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SPLEEN. Tre opere per la Fondazione Filiberto e Bianca Menna
Terza e ultima installazione del progetto “SPLEEN. Tre opere per la Fondazione Filiberto e Bianca Menna”, a cura di Gianpaolo Cacciottolo e Massimo Maiorino
Comunicato stampa
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SPLEEN
Tre opere per la Fondazione Filiberto e Bianca Menna
a cura di Gianpaolo Cacciottolo e Massimo Maiorino
4 maggio – 30 giugno 2024
SPLEEN nasce dall’esigenza di riflettere sul ruolo e la posizione che un’istituzione storica dell’arte e della critica contemporanea, la Fondazione Filiberto e Bianca Menna - nata nel 1989 e dal 1994 ospitata negli spazi dell’Ex Casa del Combattente - ha all’interno del tessuto urbano e socio-culturale della città di Salerno. Nella Profezia di una società estetica (1968) Filiberto Menna rintraccia nell'opera di Baudelaire, e in particolare nei Petits Poèmes en prose (o Lo spleen di Parigi, 1867-1869), un’occasione di riflessione sul rapporto tra l’artista e la città moderna. Vivere nel presente significa per Baudelaire, dice Menna, «entrare dentro la nuova realtà, prendere atto di una situazione profondamente mutata in cui l’orizzonte dell'esistenza quotidiana non è più dato dalla natura ma dalla città». L’autore francese affida perciò all'artista moderno il «compito di vivere e rappresentare questo presente», di «tirar fuori l’eterno dal transitorio», nello spazio di una tensione fortissima tra moltitudine e solitudine che si concretizza nell’esperienza della città moderna. L'artista, preso nel mezzo di un gioco combinatorio che lo colloca tra l’esperienza della folla e una struttura urbana ormai programmata, diviene così uno «specchio altrettanto immenso quanto questa folla; un caleidoscopio fornito di coscienza, che, ad ogni movimento, rappresenta la vita molteplice e la grazia mobile di tutti gli elementi della vita».
La terza e ultima opera di SPLEEN è Hikikomori di collettivo damp, un’installazione ambientale che oscura due finestre al primo piano della Fondazione. L’intervento si fa interprete di quella che Paulo Barone ha definito la “vocazione segreta del mondo contemporaneo”, ovvero quel “bisogno di introversione” (2023) che attecchisce in un mondo in costante disfacimento di modelli e valori. In un ideale contrasto con la figura del combattente, che è connotazione storica dell’edificio, l’installazione attiva un meccanismo di sottrazione alla sovraesposizione luminosa urbana, attraverso l’utilizzo di un tessuto nero a elevato assorbimento di luce. Come la figura orientale dell’hikikomori, la parte corrispondente a una delle sale della Biblioteca si ritrae silenziosa e rinuncia a ogni pretesa di governo sul mondo. L’opera si pone, ancora una volta, come un ponte tra la sfera pubblica e quella privata, come un sistema di collegamento e filtro tra la moltitudine della città globalizzata e “la solitudine del cittadino globale” (Bauman).
L’inaugurazione di Hikikomori si terrà venerdì 14 giugno alle ore 19.
SPLEEN. Tre opere per la Fondazione Filiberto e Bianca Menna, a cura di Gianpaolo Cacciottolo e Massimo Maiorino (4 maggio - 30 giugno 2024), è una mostra con opere di Davide Sgambaro, Marco Strappato, collettivo damp, realizzata con il sostegno di Sev Iren e con il patrocinio del DiSPaC - Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Salerno.
Fondazione Filiberto e Bianca Menna
Via Lungomare Trieste, 13, Salerno
info@fondazionemenna.it
press@fondazionemenna.it
Tre opere per la Fondazione Filiberto e Bianca Menna
a cura di Gianpaolo Cacciottolo e Massimo Maiorino
4 maggio – 30 giugno 2024
SPLEEN nasce dall’esigenza di riflettere sul ruolo e la posizione che un’istituzione storica dell’arte e della critica contemporanea, la Fondazione Filiberto e Bianca Menna - nata nel 1989 e dal 1994 ospitata negli spazi dell’Ex Casa del Combattente - ha all’interno del tessuto urbano e socio-culturale della città di Salerno. Nella Profezia di una società estetica (1968) Filiberto Menna rintraccia nell'opera di Baudelaire, e in particolare nei Petits Poèmes en prose (o Lo spleen di Parigi, 1867-1869), un’occasione di riflessione sul rapporto tra l’artista e la città moderna. Vivere nel presente significa per Baudelaire, dice Menna, «entrare dentro la nuova realtà, prendere atto di una situazione profondamente mutata in cui l’orizzonte dell'esistenza quotidiana non è più dato dalla natura ma dalla città». L’autore francese affida perciò all'artista moderno il «compito di vivere e rappresentare questo presente», di «tirar fuori l’eterno dal transitorio», nello spazio di una tensione fortissima tra moltitudine e solitudine che si concretizza nell’esperienza della città moderna. L'artista, preso nel mezzo di un gioco combinatorio che lo colloca tra l’esperienza della folla e una struttura urbana ormai programmata, diviene così uno «specchio altrettanto immenso quanto questa folla; un caleidoscopio fornito di coscienza, che, ad ogni movimento, rappresenta la vita molteplice e la grazia mobile di tutti gli elementi della vita».
La terza e ultima opera di SPLEEN è Hikikomori di collettivo damp, un’installazione ambientale che oscura due finestre al primo piano della Fondazione. L’intervento si fa interprete di quella che Paulo Barone ha definito la “vocazione segreta del mondo contemporaneo”, ovvero quel “bisogno di introversione” (2023) che attecchisce in un mondo in costante disfacimento di modelli e valori. In un ideale contrasto con la figura del combattente, che è connotazione storica dell’edificio, l’installazione attiva un meccanismo di sottrazione alla sovraesposizione luminosa urbana, attraverso l’utilizzo di un tessuto nero a elevato assorbimento di luce. Come la figura orientale dell’hikikomori, la parte corrispondente a una delle sale della Biblioteca si ritrae silenziosa e rinuncia a ogni pretesa di governo sul mondo. L’opera si pone, ancora una volta, come un ponte tra la sfera pubblica e quella privata, come un sistema di collegamento e filtro tra la moltitudine della città globalizzata e “la solitudine del cittadino globale” (Bauman).
L’inaugurazione di Hikikomori si terrà venerdì 14 giugno alle ore 19.
SPLEEN. Tre opere per la Fondazione Filiberto e Bianca Menna, a cura di Gianpaolo Cacciottolo e Massimo Maiorino (4 maggio - 30 giugno 2024), è una mostra con opere di Davide Sgambaro, Marco Strappato, collettivo damp, realizzata con il sostegno di Sev Iren e con il patrocinio del DiSPaC - Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Salerno.
Fondazione Filiberto e Bianca Menna
Via Lungomare Trieste, 13, Salerno
info@fondazionemenna.it
press@fondazionemenna.it
14
giugno 2024
SPLEEN. Tre opere per la Fondazione Filiberto e Bianca Menna
Dal 14 al 30 giugno 2024
arte contemporanea
Location
Fondazione Filiberto e Bianca Menna
Salerno, Lungomare Trieste, (SA)
Salerno, Lungomare Trieste, (SA)
Orario di apertura
19 - 24
Vernissage
14 Giugno 2024, 19
Sito web
Autore
Curatore