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Simurg
collettiva
Comunicato stampa
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Il raffronto dei linguaggi porta a un inevitabile valico: se da una parte troviamo la convinzione di riuscire a fruire l’arte “a menadito” (la volontà cioè di apprendere e - credere di - comprendere l’arte attraverso la memoria, il paragone culturale, la citazione), dall’altra troviamo una reminiscenza che diventa déjà-vu allorquando ci troviamo di fronte a opere che sono un passato perpetuo... un passato che si perpetua. Capita quindi di vivere in una condizione sempre simile ma mai uguale ove tutto ci sembra già noto; tale condizione si rivela essere un impasse, un limbo capace di mettere in dubbio tutte le informazioni.
Nella in-capacità di determinarne o meno la matrice culturale rispetto al contesto, l’opera d’arte si pone allora in uno stato di apparente/diffidente novità. Ne deriva una sorta di vertigine rispetto a ciò che si crede di ri-conoscere (perché tramandato, confrontato, plagiato), rischiando invero di acquistare o perdere continuamente l’identità, il senso d’appartenenza, la consapevolezza delle cose che ci circondano. Ecco perché i frammenti cartacei di Simone Pellegrini tendono a combinare arcaici fregi di vita con i bestiari delle pitture rupestri, i disegni e le sculture di Andrea Bianconi segnare uno sconfinamento tra gli eccessi del kitsch e l’ampollosità del barocco, le opere di Beatrice Pasquali fare esplicito riferimento alla tabulae anatomicae settecentesca e alle “tavole fiamminghe”. E se in Mirko Baricchi – come scrive Alessandra Possamai Vita - riaffiorano “percorsi di rimandi, icone e stili della Storia dell’arte [...] mondi che riportano l’opera d’arte all’immanente quotidiano”, nei quadri di Nicola Samorì notiamo come la melanosi alchemica porti in sé la melancholia del classico.
disponibile cartella con opere grafiche dei cinque artisti
catalogo generale di prossima pubblicazione
la mostra è visibile fino al 14 gennaio, dal martedì al sabato dalle ore 16.00 alle 19.00
MIRKO BARICCHI [nato a La Spezia 1970, dove vive e lavora]
Si diploma nel 1992 all’Istituto per l’Arte ed il restauro di Firenze. Nel 1993 intraprende un viaggio che lo porta a contatto con le arti visive centro americane. Decide di stabilirsi a Città del Messico occupandosi di grafica pubblicitaria fino al 1994, anno in cui ritorna in Italia. Nelle sue opere troviamo giocattoli, animali, burattini, scritte murali, diavoletti, oggetti dell’infanzia, memorie che ritornano dalla profondità dell’inconscio, immagini conservate in qualche parte della mente, che non esistono più ma che affiorano immerse in gamme di colori bassi, pacati, quasi monocromi tra gli ocra, i bianchi, il bitume, l’indaco, con segni rosso sangue a rappresentare il colore del sentimento e delle emozioni.
ANDREA BIANCONI [nato a Arzignano nel 1974, vive e lavora a Milano]
Dopo aver frequentato studi di Giurisprudenza inizia a dipingere. In seguito decide di lavorare il vetro, la ceramica e il ferro, impara ad intarsiare il legno e a cucire pelli e stoffe.
La sua ricerca artistica si indirizza verso la sperimentazione dei materiali: utilizza e fonde tra loro plastica, metallo, vetro, legno, pelle e piume di struzzo per creare opere che conservino la magia e l’innocente genialità di un bambino. Bianconi è interessato alla privacy e ai problemi legati allo sguardo ma riconosce come fondamentale la pratica del disegno che sempre sostiene il suo processo creativo.
BEATRICE PASQUALI [nata a Verona nel 1973, vive e lavora a Bologna]
Beatrice Pasquali nasce a Verona nel 1973. Dopo una formazione accademica presso la cattedra di pittura a Bologna, si interessa allo studio del corpo umano nelle sue varie rappresentazioni, dalla pittura fiamminga a quella manierista italiana, con particolare attenzione ai fenomeni culturali che intorno a questo tema hanno dato vita a particolari studi anatomici o umori pittorici. La sua pittura si indirizza verso l'iconografia di alcune parti del corpo oltre che nella ricerca tridimensionale quasi scultorea attuata con la cera o altre particolari tecniche artistiche.
SIMONE PELLEGRINI [nato ad Ancona nel 1972, vive e lavora a Bologna]
Diplomatosi all'Accademia di Belle Arti di Urbino nel 1999, la ricerca di Simone Pellegrini costituisce un’esperienza unica nell'ambito delle tendenze della nuova Figurazione Italiana dove si registrano da un lato le emergenze del reale e dall’altro i fenomeni effimeri della moda e della comunicazione. Le opere, carte ocra strappate e “sporcate” (usate come tele) raccontano storie che sembrano provenire da un passato recondito, da una vita “barbara” che sembra tanto lontana eppure così simile alla nostra.
Nella scelta di modelli figurativi arcaici resi attraverso la tecnica dell’impressione monotipica, nella sovrapposizione delle figure e nella personalissima definizione spazio-tempo, Pellegrini intende comunicare le vicende dell’Essere sul quale fioriscono gli Eventi. Ciò tocca la nostra quotidinità facendoci accedere alla dimensione a-storica dell’Originario, chiamandoci a un’intuizione della Vita al di là di ogni tentativo di definizione statica.
NICOLA SAMORÌ [nato a Forlì nel 1977, vive e lavora a San Pietro in Trento (RA)]
Dai primi anni novanta sviluppa una intensa attività pittorica che lo porta ad affinare le più diverse tecniche espressive, fra le quali quella dell’affresco. Affronta inoltre le tecniche calcografiche e quelle plastiche, in particolare la scultura lignea.
Attraverso le opere l’artista ci invita alla meditazione su temi attuali e primari della condizione umana: la sacralità del corpo e della vita, la sensibilità e il senso di sé nella dimensione fisica e spirituale. Tema ispiratore della sua ricerca è il corpo, che violato diviene metafora della complessità del tempo in cui viviamo; nella sua valenza culturale e simbolica esso diviene oggetto di sacrifici e di una violenza che genera solo sé stessa.
Nella in-capacità di determinarne o meno la matrice culturale rispetto al contesto, l’opera d’arte si pone allora in uno stato di apparente/diffidente novità. Ne deriva una sorta di vertigine rispetto a ciò che si crede di ri-conoscere (perché tramandato, confrontato, plagiato), rischiando invero di acquistare o perdere continuamente l’identità, il senso d’appartenenza, la consapevolezza delle cose che ci circondano. Ecco perché i frammenti cartacei di Simone Pellegrini tendono a combinare arcaici fregi di vita con i bestiari delle pitture rupestri, i disegni e le sculture di Andrea Bianconi segnare uno sconfinamento tra gli eccessi del kitsch e l’ampollosità del barocco, le opere di Beatrice Pasquali fare esplicito riferimento alla tabulae anatomicae settecentesca e alle “tavole fiamminghe”. E se in Mirko Baricchi – come scrive Alessandra Possamai Vita - riaffiorano “percorsi di rimandi, icone e stili della Storia dell’arte [...] mondi che riportano l’opera d’arte all’immanente quotidiano”, nei quadri di Nicola Samorì notiamo come la melanosi alchemica porti in sé la melancholia del classico.
disponibile cartella con opere grafiche dei cinque artisti
catalogo generale di prossima pubblicazione
la mostra è visibile fino al 14 gennaio, dal martedì al sabato dalle ore 16.00 alle 19.00
MIRKO BARICCHI [nato a La Spezia 1970, dove vive e lavora]
Si diploma nel 1992 all’Istituto per l’Arte ed il restauro di Firenze. Nel 1993 intraprende un viaggio che lo porta a contatto con le arti visive centro americane. Decide di stabilirsi a Città del Messico occupandosi di grafica pubblicitaria fino al 1994, anno in cui ritorna in Italia. Nelle sue opere troviamo giocattoli, animali, burattini, scritte murali, diavoletti, oggetti dell’infanzia, memorie che ritornano dalla profondità dell’inconscio, immagini conservate in qualche parte della mente, che non esistono più ma che affiorano immerse in gamme di colori bassi, pacati, quasi monocromi tra gli ocra, i bianchi, il bitume, l’indaco, con segni rosso sangue a rappresentare il colore del sentimento e delle emozioni.
ANDREA BIANCONI [nato a Arzignano nel 1974, vive e lavora a Milano]
Dopo aver frequentato studi di Giurisprudenza inizia a dipingere. In seguito decide di lavorare il vetro, la ceramica e il ferro, impara ad intarsiare il legno e a cucire pelli e stoffe.
La sua ricerca artistica si indirizza verso la sperimentazione dei materiali: utilizza e fonde tra loro plastica, metallo, vetro, legno, pelle e piume di struzzo per creare opere che conservino la magia e l’innocente genialità di un bambino. Bianconi è interessato alla privacy e ai problemi legati allo sguardo ma riconosce come fondamentale la pratica del disegno che sempre sostiene il suo processo creativo.
BEATRICE PASQUALI [nata a Verona nel 1973, vive e lavora a Bologna]
Beatrice Pasquali nasce a Verona nel 1973. Dopo una formazione accademica presso la cattedra di pittura a Bologna, si interessa allo studio del corpo umano nelle sue varie rappresentazioni, dalla pittura fiamminga a quella manierista italiana, con particolare attenzione ai fenomeni culturali che intorno a questo tema hanno dato vita a particolari studi anatomici o umori pittorici. La sua pittura si indirizza verso l'iconografia di alcune parti del corpo oltre che nella ricerca tridimensionale quasi scultorea attuata con la cera o altre particolari tecniche artistiche.
SIMONE PELLEGRINI [nato ad Ancona nel 1972, vive e lavora a Bologna]
Diplomatosi all'Accademia di Belle Arti di Urbino nel 1999, la ricerca di Simone Pellegrini costituisce un’esperienza unica nell'ambito delle tendenze della nuova Figurazione Italiana dove si registrano da un lato le emergenze del reale e dall’altro i fenomeni effimeri della moda e della comunicazione. Le opere, carte ocra strappate e “sporcate” (usate come tele) raccontano storie che sembrano provenire da un passato recondito, da una vita “barbara” che sembra tanto lontana eppure così simile alla nostra.
Nella scelta di modelli figurativi arcaici resi attraverso la tecnica dell’impressione monotipica, nella sovrapposizione delle figure e nella personalissima definizione spazio-tempo, Pellegrini intende comunicare le vicende dell’Essere sul quale fioriscono gli Eventi. Ciò tocca la nostra quotidinità facendoci accedere alla dimensione a-storica dell’Originario, chiamandoci a un’intuizione della Vita al di là di ogni tentativo di definizione statica.
NICOLA SAMORÌ [nato a Forlì nel 1977, vive e lavora a San Pietro in Trento (RA)]
Dai primi anni novanta sviluppa una intensa attività pittorica che lo porta ad affinare le più diverse tecniche espressive, fra le quali quella dell’affresco. Affronta inoltre le tecniche calcografiche e quelle plastiche, in particolare la scultura lignea.
Attraverso le opere l’artista ci invita alla meditazione su temi attuali e primari della condizione umana: la sacralità del corpo e della vita, la sensibilità e il senso di sé nella dimensione fisica e spirituale. Tema ispiratore della sua ricerca è il corpo, che violato diviene metafora della complessità del tempo in cui viviamo; nella sua valenza culturale e simbolica esso diviene oggetto di sacrifici e di una violenza che genera solo sé stessa.
02
dicembre 2005
Simurg
Dal 02 dicembre 2005 al 14 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
BELLOFRESCO
Venezia, Calle Della Testa, 1, (Venezia)
Venezia, Calle Della Testa, 1, (Venezia)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle ore 16.00 alle 19.00
Vernissage
2 Dicembre 2005, ore 18.30
Autore
Curatore