Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Something Filled Up My Heart With Nothing
Dopo la collettiva Tetraedro (2021), con la mostra Something Filled Up My Heart With Nothing Vera Portatadino inaugura la sua prima personale alla OTTO Gallery di Bologna.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Citando nel titolo l’incipit del brano “Wake Up” della band canadese Arcade Fire, Vera suggerisce l’atmosfera disincantata che permea la sua opera più recente, ricca di riflessioni e preoccupazioni ecologiche.
Considerando i concetti di figurazione e astrazione come categorie inefficaci applicate al suo lavoro, Vera Portatadino situa la sua pratica nell'ambito dell'anti-narrazione. I suoi dipinti evocano invece di illustrare, suggeriscono invece di spiegare, permettendo alla grammatica della pittura di diventare essa stessa oggetto di studio.
“L'odierna opera pittorica di Vera Portatadino si regge su una paratassi che definisco bizantina. Ogni quadro è una tabula che a livello immaginifico può essere sostituita dall'area di un rudimentale telaio da tessitura. Gli strati di pittura, ovvero i fili della composizione, sono tirati uno a uno da Vera, alcuni in senso longitudinale, altri in senso trasversale, proprio come nell'imbastimento di trama e ordito. Quella che sembra solo una parentesi tecnica è in realtà consustanziale all'opera di Vera, perché la sua è un'opera semplice, paratattica appunto, ricca di dettagli ma priva di mistificazioni”. (dal testo Prima Vera Nuova di Sofia Silva)
La mostra si snoda tra tele e tavole che suscitano domande sul nostro rapporto con il tempo, con la natura e la vita contemplativa. Terre aride, prati fioriti e campiture colorate sono abitati da elementi botanici e organici e da fiamme, con cui fattezze umane si relazionano, indicando, curando o distruggendo.
“Nelle sue tele si incontrano numerosi simboli derivanti da iconografie antiche e archetipiche, la rosa ardente, il fiore dell'Apocalisse, il fuoco della rivelazione; Vera non usa i simboli in quanto tali, piuttosto s'imbatte in loro in maniera spontanea”. (Sofia Silva)
La ricerca teorica dell’artista si fonda sui concetti di bellezza, piacere e caducità, e sull'ossessione per il marginale, che esiste a prescindere dalla scena principale.
Considerando i concetti di figurazione e astrazione come categorie inefficaci applicate al suo lavoro, Vera Portatadino situa la sua pratica nell'ambito dell'anti-narrazione. I suoi dipinti evocano invece di illustrare, suggeriscono invece di spiegare, permettendo alla grammatica della pittura di diventare essa stessa oggetto di studio.
“L'odierna opera pittorica di Vera Portatadino si regge su una paratassi che definisco bizantina. Ogni quadro è una tabula che a livello immaginifico può essere sostituita dall'area di un rudimentale telaio da tessitura. Gli strati di pittura, ovvero i fili della composizione, sono tirati uno a uno da Vera, alcuni in senso longitudinale, altri in senso trasversale, proprio come nell'imbastimento di trama e ordito. Quella che sembra solo una parentesi tecnica è in realtà consustanziale all'opera di Vera, perché la sua è un'opera semplice, paratattica appunto, ricca di dettagli ma priva di mistificazioni”. (dal testo Prima Vera Nuova di Sofia Silva)
La mostra si snoda tra tele e tavole che suscitano domande sul nostro rapporto con il tempo, con la natura e la vita contemplativa. Terre aride, prati fioriti e campiture colorate sono abitati da elementi botanici e organici e da fiamme, con cui fattezze umane si relazionano, indicando, curando o distruggendo.
“Nelle sue tele si incontrano numerosi simboli derivanti da iconografie antiche e archetipiche, la rosa ardente, il fiore dell'Apocalisse, il fuoco della rivelazione; Vera non usa i simboli in quanto tali, piuttosto s'imbatte in loro in maniera spontanea”. (Sofia Silva)
La ricerca teorica dell’artista si fonda sui concetti di bellezza, piacere e caducità, e sull'ossessione per il marginale, che esiste a prescindere dalla scena principale.
22
ottobre 2022
Something Filled Up My Heart With Nothing
Dal 22 ottobre 2022 al 21 gennaio 2023
arte contemporanea
Location
OTTO GALLERY
Bologna, Via D'Azeglio, 55, (Bologna)
Bologna, Via D'Azeglio, 55, (Bologna)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10.30/13.00 - 16.00/20.00
Vernissage
22 Ottobre 2022, 18.00 - 21.00
Autore
Autore testo critico