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Simone Ferrarini / Sunghe Oh – 9. Comunicazione Off/On
Nel progetto “NOVE” due artisti, Simone Ferrarini (Reggio Emilia, 1976) e Sunghe Oh (Seul – Corea del Sud, 1968), sono entrati nell’istituto penitenziario, superando nove porte che si sono chiuse alle loro spalle (da qui il nome del progetto), e hanno conosciuto i detenuti lavorando con loro per circa 3 mesi.
Comunicato stampa
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La nostra è una società sempre più multiculturale, una comunità nella quale i contatti tra gruppi etnici differenti si stanno intensificando. Anche a Reggio Emilia la multiculturalità rappresenta ormai una realtà concreta con cui non si può evitare di rapportarsi.
Il contatto con altre culture può ampliare le nostre prospettive e renderci capaci di forme di adattamento sconosciute alla specie umana: l’interculturalità (l’interazione tra molteplici culture) deve essere vissuta come una risorsa e non come una minaccia ai nostri modelli di vita.
Un primo passo verso l’accettazione di ciò che viene percepito come ‘diverso’ può essere la conoscenza, questa è possibile attraverso l’attivazione di un canale fondamentale: la comunicazione. Esternare ad altri le proprie idee e abitudini, pensieri e stati d’animo, dubbi e domande costituisce una prima forma di comunicazione capace di stimolare dialogo e confronto come approccio iniziale alla conoscenza.
Partendo da questi presupposti, il Centro Studio e Lavoro “La Cremeria” di Cavriago (RE) ha realizzato un progetto indirizzato ad uno dei contesti maggiormente multiculturali presenti a Reggio Emilia, situato in via Settembrini, grazie ai finanziamenti concessi dalla Provincia di Reggio Emilia tramite il Fondo Sociale Europeo.
E’ in via Settembrini che mondo arabo, africano, slavo, italiano, cinese, indiano… vivono a stretto contatto ogni giorno. E’ qui, che si è svolto il progetto “NOVE” con l’obiettivo di sfruttare questa risorsa multiculturale per creare una riflessione interna e, successivamente, un rapporto con la città.
Quello di via Settembrini è un contesto molto particolare, una realtà chiusa che costituisce un micro-mondo a sé stante, specchio della pluralità etnica della società reale, ma che con essa non ha quasi contatto: il Carcere.
Nel progetto “NOVE” due artisti, Simone Ferrarini (Reggio Emilia, 1976) e Sunghe Oh (Seul – Corea del Sud, 1968), sono entrati nell’istituto penitenziario, superando nove porte che si sono chiuse alle loro spalle (da qui il nome del progetto), e hanno conosciuto i detenuti lavorando con loro per circa 3 mesi.
I due artisti, nell’ambito del progetto “NOVE”, hanno realizzato un workshop con i reclusi prendendo in considerazione due problematiche sociali molto forti all’interno dell’ambiente carcerario:
* la mancanza di comunicazione tra i detenuti, chiusi nei loro drammi individuali e allontanati dalle differenze linguistiche, culturali e di vissuto;
* l’assenza di un contatto con la realtà esterna, l’impossibilità di far conoscere se stessi e l’esperienza che si sta vivendo, di comunicare con qualcuno che non viva la tua stessa condizione.
L’arte visiva, la pittura in particolare, è stata scelta dal C.S.L. “La Cremeria” come strumento ideale per affrontare queste problematiche e attivare, attraverso l’espressione artistica, una forma di comunicazione.
Riflettere su tematiche sociali attraverso la pittura significa sfruttare un linguaggio immediato che permette di superare inibizioni e difficoltà linguistiche, visualizzando pensieri ed emozioni personali attraverso un mezzo di comunicazione universale.
I detenuti, condotti da Ferrarini e Oh, sono stati invitati a riflettere su cosa sentivano l’esigenza di comunicare ai compagni di detenzione e al mondo esterno, esprimendosi attraverso il medium pittorico-grafico.
Dall’esperienza del progetto “NOVE” sono nate una serie di opere-manifesto raccolte nella mostra “9 – Comunicazione OFF / ON”.
La mostra è finalizzata a superare l’isolamento imposto dalla reclusione fisica, portando il materiale prodotto nella città, in luoghi di ampia visibilità.
“Amoreggio Point” è il primo luogo che vuole dare visibilità al progetto e, quindi, aprire concretamente un canale di comunicazione tra la città e il contesto multiculturale del carcere. L’osservazione e la comprensione delle opere-manifesto realizzate dai detenuti permettono non solo di percepire il dramma di essere privati della propria libertà, ma anche di cogliere individualità differenti che inevitabilmente trasferiscono nei loro messaggi visivi retroterra culturali, pensieri e tradizioni appartenenti a realtà diverse dalla nostra.
“9 – Comunicazione OFF / ON” inaugurerà giovedì 18 febbraio 2010 alle ore 17.00 presso “Amoreggio Point” (Viale IV Novembre 8/f, Reggio Emilia) e sarà visitabile fino a mercoledì 10 marzo 2010.
Gli orari di apertura di “Amoreggio Point” sono: martedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15.30 alle 19.30.
Il contatto con altre culture può ampliare le nostre prospettive e renderci capaci di forme di adattamento sconosciute alla specie umana: l’interculturalità (l’interazione tra molteplici culture) deve essere vissuta come una risorsa e non come una minaccia ai nostri modelli di vita.
Un primo passo verso l’accettazione di ciò che viene percepito come ‘diverso’ può essere la conoscenza, questa è possibile attraverso l’attivazione di un canale fondamentale: la comunicazione. Esternare ad altri le proprie idee e abitudini, pensieri e stati d’animo, dubbi e domande costituisce una prima forma di comunicazione capace di stimolare dialogo e confronto come approccio iniziale alla conoscenza.
Partendo da questi presupposti, il Centro Studio e Lavoro “La Cremeria” di Cavriago (RE) ha realizzato un progetto indirizzato ad uno dei contesti maggiormente multiculturali presenti a Reggio Emilia, situato in via Settembrini, grazie ai finanziamenti concessi dalla Provincia di Reggio Emilia tramite il Fondo Sociale Europeo.
E’ in via Settembrini che mondo arabo, africano, slavo, italiano, cinese, indiano… vivono a stretto contatto ogni giorno. E’ qui, che si è svolto il progetto “NOVE” con l’obiettivo di sfruttare questa risorsa multiculturale per creare una riflessione interna e, successivamente, un rapporto con la città.
Quello di via Settembrini è un contesto molto particolare, una realtà chiusa che costituisce un micro-mondo a sé stante, specchio della pluralità etnica della società reale, ma che con essa non ha quasi contatto: il Carcere.
Nel progetto “NOVE” due artisti, Simone Ferrarini (Reggio Emilia, 1976) e Sunghe Oh (Seul – Corea del Sud, 1968), sono entrati nell’istituto penitenziario, superando nove porte che si sono chiuse alle loro spalle (da qui il nome del progetto), e hanno conosciuto i detenuti lavorando con loro per circa 3 mesi.
I due artisti, nell’ambito del progetto “NOVE”, hanno realizzato un workshop con i reclusi prendendo in considerazione due problematiche sociali molto forti all’interno dell’ambiente carcerario:
* la mancanza di comunicazione tra i detenuti, chiusi nei loro drammi individuali e allontanati dalle differenze linguistiche, culturali e di vissuto;
* l’assenza di un contatto con la realtà esterna, l’impossibilità di far conoscere se stessi e l’esperienza che si sta vivendo, di comunicare con qualcuno che non viva la tua stessa condizione.
L’arte visiva, la pittura in particolare, è stata scelta dal C.S.L. “La Cremeria” come strumento ideale per affrontare queste problematiche e attivare, attraverso l’espressione artistica, una forma di comunicazione.
Riflettere su tematiche sociali attraverso la pittura significa sfruttare un linguaggio immediato che permette di superare inibizioni e difficoltà linguistiche, visualizzando pensieri ed emozioni personali attraverso un mezzo di comunicazione universale.
I detenuti, condotti da Ferrarini e Oh, sono stati invitati a riflettere su cosa sentivano l’esigenza di comunicare ai compagni di detenzione e al mondo esterno, esprimendosi attraverso il medium pittorico-grafico.
Dall’esperienza del progetto “NOVE” sono nate una serie di opere-manifesto raccolte nella mostra “9 – Comunicazione OFF / ON”.
La mostra è finalizzata a superare l’isolamento imposto dalla reclusione fisica, portando il materiale prodotto nella città, in luoghi di ampia visibilità.
“Amoreggio Point” è il primo luogo che vuole dare visibilità al progetto e, quindi, aprire concretamente un canale di comunicazione tra la città e il contesto multiculturale del carcere. L’osservazione e la comprensione delle opere-manifesto realizzate dai detenuti permettono non solo di percepire il dramma di essere privati della propria libertà, ma anche di cogliere individualità differenti che inevitabilmente trasferiscono nei loro messaggi visivi retroterra culturali, pensieri e tradizioni appartenenti a realtà diverse dalla nostra.
“9 – Comunicazione OFF / ON” inaugurerà giovedì 18 febbraio 2010 alle ore 17.00 presso “Amoreggio Point” (Viale IV Novembre 8/f, Reggio Emilia) e sarà visitabile fino a mercoledì 10 marzo 2010.
Gli orari di apertura di “Amoreggio Point” sono: martedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15.30 alle 19.30.
18
febbraio 2010
Simone Ferrarini / Sunghe Oh – 9. Comunicazione Off/On
Dal 18 febbraio al 10 marzo 2010
arte contemporanea
Location
AMOREGGIO POINT – SPACELAB
Reggio Nell'emilia, Viale Iv Novembre, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Viale Iv Novembre, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 15.30-19.30
Vernissage
18 Febbraio 2010, ore 17
Sito web
www.myspace.com/spacelab_re
Autore
Curatore