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Spacioux
Spacioux indaga le molteplici influenze nel rapporto tra uomo e spazio attraverso le opere di diciotto artisti di diversa generazione e provenienza, che praticano il concetto di spazio non solo come elemento in cui ci muoviamo ed esistiamo ma anche come proiezione di tensioni generatrici differenti.
Comunicato stampa
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Spacioux indaga le molteplici influenze nel rapporto tra uomo e spazio attraverso le opere di diciotto artisti di diversa generazione e provenienza, che praticano il concetto di spazio non solo come elemento in cui ci muoviamo ed esistiamo ma anche come proiezione di tensioni generatrici differenti. Spacioux è un’invenzione, un’alterazione tra la parola italiana spazio e quella inglese spacious, che immette il linguaggio nel flusso degli eventi rendendolo precario e soggetto a metamorfosi in stretta sintonia con la capacità delle opere esposte di trasformare i luoghi in spazi sensibili e di attivare la partecipazione del fruitore. Spacioux compone un’analisi sull’estetica dello spazio tentando, mediante differenti percorsi e linguaggi, di sondare le possibili alterazioni dell’ambiente: dal tangibile all’immateriale; dalla dimensione privata a quella sociale; dal rapporto con l’architettura e la storia del design e, non ultimo, quello di luogo in cui condurre l’osservazione delle nevrosi della società contemporanea.
Nell’ideazione e costruzione del progetto, fondamentale è stato l’incontro con alcune opere seminali, come quella di Gerwald Rockenschaub e Cady Noland, che tracciano prospettive differenti attraverso cui collocare la ricerca di artisti più giovani come Simone Cesarini e Stefano Mandracchia da un lato, e Wynne Greenwood e Fawn Krieger, dall’altro. In mostra, una selezione di lavori che con modalità differenti raccontano le molteplici possibilità di attraversare, alterare o trasformare lo spazio: Davide Cascio, David Casini, Anna Galtarossa, Ann Veronica Janssens, Gabriel Kuri, Suzan Philipsz, Michael Sailstorfer, Troels Sandegård e progetti sviluppati in situ di Carla Scott Fullerton, Hannah James, Andrea Sala e Luca Trevisani.
Inaugurato lo scorso aprile con la performance I Hear a Shadow di Nico Vascellari, LAP - Lambretto Art Project Lambretto Art Project - Osservatorio del contemporaneo è il nuovo spazio a Lambrate dedicato alla sperimentazione e al pensiero creativo. Non un museo d’arte, né una fondazione, bensì un contenitore dinamico aperto al dialogo con curatori indipendenti che intendono promuovere cultura. LAP ospita infatti progetti interdisciplinari volti alla ricerca artistica più ampia e trasversale: dall’arte contemporanea, alla musica, dal design al teatro, dal cinema, alla danza per inserirsi all’interno del panorama culturale della città.
Ideatore del progetto è l’architetto Mariano Pichler, già promotore da diversi anni della riqualificazione dell’ex quartiere operaio di Lambrate e artefice di una vera e propria rinascita culturale di quello che oggi è diventato uno dei poli più dinamici dell’arte e del design a Milano. Il distretto di Lambrate è infatti sede di numerose fra le realtà creative più propositive e affermate della città, come le gallerie d’arte Massimo De Carlo, Zero, Francesca Minini, Manuela Klerkx, Pianissimo, Prometeogallery, Plusdesign, la Casa Editrice Abitare–Segesta, la Scuola Politecnica di Design, la libreria Art Book Milano e Radio 101.
Il progetto architettonico di LAP è stato curato da Ruattistudio Architetti con Mariano Pichler.
Nell’ideazione e costruzione del progetto, fondamentale è stato l’incontro con alcune opere seminali, come quella di Gerwald Rockenschaub e Cady Noland, che tracciano prospettive differenti attraverso cui collocare la ricerca di artisti più giovani come Simone Cesarini e Stefano Mandracchia da un lato, e Wynne Greenwood e Fawn Krieger, dall’altro. In mostra, una selezione di lavori che con modalità differenti raccontano le molteplici possibilità di attraversare, alterare o trasformare lo spazio: Davide Cascio, David Casini, Anna Galtarossa, Ann Veronica Janssens, Gabriel Kuri, Suzan Philipsz, Michael Sailstorfer, Troels Sandegård e progetti sviluppati in situ di Carla Scott Fullerton, Hannah James, Andrea Sala e Luca Trevisani.
Inaugurato lo scorso aprile con la performance I Hear a Shadow di Nico Vascellari, LAP - Lambretto Art Project Lambretto Art Project - Osservatorio del contemporaneo è il nuovo spazio a Lambrate dedicato alla sperimentazione e al pensiero creativo. Non un museo d’arte, né una fondazione, bensì un contenitore dinamico aperto al dialogo con curatori indipendenti che intendono promuovere cultura. LAP ospita infatti progetti interdisciplinari volti alla ricerca artistica più ampia e trasversale: dall’arte contemporanea, alla musica, dal design al teatro, dal cinema, alla danza per inserirsi all’interno del panorama culturale della città.
Ideatore del progetto è l’architetto Mariano Pichler, già promotore da diversi anni della riqualificazione dell’ex quartiere operaio di Lambrate e artefice di una vera e propria rinascita culturale di quello che oggi è diventato uno dei poli più dinamici dell’arte e del design a Milano. Il distretto di Lambrate è infatti sede di numerose fra le realtà creative più propositive e affermate della città, come le gallerie d’arte Massimo De Carlo, Zero, Francesca Minini, Manuela Klerkx, Pianissimo, Prometeogallery, Plusdesign, la Casa Editrice Abitare–Segesta, la Scuola Politecnica di Design, la libreria Art Book Milano e Radio 101.
Il progetto architettonico di LAP è stato curato da Ruattistudio Architetti con Mariano Pichler.
18
settembre 2009
Spacioux
Dal 18 settembre al 21 ottobre 2009
architettura
design
arte contemporanea
design
arte contemporanea
Location
LAMBRETTO STUDIOS
Milano, Via Cletto Arrighi, 19, (Milano)
Milano, Via Cletto Arrighi, 19, (Milano)
Vernissage
18 Settembre 2009, ore 19
Ufficio stampa
ALESSANDRA DE ANTONELLIS
Autore
Curatore