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Spalle al pubblico
Lo spettacolo tratta di uno scrittore-regista che all’apice del successo volta le spalle al pubblico. Si ritira dalle scene, ma in segreto allestisce per se stesso un teatro da camera dove l’unico elemento mancante è il pubblico in carne e ossa sostituito da una tela dipinta.
Comunicato stampa
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Anticipando a un amico il titolo di questo spettacolo, lui, che non è un giovincello, ha esclamato: è un titolo d'avanguardia! È vero, ha un piglio provocatorio che fa pensare lì per lì agli anni settanta. E che produca quell'effetto non può dispiacere a chi operava intensamente su più fronti in quel periodo. Però, lo spettacolo in sé è tutt'altro che provocatorio, lungi da noi il proposito di sbeffeggiare lo spettatore. Ci proponiamo piuttosto di allestire il suo sguardo, di cambiargli il punto di vista senza fargli cambiare posto. Il ribaltamento dello spazio scenico, che ruota concettualmente su se stesso, non è un'avulsa trovata, ma segue il filo della narrazione.
Il racconto verte su un attore – regista all'apice del successo che inesplicabilmente volta le spalle al pubblico. Si ritira dalle scene, ma non abbandona affatto il teatro. In segreto, complice una giovane attrice, lo coltiva più che mai, religiosamente, solipsisticamente. Vi si dedica giorno e notte in un andirivieni continuo, sia mentale che fisico, tra camerino e palcoscenico, palcoscenico e camerino. Due spazi contigui che corrispondono nello svolgimento dello spettacolo a due distinti piani di rappresentazione.
In questo utopico teatro da camera, attrezzato in piena regola con sipario, quinte, luci, fonica, quel che latita è il pubblico in carne ed ossa. A lungo andare la sua simulazione dipinta non regge il gioco. È il punto debole di un congegno perfetto. Dal fondo del camerino una voce senza volto, dialogando nell'ombra con l'attore, pian piano mina le sue certezze. Un doppio? Il finale vede ruotare ancora l'asse scenico su se stesso e l'attore ritrovarsi di nuovo faccia a faccia con un pubblico vero. Mi siete mancati, esordisce...
L'Attico
Roma, via del Paradiso 41
Dal 22 marzo al 7 aprile, ore 19
Domenica 31 marzo e lunedì 1 aprile non c’è spettacolo
Biglietto € 5,00 posti limitati
Prenotazioni: 066869846 - info@fabiosargentini.it
Il racconto verte su un attore – regista all'apice del successo che inesplicabilmente volta le spalle al pubblico. Si ritira dalle scene, ma non abbandona affatto il teatro. In segreto, complice una giovane attrice, lo coltiva più che mai, religiosamente, solipsisticamente. Vi si dedica giorno e notte in un andirivieni continuo, sia mentale che fisico, tra camerino e palcoscenico, palcoscenico e camerino. Due spazi contigui che corrispondono nello svolgimento dello spettacolo a due distinti piani di rappresentazione.
In questo utopico teatro da camera, attrezzato in piena regola con sipario, quinte, luci, fonica, quel che latita è il pubblico in carne ed ossa. A lungo andare la sua simulazione dipinta non regge il gioco. È il punto debole di un congegno perfetto. Dal fondo del camerino una voce senza volto, dialogando nell'ombra con l'attore, pian piano mina le sue certezze. Un doppio? Il finale vede ruotare ancora l'asse scenico su se stesso e l'attore ritrovarsi di nuovo faccia a faccia con un pubblico vero. Mi siete mancati, esordisce...
L'Attico
Roma, via del Paradiso 41
Dal 22 marzo al 7 aprile, ore 19
Domenica 31 marzo e lunedì 1 aprile non c’è spettacolo
Biglietto € 5,00 posti limitati
Prenotazioni: 066869846 - info@fabiosargentini.it
22
marzo 2013
Spalle al pubblico
Dal 22 marzo al 07 aprile 2013
performance - happening
Location
GALLERIA L’ATTICO – FABIO SARGENTINI
Roma, Via Del Paradiso, 41, (Roma)
Roma, Via Del Paradiso, 41, (Roma)
Biglietti
€ 5
Orario di apertura
da lunedì al sabato ore 19
escluso domenica 31 marzo e lunedì 1° aprile 2013
Vernissage
22 Marzo 2013, h 19,00
Autore
Curatore