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Stefano Arienti
Le due mostre diventano un percorso dedicato al disegno come forma di conoscenza, un modo di appropriarsi di forme e immagini già esistenti dando loro nuovo significato e quindi ricreandole
Comunicato stampa
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Lo Studio Guenzani apre la stagione espositiva 2006-2007 con una mostra personale di Stefano Arienti in contemporanea nelle due sedi di via Eustachi e di via Melzo.
In via Melzo verranno esposti alcuni lavori in marmo: lastre sottili che l’artista ha lavorato incidendole o praticando piccoli fori. Il disegno che viene così a formarsi prende spunto dai simboli delle bandiere, in particolare la bandiera della Comunità Europea e quella dell’ONU.
Come già successo in passato con altri materiali come il polistirolo, Arienti sceglie immagini riconoscibili, tratte dalla storia dell’arte o dalla cultura popolare e le decontestualizza privandole del loro significato primario.
In questo caso i simboli legati alle bandiere si spogliano del loro potere di comunicazione immediata e diventano segni che l’artista fa dialogare con una materia, il marmo, dalle caratteristiche completamente opposte da quelle della stoffa: un’idea di leggerezza applicata alla sostanza che più di tutte evoca la resistenza e la pesantezza.
Ritorna qui lo spiazzamento delle figure, come avveniva appunto nei polistiroli incisi con le immagini di famosi quadri della storia dell’arte o dei poster bucherellati che riproponevano in negativo, sul retro della carta, l’immagine raffigurata a fronte. Ad Arienti interessa in particolar modo l’affiorare del disegno e il suo imporsi libero da qualsiasi rimando che non sia all’interno delle categorie dell’arte.
Questo processo avviene anche nell’opera che l’artista presenta negli spazi di via Eustachi. Qui Arienti cambia il materiale su cui interviene, usando tappeti tinti dello stesso colore che riempiono lo spazio della galleria.
In realtà il disegno del tappeto non viene completamente ricoperto dalla tintura ma affiora nella sua struttura essenziale così come il colore originale, che si intravede osservando attentamente. La trama delle forme viene in questo modo quasi esaltata dalla patina monocroma che le ricopre in parte.
I tappeti impiegati sono di tipo comune e provengono da tutto il mondo. Attraverso la tintura in un solo colore essi vengono privati di tutti gli elementi che ne costituiscono la riconoscibilità e la storia.
Le due mostre diventano così un percorso dedicato al disegno come forma di conoscenza, un modo di appropriarsi di forme e immagini già esistenti dando loro nuovo significato e quindi ricreandole.
In contemporanea alle due esposizioni milanesi la galleria Lehmann Maupin di New York dedica a Stefano Arienti la sua seconda mostra personale.
In via Melzo verranno esposti alcuni lavori in marmo: lastre sottili che l’artista ha lavorato incidendole o praticando piccoli fori. Il disegno che viene così a formarsi prende spunto dai simboli delle bandiere, in particolare la bandiera della Comunità Europea e quella dell’ONU.
Come già successo in passato con altri materiali come il polistirolo, Arienti sceglie immagini riconoscibili, tratte dalla storia dell’arte o dalla cultura popolare e le decontestualizza privandole del loro significato primario.
In questo caso i simboli legati alle bandiere si spogliano del loro potere di comunicazione immediata e diventano segni che l’artista fa dialogare con una materia, il marmo, dalle caratteristiche completamente opposte da quelle della stoffa: un’idea di leggerezza applicata alla sostanza che più di tutte evoca la resistenza e la pesantezza.
Ritorna qui lo spiazzamento delle figure, come avveniva appunto nei polistiroli incisi con le immagini di famosi quadri della storia dell’arte o dei poster bucherellati che riproponevano in negativo, sul retro della carta, l’immagine raffigurata a fronte. Ad Arienti interessa in particolar modo l’affiorare del disegno e il suo imporsi libero da qualsiasi rimando che non sia all’interno delle categorie dell’arte.
Questo processo avviene anche nell’opera che l’artista presenta negli spazi di via Eustachi. Qui Arienti cambia il materiale su cui interviene, usando tappeti tinti dello stesso colore che riempiono lo spazio della galleria.
In realtà il disegno del tappeto non viene completamente ricoperto dalla tintura ma affiora nella sua struttura essenziale così come il colore originale, che si intravede osservando attentamente. La trama delle forme viene in questo modo quasi esaltata dalla patina monocroma che le ricopre in parte.
I tappeti impiegati sono di tipo comune e provengono da tutto il mondo. Attraverso la tintura in un solo colore essi vengono privati di tutti gli elementi che ne costituiscono la riconoscibilità e la storia.
Le due mostre diventano così un percorso dedicato al disegno come forma di conoscenza, un modo di appropriarsi di forme e immagini già esistenti dando loro nuovo significato e quindi ricreandole.
In contemporanea alle due esposizioni milanesi la galleria Lehmann Maupin di New York dedica a Stefano Arienti la sua seconda mostra personale.
22
settembre 2006
Stefano Arienti
Dal 22 settembre al 22 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
STUDIO GUENZANI
Milano, Via Bartolomeo Eustachi, 10, (Milano)
Milano, Via Bartolomeo Eustachi, 10, (Milano)
Orario di apertura
Venerdì 22 settembre dalle ore 12 alle ore 21
Sabato 23 settembre dalle ore 12 alle ore 20
Domenica 24 settembre dalle ore 12 alle ore 20
dal martedì al sabato, dalle 15 alle 19.30. La mattina su appuntamento
(via Melzo: dal martedì al sabato dalle 15 alle 19)
Vernissage
22 Settembre 2006, ore 18.30
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