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Squp – Waterproof humanity
Il percorso espositivo di questa mostra prosegue l’indagine sulle tematiche connesse al corpo quale rappresentazione della coscienza
Comunicato stampa
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Il 17 maggio inaugura, presso il Cenacolo Felice Casorati in Campidoglio, la personale di Squp. Il percorso espositivo di questa mostra prosegue l'indagine sulle tematiche connesse al corpo quale rappresentazione della coscienza. È un'analisi esplorativa curata da Delia Gianti, che grazie ai diversi approcci interpretativi sconfina in elaborazioni artistiche diversificate.
Le opere di Squp esprimono il dualismo tra vita e morte, tra l'incompiutezza dell'infinito e il limite come determinazione del finito, con un passaggio continuo tra dimensioni diverse ed antitetiche.L'artista lavora sul corpo come involucro, utilizza maschere ed esoscheletri formati da conglomerati di conchiglie. E infatti il mare svolge un ruolo centrale nell'ispirazione dell'artista, molte delle sue opere sono costituite da conchiglie che lei stessa raccoglie direttamente dalle spiagge e seleziona per la loro forma più naturale e concreta. Il risultato artistico di questa ricerca è rappresentato da involucri dove entrano in contatto e si mescolano mondi terreni e marini, metafora di corpi in trasformazione.
Le opere contemplate in questa mostra danno vita a immagini dove le superfici corporee assumono connotati fantastici. Il corpo diviene così il luogo ideale dove si realizza e configura il cambiamento dell'individuo. La traiettoria concentrica espressa dalla forma a spirale della conchiglia simboleggia il labirinto, tema inteso dall'artista come spazio entro il quale si muove il corpo, cercando una possibilità di orientamento.
Squp mette in scena un approccio poliedrico all'arte in grado di unire diverse modalità espressive. Nelle performance il contesto espositivo diviene luogo della rappresentazione in cui l'artista riveste un ruolo registico, frutto anche delle sue passioni cinematografiche.
Gli strumenti digitali sono fondamentali nella sua ricerca e ciò che colpisce è il loro utilizzo, in un incontro armonico tra tecnologia e manualità.
Alcune opere in mostra sono veri e propri oggetti estirpati dalla loro connotazione più usuale per assumere una nuova identità simbolica; così come accade con le scarpe ricoperte di conchiglie, che diventano “oggetti ripensati” e destinati a mutevoli identità.
“Fluido, come il mare in cui si trasportano le nostre versazioni fisico-affettive. Fluido, come lo spazio immateriale in cui i flussi di elettroni entropici dislocano le informazioni mutogene della nostra nuova corporeità. Nella ricerca di una identità corporale, sia essa strettamente fisica, sia essa immateriale, l’essere umano del terzo millennio adatta se stesso alle nuove esigenze relazionali. E se un ambiente impazzito impone una estrema mutazione, la forma data che gli uomini assumono sempre più spesso, trascende l’obbligatorietà di rigide regole biologiche per rappresentare se stessi sotto forma di simulacri.
Squp agisce su queste due linee di confine, sulla parete che separa il reale dal più che reale, il biologico dall’elettronico laddove la confusione fra queste cose è, nei fatti, la nuova condizione dell’esistenza. Squp adatta il suo corpo alla condizione di estroflesso paesaggio, quasi come se le dualità che contrappongono il reale e la sua rappresentazione, la realtà ed il simulacro, l’autentico e l’artificiale, l’originale ed il falso non fossero del tutto esistenti. Il suo corpo diviene altro da sé, rappresentazione virtuale di una possibilità, mediazione fra la “scena” e lo “spettacolo” della vita biologica. Massimo Sgroi
Le opere di Squp esprimono il dualismo tra vita e morte, tra l'incompiutezza dell'infinito e il limite come determinazione del finito, con un passaggio continuo tra dimensioni diverse ed antitetiche.L'artista lavora sul corpo come involucro, utilizza maschere ed esoscheletri formati da conglomerati di conchiglie. E infatti il mare svolge un ruolo centrale nell'ispirazione dell'artista, molte delle sue opere sono costituite da conchiglie che lei stessa raccoglie direttamente dalle spiagge e seleziona per la loro forma più naturale e concreta. Il risultato artistico di questa ricerca è rappresentato da involucri dove entrano in contatto e si mescolano mondi terreni e marini, metafora di corpi in trasformazione.
Le opere contemplate in questa mostra danno vita a immagini dove le superfici corporee assumono connotati fantastici. Il corpo diviene così il luogo ideale dove si realizza e configura il cambiamento dell'individuo. La traiettoria concentrica espressa dalla forma a spirale della conchiglia simboleggia il labirinto, tema inteso dall'artista come spazio entro il quale si muove il corpo, cercando una possibilità di orientamento.
Squp mette in scena un approccio poliedrico all'arte in grado di unire diverse modalità espressive. Nelle performance il contesto espositivo diviene luogo della rappresentazione in cui l'artista riveste un ruolo registico, frutto anche delle sue passioni cinematografiche.
Gli strumenti digitali sono fondamentali nella sua ricerca e ciò che colpisce è il loro utilizzo, in un incontro armonico tra tecnologia e manualità.
Alcune opere in mostra sono veri e propri oggetti estirpati dalla loro connotazione più usuale per assumere una nuova identità simbolica; così come accade con le scarpe ricoperte di conchiglie, che diventano “oggetti ripensati” e destinati a mutevoli identità.
“Fluido, come il mare in cui si trasportano le nostre versazioni fisico-affettive. Fluido, come lo spazio immateriale in cui i flussi di elettroni entropici dislocano le informazioni mutogene della nostra nuova corporeità. Nella ricerca di una identità corporale, sia essa strettamente fisica, sia essa immateriale, l’essere umano del terzo millennio adatta se stesso alle nuove esigenze relazionali. E se un ambiente impazzito impone una estrema mutazione, la forma data che gli uomini assumono sempre più spesso, trascende l’obbligatorietà di rigide regole biologiche per rappresentare se stessi sotto forma di simulacri.
Squp agisce su queste due linee di confine, sulla parete che separa il reale dal più che reale, il biologico dall’elettronico laddove la confusione fra queste cose è, nei fatti, la nuova condizione dell’esistenza. Squp adatta il suo corpo alla condizione di estroflesso paesaggio, quasi come se le dualità che contrappongono il reale e la sua rappresentazione, la realtà ed il simulacro, l’autentico e l’artificiale, l’originale ed il falso non fossero del tutto esistenti. Il suo corpo diviene altro da sé, rappresentazione virtuale di una possibilità, mediazione fra la “scena” e lo “spettacolo” della vita biologica. Massimo Sgroi
17
maggio 2007
Squp – Waterproof humanity
Dal 17 maggio al 21 giugno 2007
arte contemporanea
Location
CENACOLO FELICE CASORATI
Torino, Via Balme, 20, (Torino)
Torino, Via Balme, 20, (Torino)
Vernissage
17 Maggio 2007, ore 18.30 - performance 17 maggio ore 20
Autore
Curatore