Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
So natural!
Like A Little Disaster è orgogliosa di presentare “So natural!”, un progetto collettivo che coinvolge le opere di Gioia Di Girolamo, Andreas Ervik,Adham Faramawy, Maria Gondek, Julie Grosche, Hannah Regel, David Stjernholm, Struan Teague.
Inaugurazione: Sabato 11 Marzo, dalle 19.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
So natural!
Gioia Di Girolamo, Andreas Ervik, Adham Faramawy, Maria Gondek, Julie Grosche, Hannah Regel, David Stjernholm, Struan Teague.
A cura di Like A Little Disaster
Inaugurazione: Sabato 11 Marzo, dalle 19.
11 Marzo – 18 Aprile 2017 (su appuntamento +39 338 9577276 / info@likealittledisaster.com)
Il pensiero contemporaneo è dominato da una contraddizione irrisolta: quella che oppone il concetto di cultura a quello di natura, e quindi relativismo a universalismo. In realtà, come già osservava Barthes, "dire che la cultura si contrappone alla natura è ambiguo, perché non sappiamo dove si collocano esattamente i confini dell'una e dell'altra”. Una con-fusione causata dall'impossibilità di riconoscere i segni identitari di questi “oggetti paradossali”: senza contorni, senza termini antitetici, senza residui.
Eppure l'essere umano stabilisce una relazione con tutto ciò che gli è estraneo; i rapporti di mutua ibridazione tra uomo, tecnica e ambiente di riferimento sono stati spesso ignorati in virtù di una visione antropocentrica che fonda tutto sulla superiorità dell'essere pensante, in quanto unica entità a possedere una coscienza del suo pensiero e del suo essere nel mondo. Tuttavia esistono vari livelli del comprendersi e dell’esserci, alcuni dei quali non appartenenti in via esclusiva al genere umano. Creatività, cura, abilità comunicativa, senso di appartenenza, orientamento, amore, difesa del territorio, nomadismo, ricorso alle abitudini, memoria, senso del gruppo, senso della gerarchia, linguaggio e simbolismo sono presenti in altri mammiferi (e non è escluso che le piante siano dotate di alcune delle attribuzioni citate, così come sono note le proprietà mnemoniche di un minerale come l’acqua, il carattere complesso, neurologico, sociale e culturale del canto degli uccelli, o i giochi di seduzione e imitazione che si svolgono tra fiori e animali). Allora le consolidate categorie che separano l’uomo da tutto il resto non sono sufficienti a mantenere alta la barriera: la relazione tra umano e non-umano diventa fluida, muovendosi all’interno di un sistema circolare di reciprocità. La cultura si prospetta così come una possibilità zoologica, di cui l'uomo si è impadronito e avvalso, ma che è preesistente all'uomo stesso. Sotto questo profilo la cultura non può più essere considerata come termine antitetico rispetto alla natura, bensì come una sua dimensione interna di per sé indipendente dall'uomo, che perciò - al di là di ogni autoproclamazione di esclusività antropologica – riconduce inesorabilmente l'uomo all'ambito della natura.
Natura e cultura sono nebulose di senso. Il che non significa che i contenuti a cui si riferiscono e gli effetti che essi producono non abbiano una loro esistenza. Significa, invece, che una scossa tellurica o una mostra d'arte – che pure avvengono in questo mondo e sono “naturalmente” osservabili – si trovano a essere classificati in categorie culturalmente elaborate, le quali sono a loro volta risultati di scelte intellettuali, anche se inconsapevoli o sepolte nel passato culturale, nelle tradizioni linguistiche e concettuali.
Il riduzionismo strumentale trova terreno fertile nella melma biocapitalista in cui viviamo: esso si fonda sulla nozione di “eccezionalismo umano”, etnocentrico e specista e, da questi, alla costruzione di un sistema fondato sull'opposizione binaria tra natura e cultura, natura e storia, umano e macchina, maschile e femminile, identità e alterità, giorno e notte, mente e corpo, ragione e sentimento. In questo doppio gioco uno dei soggetti della coppia cognitiva è sempre dominato dalla sua altra metà repressa e sottomessa.
“So natural!” aspira, invece, a mettere in luce la divergenza dei possibili significati assenti che sfuggono ad ogni logica dualistica: le opposizioni binarie sono considerate come punti di partenza per rimuovere e riaffermare entrambi i termini dell'opposizione all'interno di una relazione non gerarchica con la differenza. Il progetto si propone come uno spazio destinato all'armonia che è nell'incontro degli opposti, come un dispositivo attraverso il quale sperimentare una concezione dell'individuo e del suo modo di porsi nei confronti del reale non più contraddistinta da una logica escludente, ma che al contrario tenda ad includere tutte le modalità espressive e gli ambiti d'azione.
Nessuna opposizione tra senso di responsabilità e idea di gioco/ ambiente in cui cresciamo e codice genetico / condivisione con gli altri e il senso di sé / pubblico e privato / immaginario ed economia / estetica e politica / ideologia e produzione / scienza e poesia / algoritmi e collegamenti neuronali / patrimonio genetico e alterazione tecnologica / euforia e disforia / razionalità e istinto / mente e corpo / spirito e materia / reale e virtuale / vero e falso / organico e inorganico / vita e morte.
“So natural!” è un campo aperto a poetiche e pratiche assolutamente distinte attraverso il quale sperimentare una dialettica del possibile e della complessità e in cui un potente immaginario trasforma esperienze esistenziali, mitologie personali e collettive, simboli, segni, utopie e distopie, desideri e bisogni, in una materia che prende forme impreviste o coerentemente definibili, dove interno ed esterno, alto e basso assumono reciprocamente la posizione dell'altro.
All'interno di questi percorsi formali e mentali interviene anche una dimensione critica nei confronti di modelli cognitivi interiorizzati, acquisiti e consolidati; critica che permette di ridefinire radicalmente le regole di qualunque sistema funzionale, al fine di usare le regole in modo diverso, ignorandone la finalità originaria. Le opere non sono qui fini o scopi di un processo di produzione, ma mezzi, o strumenti che potenziano la facoltà di immaginare uno spazio di co-evoluzione multiforme, attraverso il quale ricercare la cultura nella natura e viceversa, il contingente nel permanente, l'identità nella differenza e in cui sperimentare nuove alleanze e percorsi secondari che forse non porteranno sempre in luoghi lontani ma spostano il nostro punto di vista, permettendoci di considerare altre possibilità.
Foothold
Via Cavour, 68
Polignano a Mare (Bari)
www.likealittledisaster.com
Gioia Di Girolamo, Andreas Ervik, Adham Faramawy, Maria Gondek, Julie Grosche, Hannah Regel, David Stjernholm, Struan Teague.
A cura di Like A Little Disaster
Inaugurazione: Sabato 11 Marzo, dalle 19.
11 Marzo – 18 Aprile 2017 (su appuntamento +39 338 9577276 / info@likealittledisaster.com)
Il pensiero contemporaneo è dominato da una contraddizione irrisolta: quella che oppone il concetto di cultura a quello di natura, e quindi relativismo a universalismo. In realtà, come già osservava Barthes, "dire che la cultura si contrappone alla natura è ambiguo, perché non sappiamo dove si collocano esattamente i confini dell'una e dell'altra”. Una con-fusione causata dall'impossibilità di riconoscere i segni identitari di questi “oggetti paradossali”: senza contorni, senza termini antitetici, senza residui.
Eppure l'essere umano stabilisce una relazione con tutto ciò che gli è estraneo; i rapporti di mutua ibridazione tra uomo, tecnica e ambiente di riferimento sono stati spesso ignorati in virtù di una visione antropocentrica che fonda tutto sulla superiorità dell'essere pensante, in quanto unica entità a possedere una coscienza del suo pensiero e del suo essere nel mondo. Tuttavia esistono vari livelli del comprendersi e dell’esserci, alcuni dei quali non appartenenti in via esclusiva al genere umano. Creatività, cura, abilità comunicativa, senso di appartenenza, orientamento, amore, difesa del territorio, nomadismo, ricorso alle abitudini, memoria, senso del gruppo, senso della gerarchia, linguaggio e simbolismo sono presenti in altri mammiferi (e non è escluso che le piante siano dotate di alcune delle attribuzioni citate, così come sono note le proprietà mnemoniche di un minerale come l’acqua, il carattere complesso, neurologico, sociale e culturale del canto degli uccelli, o i giochi di seduzione e imitazione che si svolgono tra fiori e animali). Allora le consolidate categorie che separano l’uomo da tutto il resto non sono sufficienti a mantenere alta la barriera: la relazione tra umano e non-umano diventa fluida, muovendosi all’interno di un sistema circolare di reciprocità. La cultura si prospetta così come una possibilità zoologica, di cui l'uomo si è impadronito e avvalso, ma che è preesistente all'uomo stesso. Sotto questo profilo la cultura non può più essere considerata come termine antitetico rispetto alla natura, bensì come una sua dimensione interna di per sé indipendente dall'uomo, che perciò - al di là di ogni autoproclamazione di esclusività antropologica – riconduce inesorabilmente l'uomo all'ambito della natura.
Natura e cultura sono nebulose di senso. Il che non significa che i contenuti a cui si riferiscono e gli effetti che essi producono non abbiano una loro esistenza. Significa, invece, che una scossa tellurica o una mostra d'arte – che pure avvengono in questo mondo e sono “naturalmente” osservabili – si trovano a essere classificati in categorie culturalmente elaborate, le quali sono a loro volta risultati di scelte intellettuali, anche se inconsapevoli o sepolte nel passato culturale, nelle tradizioni linguistiche e concettuali.
Il riduzionismo strumentale trova terreno fertile nella melma biocapitalista in cui viviamo: esso si fonda sulla nozione di “eccezionalismo umano”, etnocentrico e specista e, da questi, alla costruzione di un sistema fondato sull'opposizione binaria tra natura e cultura, natura e storia, umano e macchina, maschile e femminile, identità e alterità, giorno e notte, mente e corpo, ragione e sentimento. In questo doppio gioco uno dei soggetti della coppia cognitiva è sempre dominato dalla sua altra metà repressa e sottomessa.
“So natural!” aspira, invece, a mettere in luce la divergenza dei possibili significati assenti che sfuggono ad ogni logica dualistica: le opposizioni binarie sono considerate come punti di partenza per rimuovere e riaffermare entrambi i termini dell'opposizione all'interno di una relazione non gerarchica con la differenza. Il progetto si propone come uno spazio destinato all'armonia che è nell'incontro degli opposti, come un dispositivo attraverso il quale sperimentare una concezione dell'individuo e del suo modo di porsi nei confronti del reale non più contraddistinta da una logica escludente, ma che al contrario tenda ad includere tutte le modalità espressive e gli ambiti d'azione.
Nessuna opposizione tra senso di responsabilità e idea di gioco/ ambiente in cui cresciamo e codice genetico / condivisione con gli altri e il senso di sé / pubblico e privato / immaginario ed economia / estetica e politica / ideologia e produzione / scienza e poesia / algoritmi e collegamenti neuronali / patrimonio genetico e alterazione tecnologica / euforia e disforia / razionalità e istinto / mente e corpo / spirito e materia / reale e virtuale / vero e falso / organico e inorganico / vita e morte.
“So natural!” è un campo aperto a poetiche e pratiche assolutamente distinte attraverso il quale sperimentare una dialettica del possibile e della complessità e in cui un potente immaginario trasforma esperienze esistenziali, mitologie personali e collettive, simboli, segni, utopie e distopie, desideri e bisogni, in una materia che prende forme impreviste o coerentemente definibili, dove interno ed esterno, alto e basso assumono reciprocamente la posizione dell'altro.
All'interno di questi percorsi formali e mentali interviene anche una dimensione critica nei confronti di modelli cognitivi interiorizzati, acquisiti e consolidati; critica che permette di ridefinire radicalmente le regole di qualunque sistema funzionale, al fine di usare le regole in modo diverso, ignorandone la finalità originaria. Le opere non sono qui fini o scopi di un processo di produzione, ma mezzi, o strumenti che potenziano la facoltà di immaginare uno spazio di co-evoluzione multiforme, attraverso il quale ricercare la cultura nella natura e viceversa, il contingente nel permanente, l'identità nella differenza e in cui sperimentare nuove alleanze e percorsi secondari che forse non porteranno sempre in luoghi lontani ma spostano il nostro punto di vista, permettendoci di considerare altre possibilità.
Foothold
Via Cavour, 68
Polignano a Mare (Bari)
www.likealittledisaster.com
11
marzo 2017
So natural!
Dall'undici marzo al 18 aprile 2017
arte contemporanea
Location
FOOTHOLD
Polignano A Mare, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 68, (Bari)
Polignano A Mare, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 68, (Bari)
Orario di apertura
Solo su appuntamento
Vernissage
11 Marzo 2017, ore 19-00
Autore
Curatore