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Simone Martinetto – Senza la memoria
Senza la memoria racconta la storia di Valentina, nonna di Simone, dei suoi problemi a ricordare per più di due minuti e dei mille biglietti di cui è cosparsa la sua casa
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 16 Febbraio 2013, bin11 presenta:
Senza la memoria
di Simone Martinetto
Mostra fotografica e presentazione del libro in anteprima a Torino
Inaugurazione della mostra:
ore 18.30 | bin11 | Via Belfiore 22/a, TORINO
Presentazione del libro “Senza la memoria”:
ore 21.30 | Libreria Trebisonda | Via Sant’Anselmo 22, TORINO
Questa è la storia di Valentina, delle sue difficoltà a ricordare e dei mille biglietti di cui è cosparsa
la sua casa. Valentina ha perso la memoria. La causa non è chiara neppure ai medici: si parla
di Alzheimer ma anche di uso quotidiano di ansiolitici e di un esaurimento nervoso curato con
l’elettroshock. Valentina ha una figlia che la ama e non riesce a rassegnarsi al fatto che sua madre
non sia in grado di ricordare qualcosa per più di due minuti; ma soprattutto non riesce a credere
che in alcuni giorni non riconosca nemmeno lei e la scambi per la propria madre. Valentina esce
da sola di casa soltanto per fare il giro dell’isolato o per andare in parrocchia. Pinzato dentro la
tasca delle sue giacche ha un biglietto che le ricorda chi è e dove abita.
Valentina è mia nonna e anche se spesso non ricorda il mio nome io la abbraccio comunque.
Ogni tanto prendo con me la chitarra e mentre suono lei mi segue fischiando e canticchiando,
assecondando il suo grande istinto musicale.
Simone Martinetto
Senza la memoria racconta la storia di Valentina, nonna di Simone, dei suoi problemi a
ricordare per più di due minuti e dei mille biglietti di cui è cosparsa la sua casa.
La mostra fotografica presso lo spazio espositivo di bin11 e l’incontro con l’autore, Simone
Martinetto, ospitato dalla Libreria Trebisonda, accompagnano la pubblicazione del volume
Senza la memoria, edito da Pazzini Editore. Il lavoro ha riscosso un grande interesse
di pubblico, sia tra gli addetti ai lavori che tra le persone meno abituate alle mostre di
fotografia, è stato esposto a New York, in Francia, Spagna, Portogallo, Austria e in molte
città italiane e ha vinto alcuni dei più importanti premi di fotografia, tra cui il Portfolio Italia
(miglior lavoro fotografico dell’anno in Italia), il noto Festival di fotografia a Savignano sul
Rubicone e il premio giovane talento ad Attenzione Talento Fotografico FNAC.
La presentazione del libro sarà accompagnata da una proiezione che comprende alcune
nuove foto presenti nel libro. Sarà presente Francesco Diemoz, produttore del libro, che
dopo essere stato a visitare la mostra di Senza la memoria a New York, durante il viaggio
di ritorno in aereo, ha deciso di finanziare la pubblicazione.
La mostra presso lo spazio bin11 (via Belfiore 22/a Torino) è visitabile fino alle ore 24
di sabato e nei giorni successivi fino al 27 febbraio. Per informazioni e orari di apertura:
info.bin11@gmail.com, tel. 3285413817 / 3478970190/ 3398193106.
Simone Martinetto è artista, fotografo di scena per il cinema e insegnante di fotografia. Inizia a
fotografare quando il nonno, poco prima di morire, gli regala la macchina fotografica che aveva
comprato in occasione della sua nascita.
Ha esposto i suoi lavori in circa 40 mostre, tra cui quelle presso la galleria Claudio Bottello
Contemporary di Torino, il Frost Art Museum di Miami, l’ISCP e i 49B Studios di New York.
Come fotografo di scena ha lavorato con molti dei principali attori e registi italiani, tra cui Isabella
Rossellini, Pierfrancesco Favino, Giuliano Montaldo, Margherita Buy, Alba Rohrwacher, Marco
Ponti, Claudio Bisio, Giancarlo Giannini, Saverio Costanzo.
Tra i suoi lavori, oltre a Senza la memoria, Della stessa materia dei sogni, un lavoro sui sogni
che utilizza “fotografie parlanti”, Viaggiatori, che racconta i viaggi di ritorno dei colombi viaggiatori
con un gioco di immedesimazione nel loro punto di vista, Il filo del tempo, sulle coincidenze che
tengono insieme le singole vite e I shut my eyes in order to see, un lavoro sul silenzio interiore e
sulla contemplazione, realizzato a New York seguendo tre persone che praticano meditazione ogni
giorno.
Ha vinto alcuni importanti premi e riconoscimenti come artista e fotografo di scena. Come
insegnante è stato premiato per un workshop da lui ideato e tenuto a Torino con malati mentali.
Ha vissuto sei mesi a New York, grazie al premio ISCP organizzato da Seat Pagine Gialle e dal
Ministero Italiano per i Beni e le Attività Culturali.
Insieme a Simona Ghizzoni e Gaetano Massa ha pubblicato il libro fotografico “Nonostante
la vostra cortese ospitalità. Fotografia e disagio mentale oggi”, editrice Quinlan. E’ laureato in
Filosofia con una tesi sul concetto di tempo in fotografia. Ogni giorno riceve stimoli e idee dal
rapporto d’amore con sua moglie Virginia Farina, anche lei artista e fotografa.
Per informazioni e interviste all’autore:
tel. 3478759286; martinetto@gmail.com; www.simonemartinetto.com
bin11 - Associazione Culturale - via Belfiore 22A - 10125 Torino - www.bin11.it
Approfondimenti
STORIA DEL LAVORO Senza la memoria
Senza la memoria nasce come una piccola intuizione. Avevo iniziato a fotografare già da diversi
anni, orientandomi verso piccole sequenze di immagini simboliche che avessero la capacità di
esprimere significati profondi. Fotografavo però anche lontano dalla mia città, spesso in viaggio,
quando un giorno mi sono reso conto che proprio a casa, nell’intimità della mia famiglia, senza
bisogno di andare lontano, c’era qualcosa che mi chiedeva di essere raccontato. Una piccola
storia molto personale, ma che al tempo stesso mi sembrava avesse il potenziale per divenire
simbolica e suggerire domande universali. L’esperienza di mia nonna Valentina, il suo invecchiare
e perdere progressivamente la memoria e la sua identità, è qualcosa che in misura minore o
maggiore, direttamente o indirettamente, molti sperimentano. O semplicemente capita a tutti di
interrogarsi sul proprio passato, su come funzioni la propria memoria e su cosa valga la pena
ricordare.
Nacque così un primo nucleo del lavoro, pensato per essere esposto in mostra. Con mia sorpresa,
sin dalla sua prima presentazione in alcune esposizioni e partecipazione ad alcuni premi e festival
di fotografia in Italia, riscosse grandissimo interesse sia tra il pubblico del mondo dell’arte che
tra quello meno abituato alle mostre di fotografia. Vince premi importanti, come il Portfolio Italia
(miglior lavoro fotografico dell’anno in Italia), il noto festival SI Fest a Savignano sul Rubicone, il
premio giovane talento ad Attenzione Talento Fotografico FNAC.
Così iniziò a girare per l’Italia e l’estero (New York, Francia, Austria, Spagna, Portogallo,
Lituania,… ) in forme espositive sempre un po’ diverse. Oltre alle 30 fotografie che costituiscono
il nucleo iniziale del lavoro, aggiungevo poco a poco altri elementi, come alcuni oggetti della
casa di Valentina, una selezione di foto-ricordo ripescate dai suoi cassetti, un piccolo video che
racconta una sua “giornata tipo” utilizzando una nuova serie di fotografie e una musica composta
ad hoc. Ho registrato nel tempo alcuni miei dialoghi con Valentina, da cui ho tratto alcune frasi
che, trascritte sui muri, accompagnano spesso il racconto delle immagini. In ogni mostra, infine,
ho voluto lasciare esposta una scatola dove ogni visitatore poteva depositare, trascritto su un
piccolo biglietto, un ricordo che non avrebbe mai voluto dimenticare. Le memorie conservate in
questa scatola sono diventate per me un dono prezioso: negli anni ho raccolto più di 3000 ricordi
di persone provenienti da varie parti del mondo.
L’idea del libro è arrivata in modo del tutto spontaneo, come la naturale evoluzione di una
pianta che germoglia da un piccolo seme. Quello che ora tenete tra le mani è il frutto di questa
evoluzione, in cui le scansioni e le fotografie includono spesso i biglietti scritti da mia madre
Gisella, figlia di Valentina, che usa soltanto la penna, e alcuni scritti da Valentina stessa che
invece usa soltanto la matita (fatta eccezione per il messaggio scritto sulla carta da cucina
assorbente alle pagine 58 e 59). Come potrete vedere, ci sono anche alcuni biglietti in cui c’è una
chiara interazione tra mia madre e mia nonna: un dialogo che spesso fa sorridere, dove Valentina
risponde con piccole note tracciate a matita agli ordini e regole che mia madre le scrive con
inchiostro blu o nero.
Credo che la fotografia sia un veicolo di luce, capace di viaggiare lontano e portarci in un altro
mondo in pochi istanti, facendoci vivere le vite degli altri, entrando con gentilezza nei loro pensieri.
Credo sia uno strumento prezioso di memoria e un grande punto di domanda. Possano così
questo libro e queste fotografie andare oltre la superficie delle pagine e arrivare nei mondi più
nascosti del vostro cuore e della vostra immaginazione.
TESTO DI CLAUDIO MARRA
Si dice, e credo giustamente, che la condizione massima dell’amore sia l’identificazione con la
sofferenza dell’altro. La capacità, o forse meglio il tentativo, di assumerne i problemi e i pensieri, di
fare proprie le sensazioni, i timori, le incertezze che attraversano il corpo e la mente di chi si ama.
È per queste ragioni che in effetti non ho mai inteso questo struggente lavoro di Simone come
un puro e semplice racconto, come un piccolo e pur affettuoso reportage dedicato alla propria
nonna. I reportage, i racconti, li tracciano i fotografi, gli “estranei” come li definiva acutamente
Proust. Quelli che per necessità di resoconto restano fuori, cercando proprio nella distanza, nel
mancato coinvolgimento e nell’assenza di un autentico contatto, la verità e il valore della propria
testimonianza. Ecco, mi pare che Simone abbia fatto tutt’altro. Mi pare che il suo tentativo sia stato
proprio quello di condividere la memoria incerta e difficile di Valentina, di entrare nel tempo dilatato
e senza riferimenti che accompagna la sua quotidianità. Ma la cosa più sorprendente, e che alla
fine ci coinvolge tutti, è che abbia tentato di farlo proprio con la fotografia, con lo strumento che,
a ragione, consideriamo il più efficace prolungamento della nostra memoria. Simone ha però
capito una cosa ed ha saputo sfruttarla magnificamente. Ha capito che quella della fotografia è
una memoria strana e particolare, una memoria frammentata ed emotiva che segue le ragioni
del cuore più che quelle della ragione. Così facendo si è identificato nel profondo con Valentina
e con il suo mondo difficile e incerto, assumendone in qualche modo la stessa condizione. È
riuscito ad entrare in uno spazio e in un tempo segnati da tracce labili, in una dimensione diversa
suggerita da pochi appunti scritti e da altre fotografie che cercano di tenere insieme il passato con
il presente, di ritrovare cose, gesti, persone ed affetti dispersi nel corso degli anni e delle giornate.
È così che alla fine, in modo sorprendente e quasi miracoloso, un doloroso “senza la memoria” si
trasforma, anzi trasfigura, in affettuoso e vivido “con la memoria”.
Claudio Marra*
*Claudio Marra, autore di riferimento in ambito teorico e critico, insegna Storia della fotografia
all’Università di Bologna. Tra le sue principali pubblicazioni ricordiamo: Fotografia e pittura nel
Novecento (e oltre), L’immagine infedele, Nelle ombre di un sogno e Le idee della fotografia, tutte edite da Bruno Mondadori.
Senza la memoria
di Simone Martinetto
Mostra fotografica e presentazione del libro in anteprima a Torino
Inaugurazione della mostra:
ore 18.30 | bin11 | Via Belfiore 22/a, TORINO
Presentazione del libro “Senza la memoria”:
ore 21.30 | Libreria Trebisonda | Via Sant’Anselmo 22, TORINO
Questa è la storia di Valentina, delle sue difficoltà a ricordare e dei mille biglietti di cui è cosparsa
la sua casa. Valentina ha perso la memoria. La causa non è chiara neppure ai medici: si parla
di Alzheimer ma anche di uso quotidiano di ansiolitici e di un esaurimento nervoso curato con
l’elettroshock. Valentina ha una figlia che la ama e non riesce a rassegnarsi al fatto che sua madre
non sia in grado di ricordare qualcosa per più di due minuti; ma soprattutto non riesce a credere
che in alcuni giorni non riconosca nemmeno lei e la scambi per la propria madre. Valentina esce
da sola di casa soltanto per fare il giro dell’isolato o per andare in parrocchia. Pinzato dentro la
tasca delle sue giacche ha un biglietto che le ricorda chi è e dove abita.
Valentina è mia nonna e anche se spesso non ricorda il mio nome io la abbraccio comunque.
Ogni tanto prendo con me la chitarra e mentre suono lei mi segue fischiando e canticchiando,
assecondando il suo grande istinto musicale.
Simone Martinetto
Senza la memoria racconta la storia di Valentina, nonna di Simone, dei suoi problemi a
ricordare per più di due minuti e dei mille biglietti di cui è cosparsa la sua casa.
La mostra fotografica presso lo spazio espositivo di bin11 e l’incontro con l’autore, Simone
Martinetto, ospitato dalla Libreria Trebisonda, accompagnano la pubblicazione del volume
Senza la memoria, edito da Pazzini Editore. Il lavoro ha riscosso un grande interesse
di pubblico, sia tra gli addetti ai lavori che tra le persone meno abituate alle mostre di
fotografia, è stato esposto a New York, in Francia, Spagna, Portogallo, Austria e in molte
città italiane e ha vinto alcuni dei più importanti premi di fotografia, tra cui il Portfolio Italia
(miglior lavoro fotografico dell’anno in Italia), il noto Festival di fotografia a Savignano sul
Rubicone e il premio giovane talento ad Attenzione Talento Fotografico FNAC.
La presentazione del libro sarà accompagnata da una proiezione che comprende alcune
nuove foto presenti nel libro. Sarà presente Francesco Diemoz, produttore del libro, che
dopo essere stato a visitare la mostra di Senza la memoria a New York, durante il viaggio
di ritorno in aereo, ha deciso di finanziare la pubblicazione.
La mostra presso lo spazio bin11 (via Belfiore 22/a Torino) è visitabile fino alle ore 24
di sabato e nei giorni successivi fino al 27 febbraio. Per informazioni e orari di apertura:
info.bin11@gmail.com, tel. 3285413817 / 3478970190/ 3398193106.
Simone Martinetto è artista, fotografo di scena per il cinema e insegnante di fotografia. Inizia a
fotografare quando il nonno, poco prima di morire, gli regala la macchina fotografica che aveva
comprato in occasione della sua nascita.
Ha esposto i suoi lavori in circa 40 mostre, tra cui quelle presso la galleria Claudio Bottello
Contemporary di Torino, il Frost Art Museum di Miami, l’ISCP e i 49B Studios di New York.
Come fotografo di scena ha lavorato con molti dei principali attori e registi italiani, tra cui Isabella
Rossellini, Pierfrancesco Favino, Giuliano Montaldo, Margherita Buy, Alba Rohrwacher, Marco
Ponti, Claudio Bisio, Giancarlo Giannini, Saverio Costanzo.
Tra i suoi lavori, oltre a Senza la memoria, Della stessa materia dei sogni, un lavoro sui sogni
che utilizza “fotografie parlanti”, Viaggiatori, che racconta i viaggi di ritorno dei colombi viaggiatori
con un gioco di immedesimazione nel loro punto di vista, Il filo del tempo, sulle coincidenze che
tengono insieme le singole vite e I shut my eyes in order to see, un lavoro sul silenzio interiore e
sulla contemplazione, realizzato a New York seguendo tre persone che praticano meditazione ogni
giorno.
Ha vinto alcuni importanti premi e riconoscimenti come artista e fotografo di scena. Come
insegnante è stato premiato per un workshop da lui ideato e tenuto a Torino con malati mentali.
Ha vissuto sei mesi a New York, grazie al premio ISCP organizzato da Seat Pagine Gialle e dal
Ministero Italiano per i Beni e le Attività Culturali.
Insieme a Simona Ghizzoni e Gaetano Massa ha pubblicato il libro fotografico “Nonostante
la vostra cortese ospitalità. Fotografia e disagio mentale oggi”, editrice Quinlan. E’ laureato in
Filosofia con una tesi sul concetto di tempo in fotografia. Ogni giorno riceve stimoli e idee dal
rapporto d’amore con sua moglie Virginia Farina, anche lei artista e fotografa.
Per informazioni e interviste all’autore:
tel. 3478759286; martinetto@gmail.com; www.simonemartinetto.com
bin11 - Associazione Culturale - via Belfiore 22A - 10125 Torino - www.bin11.it
Approfondimenti
STORIA DEL LAVORO Senza la memoria
Senza la memoria nasce come una piccola intuizione. Avevo iniziato a fotografare già da diversi
anni, orientandomi verso piccole sequenze di immagini simboliche che avessero la capacità di
esprimere significati profondi. Fotografavo però anche lontano dalla mia città, spesso in viaggio,
quando un giorno mi sono reso conto che proprio a casa, nell’intimità della mia famiglia, senza
bisogno di andare lontano, c’era qualcosa che mi chiedeva di essere raccontato. Una piccola
storia molto personale, ma che al tempo stesso mi sembrava avesse il potenziale per divenire
simbolica e suggerire domande universali. L’esperienza di mia nonna Valentina, il suo invecchiare
e perdere progressivamente la memoria e la sua identità, è qualcosa che in misura minore o
maggiore, direttamente o indirettamente, molti sperimentano. O semplicemente capita a tutti di
interrogarsi sul proprio passato, su come funzioni la propria memoria e su cosa valga la pena
ricordare.
Nacque così un primo nucleo del lavoro, pensato per essere esposto in mostra. Con mia sorpresa,
sin dalla sua prima presentazione in alcune esposizioni e partecipazione ad alcuni premi e festival
di fotografia in Italia, riscosse grandissimo interesse sia tra il pubblico del mondo dell’arte che
tra quello meno abituato alle mostre di fotografia. Vince premi importanti, come il Portfolio Italia
(miglior lavoro fotografico dell’anno in Italia), il noto festival SI Fest a Savignano sul Rubicone, il
premio giovane talento ad Attenzione Talento Fotografico FNAC.
Così iniziò a girare per l’Italia e l’estero (New York, Francia, Austria, Spagna, Portogallo,
Lituania,… ) in forme espositive sempre un po’ diverse. Oltre alle 30 fotografie che costituiscono
il nucleo iniziale del lavoro, aggiungevo poco a poco altri elementi, come alcuni oggetti della
casa di Valentina, una selezione di foto-ricordo ripescate dai suoi cassetti, un piccolo video che
racconta una sua “giornata tipo” utilizzando una nuova serie di fotografie e una musica composta
ad hoc. Ho registrato nel tempo alcuni miei dialoghi con Valentina, da cui ho tratto alcune frasi
che, trascritte sui muri, accompagnano spesso il racconto delle immagini. In ogni mostra, infine,
ho voluto lasciare esposta una scatola dove ogni visitatore poteva depositare, trascritto su un
piccolo biglietto, un ricordo che non avrebbe mai voluto dimenticare. Le memorie conservate in
questa scatola sono diventate per me un dono prezioso: negli anni ho raccolto più di 3000 ricordi
di persone provenienti da varie parti del mondo.
L’idea del libro è arrivata in modo del tutto spontaneo, come la naturale evoluzione di una
pianta che germoglia da un piccolo seme. Quello che ora tenete tra le mani è il frutto di questa
evoluzione, in cui le scansioni e le fotografie includono spesso i biglietti scritti da mia madre
Gisella, figlia di Valentina, che usa soltanto la penna, e alcuni scritti da Valentina stessa che
invece usa soltanto la matita (fatta eccezione per il messaggio scritto sulla carta da cucina
assorbente alle pagine 58 e 59). Come potrete vedere, ci sono anche alcuni biglietti in cui c’è una
chiara interazione tra mia madre e mia nonna: un dialogo che spesso fa sorridere, dove Valentina
risponde con piccole note tracciate a matita agli ordini e regole che mia madre le scrive con
inchiostro blu o nero.
Credo che la fotografia sia un veicolo di luce, capace di viaggiare lontano e portarci in un altro
mondo in pochi istanti, facendoci vivere le vite degli altri, entrando con gentilezza nei loro pensieri.
Credo sia uno strumento prezioso di memoria e un grande punto di domanda. Possano così
questo libro e queste fotografie andare oltre la superficie delle pagine e arrivare nei mondi più
nascosti del vostro cuore e della vostra immaginazione.
TESTO DI CLAUDIO MARRA
Si dice, e credo giustamente, che la condizione massima dell’amore sia l’identificazione con la
sofferenza dell’altro. La capacità, o forse meglio il tentativo, di assumerne i problemi e i pensieri, di
fare proprie le sensazioni, i timori, le incertezze che attraversano il corpo e la mente di chi si ama.
È per queste ragioni che in effetti non ho mai inteso questo struggente lavoro di Simone come
un puro e semplice racconto, come un piccolo e pur affettuoso reportage dedicato alla propria
nonna. I reportage, i racconti, li tracciano i fotografi, gli “estranei” come li definiva acutamente
Proust. Quelli che per necessità di resoconto restano fuori, cercando proprio nella distanza, nel
mancato coinvolgimento e nell’assenza di un autentico contatto, la verità e il valore della propria
testimonianza. Ecco, mi pare che Simone abbia fatto tutt’altro. Mi pare che il suo tentativo sia stato
proprio quello di condividere la memoria incerta e difficile di Valentina, di entrare nel tempo dilatato
e senza riferimenti che accompagna la sua quotidianità. Ma la cosa più sorprendente, e che alla
fine ci coinvolge tutti, è che abbia tentato di farlo proprio con la fotografia, con lo strumento che,
a ragione, consideriamo il più efficace prolungamento della nostra memoria. Simone ha però
capito una cosa ed ha saputo sfruttarla magnificamente. Ha capito che quella della fotografia è
una memoria strana e particolare, una memoria frammentata ed emotiva che segue le ragioni
del cuore più che quelle della ragione. Così facendo si è identificato nel profondo con Valentina
e con il suo mondo difficile e incerto, assumendone in qualche modo la stessa condizione. È
riuscito ad entrare in uno spazio e in un tempo segnati da tracce labili, in una dimensione diversa
suggerita da pochi appunti scritti e da altre fotografie che cercano di tenere insieme il passato con
il presente, di ritrovare cose, gesti, persone ed affetti dispersi nel corso degli anni e delle giornate.
È così che alla fine, in modo sorprendente e quasi miracoloso, un doloroso “senza la memoria” si
trasforma, anzi trasfigura, in affettuoso e vivido “con la memoria”.
Claudio Marra*
*Claudio Marra, autore di riferimento in ambito teorico e critico, insegna Storia della fotografia
all’Università di Bologna. Tra le sue principali pubblicazioni ricordiamo: Fotografia e pittura nel
Novecento (e oltre), L’immagine infedele, Nelle ombre di un sogno e Le idee della fotografia, tutte edite da Bruno Mondadori.
16
febbraio 2013
Simone Martinetto – Senza la memoria
Dal 16 al 27 febbraio 2013
fotografia
presentazione
presentazione
Location
BIN11
Torino, Via Belfiore, 22/a, (Torino)
Torino, Via Belfiore, 22/a, (Torino)
Vernissage
16 Febbraio 2013, h 18.30 bin11, via Belfiore 22/a, TORINO. Presentazione del libro “Senza la memoria”: ore 21.30 | Libreria Trebisonda | Via Sant’Anselmo 22, TORINO
Sito web
www.simonemartinetto.com
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