Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Sistema Toscana Restauro. Linee di sviluppo per il settore del restauro in Toscana
Al centro del dibattito la costruzione del sistema toscano del restauro come elemento fondamentale per lo sviluppo dell’intero comparto. Sarà un importante momento di confronto e discussione tra le realtà istituzionali, il mondo dell’istruzione, della ricerca scientifica e dell’imprenditoria toscana del settore restauro.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 8 ottobre, presso l'Università Internazionale dell'Arte di Firenze, si svolgerà il Convegno "Sistema Toscana Restauro. Linee di sviluppo per il settore del restauro in Toscana" organizzato da ARTEX, in collaborazione con CNA e Confartigianato.
Al centro del dibattito la costruzione del sistema toscano del restauro come elemento fondamentale per lo sviluppo dell'intero comparto. Sarà un importante momento di confronto e discussione tra le realtà istituzionali, il mondo dell'istruzione, della ricerca scientifica e dell'imprenditoria toscana del settore restauro.
Il convegno è stato preceduto da una fase di analisi del settore restauro che ha dato vita alla pubblicazione (Franco Angeli Editore) di una ricerca “L’ATTIVITA’ DI RESTAURO IN ITALIA E IN TOSCANA Analisi, criticità e fattori di successo” i cui risultati saranno presentati in occasione del convegno stesso.
Si è trattato di un’analisi dei punti di forza e di debolezza delle imprese del settore, con una particolare attenzione all’innovazione e allo sviluppo del mercato, nonché un’analisi dimensionale del settore a livello nazionale, con approfondimenti sul livello regionale. Tutto ciò al fine di disporre di una base oggettiva di dati, informazioni e ipotesi di lavoro, che permettesse di inquadrare sia il significato economico delle attività di restauro e conservazione di opere d’arte, che uno schema di proposte mirate per il settore.
Il convegno si colloca al termine di un percorso pluriennale che, attraverso due specifici progetti, Toscana Restauro e Sistema Toscana Restauro, si è posto l’obiettivo di costruire una Rete Toscana delle diverse realtà operanti nel settore del restauro, con il coinvolgimento di diverse tipologie di soggetti: imprese produttrici di tecnologie e/o prodotti per la diagnostica, la conservazione e il restauro; imprese che operano direttamente sul manufatto; università e centri di ricerca.
In pratica si è teso a collegare tutti i soggetti che concorrono alla crescita del sistema regionale del restauro, riducendo i gap culturali e cognitivi tra il mondo dell’impresa (hi tech e artigianale) e il mondo della ricerca (CNR e Università), previa l’individuazione e l’analisi degli elementi di criticità, nonché a contribuire alla definizione di un modello di governance e coordinamento per la sostenibilità dei processi di crescita del comparto.
PERCHE’ L’ANALISI SI E’ INCENTRATA PROPRIO SULLA TOSCANA
Il comparto regionale del restauro e della conservazione dei Beni Culturali presenta in Toscana eccellenze riconosciute a livello globale.
Il territorio toscano, sede di innumerevoli ed inestimabili beni artistici ed architettonici, ha visto svilupparsi al proprio interno un bacino di competenze ed abilità in materia di restauro che nel corso del tempo hanno saputo coniugarsi con le competenze distintive e le eccellenze espresse dalle imprese ad alto contenuto tecnologico e dal sistema della ricerca e dell’Università.
LO SCENARIO
Quello che emerge è un sistema complesso, diffuso sull’intero territorio regionale, fatto da micro-imprese artigianali e grandi gruppi industriali, dal sistema accademico che esercita un ruolo prezioso in fase di progettazione dei cantieri di restauro e dal sistema della ricerca che sviluppa continuamente tecnologie chiave ed abilitanti a sostegno di questo comparto.
Il sistema regionale del restauro si sostanzia quindi in un complesso articolato e diffuso di competenze distintive di professionalità e di maestranze che necessitano di un momento di razionalizzazione e coordinamento a fronte delle sfide e delle opportunità presenti nei mercati internazionali.
LA SEDE
Anche la sede non è casuale: si tratta di una sede che, oltre ad aver aspetti positivi da un punto di vista estetico, trattandosi di una splendida villa sulle colline, presenta anche un potere evocativo in quanto è stata fondata nel 1968 da Carlo L. Ragghianti e diretta da Umberto Baldini, antico Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure e Direttore dell’ICR, nonché uno dei padri fondatori delle moderne teorie del restauro.
SISTEMA TOSCANA RESTAURO
________________________________________________________________________________
LO STATO DEL SETTORE RESTAURO
FRA MONDO DELLA RICERCA E MONDO DELL’IMPRESA. CRITICITA’
Il “Settore Restauro” ha avuto un apprezzabile successo negli ultimi decenni. Le ragioni sono molteplici e tutte positivamente implementatesi:
1. Una diffusa buona opinione a livello locale, regionale, nazionale, che ha radici nell’onda lunga proveniente dal qualificato lavoro fatto e completato in Toscana dopo i tragici eventi dell’alluvione.
2. Una congiuntura economica favorevole che ha visto fiorire l’attività restaurativa, anche attraverso Biennali di Antiquariato, Mostre di Antiquariato, Mercati di Antiquariato.
3. Entusiasmo nei più giovani e nel mondo delle Arti che hanno visto (e vedono) nel Restauro un’attività di grande dignità, di utilità civile e collettiva e premiante delle singole personalità.
Si può legittimamente dire che negli ultimi due decenni si è visto fiorire un’attività professionale sempre crescente, il formarsi di nuovi centri di formazione (come vedremo, forse, eccessivamente permissivi); insomma, un generale soddisfacimento delle aspettative giovanili che, puntando su processi associativi o cooperativistici, hanno facilitato il risultato sociale, sia sotto l’aspetto economico (buona soglia di dignità di reddito) che sotto l’aspetto dell’autoaffermazione umana.
Questo scenario ha avuto una stagione di ragionevole serenità competitiva - secondo il modello della libera attività delle arti e delle professioni -, a cui è seguita altra stagione (di cui stiamo vivendo, oggi, gli ultimi esiti) di decrescente entusiasmo.
Analizzare le cause di questo mutamento è la premessa necessaria alla formazione di un “quadro” riassuntivo dell’odierno rapporto fra mondo della ricerca e mondo dell’impresa (di cui accenniamo allo specifico della “Cultura d’Impresa”).
1. Occorre ricordare che nell’intento di mettere ordine alla formazione qualificata nel mondo del restauro delle opere d’arte, il Ministero BB.CC. decise di assegnare i compiti di sicura formazione ai due “istituti interni” all’Amministrazione: l’ICR (Istituto Centrale del Restauro, a Roma), l’O.P.D. (Opificio delle Pietre Dure, a Firenze); riconoscendo, con decreto ad hoc, ai soli diplomati delle scuole dei due istituti, la possibilità di assumere professionalmente la direzione del restauro delle “pitture murali” e delle opere d’arte in genere, per appalti pubblici ed opere di rilevante interesse. Ciò suscitò un diffuso malcontento nei Laboratori di Restauro privati e nei Restauratori che avevano alle spalle larghi riconoscimenti pluridecennali e che, magari, erano stati soggetti di reale insegnamento del restauro.
Questa contraddizione non è mai stata superata, non si è voluta affrontare sistematicamente
ed è rimasta una ferita aperta da sanare.
2. Ad apportare altro elemento di qualche incertezza nel “Settore Restauro” è stata una disposizione della Regione Toscana che, in anni recenti, ha abilitato persino le piccole botteghe d’arte del restauro a certificare la “formazione”. E’ così saltata ogni opportuna gerarchizzazione didattica, ponendo sullo stesso piano Scuole, Istituti, Centri di sicura formazione (come ad es. l’U.I.A.) con le botteghe artigiane, così che, paradossalmente, oggi, in Toscana, i centri di formazione sono quasi un centinaio.
3. Non è un caso che la Regione Toscana abbia affidato ad ARTEX una generale funzione di monitoraggio del fenomeno per l’intera sua complessità.
ARTEX ha prodotto, per la prima volta, un Annuario dei Restauratori, sistematizzato per “tipologie”; ha svolto intensa attività di promozione, censimento, diffusione (UIA è subcontractor di ARTEX).
4. La lunga stagione di successo dell’attività restaurativa, ma soprattutto l’estesa e un po’ acritica produzione di “restauratori”, con così tanti soggetti didattici, ha aumentato le difficoltà di un riconoscimento reale di qualità, così da introdurre vere e proprie condizioni di turbativa del “mercato del Restauro”.
In sostanza, oggi, si è pervenuti ad una sorte di “troppo pieno” nell’offerta di restauratori: uno scenario che esige, ora, maggiori garanzie e, forse, qualche ripensamento.
5. Cultura d’impresa.
Esiste oggi un problema di “profilo d’Impresa”. La liberalizzazione dei mercati, almeno nell’ambito dell’Unione Europea, pone nuovi problemi di garanzia del e sul lavoro, soprattutto in cantiere. Sembrerebbe necessario che gli “appalti” complessi, ove sono presenti anche i restauri alle pitture e alle decorazioni murali (“affreschi, tempere, ecc.”), fossero regolati altrimenti, introducendo dei “filtri” sulle caratteristiche delle Imprese abilitate ai lavori pubblici.
6. Dimensione Europea.
La potenziale libera circolazione delle Imprese in Europa, pone problemi di omogeneità di formazione, di profilo e di cultura d’Impresa.
Troppo poco, ad oggi, si è fatto.
Formazione e profilo riconosciuto debbono essere temi fondanti per le prossime politiche europee, costruite non astrattamente, ma su fatti, seminari, scuole teorico-pratiche e, all’occorrenza, opportunamente pragmatiche.
7. Credito e formazione continua.
E’ assolutamente necessario che una politica aperta alle attrezzature, ai mercati, alla sperimentazione e alla ricerca, sia alla base del mondo del restauro.
La “ricerca” dovrebbe essere incoraggiata e incentivata come i “Métiers d’Art”, particolarmente in area toscana, ove più radicata è la tradizione.
Sembra necessario trovare forme di “credito” ed apertura di “mercati”, ove il potenziale produttivo del Sistema Toscana Restauro possa trovare la sua legittima espansione. Contemporaneamente, è opportuno tener ferma la necessità di guardare (e promuovere) quella “formazione continua” che fino a tutto il Novecento, veniva normalmente e automaticamente svolto dalle botteghe artigiane d’Arte.
Francesco Gurrieri,
Professore Ordinario di Restauro dei Monumenti - Università degli Studi di Firenze
Al centro del dibattito la costruzione del sistema toscano del restauro come elemento fondamentale per lo sviluppo dell'intero comparto. Sarà un importante momento di confronto e discussione tra le realtà istituzionali, il mondo dell'istruzione, della ricerca scientifica e dell'imprenditoria toscana del settore restauro.
Il convegno è stato preceduto da una fase di analisi del settore restauro che ha dato vita alla pubblicazione (Franco Angeli Editore) di una ricerca “L’ATTIVITA’ DI RESTAURO IN ITALIA E IN TOSCANA Analisi, criticità e fattori di successo” i cui risultati saranno presentati in occasione del convegno stesso.
Si è trattato di un’analisi dei punti di forza e di debolezza delle imprese del settore, con una particolare attenzione all’innovazione e allo sviluppo del mercato, nonché un’analisi dimensionale del settore a livello nazionale, con approfondimenti sul livello regionale. Tutto ciò al fine di disporre di una base oggettiva di dati, informazioni e ipotesi di lavoro, che permettesse di inquadrare sia il significato economico delle attività di restauro e conservazione di opere d’arte, che uno schema di proposte mirate per il settore.
Il convegno si colloca al termine di un percorso pluriennale che, attraverso due specifici progetti, Toscana Restauro e Sistema Toscana Restauro, si è posto l’obiettivo di costruire una Rete Toscana delle diverse realtà operanti nel settore del restauro, con il coinvolgimento di diverse tipologie di soggetti: imprese produttrici di tecnologie e/o prodotti per la diagnostica, la conservazione e il restauro; imprese che operano direttamente sul manufatto; università e centri di ricerca.
In pratica si è teso a collegare tutti i soggetti che concorrono alla crescita del sistema regionale del restauro, riducendo i gap culturali e cognitivi tra il mondo dell’impresa (hi tech e artigianale) e il mondo della ricerca (CNR e Università), previa l’individuazione e l’analisi degli elementi di criticità, nonché a contribuire alla definizione di un modello di governance e coordinamento per la sostenibilità dei processi di crescita del comparto.
PERCHE’ L’ANALISI SI E’ INCENTRATA PROPRIO SULLA TOSCANA
Il comparto regionale del restauro e della conservazione dei Beni Culturali presenta in Toscana eccellenze riconosciute a livello globale.
Il territorio toscano, sede di innumerevoli ed inestimabili beni artistici ed architettonici, ha visto svilupparsi al proprio interno un bacino di competenze ed abilità in materia di restauro che nel corso del tempo hanno saputo coniugarsi con le competenze distintive e le eccellenze espresse dalle imprese ad alto contenuto tecnologico e dal sistema della ricerca e dell’Università.
LO SCENARIO
Quello che emerge è un sistema complesso, diffuso sull’intero territorio regionale, fatto da micro-imprese artigianali e grandi gruppi industriali, dal sistema accademico che esercita un ruolo prezioso in fase di progettazione dei cantieri di restauro e dal sistema della ricerca che sviluppa continuamente tecnologie chiave ed abilitanti a sostegno di questo comparto.
Il sistema regionale del restauro si sostanzia quindi in un complesso articolato e diffuso di competenze distintive di professionalità e di maestranze che necessitano di un momento di razionalizzazione e coordinamento a fronte delle sfide e delle opportunità presenti nei mercati internazionali.
LA SEDE
Anche la sede non è casuale: si tratta di una sede che, oltre ad aver aspetti positivi da un punto di vista estetico, trattandosi di una splendida villa sulle colline, presenta anche un potere evocativo in quanto è stata fondata nel 1968 da Carlo L. Ragghianti e diretta da Umberto Baldini, antico Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure e Direttore dell’ICR, nonché uno dei padri fondatori delle moderne teorie del restauro.
SISTEMA TOSCANA RESTAURO
________________________________________________________________________________
LO STATO DEL SETTORE RESTAURO
FRA MONDO DELLA RICERCA E MONDO DELL’IMPRESA. CRITICITA’
Il “Settore Restauro” ha avuto un apprezzabile successo negli ultimi decenni. Le ragioni sono molteplici e tutte positivamente implementatesi:
1. Una diffusa buona opinione a livello locale, regionale, nazionale, che ha radici nell’onda lunga proveniente dal qualificato lavoro fatto e completato in Toscana dopo i tragici eventi dell’alluvione.
2. Una congiuntura economica favorevole che ha visto fiorire l’attività restaurativa, anche attraverso Biennali di Antiquariato, Mostre di Antiquariato, Mercati di Antiquariato.
3. Entusiasmo nei più giovani e nel mondo delle Arti che hanno visto (e vedono) nel Restauro un’attività di grande dignità, di utilità civile e collettiva e premiante delle singole personalità.
Si può legittimamente dire che negli ultimi due decenni si è visto fiorire un’attività professionale sempre crescente, il formarsi di nuovi centri di formazione (come vedremo, forse, eccessivamente permissivi); insomma, un generale soddisfacimento delle aspettative giovanili che, puntando su processi associativi o cooperativistici, hanno facilitato il risultato sociale, sia sotto l’aspetto economico (buona soglia di dignità di reddito) che sotto l’aspetto dell’autoaffermazione umana.
Questo scenario ha avuto una stagione di ragionevole serenità competitiva - secondo il modello della libera attività delle arti e delle professioni -, a cui è seguita altra stagione (di cui stiamo vivendo, oggi, gli ultimi esiti) di decrescente entusiasmo.
Analizzare le cause di questo mutamento è la premessa necessaria alla formazione di un “quadro” riassuntivo dell’odierno rapporto fra mondo della ricerca e mondo dell’impresa (di cui accenniamo allo specifico della “Cultura d’Impresa”).
1. Occorre ricordare che nell’intento di mettere ordine alla formazione qualificata nel mondo del restauro delle opere d’arte, il Ministero BB.CC. decise di assegnare i compiti di sicura formazione ai due “istituti interni” all’Amministrazione: l’ICR (Istituto Centrale del Restauro, a Roma), l’O.P.D. (Opificio delle Pietre Dure, a Firenze); riconoscendo, con decreto ad hoc, ai soli diplomati delle scuole dei due istituti, la possibilità di assumere professionalmente la direzione del restauro delle “pitture murali” e delle opere d’arte in genere, per appalti pubblici ed opere di rilevante interesse. Ciò suscitò un diffuso malcontento nei Laboratori di Restauro privati e nei Restauratori che avevano alle spalle larghi riconoscimenti pluridecennali e che, magari, erano stati soggetti di reale insegnamento del restauro.
Questa contraddizione non è mai stata superata, non si è voluta affrontare sistematicamente
ed è rimasta una ferita aperta da sanare.
2. Ad apportare altro elemento di qualche incertezza nel “Settore Restauro” è stata una disposizione della Regione Toscana che, in anni recenti, ha abilitato persino le piccole botteghe d’arte del restauro a certificare la “formazione”. E’ così saltata ogni opportuna gerarchizzazione didattica, ponendo sullo stesso piano Scuole, Istituti, Centri di sicura formazione (come ad es. l’U.I.A.) con le botteghe artigiane, così che, paradossalmente, oggi, in Toscana, i centri di formazione sono quasi un centinaio.
3. Non è un caso che la Regione Toscana abbia affidato ad ARTEX una generale funzione di monitoraggio del fenomeno per l’intera sua complessità.
ARTEX ha prodotto, per la prima volta, un Annuario dei Restauratori, sistematizzato per “tipologie”; ha svolto intensa attività di promozione, censimento, diffusione (UIA è subcontractor di ARTEX).
4. La lunga stagione di successo dell’attività restaurativa, ma soprattutto l’estesa e un po’ acritica produzione di “restauratori”, con così tanti soggetti didattici, ha aumentato le difficoltà di un riconoscimento reale di qualità, così da introdurre vere e proprie condizioni di turbativa del “mercato del Restauro”.
In sostanza, oggi, si è pervenuti ad una sorte di “troppo pieno” nell’offerta di restauratori: uno scenario che esige, ora, maggiori garanzie e, forse, qualche ripensamento.
5. Cultura d’impresa.
Esiste oggi un problema di “profilo d’Impresa”. La liberalizzazione dei mercati, almeno nell’ambito dell’Unione Europea, pone nuovi problemi di garanzia del e sul lavoro, soprattutto in cantiere. Sembrerebbe necessario che gli “appalti” complessi, ove sono presenti anche i restauri alle pitture e alle decorazioni murali (“affreschi, tempere, ecc.”), fossero regolati altrimenti, introducendo dei “filtri” sulle caratteristiche delle Imprese abilitate ai lavori pubblici.
6. Dimensione Europea.
La potenziale libera circolazione delle Imprese in Europa, pone problemi di omogeneità di formazione, di profilo e di cultura d’Impresa.
Troppo poco, ad oggi, si è fatto.
Formazione e profilo riconosciuto debbono essere temi fondanti per le prossime politiche europee, costruite non astrattamente, ma su fatti, seminari, scuole teorico-pratiche e, all’occorrenza, opportunamente pragmatiche.
7. Credito e formazione continua.
E’ assolutamente necessario che una politica aperta alle attrezzature, ai mercati, alla sperimentazione e alla ricerca, sia alla base del mondo del restauro.
La “ricerca” dovrebbe essere incoraggiata e incentivata come i “Métiers d’Art”, particolarmente in area toscana, ove più radicata è la tradizione.
Sembra necessario trovare forme di “credito” ed apertura di “mercati”, ove il potenziale produttivo del Sistema Toscana Restauro possa trovare la sua legittima espansione. Contemporaneamente, è opportuno tener ferma la necessità di guardare (e promuovere) quella “formazione continua” che fino a tutto il Novecento, veniva normalmente e automaticamente svolto dalle botteghe artigiane d’Arte.
Francesco Gurrieri,
Professore Ordinario di Restauro dei Monumenti - Università degli Studi di Firenze
08
ottobre 2009
Sistema Toscana Restauro. Linee di sviluppo per il settore del restauro in Toscana
08 ottobre 2009
incontro - conferenza
Location
VILLA IL VENTAGLIO – UIA (UNIVERSITA’ INTERNAZIONALE DELL’ARTE)
Firenze, Via Delle Forbici, 24/26, (Firenze)
Firenze, Via Delle Forbici, 24/26, (Firenze)
Vernissage
8 Ottobre 2009, Ore 9
Sito web
www.toscanarestauro.it
Ufficio stampa
LR COMUNICAZIONE