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Speranza Casillo
La struttura dell’opera è pensata in una logica di immagini caotiche che hanno come riferimento la cultura dello zapping, i film e le tecniche dell’elaborazione fotografica.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
"Magnifiche Visioni"
di William Moducci
Articolo tratto dalla rivista Computer Graphics & Publishing, copyright by
IHT Gruppo Editoriale (www.iht.it)
La struttura dell’opera è pensata in una logica di immagini caotiche che
hanno come riferimento
la cultura dello zapping, i film e le tecniche dell’elaborazione
fotografica. Si sfrutta il caos per far emergere una molteplicità di
linguaggi e di messaggi che, in qualche caso, perdono il loro significato
proprio per essere segno e/o slogan pubblicitari. Attraverso le immagini si
dipana un racconto dolente e, a volte, violento, emotivamente sempre forte.
Filo spinato, revolver, lamette, siringhe, tutto ciò che allude a tagli e
ferite è presente nelle immagini che costituiscono la serie Esperimenti
Digitali. Questo repertorio di un’oggettistica di offesa e dolore mira a
formare un moderno catalogo per un rinvigorito e barocco “memento mori”. La
trama dei fatti, focalizzata su momenti di abbandono e di ansia, di dolore e
rinuncia, completa il suo percorso in maniera esatta ponendo in diretto
legame le cose che racconta con le modalità grafiche adottate.
Un bel connubio di trama e stile, insomma. Ma insistiamo maggiormente su
questa vena narrativa delle immagini, tanto più è forte quanto più sembra
essere difficile il suo compito di ricucire (narrativamente) ciò che si è
definitivamente spezzato (esistenzialmente). Diciamo la verità, capita
spesso di vedere belle realizzazioni grafiche, spesso tecnicamente egregie,
che però non hanno tra loro nessun legame. I siti Web sembrano spesso
appartenere alla famiglia delle vetrinette assortite dell’ “ecco cosa riesco
a fare”. Più raramente sembrano essere in grado di rimandare al più
interessante “ecco cosa volevo dire”, che alla lunga risulta più
coinvolgente per chi guarda.
Se il grafico sceglie questa impostazione, all’osservatore viene offerta la
sana impressione di aver incontrato una persona, di aver ascoltato e
raccolto una confidenziale raccolta di frammenti di storia. Allora l’
incontro si fa sensibile, più incisivo, certamente più duraturo di ogni
carrellata sulle abilità tecniche di qualsiasi grafico.
Questa esigenza di narrare a se stessi e di mostrare chiaramente anche all’
osservatore è ben evidente nel lavoro di Speranza Casillo. Ancor più, è
rinforzata dalla presenza delle parole disseminate sui disegni non con
semplice funzione di decorazione e riempimento di vuoti,ma proprio con l’
intenzione di chiarire, sottolineare e rinforzare il messaggio delle
immagini. Sono parole tratte da canzoni dei 99Posse, Carmen Consoli e altri.
Ma forse il testo più curioso e interessante è quello costruito facendo
ricorso all’interfaccia di Photoshop metaforizzato a dovere per parlare di
sé: “desiderio di un viaggio nei pixel più scuri dell’immagine dove perdo
memoria di me. Da 1152x870 pixel accolta e finalmente cancellata da una
maschera di livello già applicata. Svuoto storia e cancello appunti. Un solo
undo semmai vorrò tornare”.
"E non chiamatemi artista"
di Silvia Levenson Dol’s
Tra graphic design e pittura digitale, emozionano.
...le sue immagini sono di una bellezza inquietante: un mix di fotografia,
grafica e pittura digitale.
Corpi di donna, frasi, lamette e pistole sovrapposte, velate, deformate:
tutto come sospeso, annegato nel
colore. Forse è a causa di questa immediatezza che sono rimasta affascinata
dalle sue opere. O forse mi ha
spiazzato il fatto che utilizzi un linguaggio che siamo abituati a
identificare come pubblicitario per parlare,
invece, dell’irrequietezza del vivere e di se stessa.
Così ho desiderato conoscerla, questa grafica napoletana che ha studiato Art
Direction all’Istituto Superiore
di Comunicazione di Roma. Lavora come graphic designer e ogni tanto dal suo
computer non escono solo
brochure o campagne pubblicitarie,ma lavori emozionanti come quelli esposti
alla mostra...
di William Moducci
Articolo tratto dalla rivista Computer Graphics & Publishing, copyright by
IHT Gruppo Editoriale (www.iht.it)
La struttura dell’opera è pensata in una logica di immagini caotiche che
hanno come riferimento
la cultura dello zapping, i film e le tecniche dell’elaborazione
fotografica. Si sfrutta il caos per far emergere una molteplicità di
linguaggi e di messaggi che, in qualche caso, perdono il loro significato
proprio per essere segno e/o slogan pubblicitari. Attraverso le immagini si
dipana un racconto dolente e, a volte, violento, emotivamente sempre forte.
Filo spinato, revolver, lamette, siringhe, tutto ciò che allude a tagli e
ferite è presente nelle immagini che costituiscono la serie Esperimenti
Digitali. Questo repertorio di un’oggettistica di offesa e dolore mira a
formare un moderno catalogo per un rinvigorito e barocco “memento mori”. La
trama dei fatti, focalizzata su momenti di abbandono e di ansia, di dolore e
rinuncia, completa il suo percorso in maniera esatta ponendo in diretto
legame le cose che racconta con le modalità grafiche adottate.
Un bel connubio di trama e stile, insomma. Ma insistiamo maggiormente su
questa vena narrativa delle immagini, tanto più è forte quanto più sembra
essere difficile il suo compito di ricucire (narrativamente) ciò che si è
definitivamente spezzato (esistenzialmente). Diciamo la verità, capita
spesso di vedere belle realizzazioni grafiche, spesso tecnicamente egregie,
che però non hanno tra loro nessun legame. I siti Web sembrano spesso
appartenere alla famiglia delle vetrinette assortite dell’ “ecco cosa riesco
a fare”. Più raramente sembrano essere in grado di rimandare al più
interessante “ecco cosa volevo dire”, che alla lunga risulta più
coinvolgente per chi guarda.
Se il grafico sceglie questa impostazione, all’osservatore viene offerta la
sana impressione di aver incontrato una persona, di aver ascoltato e
raccolto una confidenziale raccolta di frammenti di storia. Allora l’
incontro si fa sensibile, più incisivo, certamente più duraturo di ogni
carrellata sulle abilità tecniche di qualsiasi grafico.
Questa esigenza di narrare a se stessi e di mostrare chiaramente anche all’
osservatore è ben evidente nel lavoro di Speranza Casillo. Ancor più, è
rinforzata dalla presenza delle parole disseminate sui disegni non con
semplice funzione di decorazione e riempimento di vuoti,ma proprio con l’
intenzione di chiarire, sottolineare e rinforzare il messaggio delle
immagini. Sono parole tratte da canzoni dei 99Posse, Carmen Consoli e altri.
Ma forse il testo più curioso e interessante è quello costruito facendo
ricorso all’interfaccia di Photoshop metaforizzato a dovere per parlare di
sé: “desiderio di un viaggio nei pixel più scuri dell’immagine dove perdo
memoria di me. Da 1152x870 pixel accolta e finalmente cancellata da una
maschera di livello già applicata. Svuoto storia e cancello appunti. Un solo
undo semmai vorrò tornare”.
"E non chiamatemi artista"
di Silvia Levenson Dol’s
Tra graphic design e pittura digitale, emozionano.
...le sue immagini sono di una bellezza inquietante: un mix di fotografia,
grafica e pittura digitale.
Corpi di donna, frasi, lamette e pistole sovrapposte, velate, deformate:
tutto come sospeso, annegato nel
colore. Forse è a causa di questa immediatezza che sono rimasta affascinata
dalle sue opere. O forse mi ha
spiazzato il fatto che utilizzi un linguaggio che siamo abituati a
identificare come pubblicitario per parlare,
invece, dell’irrequietezza del vivere e di se stessa.
Così ho desiderato conoscerla, questa grafica napoletana che ha studiato Art
Direction all’Istituto Superiore
di Comunicazione di Roma. Lavora come graphic designer e ogni tanto dal suo
computer non escono solo
brochure o campagne pubblicitarie,ma lavori emozionanti come quelli esposti
alla mostra...
05
febbraio 2005
Speranza Casillo
Dal 05 al 15 febbraio 2005
arte contemporanea
Location
ZEN
Salerno, Via Roma, 260, (Salerno)
Salerno, Via Roma, 260, (Salerno)
Orario di apertura
tutti i giorni 20,30-02. Martedì chiuso
Vernissage
5 Febbraio 2005, ore 20,30
Sito web
www.genomart.org
Autore
Curatore