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Stefania Puntaroli – Fractal
La seconda mostra nel matroneo del Liceo artistico Petrocchi, recuperato lo scorso anno come sede permanente delle sculture di Andrea Lippi, ospita gli ultimi lavori di Stefania Puntaroli in dialogo con l’artista vissuto un secolo fa, offrendo l’occasione di percepire, nel confronto fra le opere e gli scritti, le molte affinità che li uniscono, nonostante la distanza storica e l’uso di mezzi espressivi diversi
Comunicato stampa
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La seconda mostra nel matroneo del Liceo artistico Petrocchi, recuperato lo scorso anno come sede permanente delle sculture di Andrea Lippi, ospita gli ultimi lavori di Stefania Puntaroli in dialogo con l’artista vissuto un secolo fa, offrendo l’occasione di percepire, nel confronto fra le opere e gli scritti, le molte affinità che li uniscono, nonostante la distanza storica e l’uso di mezzi espressivi diversi. Ho rivisto nell’attività di lei quella stessa irrequieta e instancabile operosità che fu anche del Lippi, testimoniata dai suoi scritti e da Lorenzo Viani che ricorda l’ ardore che lo invadeva quando ormai malato plasmava la cera con le mani, il volto pallido inondato dalla fiamma del suo spirito (Cfr.L.Viani, In memoria di A.Lippi ,1925). In questi mesi la Puntaroli ha lavorato con materiali e tecniche diverse alla struttura che sottende la materia, per risalire da questa al mistero dell’origine, come in passato aveva interrogato gli abissi marini popolati da strane creature (Flora abissale 2007) o i graffiti e le pitture rupestri (Archetypa 2008), scendendo lei stessa nelle gole profonde della terra. Lippi era scultore e come tale agli inizi del Novecento era interessato alla figura umana, intesa però non nella sua individualità definita e chiusa, ma come essere in divenire, consumato dalla materia stessa di cui si compone. I suoi gruppi sono catene umane che emergono dal magma e di nuovo sono riassorbite dalla forza oscura che le richiama a sé, in una tensione che, come molti studiosi hanno segnalato, si ritrova nelle folle agitate del pulpito di Giovanni Pisano, e che fu anche nelle ultime Pietà di Michelangelo. E mentre i contemporanei esaltavano le prospettive future di un secolo che si apriva nel nome del progresso, Lippi s’interrogava sulla brevità della propria vita a confronto con quella delle stelle, con una percezione della banalità del quotidiano e del grottesco assai vicina ad Ensor nella critica alle umane sorti. E’ proprio questa visione cosmica che accomuna la ricerca del Lippi a quella di Stefania Puntaroli, esemplificata dalla serie Comet del 2010 realizzata con resine e pigmenti, dove la casualità si unisce al moto e alla materia riproponendo entro i limiti di un supporto, i fenomeni celesti. Così Lippi annotava nelle sue carte: In una di quelle sere penetranti e silenziose quando è un brivido ogni suono - e ogni bagliore una lacrima io vidi una stella cadente - splendere nell’oscura volta del cielo e sparire nell’etereo spazio in quell’attimo io pronunziai il tuo nome e il fatto che il mio pensiero entrasse pronto nella durata della striscia luminosa mi parve di buon augurio. E allora vidi tutto uno sfolgorio di stelle - una gloria fulgida di note che mi fece tremare di piacere. Nella mostra compaiono insieme alle Comete, le impronte su carta e i disegni rielaborati al computer dei frattali che poi l’artista ha stampato su tessuto realizzando con la stoffa il cappotto da lei indossato nella performance dell’inaugurazione. Individuando nel fiore del cavolo romano una delle forme del frattale visibili in natura, lo dispone su frammenti di vetro e lo ricopre di polvere dorata come schegge siderali giunte fino a noi dallo spazio o lo protegge sotto una campana di vetro annerita, come un prezioso e fragile meteorite caduto sulla terra. Con l’ incisione, che le consente di vedere nel sovrapporsi delle morsure lo stratificarsi del tempo e le variabili del caso, ha realizzato l’immagine di un frattale sospeso fra due mani dischiuse in atto di offerta e di preghiera, come simbolo dell’origine nella sua intatta perfezione; e con la foto rielaborata al computer ha sovrapposto l’immagine del proprio corpo alla spirale di una chiocciola, ritrovando nella posizione fetale quello stesso principio che informa i vortici delle galassie. Il micro e il macrocosmo coincidono, e l’opera d’arte è totale coinvolgendo tutta la vita nelle sue varie forme ed espressioni. Oltre al video da lei realizzato per la mostra, ha collocato in una nicchia del matroneo piccoli cunei in terracotta bianca, lacrime solidificate, emanazioni sensibili di esperienze umane che non lasciano traccia: proprio lì, in quel luogo di preghiera nascosto agli occhi del mondo, che ha raccolto nel silenzio il dolore e la gioia di molte vite.
Paola Ballerini
Paola Ballerini
28
ottobre 2011
Stefania Puntaroli – Fractal
Dal 28 ottobre al 28 novembre 2011
arte contemporanea
Location
ISTITUTO D’ARTE POLICARPO PETROCCHI – CONVENTO SAN PIER MAGGIORE
Pistoia, Piazza San Pietro, 4, (Pistoia)
Pistoia, Piazza San Pietro, 4, (Pistoia)
Biglietti
5 euro
Vernissage
28 Ottobre 2011, ore 19 con Performance musicale Fractal a cura di Il Cantiere sonoro di Daniele Zollo e Buffet dalle ore 20
Autore
Curatore