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Stefania Migliorati – Climax Change
La Fusion Art Gallery – Inaudita presenta la mostra Climax Change di Stefania Migliorati recentemente, tra le altre cose, vincitrice Bridge Art Residenza d’Artista 2018. L’evento è parte del Festival NEsxT–Independent Art Festival, del circuito COLLA e parteciperà alla Notte delle Arti Contemporanee
Comunicato stampa
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La Fusion Art Gallery - Inaudita presenta la mostra Climax Change di Stefania Migliorati recentemente, tra le altre cose, vincitrice Bridge Art Residenza d’Artista 2018.
“Ogni volta che l’uomo è entrato in contatto con un ecosistema, la fauna selvatica, soprattutto gli animali più grandi, è stata ridotta, impoverita se non distrutta. Quello che noi riteniamo oggi, perché ci siamo nati, in molti casi un paesaggio naturale è in realtà più una sorta di desertificazione rispetto a quello che esisteva prima. Questo dimenticare viene chiamato “Shifting Baseline Syndrome”. La mostra prende in esame questi temi considerando le relazioni tra l’uomo, gli animali e l’ambiente.”
L’evento è parte del Festival NEsxT – Independent Art Festival, del circuito COLLA e parteciperà alla Notte delle Arti Contemporanee promossa da ContemporaryArt Torino e Piemonte.
Ineluttabile entropico. Perfekt.
di Barbara Fragogna
“A quel tempo gli esseri umani erano dotati di cervelli molto più grossi di quelli attuali, e di conseguenza potevano lasciarsi sedurre dai misteri.“ – Kurt Vonnegut (Galapagos)
Tra tutti gli artisti che seguo da anni, Stefania Migliorati è la mia croce e delizia. Apparentemente così dissimile scovo continuamente in lei un perfetto opposto relativo. Stento a capirla e ne sono irrimediabilmente attratta, poi invece so senza sapere, sorprendo poiché non brancolo, è la più squisita e misteriosa realizzazione. Capire senza sapere. Sapere di capire. Forse è l’arte. Le parole sono limiti. Il suo lavoro (ciò che poi espone, insomma, il prodotto che arriva dopo le sue millemille concettualizzazioni, studi, ricerche) è la sintesi di un’iperbole intellettuale ed emotiva drastica. Tre volte il giro del mondo da dentro? Lei, nel silenzio della sua schiva e nascostissima presenza, è capace di proporre una rivoluzione? Si. Dichiara in un’intervista: “Chi si sente in diritto di usare lo spazio pubblico? … Cerco di capirlo affrontando il problema dall’altro lato. Non con immagini scioccanti ma attraverso una positività, un’alternativa.”, un’alternativa! Una proposta! Finalmente. Grazie. Nei video del progetto In Plain Sight, scova/si trova accidentalmente in situazioni in cui la struttura del sistema viene destabilizzata a causa della familiarità del soggetto in azione con l’ambiente e lo spazio di cui è un habitué. Stefania mappa i rivoluzionari inconsapevoli (li stana). Gli eroi della resistenza a un’opprimente evoluzione sociale e politica che quotidianamente ci affligge, stronca e stanca.
Tu, pubblico vivrai interminabili momenti di dilatazione. Ogni minuto ripetuto e ripetuto è ripetuto nell’azione. Non come un mantra ma come una malia, un incantesimo subdolo, la perversione che apre il sigillo della comprensione. Ripeti un gesto, torna su te stesso, di più, fino a capire che è ovvio, quest’azione è legittima, possibile, è ok. Che trasformazione! Che forza nella semplicità di un atto ripetuto che da scomodo (o magnifico) diviene “normale”, banale, scontato. Potenza geniale. Costringendo a focalizzare. In silenzio. Niente di più. Certo bisogna star fermi, azionare il dispositivo dell’accoglienza. La tolleranza. Certo, sarai un po’ a disagio ma subito dopo sarai puntellata/o di domande (un regalo di lusso solo per te).
La mostra è un vortice intorno al concetto di “Shifting Baseline Syndrome; ossia, le persone di ogni generazione percepiscono e accettano come “naturale” lo stato degli ecosistemi che hanno in contrato nella loro infanzia” (p 72 Selvaggi). Allora, di fronte ai nostri occhi, coniglioidi in ceramica colonizzano lo spazio, se ne appropriano e ne vorremo adottare almeno uno (trovalo!), materiali e forme bellissime e strane che ci costringono, per forza, a pensare, a ragionare. Niente è ovvio, spazientita/o ti chiederai “Ma perché?”, farai domande, diventerai attore, protagonista, ti sentirai coinvolto. Come me. Lo stupore è la forma eccelsa dell’intuito. I disegni e le fotografie da documento diverranno catalogo, da catalogo lista, da lista a intuizione, da intuizione a coscienza.
Il ruolo di quest’artista, consapevole delle sue dimensioni limitate (non può essere ovunque) è quello di dire comunque che bisogna riflettere. Lo spazio e la legge, la libertà di movimento ed espressione, il pericolo imminente del lasciar fare, lasciar stare, prendersi la vita, rivendicarla. La forza di questo discorso è potenzialmente destabilizzante. Chi parla urlando e chi, semplicemente, dice la verità. Dimostrandola, esplicitandola, è già “Vita Activa”.
La riflessione sull’inversione di rotta tra la relazione dell’uomo e il suo ambiente, la tragicità antropocenica di un’ennesima estinzione di massa attualmente in corso ( e l’autoannientamento?), la capacità di adattamento di alcune specie e la selezione in/naturale di altre, il desiderio del selvaggio, Walden, di fuggire nei boschi e ritornare barbuti ed esperti di vita tettonica, la consapevolezza dei vincoli che c’impongono rinunce e impedimenti, tutto questo ci porterà su Marte, il paradiso perduto, o ci costringerà a scegliere la vita, il quotidiano come dio concreto e presente?
__
Stefania Migliorati (Bergamo, 1977) vive e lavora fra Bergamo e Berlino. Le sue opere e i suoi progetti sono indagini su temi legati allo spazio e al luogo in molte delle loro declinazioni, con un particolare interesse verso lo spazio pubblico. L’artista, vincitrice Bridge Art Residenza d’Artista 2018, menzionata al Talent Prize 2013 e al Premio Profilo Arte 2008, ha esposto presso numerose gallerie ed istituzioni tra cui Manifesta12/Collaterals (Palermo,2018), Galerie Wedding - Raum für zeitgenössische Kunst (Berlino, 2017), Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia, 2017), La Fabbrica del Vapore (Milano, 2015), Beton7 (Atene, 2015), Palazzo Busacca (Scicli, 2014), Zajia lab (Pechino, 2012), Galerie Weisser Elefant (Berlin, 2010), CCCB, Centre de Cultura Contemporánia de Barcelona (Barcelona, 2009), Galleria A+A (Venezia, 2009), Museo della Permanente (Milano, 2008), Magazine (Belgrado, 2007). www.stefaniamigliorati.com
“Ogni volta che l’uomo è entrato in contatto con un ecosistema, la fauna selvatica, soprattutto gli animali più grandi, è stata ridotta, impoverita se non distrutta. Quello che noi riteniamo oggi, perché ci siamo nati, in molti casi un paesaggio naturale è in realtà più una sorta di desertificazione rispetto a quello che esisteva prima. Questo dimenticare viene chiamato “Shifting Baseline Syndrome”. La mostra prende in esame questi temi considerando le relazioni tra l’uomo, gli animali e l’ambiente.”
L’evento è parte del Festival NEsxT – Independent Art Festival, del circuito COLLA e parteciperà alla Notte delle Arti Contemporanee promossa da ContemporaryArt Torino e Piemonte.
Ineluttabile entropico. Perfekt.
di Barbara Fragogna
“A quel tempo gli esseri umani erano dotati di cervelli molto più grossi di quelli attuali, e di conseguenza potevano lasciarsi sedurre dai misteri.“ – Kurt Vonnegut (Galapagos)
Tra tutti gli artisti che seguo da anni, Stefania Migliorati è la mia croce e delizia. Apparentemente così dissimile scovo continuamente in lei un perfetto opposto relativo. Stento a capirla e ne sono irrimediabilmente attratta, poi invece so senza sapere, sorprendo poiché non brancolo, è la più squisita e misteriosa realizzazione. Capire senza sapere. Sapere di capire. Forse è l’arte. Le parole sono limiti. Il suo lavoro (ciò che poi espone, insomma, il prodotto che arriva dopo le sue millemille concettualizzazioni, studi, ricerche) è la sintesi di un’iperbole intellettuale ed emotiva drastica. Tre volte il giro del mondo da dentro? Lei, nel silenzio della sua schiva e nascostissima presenza, è capace di proporre una rivoluzione? Si. Dichiara in un’intervista: “Chi si sente in diritto di usare lo spazio pubblico? … Cerco di capirlo affrontando il problema dall’altro lato. Non con immagini scioccanti ma attraverso una positività, un’alternativa.”, un’alternativa! Una proposta! Finalmente. Grazie. Nei video del progetto In Plain Sight, scova/si trova accidentalmente in situazioni in cui la struttura del sistema viene destabilizzata a causa della familiarità del soggetto in azione con l’ambiente e lo spazio di cui è un habitué. Stefania mappa i rivoluzionari inconsapevoli (li stana). Gli eroi della resistenza a un’opprimente evoluzione sociale e politica che quotidianamente ci affligge, stronca e stanca.
Tu, pubblico vivrai interminabili momenti di dilatazione. Ogni minuto ripetuto e ripetuto è ripetuto nell’azione. Non come un mantra ma come una malia, un incantesimo subdolo, la perversione che apre il sigillo della comprensione. Ripeti un gesto, torna su te stesso, di più, fino a capire che è ovvio, quest’azione è legittima, possibile, è ok. Che trasformazione! Che forza nella semplicità di un atto ripetuto che da scomodo (o magnifico) diviene “normale”, banale, scontato. Potenza geniale. Costringendo a focalizzare. In silenzio. Niente di più. Certo bisogna star fermi, azionare il dispositivo dell’accoglienza. La tolleranza. Certo, sarai un po’ a disagio ma subito dopo sarai puntellata/o di domande (un regalo di lusso solo per te).
La mostra è un vortice intorno al concetto di “Shifting Baseline Syndrome; ossia, le persone di ogni generazione percepiscono e accettano come “naturale” lo stato degli ecosistemi che hanno in contrato nella loro infanzia” (p 72 Selvaggi). Allora, di fronte ai nostri occhi, coniglioidi in ceramica colonizzano lo spazio, se ne appropriano e ne vorremo adottare almeno uno (trovalo!), materiali e forme bellissime e strane che ci costringono, per forza, a pensare, a ragionare. Niente è ovvio, spazientita/o ti chiederai “Ma perché?”, farai domande, diventerai attore, protagonista, ti sentirai coinvolto. Come me. Lo stupore è la forma eccelsa dell’intuito. I disegni e le fotografie da documento diverranno catalogo, da catalogo lista, da lista a intuizione, da intuizione a coscienza.
Il ruolo di quest’artista, consapevole delle sue dimensioni limitate (non può essere ovunque) è quello di dire comunque che bisogna riflettere. Lo spazio e la legge, la libertà di movimento ed espressione, il pericolo imminente del lasciar fare, lasciar stare, prendersi la vita, rivendicarla. La forza di questo discorso è potenzialmente destabilizzante. Chi parla urlando e chi, semplicemente, dice la verità. Dimostrandola, esplicitandola, è già “Vita Activa”.
La riflessione sull’inversione di rotta tra la relazione dell’uomo e il suo ambiente, la tragicità antropocenica di un’ennesima estinzione di massa attualmente in corso ( e l’autoannientamento?), la capacità di adattamento di alcune specie e la selezione in/naturale di altre, il desiderio del selvaggio, Walden, di fuggire nei boschi e ritornare barbuti ed esperti di vita tettonica, la consapevolezza dei vincoli che c’impongono rinunce e impedimenti, tutto questo ci porterà su Marte, il paradiso perduto, o ci costringerà a scegliere la vita, il quotidiano come dio concreto e presente?
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Stefania Migliorati (Bergamo, 1977) vive e lavora fra Bergamo e Berlino. Le sue opere e i suoi progetti sono indagini su temi legati allo spazio e al luogo in molte delle loro declinazioni, con un particolare interesse verso lo spazio pubblico. L’artista, vincitrice Bridge Art Residenza d’Artista 2018, menzionata al Talent Prize 2013 e al Premio Profilo Arte 2008, ha esposto presso numerose gallerie ed istituzioni tra cui Manifesta12/Collaterals (Palermo,2018), Galerie Wedding - Raum für zeitgenössische Kunst (Berlino, 2017), Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia, 2017), La Fabbrica del Vapore (Milano, 2015), Beton7 (Atene, 2015), Palazzo Busacca (Scicli, 2014), Zajia lab (Pechino, 2012), Galerie Weisser Elefant (Berlin, 2010), CCCB, Centre de Cultura Contemporánia de Barcelona (Barcelona, 2009), Galleria A+A (Venezia, 2009), Museo della Permanente (Milano, 2008), Magazine (Belgrado, 2007). www.stefaniamigliorati.com
02
novembre 2018
Stefania Migliorati – Climax Change
Dal 02 al 05 novembre 2018
arte contemporanea
Location
FUSION ART GALLERY
Torino, Piazza Amedeo Peyron, 9G, (Torino)
Torino, Piazza Amedeo Peyron, 9G, (Torino)
Orario di apertura
Venerdì 2 novembre dalle 19 alle 21.30 e preview su appuntamento
Sabato 3 novembre Notte delle Arti Contemporanee: dalle 16 alle 22.30 e su appuntamento
Domenica 4 novembre: dalle 16 alle 19.30 e su appuntamento
Lunedì 5 novembre: dalle 16 alle 19 e su appuntamento
Vernissage
2 Novembre 2018, ore 19
Autore
Curatore