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Sinfonia urbana
viaggio tra le emozioni e le fantasie evocate dalla città
Comunicato stampa
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“Sinfonia urbana”: viaggio tra le emozioni e le fantasie evocate dalla città; nei vicoli e nelle piazze s’intrecciano vite ed esperienze, nei quartieri la storia si sedimenta, passato e presente s’incontrano, la città è testimone del tempo come un fossile sempre vivo e restituisce senza sosta la sua saggezza; essa è al contempo luogo geografico di luci, architetture, fotografie, territorio privilegiato per gli artisti, teatro sempre aperto di idee stimolanti sulle quali lavorare: inseguendo un bagliore di luce che accende di colore-luce le forme di una Roma più metafisica che reale: così Mario Moretti, uno degli artisti presenti in questa rassegna (ha realizzato un ciclo di quadri per la mostra “Omaggio a Roma” presentata da Gigi Magni), o cogliendo un’atmosfera sospesa da film noir: vedi Sergio Ceccotti con i suoi misteriosi angoli di Parigi e Roma.
La Mostra si articola attraverso due settori: un settore dedicato alla personale di Leandro Lottici ed un altro dedicato a venti artisti, maestri del ‘900 e contemporanei che, confrontandosi tutti sul tema delle suggestioni metropolitane, arricchiscono e valorizzano il ‘lavoro’ di Lottici; è, infatti, guardando questo ‘lavoro’ che è nato il desiderio di riunire in una medesima esposizione il frutto di ricerche diverse.
Leandro Lottici (ha appena concluso la mostra “Visionarietà” patrocinata dalla provincia di Terni) con originalità e rigore realizza nelle sue opere una efficace sintesi di linee e masse, i piani si sovrappongono con prospettive studiate e le plastiche, applicate a più strati, danno luogo a trasparenze. A volte la musicalità del segno prende il sopravvento, altrove è protagonista il ritmo grigio e desolato delle costruzioni.
Alcuni temi delle opere dei Maestri storici del ‘900, presentate nel secondo settore, sono molto noti: Le rovine di Varsavia di Turcato, ( Biennale di Venezia del 1948) o quello dei Paesaggi urbani di Sironi, blocchi di periferie illuminate da una luce grigia, dove gli esseri umani sembrano scomparsi inghiottiti dal cemento, o ancora il tema, realizzato quasi sempre in bianco e nero o in monocolore, degli Scali merci e del Gazometro di Vespignani, o il ciclo della Città frontale di Consagra o, la serie dei Grattacieli di New York, precoce visione Pop di Titina Maselli, celeberrima artista scomparsa di recente. Famose anche le Vedute dell’Urbe, spesso accese da colori vulcanici, degli artisti di Scuola romana. Notissimo il tema delle Città impacchettate di Christo. Infine anche il maestro Quattrucci è presente nella mostra con Rissa a Trastevere.
Tra gli artisti contemporanei, oltre i già citati Moretti e Ceccotti, partecipano gli scultori Nito Contreras, che da molti anni ha posto lo studio del territorio come suo oggetto d’indagine: “…intendo piuttosto segnare la circostanza fisica e mentale di un luogo dal quale si può osservare, penetrare e ascoltare la materia”, e Claudio Perri, presente con “Berlino”, uno dei suoi più suggestivi liberintro, libri scolpiti con i quali ha recentemente vinto il Primo premio alla Biennale di Alessandria d’Egitto.
Le opere fotografiche esposte sono di Rosetta Messori, che ispira la sua ricerca alle teorie del “fotodinamismo futurista” di Anton Giulio Bragaglia. “… quando si ha la percezione di essere osservatori e nello stesso tempo parte dell’oggetto rappresentato… Quarta dimensione, non soltanto ‘tempo’, ma dimensione dello spirito che non vive nella costrizione spaziale, ma al contrario fluttua e cerca continuità tra sé e l’oggetto osservato”.
Ivana Puljic, in “Who”, con la cera ed una personalissima tecnica, da vita a due silhouette al cospetto di una città abbandonata.
Il quadro ad olio di Reggiani è ambientato in periferia “Pittura come poesia: fare,inventare, in un altrove che pure trattiene, incanta. E, prima e dopo molte esperienze, dopo le diverse tecniche e strumenti e prove, la tensione di chi perennemente si cerca e cerca il mondo. E prima e dopo e dentro un’energia, segreta e indomabile, che sola rende necessario e vitale quel cumularsi di affermazioni e di cancellazioni che conducono all’espressione e la fermano.”
Pedro Cano, esponente di spicco del Neorealismo spagnolo, ci racconta sulla carta la sua New York; Pedro “…è un artista cosmopolita che riversa nelle sue opere la forza malinconica della sua terra, e le tappe di un viaggio itinerante non ancora concluso”.
Dieter Kopp nei suoi paesaggi dei Lungotevere romani “… riesce a disporre con assoluto lirismo i suoi colori pastosi, sciolti come entro una bruma che rende imprecisa ogni forma…”.
Verena D’Alessandro approda alla pittura dalla fotografia “…L’emozione che la colpisce si decanta nella pittura per rivelare sentimenti che appartengono alla condizione umana…”
Burton Morris, artista appartenente alla New Pop Art newyorkese, è anche noto per essere stato scelto per rappresentare graficamente la squadra USA alle olimpiadi di Atene 2004 ed è stato poi anche l’autore del poster commemorativo della 76° edizione dei premi Oscar.
Chiude il secondo settore della mostra Giacomo D’Anna, nipote del futurista Giulio D’Anna. D’Anna dopo essersi occupato della omonima casa editrice, si è dedicato con estro e talento alle arti figurative.
La Mostra si articola attraverso due settori: un settore dedicato alla personale di Leandro Lottici ed un altro dedicato a venti artisti, maestri del ‘900 e contemporanei che, confrontandosi tutti sul tema delle suggestioni metropolitane, arricchiscono e valorizzano il ‘lavoro’ di Lottici; è, infatti, guardando questo ‘lavoro’ che è nato il desiderio di riunire in una medesima esposizione il frutto di ricerche diverse.
Leandro Lottici (ha appena concluso la mostra “Visionarietà” patrocinata dalla provincia di Terni) con originalità e rigore realizza nelle sue opere una efficace sintesi di linee e masse, i piani si sovrappongono con prospettive studiate e le plastiche, applicate a più strati, danno luogo a trasparenze. A volte la musicalità del segno prende il sopravvento, altrove è protagonista il ritmo grigio e desolato delle costruzioni.
Alcuni temi delle opere dei Maestri storici del ‘900, presentate nel secondo settore, sono molto noti: Le rovine di Varsavia di Turcato, ( Biennale di Venezia del 1948) o quello dei Paesaggi urbani di Sironi, blocchi di periferie illuminate da una luce grigia, dove gli esseri umani sembrano scomparsi inghiottiti dal cemento, o ancora il tema, realizzato quasi sempre in bianco e nero o in monocolore, degli Scali merci e del Gazometro di Vespignani, o il ciclo della Città frontale di Consagra o, la serie dei Grattacieli di New York, precoce visione Pop di Titina Maselli, celeberrima artista scomparsa di recente. Famose anche le Vedute dell’Urbe, spesso accese da colori vulcanici, degli artisti di Scuola romana. Notissimo il tema delle Città impacchettate di Christo. Infine anche il maestro Quattrucci è presente nella mostra con Rissa a Trastevere.
Tra gli artisti contemporanei, oltre i già citati Moretti e Ceccotti, partecipano gli scultori Nito Contreras, che da molti anni ha posto lo studio del territorio come suo oggetto d’indagine: “…intendo piuttosto segnare la circostanza fisica e mentale di un luogo dal quale si può osservare, penetrare e ascoltare la materia”, e Claudio Perri, presente con “Berlino”, uno dei suoi più suggestivi liberintro, libri scolpiti con i quali ha recentemente vinto il Primo premio alla Biennale di Alessandria d’Egitto.
Le opere fotografiche esposte sono di Rosetta Messori, che ispira la sua ricerca alle teorie del “fotodinamismo futurista” di Anton Giulio Bragaglia. “… quando si ha la percezione di essere osservatori e nello stesso tempo parte dell’oggetto rappresentato… Quarta dimensione, non soltanto ‘tempo’, ma dimensione dello spirito che non vive nella costrizione spaziale, ma al contrario fluttua e cerca continuità tra sé e l’oggetto osservato”.
Ivana Puljic, in “Who”, con la cera ed una personalissima tecnica, da vita a due silhouette al cospetto di una città abbandonata.
Il quadro ad olio di Reggiani è ambientato in periferia “Pittura come poesia: fare,inventare, in un altrove che pure trattiene, incanta. E, prima e dopo molte esperienze, dopo le diverse tecniche e strumenti e prove, la tensione di chi perennemente si cerca e cerca il mondo. E prima e dopo e dentro un’energia, segreta e indomabile, che sola rende necessario e vitale quel cumularsi di affermazioni e di cancellazioni che conducono all’espressione e la fermano.”
Pedro Cano, esponente di spicco del Neorealismo spagnolo, ci racconta sulla carta la sua New York; Pedro “…è un artista cosmopolita che riversa nelle sue opere la forza malinconica della sua terra, e le tappe di un viaggio itinerante non ancora concluso”.
Dieter Kopp nei suoi paesaggi dei Lungotevere romani “… riesce a disporre con assoluto lirismo i suoi colori pastosi, sciolti come entro una bruma che rende imprecisa ogni forma…”.
Verena D’Alessandro approda alla pittura dalla fotografia “…L’emozione che la colpisce si decanta nella pittura per rivelare sentimenti che appartengono alla condizione umana…”
Burton Morris, artista appartenente alla New Pop Art newyorkese, è anche noto per essere stato scelto per rappresentare graficamente la squadra USA alle olimpiadi di Atene 2004 ed è stato poi anche l’autore del poster commemorativo della 76° edizione dei premi Oscar.
Chiude il secondo settore della mostra Giacomo D’Anna, nipote del futurista Giulio D’Anna. D’Anna dopo essersi occupato della omonima casa editrice, si è dedicato con estro e talento alle arti figurative.
24
febbraio 2006
Sinfonia urbana
Dal 24 febbraio al 17 marzo 2006
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA IL NARCISO
Roma, Via Laurina, 26, (Roma)
Roma, Via Laurina, 26, (Roma)
Orario di apertura
11–13 e 16–19,30, chiuso lunedì e festivi
Vernissage
24 Febbraio 2006, ore 18
Autore