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Sochi Project
Spazio Labo’ – Centro di Fotografia presenta, per la prima volta a Bologna, il “Sochi Project”, un progetto di fotogiornalismo indipendente del fotografo Rob Hornstra e dello scrittore/filmaker Arnold Van Bruggen.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Spazio Labo’ - Centro di Fotografia presenta, per la prima volta a Bologna, il “Sochi
Project”, un progetto di fotogiornalismo indipendente del fotografo Rob Hornstra e dello
scrittore/filmaker Arnold Van Bruggen.
Il Sochi Project e’ stato portato per la prima volta in Italia, precisamente a Roma, a fine
gennaio 2010 con un progetto, “Il Sochi Project a Roma”, ideato e curato da 3/3, con la
collaborazione dello studio Kummer & Hermann di Utrecht, e prodotto da Mandeep
Photography and Beyond.
Collaborando strettamente con le realtà di 3/3 e di Mandeep, Spazio Labo’ ha da subito
deciso di sposare la causa di questo intelligente e importante progetto fotografico
impegnandosi a promuoverlo e a farlo conoscere al suo pubblico. Da questa volontà
nasce l’evento del 21 settembre 2010.
Il Sochi Project e’ un progetto unico, un’analisi fotografica svolta in profondità e pertanto
molto costosa. I giornali e i magazines, e non solo, faticano oggi a finanziare progetti di tali
dimensioni. Ma questo non dovrebbe fermare gli scopi del giornalismo documentario e per
questo, per far si che questo tipo di indagini non si esauriscano o vengano disincentivate,
l’autoproduzione e l’autofinanziamento garantiti anche dalla promozione attraverso un
network di partners internazionali diventano risorse fondamentali.
Spazio Labo’ ospiterà l’esposizione di 5 immagini tratte dal progetto “The Sochi Project”,
stampate su manifesti 70x100. Le edizioni, in tiratura di 600 esemplari, saranno messe in
vendita in modo da sostenere materialmente la continuazione del Sochi Project, giunto ad
aprile 2010 al suo secondo anno di vita.
L’esposizione dei poster presso Spazio Labo’ verrà affiancata da azioni urbane che
diffonderanno per le strade della città immagini e slogan del Sochi Project nei giorni
immediatamente precedenti al 21 settembre.
L’evento e ciò che lo circonda è allo stesso tempo un’azione di supporto allo Slow
Journalism e a tutte le forme di autoproduzione intelligente. In un momento storico in cui,
specialmente in Italia, il pluralismo e l’obiettività della stampa e dell’informazione sono
seriamente minacciate, il Sochi Project si fa portavoce di un giornalismo indipendente:
approfondito, progettuale, d’inchiesta, slegato dalle dinamiche - drammaticamente attuali -
del consumo superficiale delle informazioni.
Dopo l’evento bolognese, Rob Hornstra si trasferirà a Roma in quanto il Sochi
Project parteciperà alla IX edizione di FotoGrafia - Festival Internazionale di Roma
all'interno di Mutaions III, la mostra collettiva dell'European Month of Photography
(EMOP), frutto della collaborazione tra sette Festival di altrettante Capitali Europee. Il
Festival, promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della
Comunicazione e, a partire da quest'anno, con l'organizzazione di Zétema Progetto
Cultura, si svolgerà dal 24 settembre al 24 ottobre 2010 all'interno del MACRO Testaccio
(www.fotografiafestival.it).
Il progetto:
Il fotografo Rob Hornstra e lo scrittore/filmaker Arnold van Bruggen hanno deciso di
seguire, per i prossimi 5 anni, i cambiamenti in atto nell’area di Sochi, in Russia, dove nel
2014 si terranno i Giochi Olimpici Invernali.
Il Sochi Project è un mix dinamico di fotografia documentaria, film e reportage di un mondo
fluido; un esempio di Slow Journalism condotto in maniera partecipata e rigorosa.
Mai prima d’ora le Olimpiadi si sono svolte in una regione tanto contrastante con il glamour
dei Giochi. Sochi si trova infatti sulle coste del Mar Nero, dove i vecchi sanatori sovietici
stanno fianco a fianco agli Hotel e i Club più costosi della Riviera Russa, e a soli 20
chilometri dalla zona di guerra di Abkhazia, vicino alle montagne del Caucaso che si
allungano a Est nelle poverissime e sconosciute repubbliche post-sovietiche: la
Cherkessia, l’Ossezia del Nord e la Cecenia. Da qui al 2014 l’area intorno a Sochi sarà
luogo di cambiamenti che la renderanno irriconoscibile. Il processo di totale rinnovamento
e trasformazione della zona è già in atto, gli appartamenti di rifugiati e i resort più poveri
saranno in breve tempo trasformati in lussuosi alberghi e ristoranti. Migliaia di operai
provenienti dalla Russia e da fuori vivono in prefabbricati e lavorano senza sosta in modo
da garantire che gli hotel, gli stadi e tutte le nuove infrastrutture siano pronte in tempo. Gli
elicotteri vanno avanti e indietro con i materiali e il gran fermento sembra voglia
nascondere il più possibile la profonda crisi economica e sociale del territorio.
Come la popolazione locale sta reagendo a questi cambiamenti? Quali le conseguenze
nel medio e lungo periodo?
Rob Hornstra
Rob Hornstra (1975) è un fotografo documentario. Finiti gli studi ha lavorato prevalentemente su
progetti a lungo termine, in Olanda e in altre parti del mondo. Il suo lavoro è caratterizzato da una
ruvidità stilizzata con un’ampia dose di intrinseco coinvolgimento. Ha pubblicato
indipendentemente tre libri fotografici (101 Billionaires, Roots of the Rúntur, Communism &
Cowgirls), che è riuscito a vendere molto velocemente. Ha ricevuto commissioni da testate
internazionali e ha partecipato a numerose mostre nei Paesi Bassi e fuori. È fondatore e direttore
artistico di FOTODOK - Space for Documentary Photography. La prima pubblicazione legata al
Sochi Project, il libro dal titolo Sanatorium, gli e’ valsa il Best Photo Book Award al New York Photo
Festival del 2010.
Arnold van Bruggen
Arnold van Bruggen (1979) è scrittore e filmaker. Con la sua agenzia Prospektor ha scritto e girato
numerose storie. Nel 2001 ha pubblicato il suo primo importante reportage sulle elezioni presidenziali
in Iran. Nel 2004 il suo film sul dilemma degli aiuti umanitari “Amsterdam-Kosovo” è stato selezionato
per il Tribeca Film Festival di New York. Negli ultimi anni Arnold ha girato per i più remoti angoli del
mondo, in particolare l’est dell’Europa e l’ex Unione Sovietica. Crede che una storia ben raccontata
possa connettere le persone con mondi che non conoscono; dalla chiesa Mennonite di Amsterdam
alla rivolta dei prigionieri di guerra georgiani sull’isola di Texel, alla vita quotidiana della piccolissima e
sconosciuta Abkhazia. I suoi articoli riflettono il suo coinvolgimento e amore per le storie che
racconta.
Project”, un progetto di fotogiornalismo indipendente del fotografo Rob Hornstra e dello
scrittore/filmaker Arnold Van Bruggen.
Il Sochi Project e’ stato portato per la prima volta in Italia, precisamente a Roma, a fine
gennaio 2010 con un progetto, “Il Sochi Project a Roma”, ideato e curato da 3/3, con la
collaborazione dello studio Kummer & Hermann di Utrecht, e prodotto da Mandeep
Photography and Beyond.
Collaborando strettamente con le realtà di 3/3 e di Mandeep, Spazio Labo’ ha da subito
deciso di sposare la causa di questo intelligente e importante progetto fotografico
impegnandosi a promuoverlo e a farlo conoscere al suo pubblico. Da questa volontà
nasce l’evento del 21 settembre 2010.
Il Sochi Project e’ un progetto unico, un’analisi fotografica svolta in profondità e pertanto
molto costosa. I giornali e i magazines, e non solo, faticano oggi a finanziare progetti di tali
dimensioni. Ma questo non dovrebbe fermare gli scopi del giornalismo documentario e per
questo, per far si che questo tipo di indagini non si esauriscano o vengano disincentivate,
l’autoproduzione e l’autofinanziamento garantiti anche dalla promozione attraverso un
network di partners internazionali diventano risorse fondamentali.
Spazio Labo’ ospiterà l’esposizione di 5 immagini tratte dal progetto “The Sochi Project”,
stampate su manifesti 70x100. Le edizioni, in tiratura di 600 esemplari, saranno messe in
vendita in modo da sostenere materialmente la continuazione del Sochi Project, giunto ad
aprile 2010 al suo secondo anno di vita.
L’esposizione dei poster presso Spazio Labo’ verrà affiancata da azioni urbane che
diffonderanno per le strade della città immagini e slogan del Sochi Project nei giorni
immediatamente precedenti al 21 settembre.
L’evento e ciò che lo circonda è allo stesso tempo un’azione di supporto allo Slow
Journalism e a tutte le forme di autoproduzione intelligente. In un momento storico in cui,
specialmente in Italia, il pluralismo e l’obiettività della stampa e dell’informazione sono
seriamente minacciate, il Sochi Project si fa portavoce di un giornalismo indipendente:
approfondito, progettuale, d’inchiesta, slegato dalle dinamiche - drammaticamente attuali -
del consumo superficiale delle informazioni.
Dopo l’evento bolognese, Rob Hornstra si trasferirà a Roma in quanto il Sochi
Project parteciperà alla IX edizione di FotoGrafia - Festival Internazionale di Roma
all'interno di Mutaions III, la mostra collettiva dell'European Month of Photography
(EMOP), frutto della collaborazione tra sette Festival di altrettante Capitali Europee. Il
Festival, promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della
Comunicazione e, a partire da quest'anno, con l'organizzazione di Zétema Progetto
Cultura, si svolgerà dal 24 settembre al 24 ottobre 2010 all'interno del MACRO Testaccio
(www.fotografiafestival.it).
Il progetto:
Il fotografo Rob Hornstra e lo scrittore/filmaker Arnold van Bruggen hanno deciso di
seguire, per i prossimi 5 anni, i cambiamenti in atto nell’area di Sochi, in Russia, dove nel
2014 si terranno i Giochi Olimpici Invernali.
Il Sochi Project è un mix dinamico di fotografia documentaria, film e reportage di un mondo
fluido; un esempio di Slow Journalism condotto in maniera partecipata e rigorosa.
Mai prima d’ora le Olimpiadi si sono svolte in una regione tanto contrastante con il glamour
dei Giochi. Sochi si trova infatti sulle coste del Mar Nero, dove i vecchi sanatori sovietici
stanno fianco a fianco agli Hotel e i Club più costosi della Riviera Russa, e a soli 20
chilometri dalla zona di guerra di Abkhazia, vicino alle montagne del Caucaso che si
allungano a Est nelle poverissime e sconosciute repubbliche post-sovietiche: la
Cherkessia, l’Ossezia del Nord e la Cecenia. Da qui al 2014 l’area intorno a Sochi sarà
luogo di cambiamenti che la renderanno irriconoscibile. Il processo di totale rinnovamento
e trasformazione della zona è già in atto, gli appartamenti di rifugiati e i resort più poveri
saranno in breve tempo trasformati in lussuosi alberghi e ristoranti. Migliaia di operai
provenienti dalla Russia e da fuori vivono in prefabbricati e lavorano senza sosta in modo
da garantire che gli hotel, gli stadi e tutte le nuove infrastrutture siano pronte in tempo. Gli
elicotteri vanno avanti e indietro con i materiali e il gran fermento sembra voglia
nascondere il più possibile la profonda crisi economica e sociale del territorio.
Come la popolazione locale sta reagendo a questi cambiamenti? Quali le conseguenze
nel medio e lungo periodo?
Rob Hornstra
Rob Hornstra (1975) è un fotografo documentario. Finiti gli studi ha lavorato prevalentemente su
progetti a lungo termine, in Olanda e in altre parti del mondo. Il suo lavoro è caratterizzato da una
ruvidità stilizzata con un’ampia dose di intrinseco coinvolgimento. Ha pubblicato
indipendentemente tre libri fotografici (101 Billionaires, Roots of the Rúntur, Communism &
Cowgirls), che è riuscito a vendere molto velocemente. Ha ricevuto commissioni da testate
internazionali e ha partecipato a numerose mostre nei Paesi Bassi e fuori. È fondatore e direttore
artistico di FOTODOK - Space for Documentary Photography. La prima pubblicazione legata al
Sochi Project, il libro dal titolo Sanatorium, gli e’ valsa il Best Photo Book Award al New York Photo
Festival del 2010.
Arnold van Bruggen
Arnold van Bruggen (1979) è scrittore e filmaker. Con la sua agenzia Prospektor ha scritto e girato
numerose storie. Nel 2001 ha pubblicato il suo primo importante reportage sulle elezioni presidenziali
in Iran. Nel 2004 il suo film sul dilemma degli aiuti umanitari “Amsterdam-Kosovo” è stato selezionato
per il Tribeca Film Festival di New York. Negli ultimi anni Arnold ha girato per i più remoti angoli del
mondo, in particolare l’est dell’Europa e l’ex Unione Sovietica. Crede che una storia ben raccontata
possa connettere le persone con mondi che non conoscono; dalla chiesa Mennonite di Amsterdam
alla rivolta dei prigionieri di guerra georgiani sull’isola di Texel, alla vita quotidiana della piccolissima e
sconosciuta Abkhazia. I suoi articoli riflettono il suo coinvolgimento e amore per le storie che
racconta.
21
settembre 2010
Sochi Project
21 settembre 2010
fotografia
Location
SPAZIO LABO’
Bologna, Strada Maggiore, 29, (Bologna)
Bologna, Strada Maggiore, 29, (Bologna)
Orario di apertura
ore 19.30
Vernissage
21 Settembre 2010, ore 19.30
Autore
Curatore