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Spot#02 – Domani è un altro giorno
Spot è un progetto a cura di Niccolò Bonechi e Andrea Lunardi che si pone come vetrina per le attuali ricerche di 6 curatori giovani e affermati.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Spot #02 – Pietro Gaglianò Domani è un altro giorno
Giovedì 17 giugno ore 21,30
STUDIo
Pistoia, via degli Orti10
Il 17 giugno 2010 alle ore 21.30 presso lo spazio STUDIo verrà inaugurato il secondo appuntamento di Spot, progetto di arte contemporanea ideato da Niccolò Bonechi e Andrea Lunardi che si pone come vetrina per le attuali ricerche di 6 curatori giovani e affermati: Gabriele Tosi, Pietro Gaglianò, Roberta Smiraglia, Elisa Del Prete, Fiammetta Strigoli e Lorenzo Bruni. Nei mesi di giugno e luglio, con cadenza settimanale, i sei curatori sono invitati a presentarsi in una serata, attraverso un allestimento, una playlist o una performance.
Il secondo Spot è di Pietro Gaglianò che presenta Domani è un altro giorno, progetto degli Studio ++.
________________________________________________________________________
Domani è un altro giorno
Studio ++
Jean Baudrillard, rispondendo a un’intervista nel 2003, ricorda che “il mondo visto come illusione radicale è un problema sorto in seno a tutte le grandi culture, e da esse risolto con l’arte e la simbolizzazione”. Al contrario, nell’industria contemporanea dell’intrattenimento, che vorrebbe i propri prodotti come espressione critica a quel sistema che sulla loro popolarità prospera, il risultato di tutti gli sforzi è appena un “reale simulato”; questo, mondato dai rischi della contestazione effettiva e della messa in discussione, finisce per sostituire il “reale, fino a diventarne la soluzione finale”.
La simbolizzazione è il processo più diretto per creare varchi e congiunzioni: ‘simbolo’ viene dal greco ‘symbàllo’, ‘pongo insieme’, ‘connetto’, e si riferisce a quei vettori capaci di creare legami tra un’immagine e un discorso recondito, secondo un codice concordato, e accessibile a pochi o a molti, e quindi da questi, e non da altri, riconoscibile, alla lettera decodificabile. L’arte, in questa prospettiva, si intreccia e si sovrappone con la “rappresentazione simbolica del mondo” (di cui parla Marc Augè), con cui la cultura degli universi simulati, quelli della soluzione commerciale-mediatica alla percezione illusoria del mondo, non ha più niente a che fare.
Il progetto di Studio ++ innesca una ulteriore riflessione tra il reale e la sua riproduzione: il web è un sistema di spazio e tempo (con logiche causali e apparati di riferimento) completamente autonomo, e virtualmente autosufficiente, rispetto a quella realtà che definiamo fisica, o più propriamente, potendola a questo punto indicare solo attraverso sottrazioni, la realtà esterna al web. Studio ++ insiste su questo punto, sulla visione del web come prima effettiva “realizzazione di una concepibile parallelità” (sono parole loro), un’efficace perifrasi per indicare l’idea del mondo parallelo. E in questo senso si potrebbe riscattare il web dalle accuse di “reale simulato”, rivendicando l’esistenza di un sistema che non deve giustificare nessuna prassi demiurgica. Un’idea che Studio ++ ha provato a dimostrare mettendo in evidenza le anomalie e i paradossi del tempo, della sua percezione, della totale assenza di vincoli tra quello del “reale fisico” e quello del “reale web” .
Allo scopo è stato realizzato un programma – pensato per essere funzionale solo al reale web – in grado di estendere la durata del film Via col vento, del 1939, dagli originali 238 minuti a 5 miliardi di anni (facile operazione di alterazione sulle prestazioni di un oggetto temporalmente “chiuso”); in questa data sono previsti l’esplosione del sole e il conseguente collasso del sistema solare. Si immagina plausibilmente che quel giorno la cultura umana e terrestre non potrà essere testimone dell’avvenimento; si presume, poi, che al di là della sopravvivenza degli hardware di supporto, lo spazio digitale continuerà a esistere e esprimersi nel suo tempo. Per 5 miliardi di anni il programma protrarrà il film modificando con inesorabile e maestosa lentezza ogni singolo pixel, registrando, a proprio beneficio, la progressione di quella realtà in trasformazione. Noi (e molti, moltissimi, dopo di noi) possiamo assistere all’incipit, che con quell’epigrafe così emblematica, Ouverture, svolge le funzioni di manifesto del ragionamento che sostiene l’opera. Questa, per dati scarni, la sinossi del progetto.
Il lavoro di Studio ++ ha trasformato il tempo infinito (infinito solo perché incommensurabile con le nostre capacità percettive, quindi solo matematicamente e astrattamente finito) in un dato culturale; lo ha sottratto alla sua vocazione naturale (come opposizione a culturale) di scorrere, al di là della nostra sopravvivenza, senza entrare in contatto con la possibilità di venire descritto. Mi sembra un dato minimo, ma deflagrante nell’immensità in cui interagisce. Mi sembra soprattutto che sia questo aspetto a distinguere il lavoro di Studio ++ dalle pratiche del “reale simulato”; è stata conferita al reale web la stessa qualità che spiega la scandalosa esistenza dell’arte: proviene dal mondo ma non è uguale al mondo, lo mette in scena ma non lo descrive, se ne serve, ma in qualche modo sussiste a dispetto del mondo stesso.
Domani è un altro giorno è una specie di scatola del tempo, un pensiero acceso e custodito in un contenitore che viaggerà fino alla fine della storia portandosi dietro il carico dei suoi dubbi. Ancora una volta l’intelletto ha consegnato al mondo qualcosa di “aere perennius”, destinato a rivelarsi ben oltre l’impegno di sorvegliarlo di chi lo ha creato. Una antitesi all’imperativo del tempo che divora i propri figli? Studio ++ giura che non è così. Quello che rimane è l’unico commento prevedibile per la fine del mondo, un epitaffio, o forse no, “Domani è un altro giorno”, che segna l’inizio di un nuovo ciclo.
A Baudrillard sarebbe piaciuto.
PG
Il curatore
Critico d’arte e studioso dei linguaggi dei linguaggi della contemporaneità, contestualmente agli studi di Architettura ha approfondito la conoscenza e l’analisi della cultura visiva contemporanea in tutti i suoi aspetti, sviluppando progetti e ingaggiando collaborazioni nell’ambito delle arti visive, dell’architettura, delle arti sceniche, dell’editoria e del giornalismo. I suoi principali campi di indagine riguardano l’applicazione delle arti alle questioni dell’emergenza geopolitica; i modelli di sostenibilità delle filiera arte, design, industria; i rapporti tra le pratiche dell’arte visiva contemporanea e i sistemi teorici della performing art e del teatro di ricerca; il contesto urbano, architettonico e sociale come scena delle pratiche artistiche contemporanee. A partire dal 2000 affianca all’attività come caporedattore di Exibart.com (dove ha ideato la rubrica Arteatro, dedicata agli incroci tra i linguaggi scenici e le arti visive) un’intensa ricerca di scrittura critica e progettazione di eventi che lo porta a collaborare con gallerie d’arte e istituzioni pubbliche e private, tra queste il Teatro Studio di Scandicci, la Fondazione Fabbrica Europa per le Arti Contemporanee, i Cantieri Goldonetta, il Centro Pecci di Prato, il festival Fies Drodesera, il Comune di Firenze, la Regione Toscana. È stato resident curator presso Quarter - Centro Produzione Arte, a Firenze. È ideatore e curatore del progetto “Omelette”, tra editoria sperimentale e multiplo d'artista. Attualmente collabora con le riviste specialistiche Arte&Critica e Inside.
Attualmente è residente al Teatro studio di Scandicci, in collaborazione con la Compagnia Krypton e con la Fondazione Scandicci Cultura per la cura e l’ideazione di progetti multidisciplinari.
personali o collettive (editi da Skira, Editoria e Spettacolo, Titivillus, Electa, Maschietto Artout, Pendragon, Shine). Svolge attività didattica presso enti di formazione pubblici e privati ed è visiting professor all’Accademia di Belle Arti di Firenze e alla Facoltà di Architettura. Partecipa in qualità di relatore a tavole rotonde e conferenze sullo stato delle arti, sul confronto tra i linguaggi, sulla specificità delle pratiche curatoriali e della critica d’arte.
Gli artisti
Studio ++ (Firenze, 2006. Gli Studio ++ sono Fabio Ciaravella, Umberto Daina e Vincenzo Fiore)
SPOT_il progetto
Spot nasce dalla necessità di riaprire le porte di quello che fino a poco tempo fa era il solo spazio indipendente di Pistoia dedicato alla condivisione di idee e alla sperimentazione in campo artistico, lo Studi8. Il curatore Niccolò Bonechi, insieme all’artista Andrea Lunardi, che utilizza questo luogo come studio, ha dato vita a questo progetto che si lega indissolubilmente alle attività svolte qui fino a qualche anno fa. L’idea di fondo del progetto è quella di presentare le metodologie di lavoro di alcuni dei migliori curatori che gravitano intorno alla scena artistica toscana, di invitarli a raccontarsi al pubblico in poche ore non tramite le parole, ma attraverso un allestimento, una playlist di video o una performance.
E’ il fattore temporale a dare nome all’intero progetto. Il termine anglosassone spot è stato assunto dalla nostra cultura e inserito nel macrosistema della comunicazione dove rappresenta una trasmissione audio e video che in un arco di tempo brevissimo deve rilasciare una quantità di informazioni tale da presentare e rappresentare al meglio un prodotto.
Appuntamenti
10/06 Gabriele Tosi; 17/06 Pietro Gaglianò; 23/06 Roberta Smiraglia; 7/07 Elisa Del Prete; 15/07 Fiammetta Strigoli; 22/07 Lorenzo Bruni.
Giovedì 17 giugno ore 21,30
STUDIo
Pistoia, via degli Orti10
Il 17 giugno 2010 alle ore 21.30 presso lo spazio STUDIo verrà inaugurato il secondo appuntamento di Spot, progetto di arte contemporanea ideato da Niccolò Bonechi e Andrea Lunardi che si pone come vetrina per le attuali ricerche di 6 curatori giovani e affermati: Gabriele Tosi, Pietro Gaglianò, Roberta Smiraglia, Elisa Del Prete, Fiammetta Strigoli e Lorenzo Bruni. Nei mesi di giugno e luglio, con cadenza settimanale, i sei curatori sono invitati a presentarsi in una serata, attraverso un allestimento, una playlist o una performance.
Il secondo Spot è di Pietro Gaglianò che presenta Domani è un altro giorno, progetto degli Studio ++.
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Domani è un altro giorno
Studio ++
Jean Baudrillard, rispondendo a un’intervista nel 2003, ricorda che “il mondo visto come illusione radicale è un problema sorto in seno a tutte le grandi culture, e da esse risolto con l’arte e la simbolizzazione”. Al contrario, nell’industria contemporanea dell’intrattenimento, che vorrebbe i propri prodotti come espressione critica a quel sistema che sulla loro popolarità prospera, il risultato di tutti gli sforzi è appena un “reale simulato”; questo, mondato dai rischi della contestazione effettiva e della messa in discussione, finisce per sostituire il “reale, fino a diventarne la soluzione finale”.
La simbolizzazione è il processo più diretto per creare varchi e congiunzioni: ‘simbolo’ viene dal greco ‘symbàllo’, ‘pongo insieme’, ‘connetto’, e si riferisce a quei vettori capaci di creare legami tra un’immagine e un discorso recondito, secondo un codice concordato, e accessibile a pochi o a molti, e quindi da questi, e non da altri, riconoscibile, alla lettera decodificabile. L’arte, in questa prospettiva, si intreccia e si sovrappone con la “rappresentazione simbolica del mondo” (di cui parla Marc Augè), con cui la cultura degli universi simulati, quelli della soluzione commerciale-mediatica alla percezione illusoria del mondo, non ha più niente a che fare.
Il progetto di Studio ++ innesca una ulteriore riflessione tra il reale e la sua riproduzione: il web è un sistema di spazio e tempo (con logiche causali e apparati di riferimento) completamente autonomo, e virtualmente autosufficiente, rispetto a quella realtà che definiamo fisica, o più propriamente, potendola a questo punto indicare solo attraverso sottrazioni, la realtà esterna al web. Studio ++ insiste su questo punto, sulla visione del web come prima effettiva “realizzazione di una concepibile parallelità” (sono parole loro), un’efficace perifrasi per indicare l’idea del mondo parallelo. E in questo senso si potrebbe riscattare il web dalle accuse di “reale simulato”, rivendicando l’esistenza di un sistema che non deve giustificare nessuna prassi demiurgica. Un’idea che Studio ++ ha provato a dimostrare mettendo in evidenza le anomalie e i paradossi del tempo, della sua percezione, della totale assenza di vincoli tra quello del “reale fisico” e quello del “reale web” .
Allo scopo è stato realizzato un programma – pensato per essere funzionale solo al reale web – in grado di estendere la durata del film Via col vento, del 1939, dagli originali 238 minuti a 5 miliardi di anni (facile operazione di alterazione sulle prestazioni di un oggetto temporalmente “chiuso”); in questa data sono previsti l’esplosione del sole e il conseguente collasso del sistema solare. Si immagina plausibilmente che quel giorno la cultura umana e terrestre non potrà essere testimone dell’avvenimento; si presume, poi, che al di là della sopravvivenza degli hardware di supporto, lo spazio digitale continuerà a esistere e esprimersi nel suo tempo. Per 5 miliardi di anni il programma protrarrà il film modificando con inesorabile e maestosa lentezza ogni singolo pixel, registrando, a proprio beneficio, la progressione di quella realtà in trasformazione. Noi (e molti, moltissimi, dopo di noi) possiamo assistere all’incipit, che con quell’epigrafe così emblematica, Ouverture, svolge le funzioni di manifesto del ragionamento che sostiene l’opera. Questa, per dati scarni, la sinossi del progetto.
Il lavoro di Studio ++ ha trasformato il tempo infinito (infinito solo perché incommensurabile con le nostre capacità percettive, quindi solo matematicamente e astrattamente finito) in un dato culturale; lo ha sottratto alla sua vocazione naturale (come opposizione a culturale) di scorrere, al di là della nostra sopravvivenza, senza entrare in contatto con la possibilità di venire descritto. Mi sembra un dato minimo, ma deflagrante nell’immensità in cui interagisce. Mi sembra soprattutto che sia questo aspetto a distinguere il lavoro di Studio ++ dalle pratiche del “reale simulato”; è stata conferita al reale web la stessa qualità che spiega la scandalosa esistenza dell’arte: proviene dal mondo ma non è uguale al mondo, lo mette in scena ma non lo descrive, se ne serve, ma in qualche modo sussiste a dispetto del mondo stesso.
Domani è un altro giorno è una specie di scatola del tempo, un pensiero acceso e custodito in un contenitore che viaggerà fino alla fine della storia portandosi dietro il carico dei suoi dubbi. Ancora una volta l’intelletto ha consegnato al mondo qualcosa di “aere perennius”, destinato a rivelarsi ben oltre l’impegno di sorvegliarlo di chi lo ha creato. Una antitesi all’imperativo del tempo che divora i propri figli? Studio ++ giura che non è così. Quello che rimane è l’unico commento prevedibile per la fine del mondo, un epitaffio, o forse no, “Domani è un altro giorno”, che segna l’inizio di un nuovo ciclo.
A Baudrillard sarebbe piaciuto.
PG
Il curatore
Critico d’arte e studioso dei linguaggi dei linguaggi della contemporaneità, contestualmente agli studi di Architettura ha approfondito la conoscenza e l’analisi della cultura visiva contemporanea in tutti i suoi aspetti, sviluppando progetti e ingaggiando collaborazioni nell’ambito delle arti visive, dell’architettura, delle arti sceniche, dell’editoria e del giornalismo. I suoi principali campi di indagine riguardano l’applicazione delle arti alle questioni dell’emergenza geopolitica; i modelli di sostenibilità delle filiera arte, design, industria; i rapporti tra le pratiche dell’arte visiva contemporanea e i sistemi teorici della performing art e del teatro di ricerca; il contesto urbano, architettonico e sociale come scena delle pratiche artistiche contemporanee. A partire dal 2000 affianca all’attività come caporedattore di Exibart.com (dove ha ideato la rubrica Arteatro, dedicata agli incroci tra i linguaggi scenici e le arti visive) un’intensa ricerca di scrittura critica e progettazione di eventi che lo porta a collaborare con gallerie d’arte e istituzioni pubbliche e private, tra queste il Teatro Studio di Scandicci, la Fondazione Fabbrica Europa per le Arti Contemporanee, i Cantieri Goldonetta, il Centro Pecci di Prato, il festival Fies Drodesera, il Comune di Firenze, la Regione Toscana. È stato resident curator presso Quarter - Centro Produzione Arte, a Firenze. È ideatore e curatore del progetto “Omelette”, tra editoria sperimentale e multiplo d'artista. Attualmente collabora con le riviste specialistiche Arte&Critica e Inside.
Attualmente è residente al Teatro studio di Scandicci, in collaborazione con la Compagnia Krypton e con la Fondazione Scandicci Cultura per la cura e l’ideazione di progetti multidisciplinari.
personali o collettive (editi da Skira, Editoria e Spettacolo, Titivillus, Electa, Maschietto Artout, Pendragon, Shine). Svolge attività didattica presso enti di formazione pubblici e privati ed è visiting professor all’Accademia di Belle Arti di Firenze e alla Facoltà di Architettura. Partecipa in qualità di relatore a tavole rotonde e conferenze sullo stato delle arti, sul confronto tra i linguaggi, sulla specificità delle pratiche curatoriali e della critica d’arte.
Gli artisti
Studio ++ (Firenze, 2006. Gli Studio ++ sono Fabio Ciaravella, Umberto Daina e Vincenzo Fiore)
SPOT_il progetto
Spot nasce dalla necessità di riaprire le porte di quello che fino a poco tempo fa era il solo spazio indipendente di Pistoia dedicato alla condivisione di idee e alla sperimentazione in campo artistico, lo Studi8. Il curatore Niccolò Bonechi, insieme all’artista Andrea Lunardi, che utilizza questo luogo come studio, ha dato vita a questo progetto che si lega indissolubilmente alle attività svolte qui fino a qualche anno fa. L’idea di fondo del progetto è quella di presentare le metodologie di lavoro di alcuni dei migliori curatori che gravitano intorno alla scena artistica toscana, di invitarli a raccontarsi al pubblico in poche ore non tramite le parole, ma attraverso un allestimento, una playlist di video o una performance.
E’ il fattore temporale a dare nome all’intero progetto. Il termine anglosassone spot è stato assunto dalla nostra cultura e inserito nel macrosistema della comunicazione dove rappresenta una trasmissione audio e video che in un arco di tempo brevissimo deve rilasciare una quantità di informazioni tale da presentare e rappresentare al meglio un prodotto.
Appuntamenti
10/06 Gabriele Tosi; 17/06 Pietro Gaglianò; 23/06 Roberta Smiraglia; 7/07 Elisa Del Prete; 15/07 Fiammetta Strigoli; 22/07 Lorenzo Bruni.
17
giugno 2010
Spot#02 – Domani è un altro giorno
17 giugno 2010
arte contemporanea
incontro - conferenza
serata - evento
incontro - conferenza
serata - evento
Location
STUDIO
Pistoia, Via Degli Orti, 10, (Pistoia)
Pistoia, Via Degli Orti, 10, (Pistoia)
Orario di apertura
giovedì: 21.30 – 23.30
Vernissage
17 Giugno 2010, ore 21.30
Sito web
www.contemporaryspot.blogspot.com
Autore
Curatore