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Simone Meneghello – Gli opposti convivono
Simone Meneghello propone una serie di fotografie nelle quali compaiono diverse immagini sovrapposte come metafora del concetto di realtà composta da elementi diversi e ai nostri occhi, opposti, diversità che è vista dalle concezioni tradizionali orientali come complementarietà e coesistenza ineliminabile e quindi da accettare, e che è invece vista, semplificando e un po’ per brevità, come lotta per la prevalenza di ciascuno dei due poli fino all’annientamento dell’altro, nelle concezioni di vita che si sono sviluppate dalle tradizioni delle grandi religioni monoteistiche rivelate.
Comunicato stampa
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Fin dalla prima volta che ho visto le sue fotografie, Simone Meneghello, che è tra l'altro è anche musicista, mi ha consigliato di leggere il libro di Alan Watts "Il Tao – la via dell’acqua che scorre", per comprendere meglio il suo linguaggio artistico. Mi sono dunque procurato quel libro, pur essendomi nel frattempo ricordato di averlo già letto parecchi anni fa. Mi è stata allora più chiara la sua tecnica di stampare diverse immagini sovrapposte, come metafora del concetto di realtà composta da elementi diversi e ai nostri occhi, opposti, diversità che è vista dalle concezioni tradizionali orientali come complementarietà e coesistenza ineliminabile e quindi da accettare, e che è invece vista, semplificando e un po' per brevità, come lotta per la prevalenza di ciascuno dei due poli fino all'annientamento dell'altro, nelle concezioni di vita che si sono sviluppate dalle tradizioni delle grandi religioni monoteistiche rivelate. Queste affermazioni restano fondamentalmente valide pur tenendo a mente le caratteristiche mitiganti che hanno avuto nelle società occidentali l'affermarsi di correnti quali ad esempio il liberalismo e la democrazia moderna, e il continuo divenire delle stesse concezioni e prassi religiose.
Oltre a un'ottima tecnica e scelta nelle singole inquadrature, Meneghello ci offre come risultato di questo sovrapporsi generalmente di tre immagini alla volta, una serie di stampe in bianco e nero tanto armoniche da far si che, in svariati casi, potremmo avere l'impressione di trovarci di fronte a singoli scatti con particolari della realtà ripresi semplicemente in maniera insolita; ciò sarà tanto più vero quanto più sapremo osservare con sguardo libero da tecnicismi e abbandonato, in maniera da essere lontano dalla razionalità, modalità probabilmente non facili per chi è esperto di fotografia.
In questo risultato c'è molto del taoismo; cos'è infatti l'immagine finale se non la rappresentazione di una realtà come risultato più o meno armonico dell'insieme delle diverse componenti rappresentate dalle diverse immagini sovrapposte ? In questo senso si potrebbe dire che le singole immagini che vanno a comporre l'immagine che vediamo, rappresentino anche le diverse visioni, i diversi modi di concepire la vita che vanno a comporre la realtà.
Per rafforzare il concetto degli opposti le opere in bianco nero vengono esposte a coppie, all’interno di ognuna delle quali è facile individuare delle antinomie tra chiaro e scuro, zone a righe e zone uniformi, e altre di tal fatta.
Nella mostra vengono esposte anche quattro stampe a colori di dimensioni più grandi rispetto a quelle in bianco in nero, che ci mostrano una diversa possibilità di declinazione degli stessi concetti. In questi casi infatti, le sovrapposizioni erano già presenti al momento dello scatto, e, in tal modo, si avvicinano anche al concetto del ready-made. Le immagini ritraggono parti delle travi in legno sopra le quali vengono appoggiate le barche portate a riva. Queste travi hanno su di se le tracce delle pitture e delle vernici utilizzate per la manutenzione delle barche stesse, ed essendo dette manutenzioni ripetute, in queste stampe l’immagine finale va ad assumere anche un valore di sovrapposizione temporale.
Ciò che si è fin qui affermato non esclude la validità di altre osservazioni con atteggiamenti più razionali, magari fatte in un secondo momento, che tra l'altro, proprio alla luce di una visione più chiara scaturita dalle due modalità di osservazione, potrebbero confermarci la validità del concetto della convivenza tra opposti.
(testo di Fabrizio Gilardi di Action Art)
Simone Meneghello (Milano, 1973) ha studiato al liceo artistico e poi scenografia all’Accademia di belle arti di Brera. Si occupa da sempre di fotografia. e suona il pianoforte componendo da anni musiche nelle quali ricerca un linguaggio dagli elementi fortemente innovativi. Solo di recente ha ritenuto i tempi maturi per esporre le sue opere fotografiche, cosa che è avvenuta per la prima volta nel marzo 2013 presso l’associazione Emmaus sita a Milano in pieno centro, nell’ambito di una mostra curata da Alessandro Rizzo. E’ responsabile degli aspetti creativi in una società di organizzazione eventi.
16
maggio 2013
Simone Meneghello – Gli opposti convivono
Dal 16 maggio al 02 giugno 2013
arte contemporanea
Location
DA LUCA E ANDREA
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 34, (Milano)
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 34, (Milano)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 17 alle 2 del mattino.
Vernissage
16 Maggio 2013, dalle 19.00 fino a tarda sera
Autore
Curatore