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Simonne Chevalier – Cosmogonia
“Cosmogonia” è il titolo dell’emozionante raccolta di opere dell’artista trascendentale Simonne Chevalier, esposte per la prima volta il 21 Marzo 2013 ad Haidea Gallery in una mostra organizzata da “the house of love” e curata dal musicista e scrittore Tibe.
Comunicato stampa
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Ho scoperto Simonne Chevalier andando nei boschi. È da lì che lei viene ed è lì che si nasconde per “perdere il mondo” e ricreare il proprio universo interiore.
Tibe
“Cosmogonia” è il titolo dell’emozionante raccolta di opere dell’artista trascendentale Simonne Chevalier, esposte per la prima volta il 21 Marzo 2013 ad Haidea Gallery in una mostra organizzata da "the house of love" e curata dal musicista e scrittore Tibe. Simonne è un’artista in contraddizione con i tempi che viviamo. Da dieci anni a questa parte ha vissuto l’arte come canale esclusivo per scoprire sè stessa ed ha lentamente raccolto le proprie visioni utilizzando come tramite la natura e come metafora dell’esistenza stessa: il bosco. È proprio in un bosco dalle parti del Lago Maggiore in provincia di Varese, che Tibe l’ha infatti casualmente incontrata durante un’escursione. È in quel bosco che Simonne lavora o, come direbbe lei, “cerca di sopravvivere alla vita degli uomini là fuori per dare forma alla propria Cosmogonia”.
In quello che un tempo fu un capanno per gli attrezzi di uno zio boscaiolo e contadino, Simonne ha trovato rifugio. Luogo di passaggio ad un’altra dimensione interiore dove dipingere significa essenzialmente “ricreare la propria realtà” e dove il bosco si fa metafora del cammino di vita, il capanno è stato per lei in tutti questi anni il punto di partenza e di arrivo della sua arte:
“Mi vedo più come una bambina che lascia petali sul sentiero per ritrovare la strada al ritorno e non perdersi. La mia arte è circolare, inizia dove và a finire perché si occupa della creazione stessa e nella creazione completa tutti i suoi scopi. Fino ad oggi non ho avuto altri obiettivi al di fuori di questo”.
Proprio ai bordi del prato dove insiste questo piccolo laboratorio risitemato dall’artista stessa; là dove il sentiero sta per addentrarsi nelle profondità del bosco, Simonne è apparsa per la prima volta a Tibe con il quale ha instaurato un dialogo artistico che l’ha portata infine, per la prima volta nella sua vita, ad aprire le porte del proprio rifugio per condividere ciò che fino a quel momento era stato per lei solo un mondo interiore abitato di presenze, indizi, intuizioni e rivelazioni profonde.
Un’arte, quella di Simonne Chevalier, ispirata dai grandi e geniali fantasmi di artisti-eroi vissuti in tempi ormai lontani per i quali “creare” aveva come scopo essenziale quello di trascendere e superare sè stessi oltre la vita e la morte. Figure capaci di dare forma a un mito. Un mito e un immaginario che, nonostante la diversità degli strumenti da loro utilizzati o forse proprio per questo, è stato di grande ispirazione per Simonne. La scrittura come la musica e non altra pittura hanno quindi ispirato il lavoro di questa artista che ci racconta di aver toccato la “Vita nei boschi” di H.D. Thoreau come fosse stata una creatura tridimensionale o di aver ascoltato il suggerimento di Ralph Waldo Emerson ad avere fortemente fiducia in sè stessi prendere corpo in una voce arrivata tra le foglie in caduta libera o ancora di aver ascoltato innumerevoli volte le note dei “12 esercizi trascendetali” di Listz quasi avessero fatto la loro comparsa fra i suoni del bosco per chiudere l’inverno come uno “Scaccianeve in si bemolle minore”.
Un’artista negatasi fino ad oggi a qualsiasi occasione sociale o vetrina col chiaro intento di dare vita ad un viaggio interiore che avvicina di più queste opere al concetto di liberazione che a qualsiasi ricerca di gradimento o consenso.
C’erano voci tra le foglie. Mi bastava sollevarle camminando con la punta delle scarpe per alzare anche il volume del creato mentre tutto ciò che restava ancora nascosto stava comunque lì, ad occhi rossi, a passi veloci, proponeva il suo gioco di corse e colori abbandonati fra le mie mani come fra quelle di un assassino che aveva ucciso per amore.
Io uccidevo per creare.
Tibe
Continua così, con questo secondo affascinante appuntamento, il viaggio che “the house of love” e “Haidea Gallery” vi invitano a fare all’interno di uno spazio espositivo che si è fatto conoscere come galleria dedicata al gioiello d’autore per poi divenire nel tempo spazio poliedrico e in perenne mutazione nell’elegante e sempre vivo quartiere di Brera, centro della memoria storica della città. Una memoria tenuta viva e alimentata anche da questo giovedì 21 Marzo, data nella quale oltre a “vedere” avremo anche occasione di “ascoltare” le note scelte dal curatore Tibe per commentare le opere di Simonne Chevalier.
Un sound design che tradurrà in musica le visioni dell’artista per dare forma ad un evento attraverso il quale siete invitati a perdervi nel grande, misterioso bosco dell’esistenza e ritrovarvi infine arricchiti ai bordi del sentiero verso una nuova vita che verrà.
Tibe
“Cosmogonia” è il titolo dell’emozionante raccolta di opere dell’artista trascendentale Simonne Chevalier, esposte per la prima volta il 21 Marzo 2013 ad Haidea Gallery in una mostra organizzata da "the house of love" e curata dal musicista e scrittore Tibe. Simonne è un’artista in contraddizione con i tempi che viviamo. Da dieci anni a questa parte ha vissuto l’arte come canale esclusivo per scoprire sè stessa ed ha lentamente raccolto le proprie visioni utilizzando come tramite la natura e come metafora dell’esistenza stessa: il bosco. È proprio in un bosco dalle parti del Lago Maggiore in provincia di Varese, che Tibe l’ha infatti casualmente incontrata durante un’escursione. È in quel bosco che Simonne lavora o, come direbbe lei, “cerca di sopravvivere alla vita degli uomini là fuori per dare forma alla propria Cosmogonia”.
In quello che un tempo fu un capanno per gli attrezzi di uno zio boscaiolo e contadino, Simonne ha trovato rifugio. Luogo di passaggio ad un’altra dimensione interiore dove dipingere significa essenzialmente “ricreare la propria realtà” e dove il bosco si fa metafora del cammino di vita, il capanno è stato per lei in tutti questi anni il punto di partenza e di arrivo della sua arte:
“Mi vedo più come una bambina che lascia petali sul sentiero per ritrovare la strada al ritorno e non perdersi. La mia arte è circolare, inizia dove và a finire perché si occupa della creazione stessa e nella creazione completa tutti i suoi scopi. Fino ad oggi non ho avuto altri obiettivi al di fuori di questo”.
Proprio ai bordi del prato dove insiste questo piccolo laboratorio risitemato dall’artista stessa; là dove il sentiero sta per addentrarsi nelle profondità del bosco, Simonne è apparsa per la prima volta a Tibe con il quale ha instaurato un dialogo artistico che l’ha portata infine, per la prima volta nella sua vita, ad aprire le porte del proprio rifugio per condividere ciò che fino a quel momento era stato per lei solo un mondo interiore abitato di presenze, indizi, intuizioni e rivelazioni profonde.
Un’arte, quella di Simonne Chevalier, ispirata dai grandi e geniali fantasmi di artisti-eroi vissuti in tempi ormai lontani per i quali “creare” aveva come scopo essenziale quello di trascendere e superare sè stessi oltre la vita e la morte. Figure capaci di dare forma a un mito. Un mito e un immaginario che, nonostante la diversità degli strumenti da loro utilizzati o forse proprio per questo, è stato di grande ispirazione per Simonne. La scrittura come la musica e non altra pittura hanno quindi ispirato il lavoro di questa artista che ci racconta di aver toccato la “Vita nei boschi” di H.D. Thoreau come fosse stata una creatura tridimensionale o di aver ascoltato il suggerimento di Ralph Waldo Emerson ad avere fortemente fiducia in sè stessi prendere corpo in una voce arrivata tra le foglie in caduta libera o ancora di aver ascoltato innumerevoli volte le note dei “12 esercizi trascendetali” di Listz quasi avessero fatto la loro comparsa fra i suoni del bosco per chiudere l’inverno come uno “Scaccianeve in si bemolle minore”.
Un’artista negatasi fino ad oggi a qualsiasi occasione sociale o vetrina col chiaro intento di dare vita ad un viaggio interiore che avvicina di più queste opere al concetto di liberazione che a qualsiasi ricerca di gradimento o consenso.
C’erano voci tra le foglie. Mi bastava sollevarle camminando con la punta delle scarpe per alzare anche il volume del creato mentre tutto ciò che restava ancora nascosto stava comunque lì, ad occhi rossi, a passi veloci, proponeva il suo gioco di corse e colori abbandonati fra le mie mani come fra quelle di un assassino che aveva ucciso per amore.
Io uccidevo per creare.
Tibe
Continua così, con questo secondo affascinante appuntamento, il viaggio che “the house of love” e “Haidea Gallery” vi invitano a fare all’interno di uno spazio espositivo che si è fatto conoscere come galleria dedicata al gioiello d’autore per poi divenire nel tempo spazio poliedrico e in perenne mutazione nell’elegante e sempre vivo quartiere di Brera, centro della memoria storica della città. Una memoria tenuta viva e alimentata anche da questo giovedì 21 Marzo, data nella quale oltre a “vedere” avremo anche occasione di “ascoltare” le note scelte dal curatore Tibe per commentare le opere di Simonne Chevalier.
Un sound design che tradurrà in musica le visioni dell’artista per dare forma ad un evento attraverso il quale siete invitati a perdervi nel grande, misterioso bosco dell’esistenza e ritrovarvi infine arricchiti ai bordi del sentiero verso una nuova vita che verrà.
21
marzo 2013
Simonne Chevalier – Cosmogonia
Dal 21 marzo all'otto aprile 2013
arte contemporanea
Location
HAIDEA GALLERY
Milano, Largo Claudio Treves, 2, (Milano)
Milano, Largo Claudio Treves, 2, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00
Vernissage
21 Marzo 2013, ore 18.00
Autore
Curatore