Da un incontro non troppo casuale tra Rita Vitali Rosati e Stanislao Pacus è nata l’idea di organizzare una specie di corpo a corpo fotografico e pittorico, un segmento dell’attuale e composita situazione artistica italiana.
Considerato il variegato panorama dell’arte così come lo si conosce, i due artisti hanno privilegiato un titolo ironico, che suggerisce l’idea della latitanza dal glamour, dalle chiassose celebrazioni e dalla noia che spesso si avverte tra le pareti, nelle gallerie d’arte.
Questa mostra nasce dal desiderio di duettare per essere contenti del proprio lavoro come della reciproca amicizia, sperando di riuscirci.
L’arte non può parlare dell’arte, altrimenti si rischia il patologico.
Lo scenario dove si svolge la mostra è quello più appartato e affascinante rispetto alle sedi ufficializzate dell’arte, delle rotte sicure:una mostra da guardare per imbattersi tra i disegni e le scritture di Pacus e le foto auto-celebrative della Vitali Rosati.