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Sironi: la guerra, la vittoria, il dramma. Opere dalle collezioni di Lodovico Isolabella e Claudia Gian Ferrari
In mostra quarantatre opere di cui ventinove dell’artista appartenenti alle
Collezioni Isolabella e Claudia Gian Ferrari e quattordici opere di artisti internazionali della Collezione Isolabella che interpretano il tema della prima guerra mondiale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il FAI - Fondo Ambiente Italiano
presenta la mostra
“Sironi: la guerra, la vittoria, il dramma.
Opere dalle collezioni di Lodovico Isolabella
e Claudia Gian Ferrari”.
Villa Necchi Campiglio, Milano
29 settembre - 6 novembre 2010
Il FAI – Fondo Ambiente Italiano presenta la mostra “Sironi: la guerra, la vittoria, il dramma.
Opere dalle collezioni di Lodovico Isolabella e Claudia Gianferrari”, in occasione dei 50 anni
della morte di Mario Sironi, uno dei grandi maestri del Novecento italiano.
Dal 29 settembre al 6 novembre 2011, a Villa Necchi Campiglio, proprietà del FAI nel cuore
di Milano, saranno esposte quarantatre opere di cui ventinove dell’artista appartenenti alle
Collezioni Isolabella e Claudia Gianferrari e quattordici opere di artisti internazionali della
Collezione Isolabella che interpretano il tema della prima guerra mondiale.
La mostra, a cura di Elena Pontiggia, vuole ricordare non solo i cinquant’anni della morte di
Sironi (1885-1961), ma vuole essere un omaggio anche ai centocinquant’anni dell’Unità d’Italia
presentando per la prima volta alcune opere della raffinata collezione di Lodovico Isolabella,
incentrata sul tema della guerra, tra dramma e vittoria, in Sironi e in altri artisti europei.
Alla raccolta di Isolabella la mostra affianca un’antologia di opere sironiane dello stesso tema
appartenute a Claudia Gian Ferrari, rendendo così onore, a un anno dalla scomparsa, alla
nota gallerista milanese, che ha donato al FAI parte della sua importante collezione d’arte del
Novecento, perché fosse esposta a Villa Necchi.
Lodovico Isolabella, avvocato milanese, ha costruito, con una ricerca incontentabile, una raffinata
raccolta, unica in Europa nel suo genere, che ha come solo soggetto la prima guerra mondiale: a
Villa Necchi si potrà ammirare una parte delle sue opere, qui presentate per la prima volta in modo
organico.
Cuore della mostra è la monumentale tela della “Vittoria alata”, dipinta da Sironi nel 1935.
Si tratta del cartone per l’affresco L’Italia fra le scienze e le arti, realizzato per l’Aula Magna
dell’Università La Sapienza a Roma, il più importante documento dell’idea sironiana, visto che
l’originale romano appare oggi pesantemente ridipinto. In esposizione anche cinque bozzetti inediti
(Collezione privata) degli studi preparatori per l’affresco L’Italia fra le scienze e le arti.
La tela appartiene alla serie di opere monumentali realizzate dall’artista tra la fine degli anni Venti
e i primi anni Quaranta: questa produzione riveste un’importanza centrale nel percorso creativo
di Sironi, che fu convinto assertore del primato dell’opera d’arte realizzata su commissione
pubblica, rispetto alla pittura “da cavalletto” destinata al mercato dell’arte.
In mostra un nucleo importante delle vignette satiriche contro gli Austro-Tedeschi realizzate da
Sironi nel triennio 1915-1918, tra cui quelle per la rivista “Il Montello”, diretta da Bontempelli: tra
queste di rilevante interesse le tavole dell’ultimo numero della rivista, dipinte nel novembre 1918
per celebrare la vittoria e finora totalmente sconosciute.
A queste si affiancano opere sul tema della guerra e della vittoria e opere del Sironi “politico”, tra
cui l’inedita opera “La Vittoria al suo salvatore”, (1924), realizzata dall’artista per una lotteria
pro-mutilati; e la “Vittoria” (1925), della collezione Gian Ferrari, che celebra l’impresa di De
Pinedo, protagonista di un viaggio in idrovolante dall’Italia a Melbourne e Tokio e ritorno.
L’ultima parte della mostra comprende un’antologia emblematica di opere, raccolte in lunghi anni
di ricerca da Lodovico Isolabella, che hanno rappresentato i drammi della prima guerra mondiale.
La sezione muove da maestri europei come Léger con Le Joueurs de cartes, 1915; Dix, con
l’inedita tela Schützengraben in der Champagne, 1916; Grosz con 1917. Prosegue poi con gli
artisti italiani, da Previati (Gli orrori della guerra, 1917) e Nomellini, (Allegoria della vittoria
sull’esercito in marcia, 1919) ai futuristi Balla, Carrà, Dottori, fino a Viani e Marussig, che
rappresentano entrambi un Soldato austriaco emblema della sconfitta, a Gio Ponti e a Ruggero
Panerai.
In mostra verranno esposti anche i due "Studio per la sala P della Mostra della Rivoluzione Fascista,
1931-2", di Sironi, donati al FAI da Claudia Gian Ferrari e stabilmente esposti nel Fumoir di Villa
Necchi.
La mostra, è accompagnata da un catalogo edito da Corraini con testi di Elena Pontiggia, Lodovico
Isolabella e Andrea Sironi
***
Mario Sironi nasce a Sassari nel 1885, da Enrico, ingegnere e architetto comasco, e Giulia Villa, fiorentina.
E’ il secondo di sei figli. Nel 1886 si trasferisce con la famiglia a Roma. Nel 1898, a tredici anni, rimane
orfano di padre. Compie intanto gli studi tecnici e nel 1902 si iscrive alla facoltà di ingegneria, che
abbandona l’ anno dopo per una crisi depressiva. Frequenta invece la Scuola libera del nudo di via Ripetta
e lo studio di Balla, diventando amico di Boccioni, Severini e altri artisti. Con Boccioni compie un viaggio
a Parigi nel 1906. Due anni dopo si reca in Germania, dove ritornerà nel 1910-1911. Intanto, nonostante
le ricorrenti crisi nervose, inizia a dedicarsi all’ illustrazione. Nel 1913 aderisce al futurismo, dandone
un’ interpretazione soprattutto volumetrica. Allo scoppio della guerra si arruola nel Battaglione Lombardo
Volontari Ciclisti. Congedato nel 1919, si sposa a Roma con Matilde Fabbrini. Sempre nel 1919-1920
Sironi dipinge i primi paesaggi urbani. Fin dal 1919, intanto, l’ artista aderisce al fascismo. Dal 1921
disegna illustrazioni per il “ Popolo d’ Italia” , con cui collabora fino al 1942 (dal 1927 anche come critico
d’ arte).Nel 1922 è tra i fondatori del Novecento Italiano. Negli anni trenta, peraltro, Sironi si concentra
soprattutto sulla pittura murale, divenendo il maggior teorico e artefice del ritorno alla decorazione
classica. Pubblica il Manifesto della pittura murale, firmato anche da Campigli, Funi e Carrà (1933), ed
esegue numerose opere monumentali. Mario Sironi muore a Milano nel 1961.
Per informazioni:
Villa Necchi Campiglio - Via Mozart 14 - 20122 Milano Tel. 02 76340121
fainecchi@fondoambiente.it
Apertura: mercoledì – domenica dalle 10 alle 18
Ingresso alla mostra: € 5 – cumulativo mostra e Villa: € 10
Durante la mostra sarà possibile visitare la Villa. Le visite sono guidate e soggette alla disponibilità
di posti e orari, da verificare in biglietteria al momento dell’acquisto del biglietto.
Per maggiori informazioni sul FAI consultare il sito www.fondoambiente.it
Elena Bertolaso 02/467615276 e.bertolaso@fondoambiente.it
presenta la mostra
“Sironi: la guerra, la vittoria, il dramma.
Opere dalle collezioni di Lodovico Isolabella
e Claudia Gian Ferrari”.
Villa Necchi Campiglio, Milano
29 settembre - 6 novembre 2010
Il FAI – Fondo Ambiente Italiano presenta la mostra “Sironi: la guerra, la vittoria, il dramma.
Opere dalle collezioni di Lodovico Isolabella e Claudia Gianferrari”, in occasione dei 50 anni
della morte di Mario Sironi, uno dei grandi maestri del Novecento italiano.
Dal 29 settembre al 6 novembre 2011, a Villa Necchi Campiglio, proprietà del FAI nel cuore
di Milano, saranno esposte quarantatre opere di cui ventinove dell’artista appartenenti alle
Collezioni Isolabella e Claudia Gianferrari e quattordici opere di artisti internazionali della
Collezione Isolabella che interpretano il tema della prima guerra mondiale.
La mostra, a cura di Elena Pontiggia, vuole ricordare non solo i cinquant’anni della morte di
Sironi (1885-1961), ma vuole essere un omaggio anche ai centocinquant’anni dell’Unità d’Italia
presentando per la prima volta alcune opere della raffinata collezione di Lodovico Isolabella,
incentrata sul tema della guerra, tra dramma e vittoria, in Sironi e in altri artisti europei.
Alla raccolta di Isolabella la mostra affianca un’antologia di opere sironiane dello stesso tema
appartenute a Claudia Gian Ferrari, rendendo così onore, a un anno dalla scomparsa, alla
nota gallerista milanese, che ha donato al FAI parte della sua importante collezione d’arte del
Novecento, perché fosse esposta a Villa Necchi.
Lodovico Isolabella, avvocato milanese, ha costruito, con una ricerca incontentabile, una raffinata
raccolta, unica in Europa nel suo genere, che ha come solo soggetto la prima guerra mondiale: a
Villa Necchi si potrà ammirare una parte delle sue opere, qui presentate per la prima volta in modo
organico.
Cuore della mostra è la monumentale tela della “Vittoria alata”, dipinta da Sironi nel 1935.
Si tratta del cartone per l’affresco L’Italia fra le scienze e le arti, realizzato per l’Aula Magna
dell’Università La Sapienza a Roma, il più importante documento dell’idea sironiana, visto che
l’originale romano appare oggi pesantemente ridipinto. In esposizione anche cinque bozzetti inediti
(Collezione privata) degli studi preparatori per l’affresco L’Italia fra le scienze e le arti.
La tela appartiene alla serie di opere monumentali realizzate dall’artista tra la fine degli anni Venti
e i primi anni Quaranta: questa produzione riveste un’importanza centrale nel percorso creativo
di Sironi, che fu convinto assertore del primato dell’opera d’arte realizzata su commissione
pubblica, rispetto alla pittura “da cavalletto” destinata al mercato dell’arte.
In mostra un nucleo importante delle vignette satiriche contro gli Austro-Tedeschi realizzate da
Sironi nel triennio 1915-1918, tra cui quelle per la rivista “Il Montello”, diretta da Bontempelli: tra
queste di rilevante interesse le tavole dell’ultimo numero della rivista, dipinte nel novembre 1918
per celebrare la vittoria e finora totalmente sconosciute.
A queste si affiancano opere sul tema della guerra e della vittoria e opere del Sironi “politico”, tra
cui l’inedita opera “La Vittoria al suo salvatore”, (1924), realizzata dall’artista per una lotteria
pro-mutilati; e la “Vittoria” (1925), della collezione Gian Ferrari, che celebra l’impresa di De
Pinedo, protagonista di un viaggio in idrovolante dall’Italia a Melbourne e Tokio e ritorno.
L’ultima parte della mostra comprende un’antologia emblematica di opere, raccolte in lunghi anni
di ricerca da Lodovico Isolabella, che hanno rappresentato i drammi della prima guerra mondiale.
La sezione muove da maestri europei come Léger con Le Joueurs de cartes, 1915; Dix, con
l’inedita tela Schützengraben in der Champagne, 1916; Grosz con 1917. Prosegue poi con gli
artisti italiani, da Previati (Gli orrori della guerra, 1917) e Nomellini, (Allegoria della vittoria
sull’esercito in marcia, 1919) ai futuristi Balla, Carrà, Dottori, fino a Viani e Marussig, che
rappresentano entrambi un Soldato austriaco emblema della sconfitta, a Gio Ponti e a Ruggero
Panerai.
In mostra verranno esposti anche i due "Studio per la sala P della Mostra della Rivoluzione Fascista,
1931-2", di Sironi, donati al FAI da Claudia Gian Ferrari e stabilmente esposti nel Fumoir di Villa
Necchi.
La mostra, è accompagnata da un catalogo edito da Corraini con testi di Elena Pontiggia, Lodovico
Isolabella e Andrea Sironi
***
Mario Sironi nasce a Sassari nel 1885, da Enrico, ingegnere e architetto comasco, e Giulia Villa, fiorentina.
E’ il secondo di sei figli. Nel 1886 si trasferisce con la famiglia a Roma. Nel 1898, a tredici anni, rimane
orfano di padre. Compie intanto gli studi tecnici e nel 1902 si iscrive alla facoltà di ingegneria, che
abbandona l’ anno dopo per una crisi depressiva. Frequenta invece la Scuola libera del nudo di via Ripetta
e lo studio di Balla, diventando amico di Boccioni, Severini e altri artisti. Con Boccioni compie un viaggio
a Parigi nel 1906. Due anni dopo si reca in Germania, dove ritornerà nel 1910-1911. Intanto, nonostante
le ricorrenti crisi nervose, inizia a dedicarsi all’ illustrazione. Nel 1913 aderisce al futurismo, dandone
un’ interpretazione soprattutto volumetrica. Allo scoppio della guerra si arruola nel Battaglione Lombardo
Volontari Ciclisti. Congedato nel 1919, si sposa a Roma con Matilde Fabbrini. Sempre nel 1919-1920
Sironi dipinge i primi paesaggi urbani. Fin dal 1919, intanto, l’ artista aderisce al fascismo. Dal 1921
disegna illustrazioni per il “ Popolo d’ Italia” , con cui collabora fino al 1942 (dal 1927 anche come critico
d’ arte).Nel 1922 è tra i fondatori del Novecento Italiano. Negli anni trenta, peraltro, Sironi si concentra
soprattutto sulla pittura murale, divenendo il maggior teorico e artefice del ritorno alla decorazione
classica. Pubblica il Manifesto della pittura murale, firmato anche da Campigli, Funi e Carrà (1933), ed
esegue numerose opere monumentali. Mario Sironi muore a Milano nel 1961.
Per informazioni:
Villa Necchi Campiglio - Via Mozart 14 - 20122 Milano Tel. 02 76340121
fainecchi@fondoambiente.it
Apertura: mercoledì – domenica dalle 10 alle 18
Ingresso alla mostra: € 5 – cumulativo mostra e Villa: € 10
Durante la mostra sarà possibile visitare la Villa. Le visite sono guidate e soggette alla disponibilità
di posti e orari, da verificare in biglietteria al momento dell’acquisto del biglietto.
Per maggiori informazioni sul FAI consultare il sito www.fondoambiente.it
Elena Bertolaso 02/467615276 e.bertolaso@fondoambiente.it
30
settembre 2011
Sironi: la guerra, la vittoria, il dramma. Opere dalle collezioni di Lodovico Isolabella e Claudia Gian Ferrari
Dal 30 settembre al 06 novembre 2011
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
VILLA NECCHI CAMPIGLIO
Milano, Via Mozart, 12/14, (Milano)
Milano, Via Mozart, 12/14, (Milano)
Biglietti
€ 5 – cumulativo mostra e Villa: € 10
Orario di apertura
mercoledì – domenica dalle 10 alle 18
Editore
CORRAINI
Autore
Curatore