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Spazio all’arte – Lorenzo Passanante
Rassegna dedicata all’arte contemporanea siciliana.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Spazio all’arte”, organizzata da bquadro eventi e comunicazione, e curata da Laura Francesca Di Trapani, è una rassegna dedicata all’arte contemporanea siciliana.
Ha inaugurato il 9 aprile, nello spazio espositivo spaziobquadro di via XII Gennaio 2, a Palermo e proseguirà fino al 24 maggio 2009.
Ogni fine settimana un’artista è protagonista della rassegna con la sua personale.
Questo giovedì inaugura la personale Lorenzo Passanante, a seguire la personale Angela Vinci.
Giovedì 14 maggio alle ore 19,
opening della personale di Lorenzo Passanante.
La mostra resterà aperta
Dal Venerdì alla Domenica dalle ore 10 alle 20
Ingresso gratuito.
Lorenzo Passanante
Castelvetrano (1980). Diplomatosi in decorazione presso l’Accademia di Belle Arti a Palermo, collabora attualmente nella stessa accademia. Ha partecipato a numerose esposizioni collettive e personali in Italia e all’estero. La sua pittura colta e provocatoria con intelligenza, si muove su un doppio piano. Fumettistiche cromie per raffigurare personaggi in chiave ironica che sottendono l’anima profonda del lavoro di Lorenzo, una riflessione sul marcio della società. La bivalenza di linguaggio rende il lavoro pittorico come un set cinematografico, come un lungometraggio di David Lynch, con la creazione di tanti contenitori per raccontare una storia. L’elemento macabro si autoironizza spiazzando lo spettatore per condurlo verso una profonda riflessione.
www.bquadro.org/spazioallarte
NOTA CRITICA
La finzione è penetrata nella realtà come il silicone nei corpi e non c’è modo di sapere, ad esempio, dove abbiamo il piede. I miei genitori mi dicevano di mettere i piedi nella realtà e quando arrivai davanti a ciò che loro chiamavano realtà, risultò essere un luogo inabitabile, a meno che gli avessi aggiunto delle porzioni di finzione. Per ora circolano delle “biografie autorizzate” che curiosamente sono più fantastiche di quelle inventate. Il falso è più vero della verità. Se lei, signore, vuole capirci qualcosa dica il contrario di ciò che le passa per la testa.
(Juan José Millás, Cosas, artículo de opinión, El País.)
Nel 1924 Andrè Breton nel Manifesto definiva il Surrealismo come un “automatismo psichico puro col quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente, sia per iscritto, sia in qualsiasi altro modo, il funzionamento reale del pensiero. Dettato del pensiero in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di qualsiasi preoccupazione estetica e morale. Il surrealismo si fonda sull'idea di un grado di realtà superiore connesso a certe forme di associazione finora trascurate, sull'onnipotenza del sogno, sul gioco disinteressato del pensiero." Lorenzo ha certamente un debito con questo affascinante movimento, lo ha osservato, studiato e traslato in un “luogo” pittorico personale. Nelle sue tele avviene una forte ed immediata corrispondenza tra l’inconscio ed espressività artistica, che diventano linguaggio per raccontare visioni oniriche, paure, l’io, le riflessioni sulla società che ci circonda, con immagini che assumono una valenza simbolica. L’automatismo psichico che lega la produzione artistica di Lorenzo alla corrente surrealista, in questa estrema libertà associativa di immagini, non attinge dal sogno, ritenuto luogo privilegiato in cui albergano tutte le soluzioni, ma scorge nella realtà che lo circonda, nel suo sentire, nella storia dei personaggi che lo affascinano, in un repertorio iconografico che unisce per dar forma ad un mondo unico e intrigante. L’automatismo diventa così “istinto ragionato” dove il segno grafico, stridendo, da voce ad una miscellanea di idee. È un atto del pensare, del leggere, dell’osservare, che sedimentandosi va a comporre il suo universo pittorico. Il fascino subito dalle diverse utopie che hanno contraddistinto pensieri artistici, come quello surrealista, non lo hanno condotto alla perdizione illusoria dei processi mentali che hanno spinto fino a quel punto gli artisti. Certamente è vicino nella scelta di un linguaggio artistico, che ad una prima osservazione appare scanzonata e chiassosa non soltanto inerente ad una scelta cromatica pop, ma anche in alcuni personaggi usciti da fumetti, ma che successivamente diventano traduzione in termini plastici dell’inconscio mediante un linguaggio libero. Guarda a Magritte, ai suoi oggetti, come le pipe sospese, in una deformazione in chiave metamorfica, trasformando quell’oggetto in un altro, deviando la percezione di chi guarda verso un diverso ordine della realtà. Ma è soprattutto Max Ernst ad affascinarlo con il suo enigmatico carattere visionario. Guarda e riguarda a La vestizione della sposa (1940), con quella maniera di indagine del sogno che si trasforma in incubo, con un forte senso del macabro posto in un ruolo da protagonista, per produrre un inedito effetto. L’inconscio in Lorenzo assume valenza portante per accostare elementi all’apparenza inconciliabili che verranno percepiti per mezzo di una doppia lettura del suo lavoro. È una rappresentazione della sua essenza interiore, priva di ogni astrattismo, è un’allucinazione in una dimensione di oggetti definiti, arbitrariamente uniti in un dialogo che inizia a prendere forma, raccontando la sua verità. La realtà di Lorenzo è alla fine una realtà sociale, una realtà composita e composta da numerosi rimandi culturali, artistici, cinematografici che lo hanno colpito e che trasferisce al suo tempo, al suo spazio. Il distacco dal surrealismo avviene nella mancata esistenza di quei processi che hanno sottratto alle facoltà coscienti dell’artista l’elaborazione del proprio lavoro. Ed in quella fusione, tra l’altro mai veramente riuscita ai surrealisti, tra i due aspetti della corrente, quella sociale e quella individuale, cercando di trovare soluzioni all’angoscia per la crisi dell’epoca, si trasforma in Lorenzo in una contemporaneità più intimista, soprattutto nei lavori delle carte, embrioni in cui tematiche come quella mitologica e attinte alla tragedia vengono vissute in maniera contemporanea. Il mito, la tragedia, il romanzo contemporaneo, fotogrammi rubati a grandi cineasti come Lars Von Trier o David Lynch, scorrono nelle sue tele, tra i suoi colori, ma assumono un nuovo linguaggio, in un insieme di racconti smontati e rimontati per dare vita ad una nuovo spazio. Lo scrittore catalano Juan Josè Millàs ritorna in quella narrazione di oggetti che divengono feticci, e che possono essere vere e proprie armi, d’altronde, come scrive lo stesso “da un cacciavite si può tirar fuori il male del mondo”. Lorenzo racconta di oggetti che tratta alla stregua dei personaggi, che vivono e prendono vita quando l’uomo dorme. Millàs come Socrate, come Euripide a cui ruba quell’Edipo che benda e che sposta da una tela all’altra. È il personaggio che lo affascina in una visione nuova, quell’antieroe tragico che diventa riferimento autobiografico, calato in una profonda stanchezza dettata dal volere del fato. Un Edipo ormai stanco, pittoricamente parafrasato anche da una canzone di De Andrè, con cui condivide il desiderio di non lottare, preferendo la libertà intesa anche in maniera individuale. Osservare le sue tele equivale a calarsi in una dimensione composta da tante piccole colorate sfaccettature. La sua narrazione pittorica, affidata a chiassose tinte sorbetto, a personaggi che sembrano usciti da luoghi fumettistici, è un fare arte che affonda le sue radici nelle grandi correnti filosofiche e culturali passate, che vengono studiate e le cui dottrine e riflessioni vengono riportate sulla superficie pittorica con quell’intelligenza provocatoria che lo contraddistingue. Si tratta sempre di racconti costruiti su due livelli, il primo ironico, elemento attraente della sua pittura, ed il successivo narrativo, con quella sua profana visione antropologica, all’interno del quale il coefficiente macabro grazie al primo viene ironizzato. Alla fine il significato è il reale protagonista, che riveste i panni di un personaggio divertente alla vista, utilizzando così un altro linguaggio per condurre chi osserva ad una profonda riflessione.
Maggio 2009
Laura Francesca Di Trapani
BIOGRAFIA
LORENZO PASSANANTE
Nome: Lorenzo Giuseppe
Cognome: Passanante, nato a Castelvetrano (TP), il 14/03/1980.
Resdente a Campobello di Mazara (TP), in via Mag. Toselli 62,
91021, Campobello di Mazara
Domicilio: Via Perez 132, Palermo
Titoli di studio : diploma in decorazione presso l’Accademia di Belle Arti Palermo, conseguito nell’A.A. 2004/2005 (cattedra del prof. Carlo Lauricella)
Diploma di maturità classica presso il Liceo Classico di Castelvetrano (TP) “G. Pantaleo”, conseguito nell’A.S. 1998/1999.
Titolo della tesi di laurea: “a fior di pelle” fenomeni e contaminazioni dell’arte contemporana, Relatrice Prof. Gianna Di Piazza (titolare della cattedra di fenomenologia dell’arte contemporanea).
Principali esperienze lavorative:
· Gennaio/giugno 2009: Assistente tecnico di laboratorio presso la cattedra di decorazione del prof. Carlo Lauricella, Accademia di Belle Arti di Palermo.
· Febbraio/Maggio 2008: Esperto in linguaggi artistici contemporanei. Cura la realizzazione dello spettacolo teatrale “Il Pinocchio studioso”, di Nello Saito. Istituto Comprensivo “Luigi Pirandello”, Campobello di Mazara (TP)
· Novembre 2007: Assistente alla pittura per le scenografie della Fiction RAI “Agro Dolce” per Med Studio (RAI Fiction), Termini Imerese, PA.
Principali MOSTRE COLLETTIVE
2000 Premio Maurizio Marchese, Associazione culturale La Cuba, VIII Edizione, Roma
2001 Da Capo a Capo, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo
Studio Azzurro, Il Genio di Palermo, IV edizione, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo
2004 Contaminazioni 04, Balestrarte, ( PA)
Passport#1, emergenze dall’Accademia di Belle Arti, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo
2005 Prima Parete in Concerto, Complesso fieristico le Ciminiere, Catania
Contaminazioni 012, la parola ai bambini, Balestrate, ( PA)
Il Genio di Palermo, spazi aperti degli artisti, VI edizione (PA)
Somatica, arte in corpo 05, chiesa di Santa Maria della salute, Viterbo
2007 Siciliani/Europei, rassegna di giovani artisti, Università degli studi di Catania, Catania
Contaminazioni 07, Balestrate, (PA)
III Premio Agenore Fabbri, Museo della Permanente, Milano
2008 Passport#2, emergenze dall’Accademia di Belle Arti, Cantieri Culturali alla Zisa, (PA)
III Premio Agenore Fabbri, Stadtgalerie, Kiel (Germania)/Kunstlerhaus, Graz (Austria)
MOSTRE PERSONALI
2005 VentiEventi, circuito di sperimentazione artistico musicale, Quarta Parete, Palermo
2009 Non guardare sotto il letto, ZELLE arte contemporanea, Palermo
WORKSHOP
2001 Workshop diretto da Studio Azzurro, Il Genio di Palermo, IV Edizione, Cantieri
Culturali alla Zisa, Palermo
PREMI
2005 Prima Parete in concerto, I premio, Palermo/Catania
Ha inaugurato il 9 aprile, nello spazio espositivo spaziobquadro di via XII Gennaio 2, a Palermo e proseguirà fino al 24 maggio 2009.
Ogni fine settimana un’artista è protagonista della rassegna con la sua personale.
Questo giovedì inaugura la personale Lorenzo Passanante, a seguire la personale Angela Vinci.
Giovedì 14 maggio alle ore 19,
opening della personale di Lorenzo Passanante.
La mostra resterà aperta
Dal Venerdì alla Domenica dalle ore 10 alle 20
Ingresso gratuito.
Lorenzo Passanante
Castelvetrano (1980). Diplomatosi in decorazione presso l’Accademia di Belle Arti a Palermo, collabora attualmente nella stessa accademia. Ha partecipato a numerose esposizioni collettive e personali in Italia e all’estero. La sua pittura colta e provocatoria con intelligenza, si muove su un doppio piano. Fumettistiche cromie per raffigurare personaggi in chiave ironica che sottendono l’anima profonda del lavoro di Lorenzo, una riflessione sul marcio della società. La bivalenza di linguaggio rende il lavoro pittorico come un set cinematografico, come un lungometraggio di David Lynch, con la creazione di tanti contenitori per raccontare una storia. L’elemento macabro si autoironizza spiazzando lo spettatore per condurlo verso una profonda riflessione.
www.bquadro.org/spazioallarte
NOTA CRITICA
La finzione è penetrata nella realtà come il silicone nei corpi e non c’è modo di sapere, ad esempio, dove abbiamo il piede. I miei genitori mi dicevano di mettere i piedi nella realtà e quando arrivai davanti a ciò che loro chiamavano realtà, risultò essere un luogo inabitabile, a meno che gli avessi aggiunto delle porzioni di finzione. Per ora circolano delle “biografie autorizzate” che curiosamente sono più fantastiche di quelle inventate. Il falso è più vero della verità. Se lei, signore, vuole capirci qualcosa dica il contrario di ciò che le passa per la testa.
(Juan José Millás, Cosas, artículo de opinión, El País.)
Nel 1924 Andrè Breton nel Manifesto definiva il Surrealismo come un “automatismo psichico puro col quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente, sia per iscritto, sia in qualsiasi altro modo, il funzionamento reale del pensiero. Dettato del pensiero in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di qualsiasi preoccupazione estetica e morale. Il surrealismo si fonda sull'idea di un grado di realtà superiore connesso a certe forme di associazione finora trascurate, sull'onnipotenza del sogno, sul gioco disinteressato del pensiero." Lorenzo ha certamente un debito con questo affascinante movimento, lo ha osservato, studiato e traslato in un “luogo” pittorico personale. Nelle sue tele avviene una forte ed immediata corrispondenza tra l’inconscio ed espressività artistica, che diventano linguaggio per raccontare visioni oniriche, paure, l’io, le riflessioni sulla società che ci circonda, con immagini che assumono una valenza simbolica. L’automatismo psichico che lega la produzione artistica di Lorenzo alla corrente surrealista, in questa estrema libertà associativa di immagini, non attinge dal sogno, ritenuto luogo privilegiato in cui albergano tutte le soluzioni, ma scorge nella realtà che lo circonda, nel suo sentire, nella storia dei personaggi che lo affascinano, in un repertorio iconografico che unisce per dar forma ad un mondo unico e intrigante. L’automatismo diventa così “istinto ragionato” dove il segno grafico, stridendo, da voce ad una miscellanea di idee. È un atto del pensare, del leggere, dell’osservare, che sedimentandosi va a comporre il suo universo pittorico. Il fascino subito dalle diverse utopie che hanno contraddistinto pensieri artistici, come quello surrealista, non lo hanno condotto alla perdizione illusoria dei processi mentali che hanno spinto fino a quel punto gli artisti. Certamente è vicino nella scelta di un linguaggio artistico, che ad una prima osservazione appare scanzonata e chiassosa non soltanto inerente ad una scelta cromatica pop, ma anche in alcuni personaggi usciti da fumetti, ma che successivamente diventano traduzione in termini plastici dell’inconscio mediante un linguaggio libero. Guarda a Magritte, ai suoi oggetti, come le pipe sospese, in una deformazione in chiave metamorfica, trasformando quell’oggetto in un altro, deviando la percezione di chi guarda verso un diverso ordine della realtà. Ma è soprattutto Max Ernst ad affascinarlo con il suo enigmatico carattere visionario. Guarda e riguarda a La vestizione della sposa (1940), con quella maniera di indagine del sogno che si trasforma in incubo, con un forte senso del macabro posto in un ruolo da protagonista, per produrre un inedito effetto. L’inconscio in Lorenzo assume valenza portante per accostare elementi all’apparenza inconciliabili che verranno percepiti per mezzo di una doppia lettura del suo lavoro. È una rappresentazione della sua essenza interiore, priva di ogni astrattismo, è un’allucinazione in una dimensione di oggetti definiti, arbitrariamente uniti in un dialogo che inizia a prendere forma, raccontando la sua verità. La realtà di Lorenzo è alla fine una realtà sociale, una realtà composita e composta da numerosi rimandi culturali, artistici, cinematografici che lo hanno colpito e che trasferisce al suo tempo, al suo spazio. Il distacco dal surrealismo avviene nella mancata esistenza di quei processi che hanno sottratto alle facoltà coscienti dell’artista l’elaborazione del proprio lavoro. Ed in quella fusione, tra l’altro mai veramente riuscita ai surrealisti, tra i due aspetti della corrente, quella sociale e quella individuale, cercando di trovare soluzioni all’angoscia per la crisi dell’epoca, si trasforma in Lorenzo in una contemporaneità più intimista, soprattutto nei lavori delle carte, embrioni in cui tematiche come quella mitologica e attinte alla tragedia vengono vissute in maniera contemporanea. Il mito, la tragedia, il romanzo contemporaneo, fotogrammi rubati a grandi cineasti come Lars Von Trier o David Lynch, scorrono nelle sue tele, tra i suoi colori, ma assumono un nuovo linguaggio, in un insieme di racconti smontati e rimontati per dare vita ad una nuovo spazio. Lo scrittore catalano Juan Josè Millàs ritorna in quella narrazione di oggetti che divengono feticci, e che possono essere vere e proprie armi, d’altronde, come scrive lo stesso “da un cacciavite si può tirar fuori il male del mondo”. Lorenzo racconta di oggetti che tratta alla stregua dei personaggi, che vivono e prendono vita quando l’uomo dorme. Millàs come Socrate, come Euripide a cui ruba quell’Edipo che benda e che sposta da una tela all’altra. È il personaggio che lo affascina in una visione nuova, quell’antieroe tragico che diventa riferimento autobiografico, calato in una profonda stanchezza dettata dal volere del fato. Un Edipo ormai stanco, pittoricamente parafrasato anche da una canzone di De Andrè, con cui condivide il desiderio di non lottare, preferendo la libertà intesa anche in maniera individuale. Osservare le sue tele equivale a calarsi in una dimensione composta da tante piccole colorate sfaccettature. La sua narrazione pittorica, affidata a chiassose tinte sorbetto, a personaggi che sembrano usciti da luoghi fumettistici, è un fare arte che affonda le sue radici nelle grandi correnti filosofiche e culturali passate, che vengono studiate e le cui dottrine e riflessioni vengono riportate sulla superficie pittorica con quell’intelligenza provocatoria che lo contraddistingue. Si tratta sempre di racconti costruiti su due livelli, il primo ironico, elemento attraente della sua pittura, ed il successivo narrativo, con quella sua profana visione antropologica, all’interno del quale il coefficiente macabro grazie al primo viene ironizzato. Alla fine il significato è il reale protagonista, che riveste i panni di un personaggio divertente alla vista, utilizzando così un altro linguaggio per condurre chi osserva ad una profonda riflessione.
Maggio 2009
Laura Francesca Di Trapani
BIOGRAFIA
LORENZO PASSANANTE
Nome: Lorenzo Giuseppe
Cognome: Passanante, nato a Castelvetrano (TP), il 14/03/1980.
Resdente a Campobello di Mazara (TP), in via Mag. Toselli 62,
91021, Campobello di Mazara
Domicilio: Via Perez 132, Palermo
Titoli di studio : diploma in decorazione presso l’Accademia di Belle Arti Palermo, conseguito nell’A.A. 2004/2005 (cattedra del prof. Carlo Lauricella)
Diploma di maturità classica presso il Liceo Classico di Castelvetrano (TP) “G. Pantaleo”, conseguito nell’A.S. 1998/1999.
Titolo della tesi di laurea: “a fior di pelle” fenomeni e contaminazioni dell’arte contemporana, Relatrice Prof. Gianna Di Piazza (titolare della cattedra di fenomenologia dell’arte contemporanea).
Principali esperienze lavorative:
· Gennaio/giugno 2009: Assistente tecnico di laboratorio presso la cattedra di decorazione del prof. Carlo Lauricella, Accademia di Belle Arti di Palermo.
· Febbraio/Maggio 2008: Esperto in linguaggi artistici contemporanei. Cura la realizzazione dello spettacolo teatrale “Il Pinocchio studioso”, di Nello Saito. Istituto Comprensivo “Luigi Pirandello”, Campobello di Mazara (TP)
· Novembre 2007: Assistente alla pittura per le scenografie della Fiction RAI “Agro Dolce” per Med Studio (RAI Fiction), Termini Imerese, PA.
Principali MOSTRE COLLETTIVE
2000 Premio Maurizio Marchese, Associazione culturale La Cuba, VIII Edizione, Roma
2001 Da Capo a Capo, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo
Studio Azzurro, Il Genio di Palermo, IV edizione, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo
2004 Contaminazioni 04, Balestrarte, ( PA)
Passport#1, emergenze dall’Accademia di Belle Arti, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo
2005 Prima Parete in Concerto, Complesso fieristico le Ciminiere, Catania
Contaminazioni 012, la parola ai bambini, Balestrate, ( PA)
Il Genio di Palermo, spazi aperti degli artisti, VI edizione (PA)
Somatica, arte in corpo 05, chiesa di Santa Maria della salute, Viterbo
2007 Siciliani/Europei, rassegna di giovani artisti, Università degli studi di Catania, Catania
Contaminazioni 07, Balestrate, (PA)
III Premio Agenore Fabbri, Museo della Permanente, Milano
2008 Passport#2, emergenze dall’Accademia di Belle Arti, Cantieri Culturali alla Zisa, (PA)
III Premio Agenore Fabbri, Stadtgalerie, Kiel (Germania)/Kunstlerhaus, Graz (Austria)
MOSTRE PERSONALI
2005 VentiEventi, circuito di sperimentazione artistico musicale, Quarta Parete, Palermo
2009 Non guardare sotto il letto, ZELLE arte contemporanea, Palermo
WORKSHOP
2001 Workshop diretto da Studio Azzurro, Il Genio di Palermo, IV Edizione, Cantieri
Culturali alla Zisa, Palermo
PREMI
2005 Prima Parete in concerto, I premio, Palermo/Catania
14
maggio 2009
Spazio all’arte – Lorenzo Passanante
Dal 14 al 17 maggio 2009
arte contemporanea
Location
SPAZIO BQUADRO
Palermo, Via 12 Gennaio, 2, (Palermo)
Palermo, Via 12 Gennaio, 2, (Palermo)
Orario di apertura
Dal Venerdì alla Domenica dalle ore 10 alle 20
Vernissage
14 Maggio 2009, ore 19
Autore
Curatore