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Something which is not anything specific.
In collaborazione con due grandi collezioni di design italiano e minimalismo concettuale, LOOM gallery propone in mostra un dialogo tra raffinati mobili degli anni 50 e opere d’arte, creando in galleria diversi ambienti dove opere e design saranno perfettamente integrati tra loro.
Comunicato stampa
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In collaborazione con due grandi collezioni di design italiano e minimalismo concettuale, LOOM gallery propone in mostra un dialogo tra raffinati mobili degli anni 50 e opere d’arte, creando in galleria diversi ambienti dove opere e design saranno perfettamente integrati tra loro.
Something which is not anything specific recita lo statement di Robert Barry, del 1969, che dà il titolo alla mostra. Si tratta della descrizione di un’opera che esiste nella sola descrizione di sé stessa. Così come la Discussion di Ian Wilson, avvenuta proprio con Robert Barry nel 1971, che si può ac- quisire senza sapere quale fosse il contenuto della chiacchierata. Le corde tese di Fred Sandback di- videvano le stanze in Four horizontal lines nel Museo Haus Lange di Krefeld, nel 1969, così come le linee rotanti di Giacomo Balla avevano diviso il suo sottobicchiere nel 1920. Le Homes for America di Dan Graham degli anni 60 erano la prima indagine artistica sul gusto degli americani, mentre i tre cubi sovrapposti di Stanley Brown misurano lo spazio e loro stessi, dichiarandosi per quello che sono: un cubo da cm. 12,5 x 12,5 x 12,5 sopra un cubo da cm. 25 x 25 x 25 sopra un cubo da cm 50 x 50 x 50. Nè testa nè coda, disegnava Alighiero Boetti, nell’Autunno 1976, per il primo numero di una rivista che di numeri ne avrà solo due, La Città di Riga. La prefazione così diceva: “La Città di Riga, che non è esplicitamente una rivista d’arte, intende allargarsi a tutto ciò che l’arte implica...”,.
Come i Contenitoriumani di Ico Parisi del 1968, che volgevano a definire una diversa idea utopi- co-esistenziale del vivere, o il prototipo della Superleggera di Giò Ponti del 1949, considerata “Og- getto Primo” che esprime, in un momento di grande trasformazione, il meglio della collaborazione tra il designer e le maestranze artigianali. Autori come Achille Castiglioni, Vico Magistretti, Ico Parisi, Giò Ponti e Osvaldo Borsani hanno abbracciato nuovi materiali e tecniche di produzione per creare design minimalisti e altamente funzionali. Le loro creazioni erano caratterizzate da forme geometriche, linee eleganti e audaci. La combinazione di modernismo e artigianato ha conferito al design italiano degli anni ‘60 una qualità unica e senza tempo che continua a ispirare i designers di tutto il mondo.
Something which is not anything specific recita lo statement di Robert Barry, del 1969, che dà il titolo alla mostra. Si tratta della descrizione di un’opera che esiste nella sola descrizione di sé stessa. Così come la Discussion di Ian Wilson, avvenuta proprio con Robert Barry nel 1971, che si può ac- quisire senza sapere quale fosse il contenuto della chiacchierata. Le corde tese di Fred Sandback di- videvano le stanze in Four horizontal lines nel Museo Haus Lange di Krefeld, nel 1969, così come le linee rotanti di Giacomo Balla avevano diviso il suo sottobicchiere nel 1920. Le Homes for America di Dan Graham degli anni 60 erano la prima indagine artistica sul gusto degli americani, mentre i tre cubi sovrapposti di Stanley Brown misurano lo spazio e loro stessi, dichiarandosi per quello che sono: un cubo da cm. 12,5 x 12,5 x 12,5 sopra un cubo da cm. 25 x 25 x 25 sopra un cubo da cm 50 x 50 x 50. Nè testa nè coda, disegnava Alighiero Boetti, nell’Autunno 1976, per il primo numero di una rivista che di numeri ne avrà solo due, La Città di Riga. La prefazione così diceva: “La Città di Riga, che non è esplicitamente una rivista d’arte, intende allargarsi a tutto ciò che l’arte implica...”,.
Come i Contenitoriumani di Ico Parisi del 1968, che volgevano a definire una diversa idea utopi- co-esistenziale del vivere, o il prototipo della Superleggera di Giò Ponti del 1949, considerata “Og- getto Primo” che esprime, in un momento di grande trasformazione, il meglio della collaborazione tra il designer e le maestranze artigianali. Autori come Achille Castiglioni, Vico Magistretti, Ico Parisi, Giò Ponti e Osvaldo Borsani hanno abbracciato nuovi materiali e tecniche di produzione per creare design minimalisti e altamente funzionali. Le loro creazioni erano caratterizzate da forme geometriche, linee eleganti e audaci. La combinazione di modernismo e artigianato ha conferito al design italiano degli anni ‘60 una qualità unica e senza tempo che continua a ispirare i designers di tutto il mondo.
23
marzo 2023
Something which is not anything specific.
Dal 23 marzo all'undici maggio 2023
arte contemporanea
collettiva
design
collettiva
design
Location
LOOM GALLERY
Milano, Via Lazzaretto, 15, (Milano)
Milano, Via Lazzaretto, 15, (Milano)
Orario di apertura
da mercoledì a sabato ore 14-19
Vernissage
23 Marzo 2023, 19:00-21:00
Sito web
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