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Sistersinart 03 – Michele De Andreis / Angela Ardisson
Il terzo appuntamento di s istersinart prevede la presentazione delle recenti produzioni dell’artista-fotografo Michele De Andreis e della designer Angela Ardisson per Artplayfactory, Milano: due modi espressivi diversi, per indole e per natura, di assumere la luce ad elemento narrativo.
Comunicato stampa
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Martedì 6 aprile 2004 alle ore 18,00 inaugura a Roma il terzo appuntamento di Sistersinart (rassegna dedicata all’incontro tra design e arte contemporanei) presso SISTERS, spazio ideato e gestito, per l’appunto, da tre giovani sorelle romane (Eleonora, Emanuela, Veronica Nobile Mino) con l’intento di far confluire ed interagire le loro diverse e specifiche professioni e di sviluppare, in forma di stretta collaborazione, i comuni interessi e le ricerche che ognuna svolge in campi diversi ma estremamente affini (antiquariato, decorazione, arte contemporanea).
Il terzo appuntamento di s istersinart prevede la presentazione delle recenti produzioni dell’artista-fotografo Michele De Andreis e della designer Angela Ardisson per Artplayfactory, Milano: due modi espressivi diversi, per indole e per natura, di assumere la luce ad elemento narrativo, per definire, ampliare, segnare lo spazio con segni e forme volumetriche essenziali o per sollecitare stati emozionali legati all’immagine fotografica.
Nell’ambito di FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma, Sisters espone un progetto di Michele De Andreis, giovane fotografo originario di Genova che vive e lavora a Roma da alcuni anni. Nel suo lavoro fotografico, stretto appare il riferimento al ritratto come propulsore della memoria e come sintesi della continuità tra passato e presente. Progettati pensando all’impianto classico delle cornici, agli ovali dei passe-partout nei pastelli ottocenteschi, i tre light boxes, facenti parte del progetto Mutazione 01, appaiono incarnare finemente il mood di un’operazione mirata a suggerire come la ciclicità del tempo, la commistione di linguaggi, di iconografie e di stili di epoche differenti, possano convivere e addirittura svelare una loro possibile e perpetua coincidenza, nonostante il lasso temporale che vi si interpone. Tra i due volti scelti ed accostati da De Andreis (uno, un suo scatto fotografico, l’altro, una foto trovata in un flea market, entrambi primi piani di ragazzi adolescenti) tale coincidenza si sviluppa in modo assolutamente congruo e naturale arrivando a generare, appunto, una sorta di mutazione genetica in cui il risultato della sovrapposizione dei due volti non lascia trapelare altro che una lieve traccia dell’espediente di mimetizzazione di un soggetto nell’altro. In un unico sguardo, gli occhi intensi del giovanetto ritratto nella foto dei primi del Novecento, si mitigano e implodono nelle bianche palpebre del ragazzo di oggi. I quadri luminosi appaiono allora all’interno dello spazio come pulsanti, accesi ad indicare l’attualizzazione di un processo di metamorfosi ma, contemporaneamente, anche la negazione di tale processo, in virtù della ciclicità del tempo che logora, divide, cancella ma che poi unisce, ricuce, ritorna, come un’eterna metamorfosi, in cui sta la bellezza stessa dell’esistenza.
ARTPLAYFACTORY è lo spazio polifunzionale di Angela Ardisson e del suo staff con il quale collabora alla realizzazione di opere spesso appositamente realizzate per importanti committenze (tra cui Prada, Malo, Dupont, New York Industrie, Festival di Cannes), presentate presso saloni espositivi (Salone del Mobile, Palazzo della Triennale e Museo della Scienza e della Tecnica a Milano; Salone del Mobile di Colonia, Lingotto di Torino) e scelte per esposizioni presso spazi dedicati alla ricerca sul design (l’Atelier Mendini, Superstudio Più a Milano, ecc.). Angela Ardisson è presente in mostra con alcuni pezzi dalle collezioni BRONZE e PLURIBALL. La prima è una delle collezioni più fortunate di ARTPLAYFACTORY. Nasce dall’idea di rielaborare forme naturali e primitive dal forte potere evocativo (il bulbo di un fiore, un tamburo, l’ellisse di un orbita planetaria), secondo moduli singoli e componibili. La base di ogni lampada è una struttura in ferro rivestita con un tessuto in ottone. Successivamente viene saldata a mano una fettuccia di bronzo (proposta in versione stagnata ad effetto argento, e non stagnato ad effetto naturale) che "corre" lungo tutta la struttura. Il processo di ossidazione finale conferisce all’oggetto le caratteristiche cromatiche che lo rendono unico ed irripetibile. La sorgente luminosa è costituita da boule la cui potenza è personalizzata a seconda delle esigenze. La serie PLURIBALL è il nome della nuova linea dominata da un’unica forma "archetipa", la sfera, cui viene concesso di mutare solo in senso dimensionale (dai 30 cm di diametro della più piccola fino al metro e mezzo per la versione xxl) e nella scelta della finitura. Disarmanti per la loro semplicità, questi corpi illuminanti realizzati in bronzo richiedono, per essere assemblati, un numero di saldature che oscilla dalle 300 alle 1500 per la versione più grande. Non variare la forma, quindi, ma ingrandirla, come un passaggio al microscopio per fermare l’attenzione sull’unicità di ciascun oggetto, fatto a mano, ad arte e pertanto solo apparentemente identico ad un altro della sua stessa serie. Sono proprio la complessità e la perizia necessarie alla costruzione di ogni singolo pezzo a suggerire la scelta di attenersi al rigore stilistico di una sola forma, la sfera, geometria di una perfezione senza tempo.
Si ringrazia korinami per la gentile concessione di WATERPROCESS, colonna sonora composta appositamente per l’installazione e il web di Angela Ardisson per artplayfactory e che accompagna l’invito elettronico della mostra e costituirà il soundtrack dell’inaugurazione. WATERPROCESS e' un lavoro elettroacustico della durata di 37 minuti, ricco di pulsioni a bassa frequenza, glitch e suoni acustici processati digitalmente. Rumoristica, ambient, electro e musica contemporanea sono alcune delle direzioni musicali adatte per esprimere la forma di waterprocess.
www.artplayfactory.com
www.festivalroma.org
Il terzo appuntamento di s istersinart prevede la presentazione delle recenti produzioni dell’artista-fotografo Michele De Andreis e della designer Angela Ardisson per Artplayfactory, Milano: due modi espressivi diversi, per indole e per natura, di assumere la luce ad elemento narrativo, per definire, ampliare, segnare lo spazio con segni e forme volumetriche essenziali o per sollecitare stati emozionali legati all’immagine fotografica.
Nell’ambito di FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma, Sisters espone un progetto di Michele De Andreis, giovane fotografo originario di Genova che vive e lavora a Roma da alcuni anni. Nel suo lavoro fotografico, stretto appare il riferimento al ritratto come propulsore della memoria e come sintesi della continuità tra passato e presente. Progettati pensando all’impianto classico delle cornici, agli ovali dei passe-partout nei pastelli ottocenteschi, i tre light boxes, facenti parte del progetto Mutazione 01, appaiono incarnare finemente il mood di un’operazione mirata a suggerire come la ciclicità del tempo, la commistione di linguaggi, di iconografie e di stili di epoche differenti, possano convivere e addirittura svelare una loro possibile e perpetua coincidenza, nonostante il lasso temporale che vi si interpone. Tra i due volti scelti ed accostati da De Andreis (uno, un suo scatto fotografico, l’altro, una foto trovata in un flea market, entrambi primi piani di ragazzi adolescenti) tale coincidenza si sviluppa in modo assolutamente congruo e naturale arrivando a generare, appunto, una sorta di mutazione genetica in cui il risultato della sovrapposizione dei due volti non lascia trapelare altro che una lieve traccia dell’espediente di mimetizzazione di un soggetto nell’altro. In un unico sguardo, gli occhi intensi del giovanetto ritratto nella foto dei primi del Novecento, si mitigano e implodono nelle bianche palpebre del ragazzo di oggi. I quadri luminosi appaiono allora all’interno dello spazio come pulsanti, accesi ad indicare l’attualizzazione di un processo di metamorfosi ma, contemporaneamente, anche la negazione di tale processo, in virtù della ciclicità del tempo che logora, divide, cancella ma che poi unisce, ricuce, ritorna, come un’eterna metamorfosi, in cui sta la bellezza stessa dell’esistenza.
ARTPLAYFACTORY è lo spazio polifunzionale di Angela Ardisson e del suo staff con il quale collabora alla realizzazione di opere spesso appositamente realizzate per importanti committenze (tra cui Prada, Malo, Dupont, New York Industrie, Festival di Cannes), presentate presso saloni espositivi (Salone del Mobile, Palazzo della Triennale e Museo della Scienza e della Tecnica a Milano; Salone del Mobile di Colonia, Lingotto di Torino) e scelte per esposizioni presso spazi dedicati alla ricerca sul design (l’Atelier Mendini, Superstudio Più a Milano, ecc.). Angela Ardisson è presente in mostra con alcuni pezzi dalle collezioni BRONZE e PLURIBALL. La prima è una delle collezioni più fortunate di ARTPLAYFACTORY. Nasce dall’idea di rielaborare forme naturali e primitive dal forte potere evocativo (il bulbo di un fiore, un tamburo, l’ellisse di un orbita planetaria), secondo moduli singoli e componibili. La base di ogni lampada è una struttura in ferro rivestita con un tessuto in ottone. Successivamente viene saldata a mano una fettuccia di bronzo (proposta in versione stagnata ad effetto argento, e non stagnato ad effetto naturale) che "corre" lungo tutta la struttura. Il processo di ossidazione finale conferisce all’oggetto le caratteristiche cromatiche che lo rendono unico ed irripetibile. La sorgente luminosa è costituita da boule la cui potenza è personalizzata a seconda delle esigenze. La serie PLURIBALL è il nome della nuova linea dominata da un’unica forma "archetipa", la sfera, cui viene concesso di mutare solo in senso dimensionale (dai 30 cm di diametro della più piccola fino al metro e mezzo per la versione xxl) e nella scelta della finitura. Disarmanti per la loro semplicità, questi corpi illuminanti realizzati in bronzo richiedono, per essere assemblati, un numero di saldature che oscilla dalle 300 alle 1500 per la versione più grande. Non variare la forma, quindi, ma ingrandirla, come un passaggio al microscopio per fermare l’attenzione sull’unicità di ciascun oggetto, fatto a mano, ad arte e pertanto solo apparentemente identico ad un altro della sua stessa serie. Sono proprio la complessità e la perizia necessarie alla costruzione di ogni singolo pezzo a suggerire la scelta di attenersi al rigore stilistico di una sola forma, la sfera, geometria di una perfezione senza tempo.
Si ringrazia korinami per la gentile concessione di WATERPROCESS, colonna sonora composta appositamente per l’installazione e il web di Angela Ardisson per artplayfactory e che accompagna l’invito elettronico della mostra e costituirà il soundtrack dell’inaugurazione. WATERPROCESS e' un lavoro elettroacustico della durata di 37 minuti, ricco di pulsioni a bassa frequenza, glitch e suoni acustici processati digitalmente. Rumoristica, ambient, electro e musica contemporanea sono alcune delle direzioni musicali adatte per esprimere la forma di waterprocess.
www.artplayfactory.com
www.festivalroma.org
06
aprile 2004
Sistersinart 03 – Michele De Andreis / Angela Ardisson
Dal 06 aprile al 22 maggio 2004
arte contemporanea
Location
SISTERS
Roma, Via Dei Banchi Vecchi, 143, (Roma)
Roma, Via Dei Banchi Vecchi, 143, (Roma)
Orario di apertura
martedì - sabato 10/13 – 16/20; lunedì 16/20 chiuso la mattina
Vernissage
6 Aprile 2004, ore 18,00