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Stanislao Di Giugno – Deserted corners, collapsing thoughts
terza mostra nei suoi spazi di Stanislao Di Giugno (Roma, 1969). Il progetto espositivo include opere realizzate nel 2016
Comunicato stampa
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La galleria Tiziana Di Caro è felice di inaugurare Deserted corners, collapsing thoughts terza mostra nei suoi spazi di Stanislao Di Giugno (Roma, 1969), sabato 12 marzo 2016 alle ore 19:00, in piazzetta Nilo, 7 a Napoli. Il progetto espositivo include opere realizzate nel 2016, e si distingue formalmente da quanto presentato alle mostre precedenti (al 2008 risale una doppia personale con Alessandro Piangiamore presso gli spazi salernitani della galleria, mentre a dicembre 2009 si inaugurò Landescape sua esclusiva seconda personale).
La tendenza ad alterare la logica di senso è l'elemento che da sempre caratterizza il lavoro di Di Giugno che negli anni ha avuto un percorso trasversale, passando per la pittura figurativa, il collage, l'installazione spesso di matrice sonora, la scultura, la pittura astratta.
Nella produzione dal 2014 ad oggi, nonostante l'autonomia totale del medium pittorico, Di Giugno sintetizza per intero il percorso effettuato dalle prime esperienze artistiche sino ad oggi, mantenendo una matrice formale sempre riconoscibile. L'artista è interessato ad esplorare le peculiarità fisiche dei materiali, prestando attenzione a caratteristiche quali il volume, la forma e la dimensione.
Ne derivano forme astratte e geometriche che informano il suo immaginario, per essere poi utilizzate in maniera ripetitiva. Esse sono estrapolate da forme più complesse che l'artista estrae da varie fonti, in primis dagli oggetti di design, da parti di automobili, frammenti di billboard o pubblicità di magazine, che egli raccoglie ossessivamente come relitti di un paesaggio urbano in cui trascorre la sua quotidianità. È da tutte queste suggestioni che nasce la seduzione per le forme e per i gradienti di colore. Nei collage, nei lavori su carta così come nei dipinti Stanislao Di Giugno cerca di eludere il confine tra bidimensionalità e tridimensionalità, giocando sulle infinite possibilità e relazioni che si creano dalla giustapposizione di piani e tonalità. I suoi lavori sono dipinti per velature dove i primi strati vengono sostituiti quasi completamente da quelli che seguono, in perpetui ripensamenti che annullano il lavoro svolto, come in un costante sentimento di insoddisfazione. Alle volte, però, alcune porzioni resistono e nella composizione finale appaiono come rotture, come strappi di pagine sovrapposte in un collage o come impressione retinica di immagini scorse velocemente. Un altro elemento rintracciabile nella pittura di Di Giugno è la tensione tra il rigore formale, cioè il tentativo di semplificare la composizione attraverso geometrie e colori, e la gestualità di matrice più espressionista in cui la pennellata risulta visibile e incontrollata.
Le opere presenti in mostra si compongono da linee spezzate che delimitano campiture cromatiche. Queste sono caratterizzate dall’uso di gradienti di colore che definiscono volumi e profondità.
Le forme astratte assumono un aspetto ermetico quando le tele sono sostituite dal gesso per conformarsi su piccole porzioni di piano che si stendono orizzontalmente. Questi piccoli lavori si collocano al confine tra la scultura e la pittura; in essi le forme si ergono dal basso verso l'alto, definendo aree di luce e di ombre.
Mentre nei lavori non pittorici degli anni passati la forma e i mezzi usati per esprimere un'idea erano vari e funzionali all'espressione della stessa, nei lavori pittorici e scultorei delle recenti produzioni l'aspetto fisico dei materiali è parte integrante dell'idea stessa, ovvero la forma corrisponde al contenuto.
Il contenuto della pittura è la pittura stessa. (Stanislao Di Giugno)
La tendenza ad alterare la logica di senso è l'elemento che da sempre caratterizza il lavoro di Di Giugno che negli anni ha avuto un percorso trasversale, passando per la pittura figurativa, il collage, l'installazione spesso di matrice sonora, la scultura, la pittura astratta.
Nella produzione dal 2014 ad oggi, nonostante l'autonomia totale del medium pittorico, Di Giugno sintetizza per intero il percorso effettuato dalle prime esperienze artistiche sino ad oggi, mantenendo una matrice formale sempre riconoscibile. L'artista è interessato ad esplorare le peculiarità fisiche dei materiali, prestando attenzione a caratteristiche quali il volume, la forma e la dimensione.
Ne derivano forme astratte e geometriche che informano il suo immaginario, per essere poi utilizzate in maniera ripetitiva. Esse sono estrapolate da forme più complesse che l'artista estrae da varie fonti, in primis dagli oggetti di design, da parti di automobili, frammenti di billboard o pubblicità di magazine, che egli raccoglie ossessivamente come relitti di un paesaggio urbano in cui trascorre la sua quotidianità. È da tutte queste suggestioni che nasce la seduzione per le forme e per i gradienti di colore. Nei collage, nei lavori su carta così come nei dipinti Stanislao Di Giugno cerca di eludere il confine tra bidimensionalità e tridimensionalità, giocando sulle infinite possibilità e relazioni che si creano dalla giustapposizione di piani e tonalità. I suoi lavori sono dipinti per velature dove i primi strati vengono sostituiti quasi completamente da quelli che seguono, in perpetui ripensamenti che annullano il lavoro svolto, come in un costante sentimento di insoddisfazione. Alle volte, però, alcune porzioni resistono e nella composizione finale appaiono come rotture, come strappi di pagine sovrapposte in un collage o come impressione retinica di immagini scorse velocemente. Un altro elemento rintracciabile nella pittura di Di Giugno è la tensione tra il rigore formale, cioè il tentativo di semplificare la composizione attraverso geometrie e colori, e la gestualità di matrice più espressionista in cui la pennellata risulta visibile e incontrollata.
Le opere presenti in mostra si compongono da linee spezzate che delimitano campiture cromatiche. Queste sono caratterizzate dall’uso di gradienti di colore che definiscono volumi e profondità.
Le forme astratte assumono un aspetto ermetico quando le tele sono sostituite dal gesso per conformarsi su piccole porzioni di piano che si stendono orizzontalmente. Questi piccoli lavori si collocano al confine tra la scultura e la pittura; in essi le forme si ergono dal basso verso l'alto, definendo aree di luce e di ombre.
Mentre nei lavori non pittorici degli anni passati la forma e i mezzi usati per esprimere un'idea erano vari e funzionali all'espressione della stessa, nei lavori pittorici e scultorei delle recenti produzioni l'aspetto fisico dei materiali è parte integrante dell'idea stessa, ovvero la forma corrisponde al contenuto.
Il contenuto della pittura è la pittura stessa. (Stanislao Di Giugno)
12
marzo 2016
Stanislao Di Giugno – Deserted corners, collapsing thoughts
Dal 12 marzo al 07 maggio 2016
arte contemporanea
Location
GALLERIA TIZIANA DI CARO
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15-20, e su appuntamento
Vernissage
12 Marzo 2016, h 19.00
Autore