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Sperequazione (part 2)
Sperequazione è una trilogia di mostre, affidate rispettivamente alla cura di Guido Molinari, Michela Arfiero e Daniela Lotta, che si succederanno nel nuovo spazio espositivo di neon>fdv di Milano che si affianca a neon>campobase di Bologna
Comunicato stampa
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Sperequazione è una trilogia di mostre, affidate rispettivamente alla cura di Guido Molinari, Michela Arfiero e Daniela Lotta, che si succederanno nel nuovo spazio espositivo di neon>fdv di Milano che si affianca a neon>campobase di Bologna, con una programmazione autonoma e tuttavia coordinata, mirando a stabilire una connessione e ad agevolare la circolazione di nuove energie dinamiche fra le due città.
Sperequazione, in quanto mancanza di un equo criterio distributivo, ci suggerisce come la ricerca artistica contemporanea abbia scelto la discontinuità estetica come punto di forza del proprio essere. Oggi ci troviamo in una situazione lontana dalla definizione di regole condivise, da canoni di equilibrio e di omogeneità. Naturalmente permane in risalto la capacità dell'artista di organizzare i fattori di discontinuità secondo proprie architetture. La sperequazione, la mancanza di un equo criterio distributivo, è amministrata con grande attenzione e gestita attraverso un controllo concettuale differente da artista ad artista.
- Il riflesso perplesso -
Lontano da strutture concettuali condivise, canoni estetici stabiliti e obbiettivi comuni, esiste però un approccio creativo che suggerisce l’identificazione di un elemento ricorrente, un ingrediente poco definito ma che si può idealmente collocare tra l’ego e il riflesso (tra l’io e il riverbero sulla superficie). Se in fisiologia il riflesso è un atto, un movimento, che è dovuto ad una reazione involontaria del sistema nervoso ad uno stimolo esterno, al contrario la riflessione è un’espressione artistica o letteraria in cui
l’introspezione prevale sulla spontaneità e sull'ispirazione.
Il riflesso come atto che indica la conoscenza che l’artista ha di sé, perché non soltanto conosce, ma anche sa di conoscere. Ogni gesto diventa esplicito ed anche non mostrandosi, in un modo nell’altro, l’artista assume ad oggetto se stesso. Ripetizioni differenti, moduli, elucubrazioni concettuali, gli artisti invitati mostrano dei lavori che possono essere considerati in serie anche se non seriali. Lavori che nascono in relazione con il tempo e le contingenze, da nozioni e atti prestabiliti ma al contempo modificabili o che modificano circostanze e rappresentazioni.
My performance of “I’m walking” / La mia performance di “Vado camminando”
Begin: When I’m well into walking and can be / Cominciare: Mentre sto già camminando da un pezzo e posso essere
1967, inedito
Vito Acconci
* Mario Diacono, Vito Acconci, Out of London Press Inc., New York 1975
Vito Acconci al contrario di Marcel Duchamp per dare vita alla sue performance non parte dall’oggetto, ma lo sceglie a posteriori, in corso, in funzione della situazione che vuole rappresentare.
I lavori di Acconci, dalla poesia all’architettura, sono vissuti come il prodotto di un percorso, e quindi riflesso di quello che accade accanto ma anche l’esperienza di un’arte che e’ più ricerca che linguaggio, in pratica un modo di fare l’esperienza della realtà.
Sperequazione, in quanto mancanza di un equo criterio distributivo, ci suggerisce come la ricerca artistica contemporanea abbia scelto la discontinuità estetica come punto di forza del proprio essere. Oggi ci troviamo in una situazione lontana dalla definizione di regole condivise, da canoni di equilibrio e di omogeneità. Naturalmente permane in risalto la capacità dell'artista di organizzare i fattori di discontinuità secondo proprie architetture. La sperequazione, la mancanza di un equo criterio distributivo, è amministrata con grande attenzione e gestita attraverso un controllo concettuale differente da artista ad artista.
- Il riflesso perplesso -
Lontano da strutture concettuali condivise, canoni estetici stabiliti e obbiettivi comuni, esiste però un approccio creativo che suggerisce l’identificazione di un elemento ricorrente, un ingrediente poco definito ma che si può idealmente collocare tra l’ego e il riflesso (tra l’io e il riverbero sulla superficie). Se in fisiologia il riflesso è un atto, un movimento, che è dovuto ad una reazione involontaria del sistema nervoso ad uno stimolo esterno, al contrario la riflessione è un’espressione artistica o letteraria in cui
l’introspezione prevale sulla spontaneità e sull'ispirazione.
Il riflesso come atto che indica la conoscenza che l’artista ha di sé, perché non soltanto conosce, ma anche sa di conoscere. Ogni gesto diventa esplicito ed anche non mostrandosi, in un modo nell’altro, l’artista assume ad oggetto se stesso. Ripetizioni differenti, moduli, elucubrazioni concettuali, gli artisti invitati mostrano dei lavori che possono essere considerati in serie anche se non seriali. Lavori che nascono in relazione con il tempo e le contingenze, da nozioni e atti prestabiliti ma al contempo modificabili o che modificano circostanze e rappresentazioni.
My performance of “I’m walking” / La mia performance di “Vado camminando”
Begin: When I’m well into walking and can be / Cominciare: Mentre sto già camminando da un pezzo e posso essere
1967, inedito
Vito Acconci
* Mario Diacono, Vito Acconci, Out of London Press Inc., New York 1975
Vito Acconci al contrario di Marcel Duchamp per dare vita alla sue performance non parte dall’oggetto, ma lo sceglie a posteriori, in corso, in funzione della situazione che vuole rappresentare.
I lavori di Acconci, dalla poesia all’architettura, sono vissuti come il prodotto di un percorso, e quindi riflesso di quello che accade accanto ma anche l’esperienza di un’arte che e’ più ricerca che linguaggio, in pratica un modo di fare l’esperienza della realtà.
18
gennaio 2006
Sperequazione (part 2)
Dal 18 gennaio al 18 febbraio 2006
arte contemporanea
Location
NEON>FDV
Milano, Via Giulio Cesare Procaccini, 4, (Milano)
Milano, Via Giulio Cesare Procaccini, 4, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 11_13 e 15_19 o su appuntamento
Vernissage
18 Gennaio 2006, ore 18
Autore
Curatore