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Spencer Tunick – Everyone is unique
Tunick in esclusiva per la Galleria Mimmo Scognamiglio presenta una serie di fotografie che ritraggono uomini e donne isolati, inseriti, completamente svestiti, nel proprio contesto d’appartenenza, città o cornice naturale.
Comunicato stampa
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La galleria Mimmo Scognamiglio di Milano ospita la prima mostra in Italia dei ritratti fotografici firmati dall’artista newyorkese Spencer Tunick.
Riconosciuto in tutto il mondo per le sue mega-istallazioni ambientali, create con centinaia, talora migliaia di persone nude radunate in luoghi pubblici o paesaggi insoliti, Tunick in esclusiva per la Galleria Mimmo Scognamiglio presenta una serie di fotografie che ritraggono uomini e donne isolati, inseriti, completamente svestiti, nel proprio contesto d’appartenenza, città o cornice naturale.
Da Barcellona a Helsinki, da Melbourne a Città del Capo, da Parigi a Santiago del Cile, Praga, Los Angeles; dall’Antartico al Sud Africa, dalle Hawaii al New Mexico, questo particolare ciclo di immagini, mostrato all’ultima Biennale di Mosca e ora esposto alla galleria Scognamiglio, raccoglie 25 scatti realizzati dall’artista americano in un arco di tempo che va dal 2000 al 2010.
Lontane dall’essere semplici fotografie in posa, quelle di Spencer Tunick sono ricercate istallazioni con cui il “regista” Tunick – abituato a disporre e a plasmare le folle - realizza dei connubi estetici tra figura e ambiente, ora basandoli su analogie formali, ora su effetti surreali, ora su richiami pop. Egli stesso definisce il suo lavoro - sia video che fotografico - come una forma di collage umano su vasta scala e da sempre concepisce le sue vedute come sistemi in cui ogni singolo individuo concorre a configurare una immensa morfologia dello spazio che fonde insieme umanità e paesaggio.
A Città del Messico, nel 2007, Tunick ha coinvolto l’impressionante numero di 18.000 persone per dar vita a un’opera di proporzioni inedite, nella quale centinaia di file allineate di uomini in posizione prona sulle ginocchia hanno dato forma a un immenso tappeto umano.
Dalle questioni ambientali a quelle sociali, qualsiasi fattore condizioni la libera espressione del corpo - che per Tunick è puro - viene superata dal potere d’affermazione individuale e di massa.
L’artista celebra la bellezza della pura nudità, al di là della razza, dell’età, dello status sociale o della condizione fisica, sfidando e idealmente riposizionando la concezione del nudo in arte e della privacy sociale. Si oppone a ogni dettame estetico o stereotipo culturale imposto dai media, per restituire il corpo umano, con la sua naturale imperfezione, alla sua inalienabile dignità, a una Nuda Veritas materiale e astratta allo stesso tempo.
Durante il suo prossimo soggiorno milanese, Tunick sempre in collaborazione con la galleria Scognamiglio realizzerà una serie di nuovi ritratti ambientati in contesti pubblici della città lombarda, uomini e donne che si denuderanno per il suo obiettivo fra i luoghi deputati alla vita urbana. “Generalmente lavoro alle prime ore dell'alba,” dice l'artista, “perché le persone sono meno tese e poi non amo molto la luce piena del giorno”. In sintonia coi principi che sottendono la sua poetica, l’artista non si avvale mai di un criterio estetico per selezionare i suoi soggetti, ma ritrae solo chi desidera posare di fronte alla sua fotocamera.
I ritratti effettuati a Milano si aggiungeranno al ciclo in mostra alla Galleria Scognamiglio e faranno parte del corpo d’opera che Tunick presenterà in occasione della prossima tappa espositiva, proseguendo così il lungo, e per certi versi interminabile, itinerario geografico e umano che è alla base della sua arte.
Nato a Middletown, New York, nel 1967, Spencer Tunick, dopo essersi laureato all’Emerson College di Boston - MA, e aver ottenuto il Bachelor of Arts nel 1988, dal 1992 ha preso a interessarsi alla figura nuda inserita nello spazio pubblico, documentandola attraverso fotografie e video. Celebre la reazione di Rudolph Giuliani, ex sindaco di New York, che nel 1999 fece arrestare Tunick per aver fatto distendere 50 corpi nudi a Times Square. Da allora l'artista è stato in tutti e sette i continenti, reclutando migliaia di volontari in oltre 50 città del mondo, da Montreal a San Pietroburgo, da Santiago del Cile a Parigi, da Barcellona a Basilea, da Buenos Aires a Londra. Tunick invade gli spazi metropolitani e naturali componendo strade, architetture e paesaggi di nudo umano. A Roma a Piazza del Popolo, a New York a Central Park, in Nevada nel deserto. È uso disporre i corpi aiutandosi con un megafono e dirigendo dall'alto l’operazione, per avere la visione di insieme: le persone generalmente obbediscono sfidando il freddo e le avverse condizioni con una pazienza ed una devozione che solo un guru può avere. In cambio, i suoi modelli non chiedono nulla, sono volontari radunati attraverso Internet o con un passaparola in grado di solcare gli oceani.
Riconosciuto in tutto il mondo per le sue mega-istallazioni ambientali, create con centinaia, talora migliaia di persone nude radunate in luoghi pubblici o paesaggi insoliti, Tunick in esclusiva per la Galleria Mimmo Scognamiglio presenta una serie di fotografie che ritraggono uomini e donne isolati, inseriti, completamente svestiti, nel proprio contesto d’appartenenza, città o cornice naturale.
Da Barcellona a Helsinki, da Melbourne a Città del Capo, da Parigi a Santiago del Cile, Praga, Los Angeles; dall’Antartico al Sud Africa, dalle Hawaii al New Mexico, questo particolare ciclo di immagini, mostrato all’ultima Biennale di Mosca e ora esposto alla galleria Scognamiglio, raccoglie 25 scatti realizzati dall’artista americano in un arco di tempo che va dal 2000 al 2010.
Lontane dall’essere semplici fotografie in posa, quelle di Spencer Tunick sono ricercate istallazioni con cui il “regista” Tunick – abituato a disporre e a plasmare le folle - realizza dei connubi estetici tra figura e ambiente, ora basandoli su analogie formali, ora su effetti surreali, ora su richiami pop. Egli stesso definisce il suo lavoro - sia video che fotografico - come una forma di collage umano su vasta scala e da sempre concepisce le sue vedute come sistemi in cui ogni singolo individuo concorre a configurare una immensa morfologia dello spazio che fonde insieme umanità e paesaggio.
A Città del Messico, nel 2007, Tunick ha coinvolto l’impressionante numero di 18.000 persone per dar vita a un’opera di proporzioni inedite, nella quale centinaia di file allineate di uomini in posizione prona sulle ginocchia hanno dato forma a un immenso tappeto umano.
Dalle questioni ambientali a quelle sociali, qualsiasi fattore condizioni la libera espressione del corpo - che per Tunick è puro - viene superata dal potere d’affermazione individuale e di massa.
L’artista celebra la bellezza della pura nudità, al di là della razza, dell’età, dello status sociale o della condizione fisica, sfidando e idealmente riposizionando la concezione del nudo in arte e della privacy sociale. Si oppone a ogni dettame estetico o stereotipo culturale imposto dai media, per restituire il corpo umano, con la sua naturale imperfezione, alla sua inalienabile dignità, a una Nuda Veritas materiale e astratta allo stesso tempo.
Durante il suo prossimo soggiorno milanese, Tunick sempre in collaborazione con la galleria Scognamiglio realizzerà una serie di nuovi ritratti ambientati in contesti pubblici della città lombarda, uomini e donne che si denuderanno per il suo obiettivo fra i luoghi deputati alla vita urbana. “Generalmente lavoro alle prime ore dell'alba,” dice l'artista, “perché le persone sono meno tese e poi non amo molto la luce piena del giorno”. In sintonia coi principi che sottendono la sua poetica, l’artista non si avvale mai di un criterio estetico per selezionare i suoi soggetti, ma ritrae solo chi desidera posare di fronte alla sua fotocamera.
I ritratti effettuati a Milano si aggiungeranno al ciclo in mostra alla Galleria Scognamiglio e faranno parte del corpo d’opera che Tunick presenterà in occasione della prossima tappa espositiva, proseguendo così il lungo, e per certi versi interminabile, itinerario geografico e umano che è alla base della sua arte.
Nato a Middletown, New York, nel 1967, Spencer Tunick, dopo essersi laureato all’Emerson College di Boston - MA, e aver ottenuto il Bachelor of Arts nel 1988, dal 1992 ha preso a interessarsi alla figura nuda inserita nello spazio pubblico, documentandola attraverso fotografie e video. Celebre la reazione di Rudolph Giuliani, ex sindaco di New York, che nel 1999 fece arrestare Tunick per aver fatto distendere 50 corpi nudi a Times Square. Da allora l'artista è stato in tutti e sette i continenti, reclutando migliaia di volontari in oltre 50 città del mondo, da Montreal a San Pietroburgo, da Santiago del Cile a Parigi, da Barcellona a Basilea, da Buenos Aires a Londra. Tunick invade gli spazi metropolitani e naturali componendo strade, architetture e paesaggi di nudo umano. A Roma a Piazza del Popolo, a New York a Central Park, in Nevada nel deserto. È uso disporre i corpi aiutandosi con un megafono e dirigendo dall'alto l’operazione, per avere la visione di insieme: le persone generalmente obbediscono sfidando il freddo e le avverse condizioni con una pazienza ed una devozione che solo un guru può avere. In cambio, i suoi modelli non chiedono nulla, sono volontari radunati attraverso Internet o con un passaparola in grado di solcare gli oceani.
16
settembre 2010
Spencer Tunick – Everyone is unique
Dal 16 settembre al 30 novembre 2010
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MIMMO SCOGNAMIGLIO ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Via Goito, 7, (Milano)
Milano, Via Goito, 7, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 15-19.30
Vernissage
16 Settembre 2010, ore 19
Autore