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Spazi Atti/Fitting Spaces
opere di Mario Airò – Massimo Bartolini – Loris Cecchini – Alberto Garutti – Marzia Migliora (con la collaborazione di Riccardo Mazza) – Luca Pancrazzi – Patrick Tuttofuoco, sette artisti che, in questi ultimi anni, hanno lavorato intorno al concetto di spazio sensibile
Comunicato stampa
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Il programma espositivo del Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano prosegue nell’autunno 2004 con una mostra collettiva dal titolo SPAZI ATTI / FITTING SPACES. 7 artisti italiani alle prese con la trasformazione dei luoghi. Organizzata nell’ambito della direzione artistica di Jean-Hubert Martin, la mostra è curata da Roberto Pinto e propone opere di Mario Airò - Massimo Bartolini - Loris Cecchini - Alberto Garutti - Marzia Migliora (con la collaborazione di Riccardo Mazza) - Luca Pancrazzi - Patrick Tuttofuoco, sette artisti che, in questi ultimi anni, hanno lavorato intorno al concetto di spazio sensibile, da fruire mediante i sensi, da vivere e abitare. Nell’esposizione si tiene conto di differenti approcci a questo aspetto della ricerca e vengono realizzate installazioni ad hoc che riflettono il modo di costruire la percezione dello spazio e dei luoghi ed interagiscono con la struttura espositiva. Il PAC vedrà pertanto alternarsi spazi reali, risultato di vere e proprie costruzioni ideate dagli artisti trasformando gli ambienti preesistenti, a spazi virtuali creati con luci suoni e odori.
Esiste ormai una lunga tradizione artistica che, mettendo da parte la rappresentazione della realtà, impegna direttamente l’artista nella trasformazione della spazio che lo circonda. Tutte le esperienze di contaminazione tra arte e architettura, presenti quasi in ogni epoca storica, hanno concorso a formare questa tradizione. Ma se ci si sofferma soltanto in ambito contemporaneo si possono trovare radici molto precise nel lavoro di Lucio Fontana che con forme e luci trasforma gli spazi di gallerie e musei dando vita ai suoi ambienti spaziali.
Se poi si ragiona su Milano, non si può non rilevare come questa città abbia costruito gran parte della sua riconoscibilità internazionale su un’idea precisa di ‘immagine’ dovuta alla combinazione di sapienza artigianale/industriale e di raffinata capacità estetica. Questa combinazione si declina in diversi ambiti, dalla moda al design (e per certi aspetti anche nella pubblicità e nell’editoria) partendo dalla relazione che l’uomo ha con il proprio ambiente spaziale, per riprendere le parole di Lucio Fontana, relazione che si esplicita costruendo quella pellicola che ci protegge e ci rappresenta e che consiste negli abiti che indossiamo, in tutti quegli oggetti e forme con cui riempiamo i luoghi dove viviamo e che ci rendono più confortevole, piacevole e culturalmente ricca la vita.
Anche dal punto di vista architettonico questa città ha un’apparenza di grande uniformità: pur esistendo architetture di differenti tipologie o stili ed epoche storiche distanti tra loro, c’è un certo senso dell’ordine e una tonalità di fondo che amalgamano il paesaggio intorno a noi. Si può inoltre notare la tendenza a rendere più accogliente l’interno, la corte, piuttosto che l’esterno.
Alcuni tra i più interessanti artisti italiani, soprattutto quelli che gravitano intorno alla città lombarda, hanno approfondito e sviluppato la ricerca su questi concetti di spazio sensibile e la mostra allestita al PAC intende testimoniarne il lavoro.
Vi sarà, inoltre, una sezione dedicata ad alcuni progetti degli stessi artisti presenti in mostra, sempre sul tema della trasformazione dello spazio. Un video a cura di Mario Gorni documenterà il backstage della mostra con interviste agli artisti.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo con testi in italiano e inglese, contenente un’introduzione del curatore, un testo di Jean-Hubert Martin e i saggi di sette diversi autori: Lorenzo Bruni (per Mario Airò); William S. Wilson (per Massimo Bartolini); Gianfranco Maraniello (per Loris Cecchini); Carlos Basualdo (per Alberto Garutti); Emanuela De Cecco (per Marzia Migliora); Elio Grazioli (per Luca Pancrazzi ); Gyonata Bonvicini (per Patrick Tuttofuoco).
In occasione della mostra la Sezione Didattica del PAC organizza visite guidate per il pubblico e le scuole, laboratori e attività per bambini e ragazzi, realizzati con il sostegno del Gruppo COOP Lombardia. Sono inoltre previsti, come di consueto, concerti e conferenze legati alle tematiche della mostra.
La mostra è realizzata con il sostegno di TOD’S e Motorola.
Esiste ormai una lunga tradizione artistica che, mettendo da parte la rappresentazione della realtà, impegna direttamente l’artista nella trasformazione della spazio che lo circonda. Tutte le esperienze di contaminazione tra arte e architettura, presenti quasi in ogni epoca storica, hanno concorso a formare questa tradizione. Ma se ci si sofferma soltanto in ambito contemporaneo si possono trovare radici molto precise nel lavoro di Lucio Fontana che con forme e luci trasforma gli spazi di gallerie e musei dando vita ai suoi ambienti spaziali.
Se poi si ragiona su Milano, non si può non rilevare come questa città abbia costruito gran parte della sua riconoscibilità internazionale su un’idea precisa di ‘immagine’ dovuta alla combinazione di sapienza artigianale/industriale e di raffinata capacità estetica. Questa combinazione si declina in diversi ambiti, dalla moda al design (e per certi aspetti anche nella pubblicità e nell’editoria) partendo dalla relazione che l’uomo ha con il proprio ambiente spaziale, per riprendere le parole di Lucio Fontana, relazione che si esplicita costruendo quella pellicola che ci protegge e ci rappresenta e che consiste negli abiti che indossiamo, in tutti quegli oggetti e forme con cui riempiamo i luoghi dove viviamo e che ci rendono più confortevole, piacevole e culturalmente ricca la vita.
Anche dal punto di vista architettonico questa città ha un’apparenza di grande uniformità: pur esistendo architetture di differenti tipologie o stili ed epoche storiche distanti tra loro, c’è un certo senso dell’ordine e una tonalità di fondo che amalgamano il paesaggio intorno a noi. Si può inoltre notare la tendenza a rendere più accogliente l’interno, la corte, piuttosto che l’esterno.
Alcuni tra i più interessanti artisti italiani, soprattutto quelli che gravitano intorno alla città lombarda, hanno approfondito e sviluppato la ricerca su questi concetti di spazio sensibile e la mostra allestita al PAC intende testimoniarne il lavoro.
Vi sarà, inoltre, una sezione dedicata ad alcuni progetti degli stessi artisti presenti in mostra, sempre sul tema della trasformazione dello spazio. Un video a cura di Mario Gorni documenterà il backstage della mostra con interviste agli artisti.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo con testi in italiano e inglese, contenente un’introduzione del curatore, un testo di Jean-Hubert Martin e i saggi di sette diversi autori: Lorenzo Bruni (per Mario Airò); William S. Wilson (per Massimo Bartolini); Gianfranco Maraniello (per Loris Cecchini); Carlos Basualdo (per Alberto Garutti); Emanuela De Cecco (per Marzia Migliora); Elio Grazioli (per Luca Pancrazzi ); Gyonata Bonvicini (per Patrick Tuttofuoco).
In occasione della mostra la Sezione Didattica del PAC organizza visite guidate per il pubblico e le scuole, laboratori e attività per bambini e ragazzi, realizzati con il sostegno del Gruppo COOP Lombardia. Sono inoltre previsti, come di consueto, concerti e conferenze legati alle tematiche della mostra.
La mostra è realizzata con il sostegno di TOD’S e Motorola.
11
novembre 2004
Spazi Atti/Fitting Spaces
Dall'undici novembre 2004 al 20 febbraio 2005
giovane arte
Location
PAC – PADIGLIONE D’ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Via Palestro, 14, (Milano)
Milano, Via Palestro, 14, (Milano)
Biglietti
€ 5,20 intero - € 2,60 ridotti - € 1,80 scuole in gruppo - bambini fino 8 anni gratuito, da 8 a 14 ridotto
Orario di apertura
9.30 – 17.30 da martedì a domenica - giovedì fino alle 21.00 - chiuso il lunedì
Vernissage
11 Novembre 2004, ore 18,30
Autore
Curatore