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Stefania Puntaroli – Il primo libro
La grande tela che Stefania Puntaroli ha realizzato per lo spazio di Grafio sembra un racconto sull’origine: ritagliando la sagoma di un frattale che si dirama come organismo primario moltiplicandosi sempre uguale a se stesso, l’artista traccia a mano libera l’andamento sinuoso delle linee che da questo si sviluppano in orizzontale come rami, vene, cavi elettrici in un grande flusso energetico formando una scia siderale che incorpora materia inerte e poi confluisce in un groviglio esplosivo fatto di bitume, colore a olio, pastelli e grafite.
Comunicato stampa
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Stefania Puntaroli - Il primo libro
La grande tela che Stefania Puntaroli ha realizzato per lo spazio di Grafio sembra un racconto sull’origine: ritagliando la sagoma di un frattale che si dirama come organismo primario moltiplicandosi sempre uguale a se stesso, l’artista traccia a mano libera l’andamento sinuoso delle linee che da questo si sviluppano in orizzontale come rami, vene, cavi elettrici in un grande flusso energetico formando una scia siderale che incorpora materia inerte e poi confluisce in un groviglio esplosivo fatto di bitume, colore a olio, pastelli e grafite. Da questa condensazione magmatica si stacca leggera una falena dalle grandi ali chiuse come una cappa regale, circondata da fasci e delicate ramificazioni gialle bianche e rosa, in attesa di spiccare il volo. Vicino a questa tela che copre l’intera larghezza dello spazio, l’artista presenta il proprio libro con le pagine che si aprono a fisarmonica su cui ripropone con la grafite un analogo tracciato di linee dal frattale alla farfalla in una forma più lirica ed intima, come un diario. Questo lavoro si pone come ulteriore rielaborazione del corso Dal diario al libro mio che l’artista ha seguito a Grafio nel 2008-2009 con la conduzione di Paola Rosati, sul tema del diario d’artista ispirato al Libro mio di Pontormo. Le due opere, insieme alla superficie specchiante della serie Comet del 2010, segnano un cambiamento ancora in corso ed un superamento delle esperienze maturate dall’artista negli anni precedenti. Tutto il lavoro di Stefania Puntaroli, a iniziare dalla metà degli anni Novanta ad oggi si è sempre caratterizzato per la grande energia profusa nella sperimentazione delle tecniche e dei linguaggi applicati a serie tematiche la cui indagine ha richiesto l’uso di strumenti e mezzi espressivi diversi. Così la grafica e l’incisione insieme alla pittura a tempera hanno definito la serie dei Gatti ( 2006), come precedentemente (1996) i colori trasparenti e vivaci delle chine avevano restituito la dimensione surreale e fantastica dei Malocchiosauri animali nati dalla combinazione di varie specie, mentre i lavori successivi ispirati al mondo organico, come la serie degli Occhi ( 2007) e della Flora abissale (2008), avevano richiesto la pittura ad olio che consentiva tempi lunghi nella meticolosa resa dei particolari. La cura del dettaglio è sempre stata peculiare alla ricerca di Stefania che riesce a registrare le piccole varianti, i tratti minimi che rendono l’oggetto unico e irripetibile: l’attenzione alla mobilià della pupilla del gatto che da fessura si dilata come una sfera che invade tutta la retina, per esempio, ha costituito la serie Changing eyes dipinta a olio su piccole tavole rivestite di giornale, e ci introduce alla sua concezione di arte, come strumento di indagine che permette di circoscrivere ciò che suscita la sua curiosità e di sottoporre il particolare ad una varietà senza fine di sperimentazioni tecniche e linguistiche che consentono nel fare di ritrovare il proprio tempo e il proprio sguardo interiore. L’interesse per gli aspetti insoliti e meno conosciuti dei fenomeni l’ ha condotta a fare esperienze a stretto contatto con la natura, e da speleologa si è calata nelle grotte per esplorare i disegni e i graffiti rupestri poi rielaborati nella serie Archetypa ( 2008) restituendo nell’uso di mezzi espressivi diversi il ricco repertorio di immagini primitive che trovano riscontro nei disegni dell’infanzia e nel visionario mondo dell’ artista, già presente fra l’altro nella serie Androginolandia del 2000. Lei stessa ha realizzato performance che hanno richiesto il coinvolgimento diretto del corpo e ha plasmato la materia nelle sue complesse trasformazioni lavorando la ceramica, la cera, il vetro ,il marmo e materiali industriali come le resine, la plastica, in una sperimentazione svolta contemporaneamente su più fronti. Nella serie Comet (2010) Stefania Puntaroli sviluppa la dimensione cosmica di uno spazio siderale vuoto ottenuto con tracce informali di pigmenti colorati gettati liberamente su fondi preparati e poi ricoperti di resina specchiante dove l’autorialità sembra scomparire per lasciare spazio alla casualità e ad una ricerca più impersonale, eliminando dall’opera il racconto che invece è presente nella serie del 2008 Amor vacui, dove piccole figure di plastica bianca galleggiano come argonauti abbandonati nello spazio infinito, fatto di tempera, di fili, di pigmenti, ricoperti di resina.
Paola Ballerini
La grande tela che Stefania Puntaroli ha realizzato per lo spazio di Grafio sembra un racconto sull’origine: ritagliando la sagoma di un frattale che si dirama come organismo primario moltiplicandosi sempre uguale a se stesso, l’artista traccia a mano libera l’andamento sinuoso delle linee che da questo si sviluppano in orizzontale come rami, vene, cavi elettrici in un grande flusso energetico formando una scia siderale che incorpora materia inerte e poi confluisce in un groviglio esplosivo fatto di bitume, colore a olio, pastelli e grafite. Da questa condensazione magmatica si stacca leggera una falena dalle grandi ali chiuse come una cappa regale, circondata da fasci e delicate ramificazioni gialle bianche e rosa, in attesa di spiccare il volo. Vicino a questa tela che copre l’intera larghezza dello spazio, l’artista presenta il proprio libro con le pagine che si aprono a fisarmonica su cui ripropone con la grafite un analogo tracciato di linee dal frattale alla farfalla in una forma più lirica ed intima, come un diario. Questo lavoro si pone come ulteriore rielaborazione del corso Dal diario al libro mio che l’artista ha seguito a Grafio nel 2008-2009 con la conduzione di Paola Rosati, sul tema del diario d’artista ispirato al Libro mio di Pontormo. Le due opere, insieme alla superficie specchiante della serie Comet del 2010, segnano un cambiamento ancora in corso ed un superamento delle esperienze maturate dall’artista negli anni precedenti. Tutto il lavoro di Stefania Puntaroli, a iniziare dalla metà degli anni Novanta ad oggi si è sempre caratterizzato per la grande energia profusa nella sperimentazione delle tecniche e dei linguaggi applicati a serie tematiche la cui indagine ha richiesto l’uso di strumenti e mezzi espressivi diversi. Così la grafica e l’incisione insieme alla pittura a tempera hanno definito la serie dei Gatti ( 2006), come precedentemente (1996) i colori trasparenti e vivaci delle chine avevano restituito la dimensione surreale e fantastica dei Malocchiosauri animali nati dalla combinazione di varie specie, mentre i lavori successivi ispirati al mondo organico, come la serie degli Occhi ( 2007) e della Flora abissale (2008), avevano richiesto la pittura ad olio che consentiva tempi lunghi nella meticolosa resa dei particolari. La cura del dettaglio è sempre stata peculiare alla ricerca di Stefania che riesce a registrare le piccole varianti, i tratti minimi che rendono l’oggetto unico e irripetibile: l’attenzione alla mobilià della pupilla del gatto che da fessura si dilata come una sfera che invade tutta la retina, per esempio, ha costituito la serie Changing eyes dipinta a olio su piccole tavole rivestite di giornale, e ci introduce alla sua concezione di arte, come strumento di indagine che permette di circoscrivere ciò che suscita la sua curiosità e di sottoporre il particolare ad una varietà senza fine di sperimentazioni tecniche e linguistiche che consentono nel fare di ritrovare il proprio tempo e il proprio sguardo interiore. L’interesse per gli aspetti insoliti e meno conosciuti dei fenomeni l’ ha condotta a fare esperienze a stretto contatto con la natura, e da speleologa si è calata nelle grotte per esplorare i disegni e i graffiti rupestri poi rielaborati nella serie Archetypa ( 2008) restituendo nell’uso di mezzi espressivi diversi il ricco repertorio di immagini primitive che trovano riscontro nei disegni dell’infanzia e nel visionario mondo dell’ artista, già presente fra l’altro nella serie Androginolandia del 2000. Lei stessa ha realizzato performance che hanno richiesto il coinvolgimento diretto del corpo e ha plasmato la materia nelle sue complesse trasformazioni lavorando la ceramica, la cera, il vetro ,il marmo e materiali industriali come le resine, la plastica, in una sperimentazione svolta contemporaneamente su più fronti. Nella serie Comet (2010) Stefania Puntaroli sviluppa la dimensione cosmica di uno spazio siderale vuoto ottenuto con tracce informali di pigmenti colorati gettati liberamente su fondi preparati e poi ricoperti di resina specchiante dove l’autorialità sembra scomparire per lasciare spazio alla casualità e ad una ricerca più impersonale, eliminando dall’opera il racconto che invece è presente nella serie del 2008 Amor vacui, dove piccole figure di plastica bianca galleggiano come argonauti abbandonati nello spazio infinito, fatto di tempera, di fili, di pigmenti, ricoperti di resina.
Paola Ballerini
15
gennaio 2011
Stefania Puntaroli – Il primo libro
Dal 15 al 31 gennaio 2011
arte contemporanea
Location
GRAFIO
Prato, Via Santa Chiara, 38, (Prato)
Prato, Via Santa Chiara, 38, (Prato)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16-19
Vernissage
15 Gennaio 2011, ore 18
Sito web
www.stefaniapuntaroli.it
Autore
Curatore