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Simrin Mehra Agarwal – Hierarchy
Nella sua prima personale italiana presso Dream Factory, Simrin Mehra Agarwal presenterà una serie di lavori concepiti appositamente per la mostra. Originaria di Calcutta, ha partecipato a numerose esposizioni in India ed Europa.
Comunicato stampa
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Hierarchy - Il museo mentale di Simrin Mehra Agarwal
I rapporti delle vite con i luoghi sono da considerarsi particolarmente interessanti. Il legame tra la memoria femminile e la memoria dei luoghi sembra testimoniare una cura specifica nel trovare collegamenti tra il “paesaggio interiore” che si costruisce o ricostruisce e il paesaggio esteriore, luogo concreto dove si svolge il proprio vissuto. L’ultima produzione dell’ artista indiana Simrin Mehra-Agarwal, classe 1979, si colloca proprio all’interno di tale percorso. Simrin nasce a Calcutta e parte della sua famiglia è considerata discendente della dinastia reale di Jhargram. Racconti di un passato glorioso, popolato da maharajas e da guerrieri, che prendono vita nei fastosi palazzi dalla tipica atmosfera orientaleggiante sono ancora vividi, riferisce l’artista stessa, nella sua memoria. Un’eredità culturale che diventa quasi esperienza primitiva, capace di innestarsi nelle regioni più remote del pensiero. Esiste una verità che emerge quando ciascuno interroga con atteggiamento onesto la propria memoria; la memoria passa attraverso un filtro, a volte consciamente a volte inconsciamente, in cui alcuni eventi possono essere manipolati, alterati o rimossi. Inoltre la memoria non è un semplice repertorio statico di informazioni catalogate ma un bagaglio dinamico di conoscenze che influisce sulla vita e sulle scelte delle persone. Il museo mentale di Simrin raccoglie immagini estrapolate da quegli stessi palazzi, popolati un tempo dalla sfarzosa vita di corte e abbandonati, ora, all’indomabile logorìo del tempo. Colonne, antiche sculture ed oggetti vengono decontestualizzati e rappresentati come fossero pezzi di un puzzle privo, però, di un qualsivoglia ordine. L’opera diventa un museo immaginario di cose, sempre mutevoli e volte a stimolare lo spettatore nel creare connessioni tra le varie forme. Disegni geometrici, motivi fluidi e simboli iconografici sono utilizzati per svelare un significato nascosto, che solamente colui che osserva sarà in grado di decifrare. Il lavoro di Simrin Mehra Agarwal vuole porre l’accento sul viaggio delle forme: dalla loro ideazione al definitivo deterioramento. Perchè le rovine danno ancora segno di vita; ciò che colpisce nello spettacolo delle rovine è la loro capacità di fornire il senso del tempo senza riassumere la storia e senza concluderla nell’illusione del sapere o della bellezza, la loro capacità di assumere la forma, appunto, di un’opera d’arte, di un ricordo senza passato.
I rapporti delle vite con i luoghi sono da considerarsi particolarmente interessanti. Il legame tra la memoria femminile e la memoria dei luoghi sembra testimoniare una cura specifica nel trovare collegamenti tra il “paesaggio interiore” che si costruisce o ricostruisce e il paesaggio esteriore, luogo concreto dove si svolge il proprio vissuto. L’ultima produzione dell’ artista indiana Simrin Mehra-Agarwal, classe 1979, si colloca proprio all’interno di tale percorso. Simrin nasce a Calcutta e parte della sua famiglia è considerata discendente della dinastia reale di Jhargram. Racconti di un passato glorioso, popolato da maharajas e da guerrieri, che prendono vita nei fastosi palazzi dalla tipica atmosfera orientaleggiante sono ancora vividi, riferisce l’artista stessa, nella sua memoria. Un’eredità culturale che diventa quasi esperienza primitiva, capace di innestarsi nelle regioni più remote del pensiero. Esiste una verità che emerge quando ciascuno interroga con atteggiamento onesto la propria memoria; la memoria passa attraverso un filtro, a volte consciamente a volte inconsciamente, in cui alcuni eventi possono essere manipolati, alterati o rimossi. Inoltre la memoria non è un semplice repertorio statico di informazioni catalogate ma un bagaglio dinamico di conoscenze che influisce sulla vita e sulle scelte delle persone. Il museo mentale di Simrin raccoglie immagini estrapolate da quegli stessi palazzi, popolati un tempo dalla sfarzosa vita di corte e abbandonati, ora, all’indomabile logorìo del tempo. Colonne, antiche sculture ed oggetti vengono decontestualizzati e rappresentati come fossero pezzi di un puzzle privo, però, di un qualsivoglia ordine. L’opera diventa un museo immaginario di cose, sempre mutevoli e volte a stimolare lo spettatore nel creare connessioni tra le varie forme. Disegni geometrici, motivi fluidi e simboli iconografici sono utilizzati per svelare un significato nascosto, che solamente colui che osserva sarà in grado di decifrare. Il lavoro di Simrin Mehra Agarwal vuole porre l’accento sul viaggio delle forme: dalla loro ideazione al definitivo deterioramento. Perchè le rovine danno ancora segno di vita; ciò che colpisce nello spettacolo delle rovine è la loro capacità di fornire il senso del tempo senza riassumere la storia e senza concluderla nell’illusione del sapere o della bellezza, la loro capacità di assumere la forma, appunto, di un’opera d’arte, di un ricordo senza passato.
15
settembre 2010
Simrin Mehra Agarwal – Hierarchy
Dal 15 settembre al 30 ottobre 2010
arte contemporanea
Location
DREAM FACTORY – LABORATORIO ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Corso Giuseppe Garibaldi, 117, (Milano)
Milano, Corso Giuseppe Garibaldi, 117, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 20.
in altri orari chiamare 335 5854083
Vernissage
15 Settembre 2010, ore 19
Autore
Curatore