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Stefania Bonatelli – Lieve secchezza oculare
“Lieve secchezza oculare “ è un progetto realizzato con apparecchi fotografici di medio formato che utilizzano pellicola 120. Sono fotografie a-progettuali, sottolineano anzi la casualità dello sguardo e di conseguenza dello scatto.
Comunicato stampa
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La galleria Biffi Arte inaugura sabato 9 aprile alle ore 17.30 la mostra personale di Stefania Bonatelli “LIEVE SECCHEZZA OCULARE”.
“Lieve secchezza oculare “ è un progetto realizzato con apparecchi fotografici di medio formato che utilizzano pellicola 120. Sono fotografie a-progettuali, sottolineano anzi la casualità dello sguardo e di conseguenza dello scatto.
In concomitanza con la presa di possesso di una di queste macchine, la fotografa è stata colpita da un'infiammazione oculare che le ha per qualche settimana compromesso la vista e alterato la visione. Da quel momento lo 'scenario' offuscato le ha suggerito la sperimentazione: i contenuti sono risultati secondari agli esiti che potevano scaturirne, cioè fotografie sfocate, mosse, sdoppiate. E così a seguire nei mesi, anche a patologia risolta, ha continuato a scattare come se il disturbo fosse ancora in corso.
Contrariamente al suo usuale modo di procedere, in cui segue un percorso preordinato fin nei dettagli lasciando piccoli spazi al casuale, qui gli accostamenti derivano da una estemporaneità che riflette in ordine non cronologico, eventi ed emozioni degli ultimi tre anni della sua vita.
E' una sorta di diario dell'anima, quasi indipendente dai luoghi in cui le fotografie sono state scattate (Croazia, Inghilterra, Colombia, Italia, Svizzera), è sfida e banco di prova sia del potenziale tecnico sia di quello fisico, nei loro limiti e nelle loro sconfinate possibilità
STEFANIA BONATELLI nasce nel 1971, periodo in Italia di ripensamenti e rivoluzioni culturali e ideologici. C’è poco di usuale nella sua vita. Uscita, all’età di quindici mesi, miracolosamente indenne da un incidente d’auto mortale, viene adottata da una famiglia italo-colombiana con la quale trascorre, a Cali (Colombia), tutta l’infanzia e la pre-adolescenza. Da questa terra forte, violenta, contraddittoria, Stefania Bonatelli deriva l’intensità delle sensazioni e il vigore dei sentimenti, che resteranno una sua caratteristica indelebile come persona e come artista. Della Colombia le resteranno nell’anima i colori, gli odori, le musiche, le danze, i sapori dei cibi ma anche – se pure percepite da lontano – le immagini della miseria, della criminalità, della disperazione. Situazioni familiari non prevedibili la riportano tra le brume padane a sperimentare stili di vita i più disparati dai quali trarrà la sua straordinaria flessibilità e la molteplicità del suo pensiero creativo.
Esercita attività artistiche come il teatro e la danza mentre già si avvia verso quella che diverrà la sua professione primaria, dopo la laurea al DAMS, conseguita presso l’Università di Torino. Stefania Bonatelli ha conosciuto il benessere e il malessere, l’esaltazione e lo sconforto, ha viaggiato il mondo al di qua e al di là dell’oceano con la sua macchina a tracolla e il suo cuore ‘in mano’ pronto a dare e a ricevere e con la sua mente inquieta spontaneamente volta a trasfigurare nell’arte pensieri parole volti gesti oggetti.
Nella sua persona, come nella sua arte c’è poco spazio per il neutro: il bello è struggente, il brutto agghiacciante, la luminosità e il buio accecano, l’una per eccesso l’altro per difetto di luce. Tutta la sua produzione è autobiografica, non nel senso che abbia come unico referente se stessa, ma nel senso che qualunque sia il contenuto del tema sul quale si sofferma il suo obiettivo, già l’artista vi ha trasfuso la sua viscerale partecipazione umana. Non a caso ha riconosciuto il suo mantra nel verso della poetessa cinquecentesca Gaspara Stampa “vivere ardendo e non sentire il male”. (testo di Andreina Martini)
“Lieve secchezza oculare “ è un progetto realizzato con apparecchi fotografici di medio formato che utilizzano pellicola 120. Sono fotografie a-progettuali, sottolineano anzi la casualità dello sguardo e di conseguenza dello scatto.
In concomitanza con la presa di possesso di una di queste macchine, la fotografa è stata colpita da un'infiammazione oculare che le ha per qualche settimana compromesso la vista e alterato la visione. Da quel momento lo 'scenario' offuscato le ha suggerito la sperimentazione: i contenuti sono risultati secondari agli esiti che potevano scaturirne, cioè fotografie sfocate, mosse, sdoppiate. E così a seguire nei mesi, anche a patologia risolta, ha continuato a scattare come se il disturbo fosse ancora in corso.
Contrariamente al suo usuale modo di procedere, in cui segue un percorso preordinato fin nei dettagli lasciando piccoli spazi al casuale, qui gli accostamenti derivano da una estemporaneità che riflette in ordine non cronologico, eventi ed emozioni degli ultimi tre anni della sua vita.
E' una sorta di diario dell'anima, quasi indipendente dai luoghi in cui le fotografie sono state scattate (Croazia, Inghilterra, Colombia, Italia, Svizzera), è sfida e banco di prova sia del potenziale tecnico sia di quello fisico, nei loro limiti e nelle loro sconfinate possibilità
STEFANIA BONATELLI nasce nel 1971, periodo in Italia di ripensamenti e rivoluzioni culturali e ideologici. C’è poco di usuale nella sua vita. Uscita, all’età di quindici mesi, miracolosamente indenne da un incidente d’auto mortale, viene adottata da una famiglia italo-colombiana con la quale trascorre, a Cali (Colombia), tutta l’infanzia e la pre-adolescenza. Da questa terra forte, violenta, contraddittoria, Stefania Bonatelli deriva l’intensità delle sensazioni e il vigore dei sentimenti, che resteranno una sua caratteristica indelebile come persona e come artista. Della Colombia le resteranno nell’anima i colori, gli odori, le musiche, le danze, i sapori dei cibi ma anche – se pure percepite da lontano – le immagini della miseria, della criminalità, della disperazione. Situazioni familiari non prevedibili la riportano tra le brume padane a sperimentare stili di vita i più disparati dai quali trarrà la sua straordinaria flessibilità e la molteplicità del suo pensiero creativo.
Esercita attività artistiche come il teatro e la danza mentre già si avvia verso quella che diverrà la sua professione primaria, dopo la laurea al DAMS, conseguita presso l’Università di Torino. Stefania Bonatelli ha conosciuto il benessere e il malessere, l’esaltazione e lo sconforto, ha viaggiato il mondo al di qua e al di là dell’oceano con la sua macchina a tracolla e il suo cuore ‘in mano’ pronto a dare e a ricevere e con la sua mente inquieta spontaneamente volta a trasfigurare nell’arte pensieri parole volti gesti oggetti.
Nella sua persona, come nella sua arte c’è poco spazio per il neutro: il bello è struggente, il brutto agghiacciante, la luminosità e il buio accecano, l’una per eccesso l’altro per difetto di luce. Tutta la sua produzione è autobiografica, non nel senso che abbia come unico referente se stessa, ma nel senso che qualunque sia il contenuto del tema sul quale si sofferma il suo obiettivo, già l’artista vi ha trasfuso la sua viscerale partecipazione umana. Non a caso ha riconosciuto il suo mantra nel verso della poetessa cinquecentesca Gaspara Stampa “vivere ardendo e non sentire il male”. (testo di Andreina Martini)
09
aprile 2011
Stefania Bonatelli – Lieve secchezza oculare
Dal 09 aprile al 04 maggio 2011
fotografia
Location
BIFFI ARTE – FOTOGRAFIA E VIDEO
Piacenza, Via Chiapponi, 39, (Piacenza)
Piacenza, Via Chiapponi, 39, (Piacenza)
Orario di apertura
martedì, mercoledì e venerdì ore 16-19.30; sabato ore 10.30-12.30 e 16-19.30
Vernissage
9 Aprile 2011, ore 17.30
Autore
Curatore