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Sol LeWitt / Mimmo Paladino – XXIV Andamenti
ventiquattro gouache di cm 76×56 prodotte a quattro mani, con il compito per ciascun artista di intervenire solo su metà del foglio a disposizione, per poi scambiarlo e completarlo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 14 aprile alle ore 18,30 s’inaugura presso il Museo Archeologico dell’Antica Capua di Santa Maria Capua Vetere (CE), la mostra di Sol Le Witt e Mimmo Paladino “XXIV Andamenti”, promossa dalla città di Santa Maria Capua Vetere e dal suo sindaco Vincenzo Iodice, con il patrocinio della Regione Campania, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Napoli e Caserta.
L’esposizione è il risultato di un incontro tra i due artisti a Roma nello spazio di Valentina Bonomo nella primavera del 2002 e della loro collaborazione.
Nascono così le ventiquattro gouache di cm 76x56 prodotte a quattro mani, con il compito per ciascun artista di intervenire solo su metà del foglio a disposizione, per poi scambiarlo e completarlo.
L’alleanza tra i due artisti si presentava particolarmente difficile poiché il loro lavoro è diametralmente opposto, tanto che in uno studio del 1994 Norman Rosenthal identificava Paladino come uno dei pittori che reagisce al “reductivism” dell’arte del tardo XX sec.- fortemente caratterizzato dall’opera di Le Witt- attraverso “un nuovo appassionato ed espressivo coinvolgimento con pitture e sculture”.
Le ventiquattro gouache sono quindi una vera e propria sfida, e benché il lavoro degli artisti derivi da due prospettive e processi lavorativi radicalmente differenti, questi si congiungono in modo armonioso e la reciproca influenza è chiaramente visibile.
Le opere non sono semplicemente il punto d’incontro di due maniere diverse di concepire un momento creativo, ma diventano, pur nel contrasto dei segni, un “lavoro” unico ed imprevisto.
I XXIV ANDAMENTI, dopo essere stati esposti alla Estorick Collection di Londra (aprile-giugno 2004) e alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (ottobre 2004- febbraio 2005) vengono presentati al Museo Archeologico dell’Antica Capua di Santa Maria Capua Vetere in collaborazione con l’Associazione Culturale Valentina Bonomo Arte Contemporanea di Roma.
Il Museo Archeologico dell’Antica Capua, luogo ricco di storia e fascino, lancia una seconda sfida agli artisti in quanto si mettono a confronto con una realtà completamente diversa e trovano un nuovo equilibrio tra antico e contemporaneo.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da “Gli Ori” , con la riproduzione delle gouache e versi poetici di Bruno Corà.
Paladino (Paduli-BN 1948), uno dei principali artisti italiani contemporanei, le sue opere si trovano nei più importanti musei e gallerie del mondo. Come molti pittori prima di lui, De Chirico, Marini, Sironi e Carrà, Paladino entra in intimo dialogo con la grande eredità artistica italiana senza cadere però nell’anacronismo. La sensazione di “arcaismo” di molte delle sue opere fa riferimento alla metafisica immaginazione di Carlo Carrà, a sua volta fortemente influenzata dai primitivi italiani e dall’arte del Rinascimento.
Le Witt (Hartford- Connecticut 1928), tra i principali esponenti del Minimalismo, è noto soprattutto per le sue “strutture”, complesse costruzioni basate sulla ripetitività di forme geometriche elementari, alla ricerca di essenzialità tesa alla scoperta del significato autentico degli oggetti.
Le Witt è stato anche uno dei pionieri dell’arte concettuale, convinto che “l’idea (…) è il principale aspetto del suo lavoro”. Le sue opere sono conservate in molti musei del mondo e sono state esposte per la prima volta in una retrospettiva nel 1978 al MOMA di New York, e più recentemente al San Francisco Museum of Modern Art.
L’esposizione è il risultato di un incontro tra i due artisti a Roma nello spazio di Valentina Bonomo nella primavera del 2002 e della loro collaborazione.
Nascono così le ventiquattro gouache di cm 76x56 prodotte a quattro mani, con il compito per ciascun artista di intervenire solo su metà del foglio a disposizione, per poi scambiarlo e completarlo.
L’alleanza tra i due artisti si presentava particolarmente difficile poiché il loro lavoro è diametralmente opposto, tanto che in uno studio del 1994 Norman Rosenthal identificava Paladino come uno dei pittori che reagisce al “reductivism” dell’arte del tardo XX sec.- fortemente caratterizzato dall’opera di Le Witt- attraverso “un nuovo appassionato ed espressivo coinvolgimento con pitture e sculture”.
Le ventiquattro gouache sono quindi una vera e propria sfida, e benché il lavoro degli artisti derivi da due prospettive e processi lavorativi radicalmente differenti, questi si congiungono in modo armonioso e la reciproca influenza è chiaramente visibile.
Le opere non sono semplicemente il punto d’incontro di due maniere diverse di concepire un momento creativo, ma diventano, pur nel contrasto dei segni, un “lavoro” unico ed imprevisto.
I XXIV ANDAMENTI, dopo essere stati esposti alla Estorick Collection di Londra (aprile-giugno 2004) e alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (ottobre 2004- febbraio 2005) vengono presentati al Museo Archeologico dell’Antica Capua di Santa Maria Capua Vetere in collaborazione con l’Associazione Culturale Valentina Bonomo Arte Contemporanea di Roma.
Il Museo Archeologico dell’Antica Capua, luogo ricco di storia e fascino, lancia una seconda sfida agli artisti in quanto si mettono a confronto con una realtà completamente diversa e trovano un nuovo equilibrio tra antico e contemporaneo.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da “Gli Ori” , con la riproduzione delle gouache e versi poetici di Bruno Corà.
Paladino (Paduli-BN 1948), uno dei principali artisti italiani contemporanei, le sue opere si trovano nei più importanti musei e gallerie del mondo. Come molti pittori prima di lui, De Chirico, Marini, Sironi e Carrà, Paladino entra in intimo dialogo con la grande eredità artistica italiana senza cadere però nell’anacronismo. La sensazione di “arcaismo” di molte delle sue opere fa riferimento alla metafisica immaginazione di Carlo Carrà, a sua volta fortemente influenzata dai primitivi italiani e dall’arte del Rinascimento.
Le Witt (Hartford- Connecticut 1928), tra i principali esponenti del Minimalismo, è noto soprattutto per le sue “strutture”, complesse costruzioni basate sulla ripetitività di forme geometriche elementari, alla ricerca di essenzialità tesa alla scoperta del significato autentico degli oggetti.
Le Witt è stato anche uno dei pionieri dell’arte concettuale, convinto che “l’idea (…) è il principale aspetto del suo lavoro”. Le sue opere sono conservate in molti musei del mondo e sono state esposte per la prima volta in una retrospettiva nel 1978 al MOMA di New York, e più recentemente al San Francisco Museum of Modern Art.
14
aprile 2005
Sol LeWitt / Mimmo Paladino – XXIV Andamenti
Dal 14 aprile al 28 maggio 2005
arte contemporanea
Location
MUSEO ARCHEOLOGICO DELL’ANTICA CAPUA
Santa Maria Capua Vetere, Via R. D'Angiò, 48, (Caserta)
Santa Maria Capua Vetere, Via R. D'Angiò, 48, (Caserta)
Orario di apertura
mart. – dom. ore 9–19
Vernissage
14 Aprile 2005, ore 18,30
Autore