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Stanze
una mostra collettiva che, per il secondo anno, propone il lavoro di 7 giovani artisti bresciani
Comunicato stampa
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Sabato 30 Ottobre 2010 dalle ore 18,30 verrà inaugurata l’esposizione “Stanze”.
STANZE è una mostra collettiva che, per il secondo anno, propone il lavoro di 7 giovani artisti bresciani. Gli artisti chiamati a mostrare il loro lavoro recente sono: Gabriele Falconi, Marcello Gobbi, Michela Papa, Alberto Petrò, Camilla Rossi, Marzia Santori e Veronica Sozzi.
Artisti e tecniche differenti ¬– fotografia, pittura, incisione, scultura e video arte – vivono i luoghi storici del polo espositivo di Villa Glisenti. Le stanze della Villa sono trasformate dagli artisti in uno spazio soggettivo, in un luogo fisico dove sperimentare linguaggi diversi, dove esprimere i racconti singoli e singolari che ogni opera porta con sé.
Ogni artista apre idealmente le porte della propria stanza, offrendo allo spettatore la possibilità di entrare all’interno di un universo poetico intimo e personale.
Gabriele Falconi propone una serie di visioni dai contorni indefiniti moltiplicata su schermi semitrasparenti posti in sequenza. Prendendo il titolo da un’opera prima letteraria e poi musicale, La mia vita nel bosco degli spiriti, l’autore persegue l’obiettivo di generare qualcosa che sia al di là del bidimensionale, al di là della percezione alla quale siamo abituati. Qui il vero esperimento è quello, peraltro già perseguito, di dare all'opera video un corpo, oltre il semplice schermo, che includa o sia incluso nello spazio ospitato.
Le sculture figurative di Marcello Gobbi sono caratterizzate da superfici morbide che invitano al tatto. Marcello Gobbi si appropria, nella forma, del circostante e del reale creando una naturale familiarità tra l’opera e chi la osserva, immediatamente tradita, però, dal materiale scelto e dal suo effetto. Eros (pulsione di vita) e Thanatos (pulsione di morte), tema delle ultime produzioni, come metafora del mondo reale rovesciato nel dualismo piacere/dolore in cui il vero è un momento del falso e lo spettacolo è spesso più reale della vita. La prevedibilità delle forme è dunque tradita dal paradosso del materiale. Tutto quasi a voler avanzare, nello stupore, nuove prospettive per vivere, intendere e osservare ciò che ci circonda e che forse “solo” crediamo di conoscere già.
Michela Papa racconta la natura selezionandone le forme e facendola diventare soggetto di studio meticoloso e attento. L’autrice sceglie di riferire allo spettatore l’armonia e l’eleganza delle forme che la natura offre, sovradimensionandone elementi e presentando la sua ricerca con una serie inedita di incisioni su rame.
Alberto Petrò con Wood-city presenta una riflessione sulla città che si fa spazio nella natura, sulla sua forma e sulle sue radici. Si tratta di un’installazione di 18 fotografie montate su parallelepipedi di legno. Lo spettatore è invitato a camminare attorno all’opera coinvolto nell’illusione di un bosco i cui alberi mozzati si dissolvono nello skyline di una metropoli. Alberto Petrò: fotografo professionista, utilizza “il mezzo espressivo” in forma “pura”, approfondendone le molteplici potenzialità linguistiche e analitiche del reale per giungere, spesso, a risultati di grande impatto visuale, in bilico tra astrazione e figura.
Camilla Rossi si presenta con un’installazione dal titolo Istanze. Il lavoro pensato per quest’occasione è composto da vari elementi montati a parete che vanno a costituire una sorta di mappa svuotata della sua funzione primaria: l’individuazione di un percorso. In tal modo la mappa si trova a rappresentare la possibilità stessa di indicare un luogo, tracciando topografie ipotetiche e prospettive impossibili attraverso il segno, ora intenso e deciso, ora elegante e impalpabile.
Questo ciclo, inseribile nelle più recenti riflessioni dell’artista sul ricordo, presenta una ritmica formale scandita da linee geometriche che sembrano cadenzare il tempo della memoria.
Leggerezza e drammaticità si mischiano nello stile iperrealistico della ricerca di Marzia Santori, impegnata, in un percorso che muove dall’immediata crudezza dello scatto fotografico, a caricare di senso immagini di figure scarne, obese, filiformi. Tavole di grandi dimensioni dove lo spazio vuoto - quasi abissale - degli sfondi trattati a stucco, acrilico e a cera bituminosa fa emergere figure che parlano. Il corpo. Il corpo femminile nella sua essenziale semplicità.
La donna in svariati aspetti. La donna e il mondo dentro di sé.
Taniche. Paniche. Titaniche. Oggetti d’uso comune in un’azienda agricola come semplici e lineari contenitori per il diserbante, nella pittura di Veronica Sozzi, si trasformano in marionette antropomorfe metafora della complessità – e talvolta del disordine – che caratterizza le relazioni umane. Abbandonata la pennellata a pixel delle opere precedenti, la pittrice apre con una serie di nature morte (ottime sostitute fra classico e pop della figura umana) a una nuova indagine che, acquosa, stratificata e volutamente meno educata nel tratto, scava però con maggior intensità verbale nelle dinamiche relazionali tipiche della polarizzazione continua che anima il singolo nella globalità.
STANZE è una mostra collettiva che, per il secondo anno, propone il lavoro di 7 giovani artisti bresciani. Gli artisti chiamati a mostrare il loro lavoro recente sono: Gabriele Falconi, Marcello Gobbi, Michela Papa, Alberto Petrò, Camilla Rossi, Marzia Santori e Veronica Sozzi.
Artisti e tecniche differenti ¬– fotografia, pittura, incisione, scultura e video arte – vivono i luoghi storici del polo espositivo di Villa Glisenti. Le stanze della Villa sono trasformate dagli artisti in uno spazio soggettivo, in un luogo fisico dove sperimentare linguaggi diversi, dove esprimere i racconti singoli e singolari che ogni opera porta con sé.
Ogni artista apre idealmente le porte della propria stanza, offrendo allo spettatore la possibilità di entrare all’interno di un universo poetico intimo e personale.
Gabriele Falconi propone una serie di visioni dai contorni indefiniti moltiplicata su schermi semitrasparenti posti in sequenza. Prendendo il titolo da un’opera prima letteraria e poi musicale, La mia vita nel bosco degli spiriti, l’autore persegue l’obiettivo di generare qualcosa che sia al di là del bidimensionale, al di là della percezione alla quale siamo abituati. Qui il vero esperimento è quello, peraltro già perseguito, di dare all'opera video un corpo, oltre il semplice schermo, che includa o sia incluso nello spazio ospitato.
Le sculture figurative di Marcello Gobbi sono caratterizzate da superfici morbide che invitano al tatto. Marcello Gobbi si appropria, nella forma, del circostante e del reale creando una naturale familiarità tra l’opera e chi la osserva, immediatamente tradita, però, dal materiale scelto e dal suo effetto. Eros (pulsione di vita) e Thanatos (pulsione di morte), tema delle ultime produzioni, come metafora del mondo reale rovesciato nel dualismo piacere/dolore in cui il vero è un momento del falso e lo spettacolo è spesso più reale della vita. La prevedibilità delle forme è dunque tradita dal paradosso del materiale. Tutto quasi a voler avanzare, nello stupore, nuove prospettive per vivere, intendere e osservare ciò che ci circonda e che forse “solo” crediamo di conoscere già.
Michela Papa racconta la natura selezionandone le forme e facendola diventare soggetto di studio meticoloso e attento. L’autrice sceglie di riferire allo spettatore l’armonia e l’eleganza delle forme che la natura offre, sovradimensionandone elementi e presentando la sua ricerca con una serie inedita di incisioni su rame.
Alberto Petrò con Wood-city presenta una riflessione sulla città che si fa spazio nella natura, sulla sua forma e sulle sue radici. Si tratta di un’installazione di 18 fotografie montate su parallelepipedi di legno. Lo spettatore è invitato a camminare attorno all’opera coinvolto nell’illusione di un bosco i cui alberi mozzati si dissolvono nello skyline di una metropoli. Alberto Petrò: fotografo professionista, utilizza “il mezzo espressivo” in forma “pura”, approfondendone le molteplici potenzialità linguistiche e analitiche del reale per giungere, spesso, a risultati di grande impatto visuale, in bilico tra astrazione e figura.
Camilla Rossi si presenta con un’installazione dal titolo Istanze. Il lavoro pensato per quest’occasione è composto da vari elementi montati a parete che vanno a costituire una sorta di mappa svuotata della sua funzione primaria: l’individuazione di un percorso. In tal modo la mappa si trova a rappresentare la possibilità stessa di indicare un luogo, tracciando topografie ipotetiche e prospettive impossibili attraverso il segno, ora intenso e deciso, ora elegante e impalpabile.
Questo ciclo, inseribile nelle più recenti riflessioni dell’artista sul ricordo, presenta una ritmica formale scandita da linee geometriche che sembrano cadenzare il tempo della memoria.
Leggerezza e drammaticità si mischiano nello stile iperrealistico della ricerca di Marzia Santori, impegnata, in un percorso che muove dall’immediata crudezza dello scatto fotografico, a caricare di senso immagini di figure scarne, obese, filiformi. Tavole di grandi dimensioni dove lo spazio vuoto - quasi abissale - degli sfondi trattati a stucco, acrilico e a cera bituminosa fa emergere figure che parlano. Il corpo. Il corpo femminile nella sua essenziale semplicità.
La donna in svariati aspetti. La donna e il mondo dentro di sé.
Taniche. Paniche. Titaniche. Oggetti d’uso comune in un’azienda agricola come semplici e lineari contenitori per il diserbante, nella pittura di Veronica Sozzi, si trasformano in marionette antropomorfe metafora della complessità – e talvolta del disordine – che caratterizza le relazioni umane. Abbandonata la pennellata a pixel delle opere precedenti, la pittrice apre con una serie di nature morte (ottime sostitute fra classico e pop della figura umana) a una nuova indagine che, acquosa, stratificata e volutamente meno educata nel tratto, scava però con maggior intensità verbale nelle dinamiche relazionali tipiche della polarizzazione continua che anima il singolo nella globalità.
30
ottobre 2010
Stanze
Dal 30 ottobre al 14 novembre 2010
arte contemporanea
Location
VILLA GLISENTI
Villa Carcina, Via Italia, 62, (Brescia)
Villa Carcina, Via Italia, 62, (Brescia)
Orario di apertura
Venerdì 18-21; Sabato 15-20; Domenica 10-12 e 15-20
Vernissage
30 Ottobre 2010, ore 18.30
Autore