come il mondo contemporaneo plasmi l'identità umana, in un futuro indefinito e disorientante.
Federica Picco
La serie di sculture “Animal soul” è la naturale evoluzione di questa ricerca: l’artista ora presenta bambini sulle cui teste compaiono piccoli animali, dando immagine concreta a quella fase dell’infanzia in cui l’essere umano è in stretto contatto con il proprio io interiore, momento di estrema purezza e istintualità, un legame profondo con la natura primordiale.
Tuttavia, non si tratta solo di un’iconografia poetica ma di una riflessione più ampia e distopica sulla contemporaneità.
Nella distopia, la purezza originaria dell’essere umano è minacciata dalla tecnologia e dalle forze disumanizzanti della società. Benedetto sembra suggerire che l’innocenza dell’infanzia sia una fase fragile, presto compromessa dal mondo esterno.
Le sue sculture mettono in evidenza un processo di alienazione che comincia già in tenera età, quando l'individuo è costretto a confrontarsi con un mondo in cui l’identità è frammentata e contaminata.
L'infanzia, in questo senso, diventa lo specchio di un mondo distopico: è una fase di vulnerabilità in cui l'individuo è esposto alle forze che lo trasformano, talvolta in modo irreversibile, facendo perdere il contatto con il suo io autentico. Nell’opera di Benedetto, la distopia emerge come una tangibile riflessione sulla condizione umana contemporanea, condizionata da una tecnologia le cui innovazioni, anziché liberare l’uomo, lo disumanizzano.
Queste sculture, dunque, non rappresentano solo una visione nostalgica dell'infanzia, ma pongono interrogativi su come il mondo contemporaneo plasmi l'identità umana, in un futuro indefinito e disorientante.
Federica Picco
21
settembre 2024
Simone Benedetto – Distopic
Dal 21 settembre al 19 ottobre 2024
arte contemporanea
Location
GARE 82
Brescia, Via Villa Glori, 5, (Brescia)
Brescia, Via Villa Glori, 5, (Brescia)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 15-19
Vernissage
21 Settembre 2024, 18
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico