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Stefano Abelli / Giuseppe Portella – Oltre la soglia del cielo
Stefano Abelli e Giuseppe Portella danno vita, in una particolarissima mostra al Museo Diocesano, ad una specie di gara estetica, in cui non compare la competizione ma piuttosto il reciproco potenziamento di arte forma e colore
Comunicato stampa
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Stefano Abelli e Giuseppe Portella danno vita, in una particolarissima mostra al Museo Diocesano, ad una specie di gara estetica, in cui non compare la competizione ma piuttosto il reciproco potenziamento di arte forma e colore. Una consolidata amicizia, passioni comuni, condivise tensioni estetiche, punti di arrivo inevitabilmente differenti, ma ugualmente coinvolgenti, propongono inedite scritture dell’alfabeto dell’arte, in cui ognuno dei due artisti esprime fino in fondo la propria individualità. I punti in comune conducono chi guarda lungo le tracce di un rapporto emozionale con la creazione artistica, inducono ad immergersi, in modo totalizzante, in una dimensione immaginativa e poetica, trasmettono una speciale energia dinamica che diventa strumento di comunicazione tra terra e cielo. Abelli e Portella manipolano i colori del mondo facendo ricorso alla forza immaginativa e mantenendo, contemporaneamente, un rapporto intenso con l’entità fisica dell’opera e con la sua capacità di trasferire messaggi e simboli.
E tuttavia, al di là della qualità artistica e dell’inesausta ricerca che li accomuna, i due protagonisti della mostra approdano ad esiti personalissimi e diversi.
Stefano Abelli interpreta il fascino del primitivo e del contemporaneo: svincolato da qualsiasi segno troppo accademico, bandisce ogni profondità di campo e, grazie a scelte cromatiche essenziali, traccia un percorso carico di arcana anticlassicità. Nelle sue opere campeggia uno sfondo monocromo, solitamente rosso, uno spazio cromatico piatto, su cui danzano esseri/non esseri a metà tra figure ataviche e figure aliene, con tutto il potere generativo delle forme archetipe, elementi primari immediatamente riconoscibili. Sono figure primordiali semplificate, che tendono ad un increspato groviglio materico dorato, personaggi che diventano presenze sempre più stilizzate e inquietanti, rese più intense da un linguaggio pittorico essenziale ed efficace. Prevale sempre, in Abelli, la forza di giocare con inserti polimaterici, con una referenzialità narrativa ma antinaturalistica.
Giuseppe Portella fa invece vivere la grazia di quadri brillanti di resina, grazie ad un’operazione di grande rinnovamento formale, in cui l’emozione estetica è affidata soprattutto allo spazio e alla luce, che risaltano tra le sfumature brillanti delle resine. Sullo spazio prendono vita sequenze di cerchi concentrici, diafani come pietre dure, isole galleggianti su un mare cromatico fatto di astrazione, di rarefazione, di vuoto cosmico: centri concentrici ad accentuata valenza simbolica, da cui deriva un richiamo all’armonia inclusiva dell’ordine dell’Altissimo. La crescita espressiva di Portella, esaltata dall’utilizzo della materia del suo lavoro (“nulla mi appaga più che lavorare la resina”), fa costantemente emergere inaspettate luminescenze e innumerevoli alchimie del colore. Da questa continua e preziosa sperimentazione nascono opere di grande raffinatezza in cui si mostrano fluide mescolanze dissacranti che allontanano l’aura antica della tradizione.
Risulta in questo modo giustificato e chiaro il significato del titolo della mostra, in cui si accostano le smarrite e primordiali forme danzanti, di visionaria stilizzazione, appartenenti a Stefano Abelli e la fluida trasparenza dei cerchi armonici e delle luci di Giuseppe Portella: “oltre la soglia del cielo” entrambi gli artisti sognano e intravvedono un mondo di infantile felicità e di gioco surreale. È la magica conquista delle sperimentazioni autentiche, che permettono all’arte di arrivare, con la sensibilità tecnica, con la padronanza della materia e con la capacità espressiva ed emozionale alla trasfigurazione della realtà.
Orari d’apertura: da mercoledì a domenica
mattino: dalle 9,30 alle 12,00
pomeriggio: dalle 15,00 alle 17,30
Sono possibili visite guidate alla mostra su appuntamento.
ingresso con il biglietto ordinario del museo.
E tuttavia, al di là della qualità artistica e dell’inesausta ricerca che li accomuna, i due protagonisti della mostra approdano ad esiti personalissimi e diversi.
Stefano Abelli interpreta il fascino del primitivo e del contemporaneo: svincolato da qualsiasi segno troppo accademico, bandisce ogni profondità di campo e, grazie a scelte cromatiche essenziali, traccia un percorso carico di arcana anticlassicità. Nelle sue opere campeggia uno sfondo monocromo, solitamente rosso, uno spazio cromatico piatto, su cui danzano esseri/non esseri a metà tra figure ataviche e figure aliene, con tutto il potere generativo delle forme archetipe, elementi primari immediatamente riconoscibili. Sono figure primordiali semplificate, che tendono ad un increspato groviglio materico dorato, personaggi che diventano presenze sempre più stilizzate e inquietanti, rese più intense da un linguaggio pittorico essenziale ed efficace. Prevale sempre, in Abelli, la forza di giocare con inserti polimaterici, con una referenzialità narrativa ma antinaturalistica.
Giuseppe Portella fa invece vivere la grazia di quadri brillanti di resina, grazie ad un’operazione di grande rinnovamento formale, in cui l’emozione estetica è affidata soprattutto allo spazio e alla luce, che risaltano tra le sfumature brillanti delle resine. Sullo spazio prendono vita sequenze di cerchi concentrici, diafani come pietre dure, isole galleggianti su un mare cromatico fatto di astrazione, di rarefazione, di vuoto cosmico: centri concentrici ad accentuata valenza simbolica, da cui deriva un richiamo all’armonia inclusiva dell’ordine dell’Altissimo. La crescita espressiva di Portella, esaltata dall’utilizzo della materia del suo lavoro (“nulla mi appaga più che lavorare la resina”), fa costantemente emergere inaspettate luminescenze e innumerevoli alchimie del colore. Da questa continua e preziosa sperimentazione nascono opere di grande raffinatezza in cui si mostrano fluide mescolanze dissacranti che allontanano l’aura antica della tradizione.
Risulta in questo modo giustificato e chiaro il significato del titolo della mostra, in cui si accostano le smarrite e primordiali forme danzanti, di visionaria stilizzazione, appartenenti a Stefano Abelli e la fluida trasparenza dei cerchi armonici e delle luci di Giuseppe Portella: “oltre la soglia del cielo” entrambi gli artisti sognano e intravvedono un mondo di infantile felicità e di gioco surreale. È la magica conquista delle sperimentazioni autentiche, che permettono all’arte di arrivare, con la sensibilità tecnica, con la padronanza della materia e con la capacità espressiva ed emozionale alla trasfigurazione della realtà.
Orari d’apertura: da mercoledì a domenica
mattino: dalle 9,30 alle 12,00
pomeriggio: dalle 15,00 alle 17,30
Sono possibili visite guidate alla mostra su appuntamento.
ingresso con il biglietto ordinario del museo.
13
maggio 2017
Stefano Abelli / Giuseppe Portella – Oltre la soglia del cielo
Dal 13 maggio al 04 giugno 2017
arte contemporanea
Location
MUSEO DIOCESANO FRANCESCO GONZAGA
Mantova, Piazza Virgiliana, 55, (Mantova)
Mantova, Piazza Virgiliana, 55, (Mantova)
Orario di apertura
da mercoledì a domenica dalle 9,30 alle 12,00 e dalle 15,00 alle 17,30
Vernissage
13 Maggio 2017, ore 17
Autore