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Square up
La mostra coinvolge quattro artisti emergenti di valore internazionale (due italiani e due europei) in un dialogo per immagini che ruota attorno all’idea di architettura come forma della storia culturale, sociale ed economica.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
SQUARE UP
esposizione di fotografia contemporanea
8 settembre > 4 novembre 2012
a cura di Daniele De Luigi
promosso da white.fish.tank
con il sostegno della Provincia di Ancona
Artisti:
Claudio Gobbi, Alessandro Imbriaco,
Edgar Martins, Indre Serpytyte
Inaugurazione
sabato 8 settembre 2012 (ore 19)
Atelier dell’Arco Amoroso, Ancona
(piazza del Plebiscito)
Sabato 8 settembre 2012 (ore 19) inaugura negli spazi dell’Atelier dell’Arco Amoroso (Piazza del Plebiscito – Ancona) la mostra di fotografia contemporanea Square up, promossa da white.fish.tank con il sostegno della Provincia di Ancona e la collaborazione di Fondo Mole Vanvitelliana, AMAT, Provincia di Ancona e Comune di Ancona – Assessorati alla Cultura, e le gallerie Studio Guenzani (Milano) e Camera16 (Milano).
Square up coinvolge quattro artisti emergenti di valore internazionale (due italiani e due europei) in un dialogo per immagini che ruota attorno all’idea di architettura come forma della storia culturale, sociale ed economica. Attraverso differenti modi di intendere e praticare la fotografia, gli artisti si confrontano con questioni centrali per l’uomo contemporaneo: il senso dell’abitare e del costruire, il valore della memoria storica e culturale dei luoghi, la dialettica tra comunità e individualismo, il rapporto tra culture politiche e modelli architettonici e urbani. Questi temi si intrecciano nel breve ma intenso percorso di mostra, generando prospettive inedite e sollevando interrogativi di stringente attualità riguardo al nostro futuro.
Alessandro Imbriaco ci mostra le abitazioni di fortuna allestite a Roma da immigrati senza fissa dimora. A place to stay è parte del più ampio progetto Temporary Autonomous Zone, in cui il fotografo indaga i modelli abitativi alternativi nell’area della Capitale. Gli accampamenti alterano la percezione del paesaggio creando uno stridente contrasto con scenari a volte ordinari, altre idilliaci o di grande bellezza. Tuttavia, grazie alla maestria compositiva con cui Imbriaco conferisce un sapore scenografico alle immagini, le contraddizioni vengono attenuate e le fotografie ci invitano a riflettere sulle trasformazioni dello spazio urbano e sull’idea stessa di casa nella condizione umana.
Le fotografie di Edgar Martins, tratte da This is not a house, sono state realizzate negli Stati Uniti e mostrano edifici rimasti incompleti e disabitati a seguito della crisi dei mutui subprime esplosa nel 2007. Martins si muove abilmente tra la realtà straniante che gli si presenta allo sguardo e sottili azioni di messinscena, dando vita a immagini fortemente teatrali capaci di fornire un’incisiva rappresentazione della crisi e dello spettrale senso di vuoto che ha lasciato. Giocando sul confine della finzione, l’artista sottolinea i cinici paradossi di un sistema socioeconomico, la cui aleatorietà ha trasformato in illusioni anche le tradizionali sicurezze dei cittadini.
Raffigurando uno la forma dell’abitare senza la casa, l’altro la forma della casa senza l’abitare, Imbriaco e Martins ci mostrano due aberrazioni complementari delle sperequazioni sociali e dell’instabilità economica globale.
Indre Serpytyte rievoca un periodo oscuro del passato del proprio paese, la Lituania, che ha drammaticamente segnato anche la sua storia familiare. Opera di grande intensità, (1944-1991) Former NKVD – MVD – MGB – KGB Buildings nasce da approfondite ricerche effettuate dall’artista sulle case che i servizi segreti sovietici, durante l’occupazione, avevano trasformato in luoghi di detenzione e tortura degli oppositori. L’impossibilità di far affiorare tracce visibili di quelle vicende e la necessità di produrne materialmente memoria hanno portato alla costruzione di modelli in legno delle case che l’artista ha fotografato, restituendo un senso di freddezza e distacco ma anche la volontà di colmarlo.
La memoria di un popolo e la sua sopravvivenza a un dramma collettivo è un elemento centrale anche in Armenie ville di Claudio Gobbi. Le fotografie, che ritraggono chiese armene la cui costruzione va dall’Alto Medioevo a oggi, sono state in parte raccolte, in parte scattate dall’artista nel corso di numerosi viaggi tra il Caucaso e l’Europa occidentale. L’insieme delle immagini evidenzia la rigorosa continuità formale che caratterizza da 1500 anni l’architettura religiosa armena, diventando lo strumento per perpetuare un’identità nazionale, e al tempo stesso, in un sottile parallelismo, pone la questione dell’autorialità e dell’originalità dell’immagine fotografica.
Sia Serpytyte che Gobbi, nell’interrogarsi sulla memoria come processo identitario collettivo, si appropriano del lavoro di altri innestandovi il proprio, sottolineando l’importanza della continuità e della condivisione per comprendere in profondità tale fenomeno.
Tutti gli artisti si confrontano con situazioni del presente o del passato in cui gli esseri umani – individui, gruppi o popoli – hanno dovuto fronteggiare situazioni di grave difficoltà, di cui la forma architettonica si è fatta simbolo. I temi che essi sollevano trovano eco nel dibattito sui valori a cui l’uomo contemporaneo vuole improntare il proprio abitare il mondo: benché prive di figure umane, la loro presenza ideale è molto forte in tutte le immagini.
Ad accomunare i fotografi, nella diversità delle scelte e dei temi, c’è anche la volontà di esplorare la natura e il ruolo della fotografia stessa nell’attuale contesto artistico, cercando nuove strade per alimentare il dibattito culturale sul mondo contemporaneo e per leggere la realtà nella sua complessità oltre il visibile e i luoghi comuni.
Con Square up, l’Associazione White Fish Tank riprende la stagione espositiva dopo il programma di residenze presso gli spazi di Porta Pia confermando ancora una volta il proprio impegno nel promuovere la giovane arte come veicolo per instaurare un dialogo col territorio e favorire un’apertura verso i linguaggi del contemporaneo. Ideato da Ljudmilla Socci e diretto con Elisa Piersimoni, white.fish.tank si è costituito nel luglio del 2010 ad Ancona quale associazione no-profit attivamente impegnata nella cura e diffusione di iniziative artistiche orientate alla ricerca. Un programma cosmopolita – formulato con il supporto dello storico dell’arte, critico e curatore Andrea Bruciati, in un’ottica di confronto, sperimentazione e stimolo – che affianca alle proposte di artisti internazionali un’offerta più specificatamente legata al territorio.
BIOGRAFIE ARTISTI
CLAUDIO GOBBI
Nato ad Ancona nel 1971, ha studiato fotografia presso il CFP Riccardo Bauer di Milano e attualmente vive e lavora a Berlino.
Nel 2003 ha ricevuto il Prix Mosaïque del Centre Nationale de L’Audiovisuel, Luxembourg, e nel 2007 è stato Artist in residence presso la Cité Internationale des Arts di Parigi. Nel 2010 è stato incaricato di fotografare il MAXXI nell’ambito del progetto Cantiere d’autore. Ha esposto il suo lavoro in ambito internazionale : Italian Cultural Institute (London, Paris, Tokyo), International Photo Festival (Kaunas), European Month of Photography (Bratislava), Biennale of contemporary art (Thessaloniki), WE Project (Bruxelles), 4th Fotofestival (Mannheim-Ludwigshafen-Heidelberg). Il suo ultimo lavoro Armenie Ville è stato recentemente esposto in una personale presso Studio Guenzani di Milano e in mostre collettive a Yerevan, Toulouse, Heidelberg e Firenze (premio Celeste Beyondmemory).
ALESSANDRO IMBRIACO
Nato a Salerno nel 1980. Ingegnere di formazione, dal 2008 lavora come fotografo. Vive a Roma.
Ha vinto il premio Canon nel 2008, il 2° posto (sez. Contemporary Issues Stories) al World Press Photo 2010, il Premio Pesaresi nel 2011, il Premio Ponchielli e l’European Publishers Award for photography nel 2012. I suoi lavori sono stati selezionati per Il Talent di Foam, il PHE Ojo de Pez ,il Lumix Award, il Premio Atlante Italiano. Dal 2008 fa parte di Reflexions Masterclass e nel 2011 è stato selezionato per il Joop Swart Masterclass del World Press Photo. Nel 2012 è stato selezionato per la Istanbul Design Biennial. Il suo lavoro è stato esposto in diverse personali e collettive, tra cui Rencontres Internationales de la Photographie, Arles, 2012; The Bertha and Karl Leubsdorf, New York, 2012; Foam Museum, Amsterdam, 2011; Macro, Roma, 2011; Spazio Forma, Milan, 2011; Fetart, Paris, 2011; Harlem Studio Fellowship, New York, 2010; Festival for young photojournalism, Hanover.
EDGAR MARTINS
Nato a Evora, Portogallo, nel 1977 e cresciuto a Macao, Cina. Ha conseguito nel 2002 un MA Photography and Fine Arts presso il Royal College of Art. Vive e lavora a Londra.
Le sue opere sono presenti in diverse collezioni di alto profilo e ha all’attivo diverse pubblicazioni. Ha esposto il proprio lavoro in istituzioni quali PS1 MoMA (New York), Centro Cultural de Belém (Lisbon), Centro Cultural Hélio Oiticica (Rio de Janeiro), The New Art Gallery Walsall (Walsall, UK), The Wapping Project (London), The Gallery of Photography (Dublin), e il Centre Culturel Calouste Gulbenkian (Paris) che nel 2010 ha ospitato la sua prima retrospettiva. Nel 2011 la prima personale italiana presso Camera16, Milano. Ha ricevuto il primo New York Photography Award (Fine Art category) nel 2008, il BES Photo Prize e il SONY World Photography Award (Landscape category) nel 2009 e il primo premio nell’International Photography Awards (Fine Art— Abstract category ) nel 2010. Ha rappresentato Macao alla 54. Biennale di Venezia.
INDRE SERPYTYTE
Nata a Palanga, Lituania, nel 1983. Ha conseguito nel 2009 un MA Photography presso il Royal College of Art. Vive e lavora a Londra.
Il suo lavoro ha ricevuto numerosi premi e menzioni internazionali, tra cui 2010 Magenta Foundation, Flash Forward – Bright Spark Award, 2009 National Media Museum’s Photography Bursary, 2009 Metro Imaging Award, 2006 Jerwood Photography Award, ed è stato esposto in sedi di prestigio tra cui ricordiamo Victoria and Albert Museum, The Photographers Gallery, The House of Nobleman (Londra), Yossi Milo Gallery (New York), Imago Mundi Foundation (Krakow). Nel 2010 la galleria Camera 16 di Milano le ha dedicato una mostra personale.
SERIE DI OPERE IN MOSTRA
Claudio Gobbi, Armenie ville, 2007-2012 (in progress), courtesy Studio Guenzani (Milano) e l’artista; Alessandro Imbriaco, A place to stay, 2010, courtesy Forma Galleria (Milano) e l’artista; Edgar Martins, This is not a house, 2009, courtesy Camera 16 (Milano); Indre Serpytyte, (1944-1991 Former NKVD-MVD-MGB-KGB Buildings, 2009, courtesy Camera 16 (Milano).
SQUARE UP
exhibition of contemporary photography
8th September > 4th November 2012
curated by Daniele De Luigi
promoted by white.fish.tank
with the support of the Ancona Provincial Administration
Artists:
Claudio Gobbi, Alessandro Imbriaco,
Edgar Martins, Indre Serpytyte
Opening
Saturday 8th September 2012 (19.00)
Atelier dell’Arco Amoroso, Ancona
(Piazza del Plebiscito)
Saturday 8th September 2012 (at 7 p.m.), in the spaces of the Atelier dell’Arco Amoroso (Piazza del Plebiscito – Ancona), is the opening night for the contemporary photography exhibition Square up, promoted by white.fish.tank with the support of the Ancona Provincial Administration and the collaboration of Fondo Mole Vanvitelliana, AMAT, the Ancona Provincial and Municipal Administrations – Culture Service, and the galleries Studio Guenzani (Milan) and Camera 16 (Milan).
Square up involves four internationally emerging artists (two Italian and two European) in a dialogue by images which turns on the idea of architecture as a form of cultural, social and economic history. Through different ways of understanding and practising photography the artists tackle issues that are central to contemporary man: the sense of dwelling and of building, the value of the historical and cultural memory of places, the dialectic between community and individualism, the relationship between political cultures and architectonic and urban models. These themes are interwoven in the brief but intense exhibition itinerary, generating unprecedented perspectives and raising questions of pressing topicality about our future.
Alessandro Imbriaco brings to light the makeshift dwellings set up in Rome by homeless immigrants. A place to stay is part of a wider project called Temporary Autonomous Zone in which the photographer investigates the alternative models of living quarters in the capital. These encampments alter our perception of the landscape by creating a striking contrast, with scenarios that are sometimes ordinary, other times idyllic or of great beauty. Thanks to the compositional mastery with which Imbriaco gives a scenic flavour to the images, however, the contradictions are attenuated and the photographs invite us to reflect on the transformations of urban space and on the very idea of home in the human condition.
Edgar Martins’ photographs (This is not a house) were created in the United States and show buildings left unfinished and uninhabited due to the subprime mortgage crisis which exploded in 2007. Martins moves skilfully between the eerie reality presented to the eye and subtle actions of mise-en-scene, giving rise to highly theatrical images that supply a powerful representation of the crisis and the spectral sense of emptiness it has left behind. Playing on the borderline of fiction, the artist underscores the cynical paradoxes of a socio-economic system whose uncertain nature has transformed commonplace securities into mere illusions.
As one depicts the form of dwelling without a house, and the other the form of the house without dwellers, Imbriaco and Martins show us two complementary aberrations of global social inequalities and economic instability.
Indre Serpytyte evokes a dark period in the past of her native country, Lithuania, which also dramatically marked her own family history. A work of great intensity, (1944-1991) Former NKVD – MVD – MGB – KGB Buildings grew out of the artist’s in-depth research into houses that the Soviet secret services had transformed, during the occupation, into places of detention and torture for their opponents. The impossibility of bringing forth visible traces of these events and the need to produce their memory materially led to the construction of wooden models of the houses that the artist photographed, recovering a sense of coldness and detachment but also the desire to bridge it.
The memory of a people and its survival of a collective drama is also a central element in Claudio Gobbi’s Armenie ville. The photographs, which portray Armenian churches built between the early Middle Ages and the present, were in part collected and in part shot by the artist during numerous trips between the Caucasus and western Europe. The grouping of images highlights the rigorous formal continuity that has characterised Armenian religious architecture for 1500 years, becoming an instrument for perpetuating a national identity. At the same time, in a subtle parallelism, they pose the question of the authorship and originality of the photographic image.
In questioning themselves about memory as a collective identitary process, both Serpytyte and Gobbi take possession of the work of others and graft on their own, underlining the importance of continuity and sharing for a deep understanding of this phenomenon.
All the artists tackle situations present or past in which human beings – individuals, groups or peoples – have had to face serious difficulties that architectonic form has become the symbol of. The topics raised by pictures find echo in the debate on the values with which contemporary man aims to distinguish his own living in the world: although lacking in human figures, their ideal presence is very strong in all the images.
What these photographers have in common, in the diversity of choices and themes, is the will to explore nature and the role of photography itself in the current artistic context, seeking new avenues to feed the cultural debate on the contemporary world and to interpret reality in its complexity, beyond commonplaces and the visible.
With Square up the Association White Fish Tank resumes the exhibition season after a residence programme in the spaces of Porta Pia, once more confirming its commitment to promoting young art as a vehicle for setting up dialogue with the territory and favouring openness to the languages of the contemporary. Devised by Ljudmilla Socci and directed with Elisa Piersimoni, white.fish.tank was established in Ancona in July 2010 as a no-profit association actively engaged in the curatorship and spreading of artistic initiatives oriented towards research. A cosmopolitan programme – formulated with art historian, critic and curator Andrea Bruciati under the aegis of comparison, experimentation and stimulus – which flanks the proposals of international artists by offering something more specifically linked to the territory.
ARTIST BIOGRAPHIES
CLAUDIO GOBBI
Born 1971 in Ancona, he studied photography at the Riccardo Bauer Vocational Training Centre in Milan and currently lives and works in Berlin.
In 2003 he won the Prix Mosaïque, awarded by the Centre Nationale de L’Audiovisuel, Luxembourg, and in 2007 was Artist in residence at the Cité Internationale des Arts in Paris. In 2010 he was commissioned to photograph the MAXXI in the context of the Cantiere d’autore project. His work has been shown internationally: Italian Cultural Institute (London, Paris, Tokyo), International Photo Festival (Kaunas), European Month of Photography (Bratislava), Biennale of contemporary art (Thessaloniki), WE Project (Brussels), 4th Fotofestival (Mannheim-Ludwigshafen-Heidelberg). His latest work Armenie Ville was recently exhibited in a solo show at Studio Guenzani of Milan and at collective exhibitions in Yerevan, Toulouse, Heidelberg and Florence (Celeste Beyondmemory prize).
ALESSANDRO IMBRIACO
Born 1980 in Salerno. Trained as an engineer, he has been working as a photographer since 2008. He lives in Rome.
He won the Canon prize in 2008, was placed second (Contemporary Issues Stories Section) at the World Press Photo 2010, won the Pesaresi Prize in 2011 and, in 2012, the Ponchielli Prize and the European Publishers Award for photography. His works have been selected for Talent of FOAM magazine, the PHE Ojo of Pez, the Lumix Award and the Premio Atlante Italiano. Since 2008 he has been part of Reflexions Masterclass and in 2011 was selected for the Joop Swart Masterclass of World Press Photo. In 2012 he was selected for the Istanbul Design Biennial. His work has appeared in many solo and collective shows including Rencontres Internationales de la Photographie, Arles, 2012; The Bertha and Karl Leubsdorf Gallery, New York, 2012; Foam Museum, Amsterdam, 2011; Macro, Rome, 2011; Spazio Forma, Milan, 2011; Fetart, Paris, 2011; Harlem Studio Fellowship, New York, 2010 and the Festival for young photojournalism, Hanover.
EDGAR MARTINS
Born 1977 in Evora, Portugal, he grew up in Macao, China. In 2002 he received an MA in Photography and Fine Arts from the Royal College of Art. He lives and works in London.
His photographs are in various high profile collections and he has numerous publications to his credit. His work has been shown at leading venues such as PS1 MoMA (New York), Centro Cultural de Belém (Lisbon), Centro Cultural Hélio Oiticica (Rio de Janeiro), The New Art Gallery Walsall (Walsall, UK), The Wapping Project (London), The Gallery of Photography (Dublin) and the Centre Culturel Calouste Gulbenkian (Paris) which in 2010 hosted his first retrospective. In 2011 he had his first solo show in Italy at Camera 16, Milan. He won the first New York Photography Award (Fine Art category) in 2008, the BES Photo Prize and the SONY World Photography Award (Landscape category) in 2009 and first prize at the International Photography Awards (Fine Art – Abstract category) in 2010. He represented Macao at the 54th Venice Biennale.
INDRE SERPYTYTE
Born 1983 in Palanga, Lithuania, in 2009 she received an MA in Photography from the Royal College of Art. She lives and works in London.
Her numerous international prizes and acknowledgements include the 2010 Magenta Foundation, Flash Forward – Bright Spark Award, 2009 National Media Museum’s Photography Bursary, 2009 Metro Imaging Award and the 2006 Jerwood Photography Award. She has exhibited at prestigious venues such as the Victoria and Albert Museum, The Photographers Gallery, The House of Nobleman (London), Yossi Milo Gallery (New York) and the Imago Mundi Foundation (Krakow). In 2010 she had a solo show at the gallery Camera 16 of Milan.
SERIES OF WORKS ON SHOW
Claudio Gobbi, Armenie ville, 2007-2012 (in progress), courtesy Studio Guenzani (Milan) and the Artist; Alessandro Imbriaco, A place to stay, 2010, courtesy Forma Galleria (Milan) and the Artist; Edgar Martins, This is not a house, 2009, courtesy Camera 16 (Milan); Indre Serpytyte, (1944-1991 Former NKVD-MVD-MGB-KGB Buildings, 2009, courtesy Camera 16 (Milan).
esposizione di fotografia contemporanea
8 settembre > 4 novembre 2012
a cura di Daniele De Luigi
promosso da white.fish.tank
con il sostegno della Provincia di Ancona
Artisti:
Claudio Gobbi, Alessandro Imbriaco,
Edgar Martins, Indre Serpytyte
Inaugurazione
sabato 8 settembre 2012 (ore 19)
Atelier dell’Arco Amoroso, Ancona
(piazza del Plebiscito)
Sabato 8 settembre 2012 (ore 19) inaugura negli spazi dell’Atelier dell’Arco Amoroso (Piazza del Plebiscito – Ancona) la mostra di fotografia contemporanea Square up, promossa da white.fish.tank con il sostegno della Provincia di Ancona e la collaborazione di Fondo Mole Vanvitelliana, AMAT, Provincia di Ancona e Comune di Ancona – Assessorati alla Cultura, e le gallerie Studio Guenzani (Milano) e Camera16 (Milano).
Square up coinvolge quattro artisti emergenti di valore internazionale (due italiani e due europei) in un dialogo per immagini che ruota attorno all’idea di architettura come forma della storia culturale, sociale ed economica. Attraverso differenti modi di intendere e praticare la fotografia, gli artisti si confrontano con questioni centrali per l’uomo contemporaneo: il senso dell’abitare e del costruire, il valore della memoria storica e culturale dei luoghi, la dialettica tra comunità e individualismo, il rapporto tra culture politiche e modelli architettonici e urbani. Questi temi si intrecciano nel breve ma intenso percorso di mostra, generando prospettive inedite e sollevando interrogativi di stringente attualità riguardo al nostro futuro.
Alessandro Imbriaco ci mostra le abitazioni di fortuna allestite a Roma da immigrati senza fissa dimora. A place to stay è parte del più ampio progetto Temporary Autonomous Zone, in cui il fotografo indaga i modelli abitativi alternativi nell’area della Capitale. Gli accampamenti alterano la percezione del paesaggio creando uno stridente contrasto con scenari a volte ordinari, altre idilliaci o di grande bellezza. Tuttavia, grazie alla maestria compositiva con cui Imbriaco conferisce un sapore scenografico alle immagini, le contraddizioni vengono attenuate e le fotografie ci invitano a riflettere sulle trasformazioni dello spazio urbano e sull’idea stessa di casa nella condizione umana.
Le fotografie di Edgar Martins, tratte da This is not a house, sono state realizzate negli Stati Uniti e mostrano edifici rimasti incompleti e disabitati a seguito della crisi dei mutui subprime esplosa nel 2007. Martins si muove abilmente tra la realtà straniante che gli si presenta allo sguardo e sottili azioni di messinscena, dando vita a immagini fortemente teatrali capaci di fornire un’incisiva rappresentazione della crisi e dello spettrale senso di vuoto che ha lasciato. Giocando sul confine della finzione, l’artista sottolinea i cinici paradossi di un sistema socioeconomico, la cui aleatorietà ha trasformato in illusioni anche le tradizionali sicurezze dei cittadini.
Raffigurando uno la forma dell’abitare senza la casa, l’altro la forma della casa senza l’abitare, Imbriaco e Martins ci mostrano due aberrazioni complementari delle sperequazioni sociali e dell’instabilità economica globale.
Indre Serpytyte rievoca un periodo oscuro del passato del proprio paese, la Lituania, che ha drammaticamente segnato anche la sua storia familiare. Opera di grande intensità, (1944-1991) Former NKVD – MVD – MGB – KGB Buildings nasce da approfondite ricerche effettuate dall’artista sulle case che i servizi segreti sovietici, durante l’occupazione, avevano trasformato in luoghi di detenzione e tortura degli oppositori. L’impossibilità di far affiorare tracce visibili di quelle vicende e la necessità di produrne materialmente memoria hanno portato alla costruzione di modelli in legno delle case che l’artista ha fotografato, restituendo un senso di freddezza e distacco ma anche la volontà di colmarlo.
La memoria di un popolo e la sua sopravvivenza a un dramma collettivo è un elemento centrale anche in Armenie ville di Claudio Gobbi. Le fotografie, che ritraggono chiese armene la cui costruzione va dall’Alto Medioevo a oggi, sono state in parte raccolte, in parte scattate dall’artista nel corso di numerosi viaggi tra il Caucaso e l’Europa occidentale. L’insieme delle immagini evidenzia la rigorosa continuità formale che caratterizza da 1500 anni l’architettura religiosa armena, diventando lo strumento per perpetuare un’identità nazionale, e al tempo stesso, in un sottile parallelismo, pone la questione dell’autorialità e dell’originalità dell’immagine fotografica.
Sia Serpytyte che Gobbi, nell’interrogarsi sulla memoria come processo identitario collettivo, si appropriano del lavoro di altri innestandovi il proprio, sottolineando l’importanza della continuità e della condivisione per comprendere in profondità tale fenomeno.
Tutti gli artisti si confrontano con situazioni del presente o del passato in cui gli esseri umani – individui, gruppi o popoli – hanno dovuto fronteggiare situazioni di grave difficoltà, di cui la forma architettonica si è fatta simbolo. I temi che essi sollevano trovano eco nel dibattito sui valori a cui l’uomo contemporaneo vuole improntare il proprio abitare il mondo: benché prive di figure umane, la loro presenza ideale è molto forte in tutte le immagini.
Ad accomunare i fotografi, nella diversità delle scelte e dei temi, c’è anche la volontà di esplorare la natura e il ruolo della fotografia stessa nell’attuale contesto artistico, cercando nuove strade per alimentare il dibattito culturale sul mondo contemporaneo e per leggere la realtà nella sua complessità oltre il visibile e i luoghi comuni.
Con Square up, l’Associazione White Fish Tank riprende la stagione espositiva dopo il programma di residenze presso gli spazi di Porta Pia confermando ancora una volta il proprio impegno nel promuovere la giovane arte come veicolo per instaurare un dialogo col territorio e favorire un’apertura verso i linguaggi del contemporaneo. Ideato da Ljudmilla Socci e diretto con Elisa Piersimoni, white.fish.tank si è costituito nel luglio del 2010 ad Ancona quale associazione no-profit attivamente impegnata nella cura e diffusione di iniziative artistiche orientate alla ricerca. Un programma cosmopolita – formulato con il supporto dello storico dell’arte, critico e curatore Andrea Bruciati, in un’ottica di confronto, sperimentazione e stimolo – che affianca alle proposte di artisti internazionali un’offerta più specificatamente legata al territorio.
BIOGRAFIE ARTISTI
CLAUDIO GOBBI
Nato ad Ancona nel 1971, ha studiato fotografia presso il CFP Riccardo Bauer di Milano e attualmente vive e lavora a Berlino.
Nel 2003 ha ricevuto il Prix Mosaïque del Centre Nationale de L’Audiovisuel, Luxembourg, e nel 2007 è stato Artist in residence presso la Cité Internationale des Arts di Parigi. Nel 2010 è stato incaricato di fotografare il MAXXI nell’ambito del progetto Cantiere d’autore. Ha esposto il suo lavoro in ambito internazionale : Italian Cultural Institute (London, Paris, Tokyo), International Photo Festival (Kaunas), European Month of Photography (Bratislava), Biennale of contemporary art (Thessaloniki), WE Project (Bruxelles), 4th Fotofestival (Mannheim-Ludwigshafen-Heidelberg). Il suo ultimo lavoro Armenie Ville è stato recentemente esposto in una personale presso Studio Guenzani di Milano e in mostre collettive a Yerevan, Toulouse, Heidelberg e Firenze (premio Celeste Beyondmemory).
ALESSANDRO IMBRIACO
Nato a Salerno nel 1980. Ingegnere di formazione, dal 2008 lavora come fotografo. Vive a Roma.
Ha vinto il premio Canon nel 2008, il 2° posto (sez. Contemporary Issues Stories) al World Press Photo 2010, il Premio Pesaresi nel 2011, il Premio Ponchielli e l’European Publishers Award for photography nel 2012. I suoi lavori sono stati selezionati per Il Talent di Foam, il PHE Ojo de Pez ,il Lumix Award, il Premio Atlante Italiano. Dal 2008 fa parte di Reflexions Masterclass e nel 2011 è stato selezionato per il Joop Swart Masterclass del World Press Photo. Nel 2012 è stato selezionato per la Istanbul Design Biennial. Il suo lavoro è stato esposto in diverse personali e collettive, tra cui Rencontres Internationales de la Photographie, Arles, 2012; The Bertha and Karl Leubsdorf, New York, 2012; Foam Museum, Amsterdam, 2011; Macro, Roma, 2011; Spazio Forma, Milan, 2011; Fetart, Paris, 2011; Harlem Studio Fellowship, New York, 2010; Festival for young photojournalism, Hanover.
EDGAR MARTINS
Nato a Evora, Portogallo, nel 1977 e cresciuto a Macao, Cina. Ha conseguito nel 2002 un MA Photography and Fine Arts presso il Royal College of Art. Vive e lavora a Londra.
Le sue opere sono presenti in diverse collezioni di alto profilo e ha all’attivo diverse pubblicazioni. Ha esposto il proprio lavoro in istituzioni quali PS1 MoMA (New York), Centro Cultural de Belém (Lisbon), Centro Cultural Hélio Oiticica (Rio de Janeiro), The New Art Gallery Walsall (Walsall, UK), The Wapping Project (London), The Gallery of Photography (Dublin), e il Centre Culturel Calouste Gulbenkian (Paris) che nel 2010 ha ospitato la sua prima retrospettiva. Nel 2011 la prima personale italiana presso Camera16, Milano. Ha ricevuto il primo New York Photography Award (Fine Art category) nel 2008, il BES Photo Prize e il SONY World Photography Award (Landscape category) nel 2009 e il primo premio nell’International Photography Awards (Fine Art— Abstract category ) nel 2010. Ha rappresentato Macao alla 54. Biennale di Venezia.
INDRE SERPYTYTE
Nata a Palanga, Lituania, nel 1983. Ha conseguito nel 2009 un MA Photography presso il Royal College of Art. Vive e lavora a Londra.
Il suo lavoro ha ricevuto numerosi premi e menzioni internazionali, tra cui 2010 Magenta Foundation, Flash Forward – Bright Spark Award, 2009 National Media Museum’s Photography Bursary, 2009 Metro Imaging Award, 2006 Jerwood Photography Award, ed è stato esposto in sedi di prestigio tra cui ricordiamo Victoria and Albert Museum, The Photographers Gallery, The House of Nobleman (Londra), Yossi Milo Gallery (New York), Imago Mundi Foundation (Krakow). Nel 2010 la galleria Camera 16 di Milano le ha dedicato una mostra personale.
SERIE DI OPERE IN MOSTRA
Claudio Gobbi, Armenie ville, 2007-2012 (in progress), courtesy Studio Guenzani (Milano) e l’artista; Alessandro Imbriaco, A place to stay, 2010, courtesy Forma Galleria (Milano) e l’artista; Edgar Martins, This is not a house, 2009, courtesy Camera 16 (Milano); Indre Serpytyte, (1944-1991 Former NKVD-MVD-MGB-KGB Buildings, 2009, courtesy Camera 16 (Milano).
SQUARE UP
exhibition of contemporary photography
8th September > 4th November 2012
curated by Daniele De Luigi
promoted by white.fish.tank
with the support of the Ancona Provincial Administration
Artists:
Claudio Gobbi, Alessandro Imbriaco,
Edgar Martins, Indre Serpytyte
Opening
Saturday 8th September 2012 (19.00)
Atelier dell’Arco Amoroso, Ancona
(Piazza del Plebiscito)
Saturday 8th September 2012 (at 7 p.m.), in the spaces of the Atelier dell’Arco Amoroso (Piazza del Plebiscito – Ancona), is the opening night for the contemporary photography exhibition Square up, promoted by white.fish.tank with the support of the Ancona Provincial Administration and the collaboration of Fondo Mole Vanvitelliana, AMAT, the Ancona Provincial and Municipal Administrations – Culture Service, and the galleries Studio Guenzani (Milan) and Camera 16 (Milan).
Square up involves four internationally emerging artists (two Italian and two European) in a dialogue by images which turns on the idea of architecture as a form of cultural, social and economic history. Through different ways of understanding and practising photography the artists tackle issues that are central to contemporary man: the sense of dwelling and of building, the value of the historical and cultural memory of places, the dialectic between community and individualism, the relationship between political cultures and architectonic and urban models. These themes are interwoven in the brief but intense exhibition itinerary, generating unprecedented perspectives and raising questions of pressing topicality about our future.
Alessandro Imbriaco brings to light the makeshift dwellings set up in Rome by homeless immigrants. A place to stay is part of a wider project called Temporary Autonomous Zone in which the photographer investigates the alternative models of living quarters in the capital. These encampments alter our perception of the landscape by creating a striking contrast, with scenarios that are sometimes ordinary, other times idyllic or of great beauty. Thanks to the compositional mastery with which Imbriaco gives a scenic flavour to the images, however, the contradictions are attenuated and the photographs invite us to reflect on the transformations of urban space and on the very idea of home in the human condition.
Edgar Martins’ photographs (This is not a house) were created in the United States and show buildings left unfinished and uninhabited due to the subprime mortgage crisis which exploded in 2007. Martins moves skilfully between the eerie reality presented to the eye and subtle actions of mise-en-scene, giving rise to highly theatrical images that supply a powerful representation of the crisis and the spectral sense of emptiness it has left behind. Playing on the borderline of fiction, the artist underscores the cynical paradoxes of a socio-economic system whose uncertain nature has transformed commonplace securities into mere illusions.
As one depicts the form of dwelling without a house, and the other the form of the house without dwellers, Imbriaco and Martins show us two complementary aberrations of global social inequalities and economic instability.
Indre Serpytyte evokes a dark period in the past of her native country, Lithuania, which also dramatically marked her own family history. A work of great intensity, (1944-1991) Former NKVD – MVD – MGB – KGB Buildings grew out of the artist’s in-depth research into houses that the Soviet secret services had transformed, during the occupation, into places of detention and torture for their opponents. The impossibility of bringing forth visible traces of these events and the need to produce their memory materially led to the construction of wooden models of the houses that the artist photographed, recovering a sense of coldness and detachment but also the desire to bridge it.
The memory of a people and its survival of a collective drama is also a central element in Claudio Gobbi’s Armenie ville. The photographs, which portray Armenian churches built between the early Middle Ages and the present, were in part collected and in part shot by the artist during numerous trips between the Caucasus and western Europe. The grouping of images highlights the rigorous formal continuity that has characterised Armenian religious architecture for 1500 years, becoming an instrument for perpetuating a national identity. At the same time, in a subtle parallelism, they pose the question of the authorship and originality of the photographic image.
In questioning themselves about memory as a collective identitary process, both Serpytyte and Gobbi take possession of the work of others and graft on their own, underlining the importance of continuity and sharing for a deep understanding of this phenomenon.
All the artists tackle situations present or past in which human beings – individuals, groups or peoples – have had to face serious difficulties that architectonic form has become the symbol of. The topics raised by pictures find echo in the debate on the values with which contemporary man aims to distinguish his own living in the world: although lacking in human figures, their ideal presence is very strong in all the images.
What these photographers have in common, in the diversity of choices and themes, is the will to explore nature and the role of photography itself in the current artistic context, seeking new avenues to feed the cultural debate on the contemporary world and to interpret reality in its complexity, beyond commonplaces and the visible.
With Square up the Association White Fish Tank resumes the exhibition season after a residence programme in the spaces of Porta Pia, once more confirming its commitment to promoting young art as a vehicle for setting up dialogue with the territory and favouring openness to the languages of the contemporary. Devised by Ljudmilla Socci and directed with Elisa Piersimoni, white.fish.tank was established in Ancona in July 2010 as a no-profit association actively engaged in the curatorship and spreading of artistic initiatives oriented towards research. A cosmopolitan programme – formulated with art historian, critic and curator Andrea Bruciati under the aegis of comparison, experimentation and stimulus – which flanks the proposals of international artists by offering something more specifically linked to the territory.
ARTIST BIOGRAPHIES
CLAUDIO GOBBI
Born 1971 in Ancona, he studied photography at the Riccardo Bauer Vocational Training Centre in Milan and currently lives and works in Berlin.
In 2003 he won the Prix Mosaïque, awarded by the Centre Nationale de L’Audiovisuel, Luxembourg, and in 2007 was Artist in residence at the Cité Internationale des Arts in Paris. In 2010 he was commissioned to photograph the MAXXI in the context of the Cantiere d’autore project. His work has been shown internationally: Italian Cultural Institute (London, Paris, Tokyo), International Photo Festival (Kaunas), European Month of Photography (Bratislava), Biennale of contemporary art (Thessaloniki), WE Project (Brussels), 4th Fotofestival (Mannheim-Ludwigshafen-Heidelberg). His latest work Armenie Ville was recently exhibited in a solo show at Studio Guenzani of Milan and at collective exhibitions in Yerevan, Toulouse, Heidelberg and Florence (Celeste Beyondmemory prize).
ALESSANDRO IMBRIACO
Born 1980 in Salerno. Trained as an engineer, he has been working as a photographer since 2008. He lives in Rome.
He won the Canon prize in 2008, was placed second (Contemporary Issues Stories Section) at the World Press Photo 2010, won the Pesaresi Prize in 2011 and, in 2012, the Ponchielli Prize and the European Publishers Award for photography. His works have been selected for Talent of FOAM magazine, the PHE Ojo of Pez, the Lumix Award and the Premio Atlante Italiano. Since 2008 he has been part of Reflexions Masterclass and in 2011 was selected for the Joop Swart Masterclass of World Press Photo. In 2012 he was selected for the Istanbul Design Biennial. His work has appeared in many solo and collective shows including Rencontres Internationales de la Photographie, Arles, 2012; The Bertha and Karl Leubsdorf Gallery, New York, 2012; Foam Museum, Amsterdam, 2011; Macro, Rome, 2011; Spazio Forma, Milan, 2011; Fetart, Paris, 2011; Harlem Studio Fellowship, New York, 2010 and the Festival for young photojournalism, Hanover.
EDGAR MARTINS
Born 1977 in Evora, Portugal, he grew up in Macao, China. In 2002 he received an MA in Photography and Fine Arts from the Royal College of Art. He lives and works in London.
His photographs are in various high profile collections and he has numerous publications to his credit. His work has been shown at leading venues such as PS1 MoMA (New York), Centro Cultural de Belém (Lisbon), Centro Cultural Hélio Oiticica (Rio de Janeiro), The New Art Gallery Walsall (Walsall, UK), The Wapping Project (London), The Gallery of Photography (Dublin) and the Centre Culturel Calouste Gulbenkian (Paris) which in 2010 hosted his first retrospective. In 2011 he had his first solo show in Italy at Camera 16, Milan. He won the first New York Photography Award (Fine Art category) in 2008, the BES Photo Prize and the SONY World Photography Award (Landscape category) in 2009 and first prize at the International Photography Awards (Fine Art – Abstract category) in 2010. He represented Macao at the 54th Venice Biennale.
INDRE SERPYTYTE
Born 1983 in Palanga, Lithuania, in 2009 she received an MA in Photography from the Royal College of Art. She lives and works in London.
Her numerous international prizes and acknowledgements include the 2010 Magenta Foundation, Flash Forward – Bright Spark Award, 2009 National Media Museum’s Photography Bursary, 2009 Metro Imaging Award and the 2006 Jerwood Photography Award. She has exhibited at prestigious venues such as the Victoria and Albert Museum, The Photographers Gallery, The House of Nobleman (London), Yossi Milo Gallery (New York) and the Imago Mundi Foundation (Krakow). In 2010 she had a solo show at the gallery Camera 16 of Milan.
SERIES OF WORKS ON SHOW
Claudio Gobbi, Armenie ville, 2007-2012 (in progress), courtesy Studio Guenzani (Milan) and the Artist; Alessandro Imbriaco, A place to stay, 2010, courtesy Forma Galleria (Milan) and the Artist; Edgar Martins, This is not a house, 2009, courtesy Camera 16 (Milan); Indre Serpytyte, (1944-1991 Former NKVD-MVD-MGB-KGB Buildings, 2009, courtesy Camera 16 (Milan).
08
settembre 2012
Square up
Dall'otto settembre al 04 novembre 2012
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
ATELIER DELL’ARCO AMOROSO
Ancona, Piazza Plebiscito, (Ancona)
Ancona, Piazza Plebiscito, (Ancona)
Orario di apertura
giovedì e venerdì dalle 18 alle 20 sabato e domenica dalle 16 alle 20 o su appuntamento
Vernissage
8 Settembre 2012, h 19
Autore
Curatore